News 01 Dic 2011

Minecraft – La Recensione

In Minecraft potremo creare e distruggere qualsiasi cosa ci passi per la testa. Da vulcani ricolmi di lava, a laghi artificiali, passando per castelli, fortezze, armature, picconi e giradischi, il tutto grazie alla suo fare di tutta l’erba un cubo, che ben si sposa con la filosofia “eccoti il nostro gioco, adesso è tuo e puoi farne ciò che vuoi”. La mancanza di una storyline vera e propria, un comparto tecnico scadente per l’epoca in cui viviamo (scotto da pagare per lo sviluppo in Java) e una curva di apprendimento elevata che smorzerà i bollenti spiriti di chiunque sia abituato a trovare munizioni dietro ogni angolo e ad aspettare che la Life Bar torni carica (difficoltà che però può essere ridotta fino alla totale scomparsa dei nemici, nella modalità Survival), faranno storcere il naso a moltissimi, i quali però non avranno modo di gustare un gameplay splendido e profondo, in grado di regalare infinite ore di gioco (senza contare la modalità Multiplayer) e una vera e propria esperienza da non perdere.

Lo ameranno: chi è la ricerca di qualcosa di nuovo, chi ha sempre considerato troppo stretti i limiti imposti dagli sviluppatori
Lo odieranno: gli amanti della grafica e delle cut-scene ad alto tasso cinematografico, i dipendenti da adrenalina bellica
E’ simile a: le costruzioni Lego, ma con dosi di crudeltà altissime e pura attitudine hardcore.

Titolo: Minecraft

Piattaforma: Pc (giocabile da qualsiasi browser che supporti Java), iOs, Android (versioni Pocket)

Sviluppatore: Mojang

Giocatori: 1

Online & Extra: Variabile (In base alla grandezza del server)

Lingua: Inglese (Testi)

Un altro cubo. Un altro cubo. Un altro cubo.

L’unico limite è il cielo. Sgombrate la mente da combo, storie d’amore strappalacrime, visori termici, e chi più ne ha più ne metta. Prendete qualcosa da bere e tenetelo a portata di mano: non ho mai sentito parlare di dei che debbano alzarsi dalla sedia per dissetarsi.

STORY

Solitamente il primo macro-paragrafo delle recensioni di GameSoul è dedicato alle considerazioni sulla trama del gioco analizzato, ovviamente omesso nel caso di recensioni di giochi sportivi (come Fifa 12) o di Corse (Forza Motorsport 4). In questa occasione, invece di Storyboard, vorrei parlare sì di una Storia, ma quella di Markus “Notch” Persson, la mente dietro il fenomeno indie più acclamato degli ultimi anni, piuttosto che di una fantomatica trama di Minecraft, che nonostante l’intenzione di introdurre NPC, sistema di sviluppo stile GDR, boss e città generate casualmente non ha comunque ragione di esistere, data la natura sand-box del titolo (la mancanza di obiettivi può frenare gli stimoli nell’andare avanti, ma non la vostra fantasia).

Ecco il buon Notch, la mente dietro il fenomeno Minecraft

Tutto ha inizio con il baldo svedese, grandissimo appassionato di gaming (come definireste altrimenti colui che, in risposta ad una citazione a giudizio, ha proposto di risolvere la questione in un match all’ultimo sangue di Quake 3 Tournament?) e la sua attrazione per Infiniminer, un progetto praticamente morto quasi sul nascere, un gioco certamente innovativo, che offriva una grafica a quadrettoni, la possibilità di distruggere gli scenari ma anche di plasmarli, modificando di fatto il mondo di gioco a proprio piacimento, il cui obiettivo era giocare in co-operativa alla ricerca di minerali preziosi ed accumulare così punti per la propria squadra. Lo sviluppo discontinuo portò al totale disinteresse della community, che sperava di trovare finalmente qualcosa di rivoluzionario in un panorama annoiato e stagnante. Il buon Notch riprese quell’idea, estendendo la superficie del mondo di gioco, generato casualmente, dando la possibilità di scegliere se giocare da solo o con altri gamers sulla rete, e soprattutto, se dedicarsi alla semplice distruzione/costruzione ambientale, o se dedicarsi a qualcos’altro, qualcosa di più appagante, magari inserendo una variabile in grado di togliere il sonno a molti: nemici terribili che ci fanno sentire come se ci fosse una taglia sulla nostra testa.
Durante la fase Alpha, dell’attuale Minecraft c’era ben poco; in comune c’erano solo bug, milioni di bug. Ma alla community non interessava: Persson, che nel frattempo aveva aperto lo studio Mojang (al momento composto da soli 9 membri!), proponeva un qualcosa che definire assurdo è ben poco: chiedeva infatti di comprare Minecraft 2 anni prima dell’uscita, ad un prezzo inferiore (circa la metà), a scatola chiusa…così, sulla fiducia. Con quei soldi, avrebbe chiaramente portato avanti lo sviluppo (non così tormentato, dato l’utilizzo del linguaggio Java, ma con una simile struttura di gioco, i test erano frequenti e necessari). Chiunque l’avrebbe definito un pazzo, ma se ora il gioco è finalmente disponibile, con oltre 17 milioni di utenti registrati al sito ufficiale (che possono giocare una versione stabile della vecchia Alpha), e ben 4 milioni di acquirenti, la sua folle scommessa può essere considerata vinta su tutti i fronti. Ambizione, creatività, magari anche un po’ di fortuna, o forse il gioco giusto al momento giusto, hanno reso Minecraft un fenomeno da non sottovalutare, un Davide in grado di terrorizzare qualsiasi Golia e di dargli una bella lezione di umiltà. Notch è ormai considerato il guru del sottobosco Indie, uno che l’American Dream (in versione Nerd) l’ha vissuto per davvero (non a caso il lancio ufficiale del gioco è avvenuto a Las Vegas), e Scrolls e Cobalt, 2 nuovi progetti del team ormai rodato, possono già essere considerati come i titoli più desiderati del prossimo anno (sperando però che i continui e rivoluzionari aggiornamenti che hanno segnato lo sviluppo di Minecraft in fase Beta vengano comunque rilasciati costantemente).

GAMEPLAY

Minecraft sta al Gaming come Bear Grylls sta alla realtà.

Se avete la mia stessa età (23 anni) e da piccoli le bambole non vi erano mai piaciute, è quasi impossibile che non sappiate cosa siano le costruzioni  Lego. Ed è altrettanto impossibile che non abbiate mai passato almeno un intero pomeriggio, a casa vostra o di un amico, giocandoci. Ecco, prendete un po’ di Lego, un po’ di Ultima Online, un po’ di crafting vecchia scuola, ed otterrete Minecraft!
Innanzitutto, è possibile giocarlo con due diversi approcci:
Creative Mode: E’ la modalità di pura creazione, potremo volare (sorta di Modalità Debug), saremo immortali, e i cubi da collocare saranno infiniti e tutti a disposizione fin da subito. Potremo creare e distruggere TUTTO ciò che appare sullo schermo, in un mondo di gioco auto-generato e casuale. Potrete dare sfogo alla vostra creatività, costruendo fortezze, castelli, o statue dei vostri personaggi videoludici preferiti in un’estasi di effetti ottici e giornate letteralmente divorate, persi nella dimensione del nostro io infantile/architetto mancato.
Survival Mode: Il fulcro dell’intero gioco. Verremo catapultati in un angolo remoto e casuale della mappa, senza se e senza ma. Niente epiche intro; tutorial? Che parola è mai questa! Tutto ciò che avremo saranno le nostre ruvide (e spigolose) mani e del sano spirito di sopravvivenza, oltre che una spiccata dedizione all’improvvisazione. Una barra per la vita (costituita da cuori) e una per la fame (cosciotti di pollo), insieme alla vuota barra dell’inventario, faranno capolino fin da subito in un altrimenti spoglio HUD: volete una mappa? Prima dovrete cercare la carta, poi le Red Stone, costruirvi una bussola e…ok, con calma, alla mappa ci penseremo dopo.

Una delle splendide creazioni della community...una città nel deserto!

Prima di concepire chissà quale machiavellica costruzione, dovrete preoccuparvi di massacrare qualsiasi albero vi capiti a tiro a suon di ganci ben assestati: otterremo così dell’utile legno. Aprendo lo scarno menù, dovremo fin da subito prendere dimestichezza con la schermata del Crafting: non dureremmo un giorno (di gioco) senza comprendere a pieno a cosa ci serva e soprattutto COME sfruttarlo nel migliore dei modi. Raffinando il legno, possiamo costruirci un utile bancone da lavoro, dal quale poi iniziare per davvero la nostra avventura. Grazie ad una griglia 3X3, potremo creare (quasi) tutto quello che ci viene in mente, nella maniera più fantasiosa possibile: per procurarci della pietra, e creare dei picconi resistenti, dovremo prima di tutto costruircene uno di legno, semplicemente posizionando il materiale raffinato nella griglia, disponendolo seguendo la forma stilizzata dell’oggetto stesso. Formando una sorta di T avremo un piccone (da usare prevalentemente per la pietra e gli altri minerali che troveremo scavando nelle profondità del pianeta), togliendo il materiale in alto a destra avremo un’ascia (più efficace con gli alberi), mentre formando una I con alla base un cubetto di legno e i restanti in pietra, avremo la nostra prima spada (da usare contro i Mob)! Ebbene sì, per giustificare a pieno il concetto di “Survival”, Notch e co hanno inserito i mostri più folli del panorama videoludico: gli amatissimi Creeper, ragni, giganti e quant’altro appariranno casualmente di notte, con l’unico obiettivo di disintegrarci. E arriveranno a frotte, senza alcun reale motivo, cercando noi, la nostra abitazione, le nostre scorte e il nostro letto, sorta di Checkpoint dove verremo teletrasportati dopo la nostra morte (non necessariamente per colpa dei nemici), salvo la distruzione di quest’ultimo da parte dei Mob. Pena? Il ritorno al punto di partenza. Il gioco infatti salva automaticamente ogni volta che abbandoniamo la partita (un po’ come Demon’s Souls e Dark Souls, ma ancora più estremo!), ergo, rimarranno unicamente le modifiche apportate all’ambiente (quindi tutti i materiali preziosi che troveremo come l’oro o i diamanti, rari di per sé, lo diverranno ancora di più).

L'Enterprise in tutto il suo pixellato splendore!

Non appena avremo preso dimestichezza con il gioco, sarà necessario costruire una casa. Non importa come, l’importante è avere quattro pareti che ci proteggano la notte. Costruendoci casse dove depositare il bottino raccolto durante le nostre avventure, il succitato letto (che ci permetterà di superare la notte in fretta), giradischi e quant’altro, potremo creare la nostra splendida dimora: rispetto al creative mode, avremo modo di personalizzare all’infinito la nostra abitazione, unico luogo sicuro nell’intero mondo di gioco. Armature (dalla pelle di mucca al diamante), armi e quant’altro ci aiuteranno a combattere, mentre il cibo ci terrà in forma. Ma se vogliamo gustarci comunque un gameplay più ricco senza però la costante tensione provocata dalla morte imminente, potremo impostare la difficoltà a Peaceful, per evitare così la presenza di qualsiasi nemico.

Riguardo il crafting, vi consiglio di seguire la Wiki Ufficiale (purtroppo non in italiano), i primi tempi potrebbe essere estremamente frustrante non avere alcun aiuto.

GRAPHICS & SOUNDS

Questo è uno dei punti più controversi. I detrattori fanno leva su questo aspetto per criticare Minecraft, ritenendo inconcepibile il fatto che un gioco nel 2011 possa avere una simile grafica. Chi lo difende a spada tratta (in numero decisamente maggiore) è troppo impegnato a giocarlo per esprimersi, mentre una risposta diplomatica potrebbe essere: “Gestire una simile mole di dati è già difficile per un team da80/100 persone sovvenzionato da publisher potenti, figuriamoci un team indipendente che non raggiunge neanche la dozzina”. Chiaramente, da un gioco sviluppato in Java da 9 svedesi (a tanto ammonta il numero dei membri di Mojang, contando però anche chi non si occupa dell’aspetto puramente tecnico), con mondi di gioco enormi e generati casualmente, per di più totalmente modificabili dagli utenti, è inevitabile dover ricorrere a degli escamotage per alleggerire la grafica e l’intero motore.

Insenature da esplorare, modellare, abbattere e ricostruire...

Se è ovvio che l’utilizzo di una simile grafica sia un compromesso utile per gli sviluppatori, ma difficile daaccettare per i giocatori, è anche chiaro che la natura del gameplay e la sua intera filosofia si sposa perfettamente con gli amati/odiati cubi. Sognatevi le lussureggianti foreste di Skyrim, i chiaro-scuri di Gotham City, o le dune di Uncharted 3 delle quali potreste persino contare i granelli: potremo al massimo accontentarci di tramonti rettangolari, alberi innaturalmente immobili e tonnellate di pixels….anti-aliasCosa? Per non parlare della fisica: lava e acqua si comporteranno fin troppo bene, ricoprendoci interamente nel caso di cubi staccati durante le nostre avventure nelle profondità del pianeta, ma nessuno vi impedirà di distruggere le basi di una montagna, rendendola di fatto un’enorme roccia fluttuante, con i suoi pro ed i suoi contro (ok, è surreale, ma il vostro castello fluttuante sarà splendido).

E’ anche vero che chiunque approccerà Minecraft, sa perfettamente di giocarlo per la sua reale essenza e non per la patina che lo avvolge. In ogni caso la vastissima community continua a lavorare su Mod che permettono di modificare il nostro personaggio, ma sopratutto le textures del mondo di gioco: data la semplicità con cui è stato sviluppato, è risultato fin da subito altrettanto semplice da plasmare, sia da parte del semplice giocatore che dal modder scafato, ottenendo fantastici risultati che vanno a smussare la grafica spigolosa: niente miracoli, ma tanto di guadagnato! Menzione a parte per le musiche: splendide ed immersive, accentueranno ancora di più il vostro essere spaesati nell’ignoto che andremo ad esplorare, mentre i mugugni che sentirete di notte, segno dell’arrivo di terribili mostri, non vi faranno dormire né nel gioco, né nella vita reale, non credo di aver mai ascoltato qualcosa di più terrorizzante. In definitiva, anche se personalmente credo che l’occhio voglia la sua parte, ciononostante sarebbe un delitto non dare neanche un’opportunità a Minecraft unicamente per la sua componente tecnica, un mero mezzo per il ricchissimo gameplay.

ONLINE & REPLAY

Cliccando su Multiplayer, ci si aprirà un nuovo mondo: una volta superato il primo ostacolo del “cercati un server e giocatelo”, dovendo cercare sulla rete i vari mondi offerti da clan o semplici utenti, scovarne l’IP e aggiungerlo alla lista dei server (che potremo comunque salvare), entremo finalmente nei mondi altrui. Troveremo di tutto: dai fan Nintendo che hanno impiegato mesi per costruire montagne a forma di Super Mario e Yoshi, al folle che ha ricostruito l’Enterprise di Star Trek, chi si è dilettato nel ricreare le più belle città del mondo, o chi, più pragmaticamente, s’impegna nel creare gilde e mercati dove scambiare la merce che troveremo durante le nostre scorribande, da soli o con gli altri utenti che troverete nel server. Potremo combattere con loro, contro di loro, ma le alleanze memorabili sono quelle tra Griefers, ormai un vero e proprio fenomeno nel fenomeno, data la mole di video presenti sulla rete e il numero sempre in crescita (nonostante i tentativi di Notch e co di arginare il problema): prima di introdurre rigidi sistemi basati su vere e proprie gerarchie, che non sempre permettono a chiunque di costruire/distruggere il mondo che ci circonda, moltissimi escogitavano i modi più fantasiosi per disintegraremesi e mesi di duro lavoro, immortalati in video quasi epici, crudeli quanto esilaranti.

Una società perfettamente autonoma e funzionante!

Una volta presa confidenza con il Single Player, il passo naturale sarà applicare la propria esperienza in un contesto sociale, dato che la grandezza che il fenomeno Minecraft acquisisce giorno per giorno ci permette di concepire ogni singolo server come una sorta di microcosmo. Oltre ad offrire una “campagna” pressochè infinita, non avendo uno scopo vero e proprio (ma con i continui aggiornamenti verranno introdotti NPC, villaggi, quest e sviluppo del personaggio, andando forse a snaturare la bellezza e ingenuità del concept originale per adattarsi a degli standard che poco calzano la filosofia di Mojang, a mio parere), troveremo ogni giorno nuovi server in cui collaborare o tormentare admin e semplici utenti.

IN CONCLUSIONE…

Nel bene o nel male, Minecraft ha segnato un’epoca. Ci ha mostrato che non sempre sono necessari team numerosissimi e decadi di esperienza nel settore, ma che è la passione il vero motore alla base di un successo. Un gioco con milioni di Pro e altrettanti Contro, che intrappolerà chiunque riesca a viverlo a pieno, ma che strapperà qualche sorriso di scherno ad esteti e giocatori della domenica. Se è chiaro che i titoli AAA abbiano comunque motivo di esistere, dando la spinta necessaria all’intero universo videoludico per continuare a prosperare con i suoi alti e bassi, è altrettanto evidente come, per fortuna, c’è ancora spazio per la fantasia, quella fatta di scatole di cartone, pennarelli e forbici. Se aprire per qualche secondo un gioco, “solo per controllare se c’è un nuovo aggiornamento”, e ritrovarsi alle 5 del mattino ancora a costruire castelli significa amarlo, potrete ben capire quale sia il mio giudizio su Minecraft.

Poco dopo aver finito di scrivere la recensione, ho scovato su Kotaku questo video fantastico…credo renda bene sia le potenzialità di Minecraft, ma sopratutto il titanico lavoro svolto dagli appassionati! (Come anche si evince dalle foto allegate all’articolo, i cui autori restano purtroppo anonimi)

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