Snake…SNAKE….SNAAAAAAAAAAAAKE!
La saga di Snake è una delle più longeve della storia videoludica: partendo dall’ormai vetusto MSX fino a giungere alla attualissima Playstation 3, le avventure di Solid Snake (ed invero dei suoi predecessori…) ci hanno accompagnato per ben più di 20 anni svelandoci, episodio dopo episodio, l’evoluzione degli intrighi fantapolitici progettati da quel genio rispondente al nome di Hideo Kojima: si, proprio lui, il Re Mida dell’industria videoludica, un essere mitologico metà uomo metà cyborg (ah no, quello è Raiden, prossimo protagonista di Metal Gear Rising: Revengeance) capace di trasformare in oro (diciamo in tanti dollaroni) qualsiasi IP da lui ideata o curata al punto da farlo diventare uno dei capisaldi di tutta la industry videoludica.
Metal Gear Solid ha rappresentato nelle sue varie incarnazioni, almeno per il sottoscritto, un appuntamento atto a scandire il progresso tecnologico delle console di casa Sony (piattaforma di riferimento, nel corso degli anni, delle fatiche di Kojima & Co.) arrivando a creare e definire semanticamente il filone degli stealth games che, di li a breve, sarebbe stato imitato dai vari Splinter Cell, Syphon Filter e chi più ne ha, più ne metta. Ciononostante, complice anche gli anni passati dall’una all’altra incarnazione, oltre che da una difficile reperibilità degli originali per Playstation 2, i vari episodi hanno iniziato a sentire, inesorabilmente, il peso degli anni. L’annuncio di una riedizione in alta definizione di questi classici contemporanei mi ha quindi reso felice e allo stesso tempo curioso: cosa mai riuscirà a fare questa volta quel genio di Kojima? Riuscirà a sorprenderci di nuovo? Alla presente recensione il tentativo di dare una risposta a questa annosa domanda!
LO AMERANNO: I perfezionisti alla ricerca di una storia ben congegnata, gli appassionati di stealth games!
LO ODIERANNO: I giocatori poco pazienti
E’ SIMILE A: Spinter Cell: Conviction, Deus Ex: Human Revolution
Titolo: Metal Gear Solid: HD Collection
Piattaforma: Xbox 360 / Playstation 3
Sviluppatore: Kojima Productions
Publisher: Konami
Giocatori: 1
Online e extra : Multiplayer cooperativo in Metal Gear Solid: Peace Walker
Lingua : Italiano (Testi), Inglese (Parlato)
Trend diffusissimo nell’ultimo periodo è quello di annunciare l’uscita di una inenarrabile serie di titoli “collection”, operazione da un lato mirante a far conoscere alle nuove leve i top titles degli anni addietro, capolavori della portata di Ico & Shadow of the Colossus, Silent Hill, Devil May Cry e Ratchet & Clank, ma dall’altro, ovviamente, a spremere fino in fondo delle galline dalle uova d’oro mascherando in questo modo una endemica crisi creativa dei produttori, che preferiscono rifugiarsi in successi sicuri più che rischiare investendo in nuove IP dal dubbio appeal (e dal conseguente dubbio successo). E’ dunque questo il caso della “Metal Gear Solid: HD Collection”? Fortunatamente NO!
Kojima, non pago nel presentare un compitino appena al di sopra della sufficienza, ha infatti sottoposto ad un lifting grafico (e non solo) tutti e tre i titoli contenuti in questa HD Collection sfornando un prodotto che verrà idolatrato dai fan di vecchia data e ammirato dai newcomers desiderosi di colmare le lacune loro derivanti dall’aver giocato esclusivamente quel capolavoro rispondente al nome di Metal Gear Solid 4. Passiamo dunque al setaccio ogni singolo aspetto di questo gioiellino!
STORYBOARD
Provare a riassumere in un trafiletto la storia alla base di questa trilogia composta, per chi non lo sapesse, da Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty, Metal Gear Solid 3: Snake Eater e Metal Gear Solid: Peace Walker equivarrebbe a sintetizzare in un paio di paginette tutti i canti della Divina Commedia senza tralasciare alcun dettaglio: impresa palesemente improba e, tra l’altro, assolutamente infruttuosa sia per il livello di notorietà di cui le vicende di Snake, Raiden e Big Boss godono, che per la aprioristica inaccuratezza che questo compito recherebbe in se. Seguirò dunque un iter cronologico per tirare le fila di questo masterpiece videoludico ricostruendo, in seguito, la naturale continuity degli eventi.
Il 2001 segnò il debutto della saga di Metal Gear Solid sul monolite nero di casa Sony! Il titolo firmato Kojima Productions fu il primo vero banco di prova per la neonata Playstation 2: Sons of Liberty, diviso in due distinte sezioni, l’una (avente Snake come protagonista) ambientata nel 2007, 2 anni dopo l’incidente di Shadow Moses (narrato nel capostipite Metal Gear Solid), l’altra nel 2009, introducendoci al personaggio di Raiden che avrebbe relegato, almeno per questo episodio, Snake al ruolo di co-protagonista. Un hype smodato addensatosi attorno al titolo, unitamente ad un intensivo approccio cinematografico alla narrazione, furono però causa di un parziale insuccesso dello stesso, dai più classificato come un film con sporadiche sequenze interattive: ciononostante questo episodio vendette tantissimo confermando, se mai ce ne fosse bisogno, l’entrata di Hideo Kojima nell’olimpo dei producer!
Ben tre anni passarono affinché i fans potessero mettere le mani sulla terza incarnazione di questo oramai famosissimo franchise: Metal Gear Solid: Snake Eater ci porta però, invertendo completamente la tendenza, direttamente nel 1964 a scoprire “le origini del mito”. Kojima, fatto tesoro delle critiche mosse al secondo episodio della serie, inverte nuovamente il trend regalandoci un capolavoro di giocabilità inframmezzato da filmati che non vanno però, come successo in occasione di Sons of Liberty, a spezzare la narrazione, contribuendo invece a creare un pathos sempre crescente che, unito ad una trama sopraffina, riescono nell’intento di creare l’ibrido perfetto tra il primo ed il secondo episodio: in questo prequel ci troviamo a vestire i panni di Naked Snake (uno dei personaggi più carismatici di tutta la saga), il miglior combattente del XX secolo, opposto al suo mentore storico “The Boss”. Inutile dire che, a differenza del secondo, la critica accolse in modo calorosissimo questo gioco eleggendolo forse, almeno fino all’uscita di Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots, come il migliore di tutta la serie.
Metal Gear Solid: Peace Walker, ultimo episodio contenuto in questa riedizione HD (escludendo ovviamente i due originali per MSX sapientemente inclusi nel bundle…), rappresentò, nel 2010, il debutto di questo brand storico sulla console portatile di casa Sony (ennesimo disperato tentativo di rialzare le mai decollate vendite di una pur interessantissima console handheld): la storia narrata in questo capitolo, ambientata 10 anni dopo gli eventi narrati in Snake Eater, vede Big Boss, atto a scongiurare una crisi missilistica in america centrale, scontrarsi con nemesi storiche da lui erroneamente credute defunte. Pur portando con se tutti i limiti tecnici imposti dalla Playstation Portable, Peace Walker risulta essere un piccolo grande capolavoro orchestrato con dovizia e perizia dal maestro Kojima che, oramai, ci ha preso gusto a ridefinire, volta dopo volta, i confini del genere stealth e a settare nuovi record di vendite per ogni incarnazione di questo storico franchise.
GAMEPLAY
Parlando dei primi due episodi (Sons of Liberty – Snake Eater) il gameplay, ossatura portante e chiave del successo di ogni episodio di Metal Gear Solid, è rimasto prettamente invariato mantenendo, anzi addirittura migliorando, i propri punti di forza a causa di un sapiente e sistematico lavoro di ottimizzazione per non falsare la risposta del sensibilissimo pad della Playstation 3 (notoriamente molto più “nervosetto” del compianto Dualshock 2) sia nell’ambito della gestione dei controlli che in quello della gestione delle telecamere. L’esperienza di gioco, de facto identica a quella già provata anni addietro per Playstation 2, risulta immutata ed impeccabile: squadra vincente non si cambia!
Discorso a parte merita invece l’incarnazione HD di Metal Gear Solid: Peace Walker: la trasposizione HD ha giovato non poco, e non solo riguardo la grafica, al titolo originariamente pubblicato su PSP: il sistema di controllo castrato con cui la Kojima Productions aveva dovuto giocoforza fare i conti, a causa delle limitazioni hardware della console handheld Sony, è stato completamente ridisegnato. Aggiungendo in pieno next-gen style il supporto al secondo stick analogico, sarà ora possibile gestire degnamente la telecamera senza dover impazzire utilizzando, come succedeva in precedenza, i dorsali per ruotare la stessa. Inoltre, grazie anche alle peculiarità del Dualshock 3, sarà possibile scegliere tra diversi sistemi di controllo, uno fotocopia di quello visto in Metal Gear Solid 4 (puntamento automatico delle armi) o uniformare il tutto a quanto visto nei due rimanenti episodi contenuti in questa Collection: di meglio non si poteva chiedere!
GRAPHICS & SOUND
Chiariamo subito una cosa: La Kojima Productions non si è limitata ad alzare la risoluzione a 720p realizzando un banale “oversampling” dei poligoni e delle textures presenti su schermo. Ogni singolo elemento è stato riprogettato dall’inizio per adattare motori di gioco più o meno vetusti alla enorme potenza grafica fornita dalle due console di riferimento per questa edizione. Il lavoro certosino svolto dagli studios di programmazione ha fatto si che tutto, dai colori, alle animazioni facciali, alla mole di poligoni componenti le strutture architettoniche, fosse riprogettato e “pumped up” per ottenere la migliore resa grafica possibile.
Nonostante tutto questo lavoro di ottimizzazione il risultato ottenuto differisce notevolmente da titolo a titolo: dei tre, Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty è quello che risente maggiormente del passaggio degli anni. Nonostante l’arricchimento dei poligoni delle strutture ed il miglioramento delle espressioni facciali, il motore di gioco fa risaltare, comparato agli altri due episodi contenuti all’interno della collection, la legnosità dei movimenti dei personaggi: niente di anormale, considerando che stiamo parlando di un gioco originariamente progettato ben 11 anni fa!
Metal Gear Solid 3: Snake Eater è quello che viene a porsi all’apice della resa grafica: complice un motore grafico/di gioco molto più recente rispetto a quello di Sons of Liberty, il che si traduce in una maggiore esperienza di programmazione da parte dei programmatori sulla piattaforma Playstation 2, il risultato è a dir poco stupefacente. Le lussureggianti atmosfere aperte centroamericane unite ad una elevatissima qualità poligonale di personaggi ed ambienti rendono questo capitolo il migliore dei tre dal punto di vista strettamente grafico (e a mio modo di vedere tout court).
Metal Gear Solid: Peace Walker è stata invece una graditissima sorpresa: ai modelli poligonali dei personaggi è stato riservato il medesimo trattamento riservato a Snake Eater ottenendo un risultato di insieme gradevole seppur di qualità inferiore (fenomeno nella norma considerando che si sta parlando di un porting da una versione Handheld, graficamente inferiore rispetto alle controparti Playstation 2); gli ambienti, la vegetazione e le strutture altro non sono che la copia esatta di quanto visto nella versione psp: tutto ciò, unito alla elevata qualità poligonale dei personaggi, crea uno stacco troppo acuto per non esser notato.
Comparto sonoro da oscar: effetti sonori curatissimi e musiche azzeccatissime (già presenti del resto nelle versioni originali) sono state inserite ricampionando il tutto e rendendolo disponibile in formato dolby digital…What else?
ONLINE & REPLAY
Ancora una volta ci troviamo a dover parlare di Metal Gear Solid: Peace Walker. Dei tre Metal Gear presenti nella collection è l’unico ad avere un comparto spiccatamente votato all’online e, ancora una volta, la sua collocazione in ambito Next-Gen aumenta la fruibilità di queste features, inizialmente castrate vista la bassa diffusione del gioco online su Psp. Pur avendo una campagna giocabile prettamente in single player sarà possibile, in un determinato numero di missioni, reclutare uno o più giocatori per affrontare livelli particolarmente ostici e realizzare, previa coordinazione, un teamwork letale per le forze nemiche: tutto ciò non fa altro che mostrare la effettiva bontà del titolo originariamente previsto per Psp e la visionarietà di Hideo Kojima nel realizzare uno schema di gioco applicabile anche scorporandolo dalla macchina di origine: WELL DONE HIDEO!
IN CONCLUSIONE
Hideo Kojima non sbaglia un colpo.
Questa Metal Gear Solid: HD Collection è in assoluto la migliore delle riedizioni in alta definizione di classici contemporanei del gaming disponibile sul mercato.
Un incredibile lavoro di rifinimento e di certosina ottimizzazione porta questo titolo, anche in virtù del prezzo a cui viene venduto, ad essere un acquisto obbligato per tutti gli appassionati della serie e per tutti coloro che vogliono entrare in contatto, seppure per la prima volta, con un pezzo di storia dei videogames.
Qualità delle trame, unicità delle esperienze di gioco e una grafica di tutto rispetto sono motivi bastanti per giustificare questo acquisto? A mio modo di vedere si…
Non fatevelo scappare…ve ne pentireste!
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