[toggle title_open=”Microrecensione” title_closed=”Clicca qui per leggere la Microrecensione” hide=”yes” border=”yes” style=”default” excerpt_length=”0″ read_more_text=”Read More” read_less_text=”Read Less” include_excerpt_html=”no”]Capcom e CyberConnect2, i creatori del visionario .hack, ci propongono un titolo innovativo e carico di emozioni, che sacrifica i classici stilemi dei giochi action in favore di un gameplay particolarissimo e ricco di influenze, oltre che di una trama da brividi e mai noiosa. Sequenze che fanno un pesante uso di Quick Time Events ben orchestrati, una grafica originale e delle musiche avvolgenti contornano un titolo da cardiopalma, in cui cultura orientale e fantascienza si fondono in una miscela esplosiva. O si ama o si odia, non ci sono mezze misure con questo riuscitissimo (a parere del sottoscritto) esperimento. Un gioco unico nel suo genere, un’esperienza, una concreta speranza per le sorti del gaming Made in Japan.[/toggle]
Lo ameranno: gli amanti dell'(innov)azione in cerca di qualcosa di nuovo ed emozionante
Lo odieranno: gli amanti dell’azione tout-court fine a se stessa
E’ simile a: God of War, Panzer Dragoon, Ninja Blade
Titolo: Asura’s Wrath
Piattaforma: Xbox 360 / PlayStation 3
Sviluppatore: CyberConnect2
Publisher: Capcom
Giocatori: 1
Online: Assente
Lingua: Italiano (Testi) / Inglese (Parlato)
“Is this what gods do?”
C’è l’odio che consuma l’animo umano, estirpandone ogni goccia d’essenza, fino ad esaurirlo del tutto. Ma l’ira, provocata dal disonore, dal tradimento, da una figlia rapita, riesce a riaccendere quel corpo vuoto, donandogli un potere che neanche chi manovra in segreto le sorti dell’universo riuscirebbe ad affrontare. Può la rabbia essere costruttiva, e rendere un uomo, un semidio ribelle, fautore del suo stesso destino, contro tutto e tutti?
STORYBOARD
Se vi dicessi che l’intera trama si basa su un semidio irato, dalla potenza inaudita, che vuole ottenere vendetta da entità superiori alla sua portata? E che la sua famiglia è coinvolta, sua figlia in primis? Quanti altri titoli vi verrebbero in mente?
Ebbene, per quanto possa sembrare scontata, penso di aver trovato ben pochi titoli dotati di una trama così profonda, fluida ed emozionante. Del resto, lo stesso gameplay, offerto in sacrificio (leggetene di più nel paragrafo successivo) in favore di un approccio 100% story-driven, ha dato dei risultati, a mio parere, davvero inediti per l’intero mondo videoludico. A costo di sembrare esagerato, non ho alcun timore nel dire che Asura’s Wrath sia un riuscitissimo esperimento di “Teatro Interattivo”.
Non è un film, non è Heavy Rain. Non viaggia su di un’unica frequenza d’onda, ma attinge con mano sapiente da quanti più media possibile, tanto per la grafica, quanto per il gameplay e per la stessa suddivisione della storia. 3 grandi atti, con una ciclicità di ispirazione quasi dantesca che invece di risultare scontata e noiosa, dona uno spessore unico al protagonista e alle sue vicende. Ogni atto (o Parte), è a sua volta diviso in “Kānda”, in sanscrito “Capitolo” (non sarà l’unico riferimento alla cultura orientale), ognuno dei quali inizierà con una sorta di anticipazione di ciò che ci attenderà nell’immediato e terminerà con un “Continua”, come se fosse un mega-telefilm nel quale noi interpretiamo il personaggio principale. Se aggiungete che saranno inoltre citati i credits durante le sequenze video legate alla narrazione, avrete davvero la sensazione di assistere ad uno splendido anime a puntate.
Riguardo la trama, se ciò che avete letto non vi ha minimamente incuriosito, sappiate che verterà sul Comandante Asura, uno degli Otto Guardiani Celesti, il più impavido, egocentrico e ribelle tra loro. Durante un’estenuante battaglia al fianco dei suoi compagni semidei, contro le bestie impure ed abiette chiamate Gohma, a causa del suo spirito bruciante il nostro eroe subirà uno dei più vili insulti: il tradimento. Prima di occuparsi della salvezza del pianeta degli umani, viene la difesa del suo onore ferito e della sua famiglia. Epico, teatrale, ricco di colpi di scena, momenti drammatici, di azione pura, flashbacks e anche fasi più rilassate: difficilmente avremo voglia di staccarci dalle splendide vicende narrate in Asura’s Wrath, in un climax ascendente fresco e mai noioso.
Sci-fi e millenaria cultura orientale, insieme? Incredibilmente, funziona, e alla grande.
GAMEPLAY
Prima ho parlato di “sacrificio”. L’unicità della perla di CyberConnect2 e Capcom sta anche in quello: come il protagonista non teme di sfidare entità innominabili, anche gli sviluppatori del titolo hanno violato dei tabù che chiunque nell’industry, in nome del denaro, non immaginerebbe minimamente di sfiorare. Sin dal primo annuncio, si parlò di Azione Dinamica, e come raramente accade, tanto nella musica quanto nei videogame, mai etichetta fu più veritiera e consona, per quanto odiose possano essere le catalogazioni.
Di “azione” come la intendiamo noi occidentali, a là God of War, Bayonetta et similia, ce n’è ben poca. Fasi di esplorazione? Non pervenute.
E’ un’avventura grafica?
Non scherziamo.
E’ un melting pot di emozioni, di meccaniche arrugginite e banali che qui assumono una nuova ed avvincente dimensione, di tanti tasselli che compongo un unico, particolarissimo puzzle. E’ un sunto del gaming, ricolmo di citazioni e brillanti intuizioni. Si parte da una base action, con gruppi di nemici da abbattere, ognuno dei quali necessita una propria strategia: dai deboli Doji fino ai titanici Tayson, avremo attacchi normali e pesanti da mescolare in combo violentissime. Ma scordatevi piatti corridoi da esplorare (se non brevissime sezioni), collezionabili da scovare ed enigmi da risolvere: il vortice di emozioni di Asura’s Wrath basa il suo punto di forza sui Quick Time Events, quei fastidiosissimi momenti odiati in praticamente ogni gioco d’azione. Fino ad ora. Gli scontri infatti dureranno abbastanza a lungo da riempire la barra di Furia, grazie alla quale partiranno delle pazzesche sequenze video in cui la nostra corretta pressione dei tasti segnerà il successo della combo automaticamente eseguita.
Questo accadrà per ogni combattimento, anche con i Boss, esagerati e mastodontici, che però avranno delle strategie speciali tutte loro, offrendoci incredibili duelli. Detto così potrebbe sembrare noioso, ma solo provandolo riuscirete a comprendere quella profonda sensazione di appagamento nel premere ripetutamente un tasto, o di colpirlo al momento giusto, prima di vedere il nostro eroe polverizzare il malcapitato di turno. Numerose anche le sezioni di puro shooting, ispirate tanto da vecchie glorie del calibro di Panzer Dragoon quanto da nuove leve come l’esclusiva Wii Sin & Punishment, avendo il buon Asura la possibilità di sparare sorta di sfere energetiche.
Riguardo la longevità, il titolo non brilla per durata bensì per intensità, ma per i completisti che vorranno ottenere il massimo punteggio in ogni Kanda, il grado S, la rigiocabilità è assicurata. Inoltre, impostando al livello Difficile, il già di per sè arduo titolo vi durerà ancor di più. Se è chiaro che la mancanza di “Azione” può risultare noiosa ai gamers, abituati alle moderne ed adrenaliniche tipologie di gameplay, personalmente ho trovato il compromesso estremamente vantaggioso, in favore del fluido sviluppo di un’epopea interattiva assolutamente mozzafiato, che mai ho avuto modo di giocare prima d’ora.
GRAPHIC & SOUND
Asura’s Wrath si rivela estremamente innovativo anche dal punto di vista tecnico ed artistico, con la sua splendida e rude miscela di illustrazioni in stile manga, lieve cel-shading e brutali colate di poligoni, contornati da musiche d’accompagnamento epiche e maestose alternate a cavalcate metalliche e a bravi riflessivi ed intimisti, data la natura del titolo a tratti psicologica ed introspettiva. Lo stile grafico, vagamente simile alla ben più nota produzione Capcom votata al picchiaduro (Street Fighter, you know?) ma ben più particolare, è sì minato da texture delle ambientazioni sporche, ma che ben si sposano con lo stile volutamente grezzo ed imperfetto dei personaggi, splendidamente caratterizzati ed ognuno dotato di una propria personalità.
Gli stessi Gohma, i nostri nemici, così come le forze dei nostri ex-amici, avranno uno stile ben definito ed ispiratissimo, che pesca dal mondo animale (nel caso dei primi) e dalla cultura orientale (per quanto riguarda i secondi), cultura che viene pesantemente citata, insieme allo sci-fi più classico, in una miscela davvero unica ed originale. La fortezza Karma che con le sue sembianze umanoidi mostra la sua spiritualità, il Mantra, risorsa primaria di energia necessaria per la guerra contro le bestie impure, così come molti nemici simili a piccoli Buddah, si alterneranno a navi spaziali, alle cyber-braccia di Asura, a fucili laser e missili potentissimi.
Una visione degna delle menti più fervide, che non risulta mai banale o pacchiana, come spesso accade con le dozzinali stramberie che ci propongono molti game-designer nipponici spacciandocele per “weird stuff” o comunque meritevoli a prescindere dei nostri sudati soldi. Le musiche, davvero splendide, non fanno che enfatizzare i già adrenalinici momenti che costellano l’ottima trama, sposandosi con una grafica uscita da un pennello nervoso ed impazzito.
IN CONCLUSIONE
Di giochi come Asura’s Wrath ce ne sono davvero pochi. Forse nessuno. E’ un esperimento coraggiosissimo, da parte di 2 realtà nipponiche che, nonostante la crisi creativa (videoludicamente parlando) del loro paese, riescono a produrre un qualcosa di originale ed innovativo, mai scontato e mozzafiato. Un titolo che chiede al giocatore di scendere a compromessi, ma lo ricambia con un’esperienza piacevole e da assaporare con calma, magari accompagnati da stecche d’incenso, per entrare ancor di più nell’atmosfera oriental-futuristica. L’epilettica azione occidentale viene smorzata da un uso col contagocce, inframezzata da Quick Time Events avvincenti e da fuori programma; chi è in cerca di milioni di nemici da abbattere in una continua e scriteriata pressione di tasti, è meglio che guardi altrove. Chi vuole una Trama, con la T maiuscola, un gameplay particolarissimo e mai noioso, un vortice emotivo degno di un’opera teatrale, arricchito da uno stile grafico unico e musiche da cardiopalma, non può esimersi dall’entrare in questa nuovissima concezione videoludica. La rinascita del gaming nipponico? Forse è presto per dirlo, ma se questa ne è la prefazione, ne vedremo delle belle.
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