Dopo 5 anni, 5 lunghissimi anni che hanno segnato l’inizio (e presumibilmente la fine ndDix@n) di una generazione videoludica, giunge a naturale conclusione una delle saghe più intriganti e longeve di sempre.
Ogni capitolo di questo popolare franchise ha scandito in modo ineluttabile ed indimenticabile la vita prima degli utenti della console Microsoft e poi, per spudorate quanto giustificate esigenze commerciali, delle loro controparti Sony e, non ultimo, dei Pc Gamer. Per tutti questi soggetti ogni nuova incarnazione delle avventure di John Shepard ha rappresentato un momento catartico in cui azzerare tutto, trascurando perfino le basilari dinamiche della vita sociale, un appuntamento con una bella donna cui sarebbe stato impossibile resistere: dopo 2 capitoli praticamente perfetti, é riuscita la Bioware a dare una conclusione all’altezza dei predecessori? Scopriamolo insieme.
Lo ameranno: Gli appassionati di sci-fi e delle megaproduzioni Hollywoodiane
Lo odieranno: Dato non pervenuto
É simile a: Mass Effect 1 – 2, Metal Gear Solid 4
Titolo: Mass Effect 3
Piattaforma: Xbox 360, Playstation 3, Pc
Sviluppatore: Bioware
Publisher: Electronic Arts
Giocatori: 1
Multiplayer: Cooperativo 4 giocatori
Lingua: Italiano (Parlato e Testi)
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Il primo Mass Effect fece da apripista al ritorno in auge dei giochi di ruolo su console ottenendo, mai come prima (escludendo ovviamente le varie produzioni Bethesda), un successo che, vista anche la tipologia del titolo in oggetto, non fatico a descrivere planetario. Mass Effect 2, oltre a bissare il successo del predecessore, riuscì nell’arduo compito di sdoganare gli Rpg dall’angolo in cui giocoforza, vista la natura e la tipicità del pubblico cui si rivolgono, erano relegati, aggiungendo alle arcinote dinamiche Rpg viste nel primo capitolo una meccanica sfacciatamente action che strizzava l’occhio ad una fetta di pubblico nettamente maggiore. Questa terza incarnazione, seguendo il sopraccitato trend, ha spinto ancor di più sul pedale dell’action rendendo de facto Mass Effect 3 un gioco Mainstream in cui, volendo fare un rapporto percentuale, le sezioni action sono presenti, comparate a quelle Rpg, nella misura dell’85% – 15%: a ciò deve essere ascritto, in gran parte (oltre ad una oggettiva bontà del prodotto finale, sia chiaro), il successo di questa saga. Dopo tutti questi preamboli, a mio modo di vedere necessari, passiamo ad analizzare, aspetto dopo aspetto, questo titolo.
STORYBOARD
L’attacco dei collettori è stato respinto e, per l’ennesima volta, la catastrofe scongiurata. Shepard, destituito del suo rango di Spettro reca con se un temibile messaggio che, suo malgrado, cadrà inascoltato: i razziatori stanno per lanciare l’attacco finale alle civiltà evolute, un attacco che, sferrato con tutta la potenza militare a loro disposizione, non lascerà scampo ad alcun pianeta della galassia intera. Il primo dei pianeti a cadere, proprio mentre Shepard cerca di convincere gli ambasciatori della minaccia di li a venire, è la terra. In un misto di emozioni ed eventi che vedono cadere, una dopo l’altra, le metropoli terrestri allo strapotere dei razziatori, il comandante della Normandy è costretto a fuggire dal suo pianeta natale, trovando rifugio sulla Cittadella, da dove avrà inizio la sua opera di graduale riconquista della libertà perduta.
L’unico modo per sconfiggere i razziatori è creare un esercito in grado di batterlo sul piano della bruta potenza di fuoco: a Shepard toccherà dunque il compito di unire sotto una unica bandiera tutte le specie viventi, dirimendo nodi bellici e burocratici, portando inoltre a soluzione veri e propri episodi di odio razziale di una specie verso l’altra. In questo già complesso quadro va ad innestarsi Cerberus che, sotto l’egida dell’uomo misterioso, sembra voler dire la sua in questa battaglia di dimensioni planetarie rischiando di essere, de facto, l’arbitro di questa avvincente contesa. Il tutto sarà finalizzato alla costruzione del “Crucibolo”, arma di matrice Prothean, unica speranza di vittoria contro i razziatori.
Da queste poche righe avrete capito che la trama la fa da padrona in questo gioco: gli intensi risvolti narrativi che si succederanno in adrenalinica progressione ci condurranno poco a poco verso la conclusione di questa epica battaglia: una epopea contemporanea che nulla ha da invidiare a megaproduzioni hollywoodiane, sia in quanto a storyboard, che ad effetti speciali o a tecniche di regia. Ogni singolo aspetto di Mass Effect 3 tende ad aumentare la cinematograficità del titolo che, parimenti ad altri masterpiece come Heavy Rain e Metal Gear Solid 4, diminuisce, tendendo quasi ad annullarla, la distanza tra film interattivo e videogioco.
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GAMEPLAY
Mutuando completamente dal secondo episodio della serie il sistema di controllo, Mass Effect 3 non presenta sostanziali novità rispetto ai diretti predecessori. Lo stick analogico sinistro verrà utilizzato per muoversi mentre a quello destro verranno demandate le rotazioni delle inquadrature. Il dorsale destro verrà utilizzato per far fuoco con l’arma equipaggiata e quello sinistro per prendere la mira nel caso di armi di precisione o di mirini secondari montati su armi standard; il tasto A è quello con il maggior numero di funzioni: se premuto una volta sola permette di interagire con l’ambiente o di mettersi al riparo dal fuoco nemico, premuto due volte ci fa scavalcare un ostacolo e tenendolo premuto ci fa scattare. Al tasto X è assegnato il compito di ricaricare l’arma o di effettuare uno “switch” con l’arma equipaggiata precedentemente; la pressione del tasto B infine ci permette di effettuare un attacco in mischia.
I rimanenti tasti non hanno funzione fissa ma possono essere programmati a mo di scorciatoie per l’utilizzo di poteri biotici o armi particolari: per effettuare questa “programmazione” sarà necessario accedere mediante la pressione continuata dei tasti frontali sinistro e destro, rispettivamente, al menù selezione armi e menù potenziamento biotico. La croce direzionale, infine, fornisce ai nostri compagni di squadra, elementari istruzioni di disposizione sul campo di battaglia.
La prima scelta da fare nel gioco riguarda la tipologia di gameplay ed il tutto viene sintetizzato in tre precise modalità di gioco : Azione, Gioco di Ruolo, Storia. Ciascuna di queste tre ci fornisce la medesima esperienza di gioco, sbilanciata ( o meglio bilanciata NdDix@n ) sul fronte action o su quello Rpg a seconda della scelta fatta: la più completa delle tre (quella che segue la modalità principale del secondo episodio per intenderci) è “Gioco di Ruolo”, che vi consigliamo caldamente di scegliere per fruire al meglio di questo piccolo grande capolavoro rispondente al nome di Mass Effect 3. Il Gameplay è rimasto sostanzialmente invariato, se non per una maggiore freneticità di alcune missioni, rispetto a quanto visto nel secondo episodio: stiamo dunque parlando di un TPS, con telecamera molto ravvicinata alle spalle del protagonista (che qualcuno, molto fantasiosamente, ha definito Second Person Shooter NdDix@n), in cui dovremo eliminare qualsiasi cosa ci si pari davanti fino ad arrivare alla fine della missione. Di fondamentale importanza il sistema delle coperture: affrontare un nemico a viso aperto vi porterà, di sicuro, ad una morte imminente (e dolorosa); i vostri alter ego saranno dotati di una barra energia e di una indicante il livello degli scudi: terminata la seconda, quella della vita inizierà ad essere intaccata; evitare i colpi posizionandosi dietro un riparo porterà a rigenerazione gli scudi ma, per recuperare energia, sarà necessario far ricorso ai classici medkit.
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Better with Kinect?
La lunga gestazione di Mass Effect 3 è stata inframmezzata da news riguardo le features di nuova introduzione: Modalità online (di cui parleremo dopo) e supporto Kinect.
La periferica Motion Sensing Microsoft si integra alla perfezione all’interno del gameplay aggiungendo qualche interessante feature, comando vocale dei compagni di squadra e gestione vocale dei dialoghi, ma non snaturandolo mediante funzionalità che sarebbero risultate più una forzatura che altro. Un ennesima prova di maturità della Bioware che, pur rispettando gli impegni contrattuali (quali potrebbero essere l’inserimento del Kinect all’interno di questo gioco), ha saputo tenerlo a margine dando però un senso compiuto alla presenza di questa periferica.
Well done Bioware!
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Armi, Armature e Potenziamenti Biotici
Essendo diventato Mass Effect 3 un gioco tipicamente Action, seppur con sostanziali innesti Rpg riguardo il sistema di dialoghi (che influenzerà reputazione e, dunque, la possibilità di compiere determinate scelte nei momenti cruciali dell’avventura), il fulcro del gameplay sono, manco a dirlo, i combattimenti: esaminiamo dunque Armi, Armature e Potenziamenti Biotici, ovvero gli strumenti che avremo a disposizione per annientare i razziatori.
Armi: seppure con qualche piccola aggiunta, sono le stesse viste nel secondo episodio: ad ogni arma sono associati dei valori indicanti quantità di danno, capacità dei caricatori, velocità di ricarica e peso; ciascun elemento del nostro arsenale può essere potenziato aggiungendo all’arma da noi scelta delle piccole modifiche (mirini, caricatori aggiuntivi, materiali in lega leggera) che, come si evince facilmente, andranno a migliorare i valori di cui sopra rendendola, volta dopo volta, uno strumento di morte sempre più efficente. Inoltre, superando missioni e salendo di livello otterremo dei crediti spendibili per upgradare la nostra arma ad una versione superiore della stessa avente, dunque, dei parametri migliori della precedente, fino ad arrivare al quinto livello! Ciascun personaggio potrà portare un numero predefinito di armi: va da se che, maggiore sarà il numero di armi equipaggiate, minore sarà l’agilità del nostro alter ego nell’effettuare operazioni di ricarica o nella ricarica dei poteri biotici a sua disposizone.
Armature: Potremo costruire e personalizzare a nostro piacimento l’armatura da indossare scegliendo, volta dopo volta, i particolari che andranno a formarla. Particolare attenzione deve esser data alla scelta delle parti componenti perchè ognuna delle sottoparti porterà con se un modificatore alla salute, alla rigenerazione degli scudi, etc etc etc. Nel corso del gioco sarà possibile inoltre acquistare armature speciali (e non modificabili) tratte da altri giochi Bioware: a mio modo di vedere inutili orpelli grafici dalla scarsa (o quasi nulla) utilità.
Potenziamenti Biotici: Ciascun personaggio dispone di una serie di poteri biotici, in soldoni modificatori di attacco da applicare ad armi o da da utilizzare in modo autonomo per aver ragione dei nemici più agguerriti. Ad ogni passaggio di livello si otterranno dei punti biotici da spendere per far progredire il proprio personaggio in una strada della biotica invece che in un altra, fino ad un valore massimo di sei punti per ciascun livello biotico. Vi dico già da ora che, per ottenere il perfect score biotico, dovrete giocoforza iniziare il gioco importando un personaggio da Mass Effect 2.
La mappa
Come precedentemente detto, lo scopo di Shepard & Co. è di radunare tutte le razze dell’universo sotto un unica egida, al fine di creare una poderosa forza bellica capace di tener testa ai razziatori: i viaggi nella galassia saranno inoltre occasione per trovare pezzi di una antica arma Prothean, il cosiddetto Crucibolo che rappresenterà, secondo i luminari dell’alleanza, l’arma definitiva per debellare la piaga dei razziatori. Per far ciò Shepard, a bordo della Normandy, dovrà percorrere in lungo ed in largo la galassia alla ricerca di particolari utili per la costruzione di questo prezioso giocattolino bellico, scandagliando ogni singola costellazione e viaggiando di sistema in sistema.
Nonostante non ci siano particolari innovazioni rispetto al secondo episodio, il gameplay di Mass Effect 3 risulta fresco e sempre di effetto: sorretto da una trama a dir poco stellare ed una regia che sarebbe riduttivo definire Hollywoodiana, il terzo episodio delle tribolazioni di Shepard vi terrà incollati allo schermo dalle 30 alle 50 (51 nel mio caso… NdDix@n) ore di gioco presentandovi un mondo vivo e pulsante in cui basta ascoltare una conversazione per far partire una sotto quest… Well Done Bioware!
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GRAPHIC & SOUND
Sarò breve e conciso: Mass Effect 3, graficamente parlando, è una gioia per gli occhi. Sfruttando a dovere l’Unreal Engine (e spingendo direi quasi al limite questa generazione di macchine da gioco) il risultato ottenuto è a dir poco fotorealistico. Il livello poligonale di personaggi, veicoli e ambienti di gioco è a dir poco pauroso, anche considerando che il tutto viene mosso a 30 fps costanti seppur con qualche drastico calo, almeno su 360, nelle situazioni più concitate (Londra? Chi ha detto Londra? NdDix@n). Sono purtroppo presenti dei glitch grafici che fanno sparire e riposizionare personaggi di tanto in tanto durante i dialoghi ma, poca cosa rispetto a cotanta magnificenza grafica.
Stesso discorso vale per il comparto sonoro: epico, commuovente e, comunque, sempre azzeccato in ogni situazione di gioco, ci accompagna degnamente per le oltre 50 ore di gioco che questo capolavoro d’arte contemporanea rispondente al nome di Mass Effect 3 saprà regalarci.
Mai e dico mai un gioco mi aveva emozionato così tanto per il livello grafico-sonoro raggiunto: se in futuro Bioware correggerà gli evidenti problemi di sync labiale saremo di fronte, forse per la prima volta, ad un opera a dir poco perfetta.
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ONLINE & REPLAY
Mass Effect 3 ha introdotto, per la prima volta nella serie, una modalità Multiplayer denominata “Galaxy at War” che, a detta degli sviluppatori, avrebbe influenzato direttamente l’evolversi della main quest, garantendo l’accesso a un numero di finali differenti a seconda dell’entità di partecipazione alla stessa dei nostri alter ego virtuali. Sarà vero? Vediamo…
La maggiore (o minore) partecipazione a questa modalità va ad aumentare la “Reattività Galattica” rallentando l’incedere dei razziatori all’interno della galassia stessa e permettendoci, tenendo fede a quanto promesso dalla Bioware, di accedere a dei finali leggermente differenti. Passando in rassegna la modalità in questione potrei definirla un ibrido tra Orda e un classico King of the Hill che, per quanto ben fatto, a mio modo di vedere non aggiunge poi molto all’esperienza di gioco. La partecipazione a queste sessioni multiplayer è divertente, a volte spassosa, ma l’effetto novità scema subito facendoci lasciare questo piccolo add-on (5 mappe solamente) in favore della main quest che ci garantisce comunque un alto tasso di rigiocabilità.
In conclusione la modalità Galaxy at War è un buon espediente, anche divertente, ma che stanca subito: di sicuro una base di partenza per future implementazioni o per DLC aggiuntivi!
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IN CONCLUSIONE…
Mass Effect 3 è la degna conclusione di una trilogia che da cinque anni tormenta i nostri sogni.
Bioware è riuscita, con Mass Effect, nell’intento di far durare un gioco quanto una generazione di console e di generare hype per l’uscita di ogni singolo episodio di questa serie. Mass Effect 3 ridefinisce, con gli innesti action sapientemente ideati da quei geni della Bioware, il concetto stesso di gioco di ruolo, ampliandolo e rendendolo fruibile ad un pubblico di massa. Non fosse stato per qualche bug di troppo, asincronia del labiale, personaggi che scompaiono, sporadiche compenetrazioni poligonali e il gravissimo problema dell’Accademia Grissom, ci saremmo trovati davanti al gioco perfetto.
Nulla più sarà come prima: Mass Effect 3 ridefinisce gli standard di produzione videoludica tirando fuori una volta per tutte, i videogames da quel limbo in cui giacciono le opere d’arte incompiute, facendolo rivaleggiare con le produzioni Hollywoodiane per qualità e per tecniche realizzative. Non solo estetica comunque ma anche sostanza: Mass Effect 3 è l’Action-Rpg definitivo che tutti attendevamo. Leviamoci in piedi ed accogliamo tutti tra noi il Messia giunto ad indottrinarci.
Grazie Bioware!
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Secondo Parere by Francesco “Axel Fury” Duse
La Bioware ha ascoltato i fan ed ha reso l’esperienza di gioco di ME3 ancora più bilanciata e coinvolgente che mai.
La parte di esplorazione è stata resa molto meno tediosa e più semplice, eliminando l’annoso sistema di ricerca di minerali ed il numero limitato di sonde: in questo episodio si lancia una scansione a 360 gradi vicino ai pianeti e poi una volta in orbita di quelli positivi al rilevamento obiettivi, seguire semplicemente il radar e trovare il punto, con sospiro di sollievo da parte di chi era frustratissimo del sistema applicato in ME2.
Il gioco presenta vastissima varietà di ambienti e pianeti, con nemici dalla IA davvero agguerrita e capace di tattiche che talvolta possono davvero mettere in difficoltà il giocatore.
In questo terzo capitolo si può apprezzare ancora di più il collegamento con i capitoli precedenti: se importerete i salvataggi dai precedenti capitoli apprezzerete ancor di più l’unicità e la profondità di aspetti legati alle vostre passate decisioni che influenzano pesantemente lo svolgersi della trama a livello di personaggi, sentimenti degli stessi nei vostri confronti, e sopravvivenza degli stessi a seconda delle vostre scelte passate, alleati, nemici, e osticità da parte delle varie razze, donando uno spessore incredibile alla trama.
Il gameplay risulta fluido e molto godibile, introducendo nuove abilità, nuovi personaggi ed un sistema di combattimento molto più ricco e completo rendendolo competitivo con quello di Shooters come Gears of War, anche se non così frenetico nell’azione (d’altra parte Mass effect è un RPG/Shooter, e non uno shooter puro, quindi prevede anche tattica), ma che dà la paghetta anche a serie puramente shooter più famose.
La grafica è spettacolare, raggiungendo nuove vette mai viste nella serie, che già ci aveva abituato bene in questo senso.
E’ stata introdotta anche la modalità multiplayer che, tolto il fatto di presentare unicamente un mix durante il gameplay di orda e King of the Hill, su delle mappe non proprio enormi, è stato realizzato magnificamente ed ha l’importanza che giocando e vincendo, aumenterete la reattività galattica, fondamentale per completare il gioco e farlo finire nel migliore dei molti modi possibili.
L’introduzione dell’uso di Kinect per dare ordini ai compagni ed eseguire azioni con la voce, lo rende una esperienza davvero unica e particolare.
Un altro capolavoro di Bioware, che nonostante alcuni intoppi e bug, ha già creato il suo posto nella sala d’onore della storia videoludica contemporanea.
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