C’è spazio per una nuova console?
La domanda nell’ultimo decennio è stata sempre meno posta, considerando la selvaggia concorrenza dei colossi entrati prepotentemente nel mercato del gaming casalingo, Microsoft e Sony.
E’ sembrato impossibile investire in know-how quello che ha investito Microsoft, perdendo nel primo lustro milioni di dollari solo per farsi le ossa. Un mercato che pare quindi impermeabile a novità, la cui unica freccia impazzita è parsa Nintendo. Si vociferò timidamente anni fa di una console casalinga Samsung, ma fu il solito rumor senza fondamento.
Una novità per l’ambiente casalingo/salottiero è stata un cambiamento concettuale di fruire il videogioco libero dall’hardware: Gaikai e Onlive, che hanno evidentemente attratto l’interesse delle grandi, vedi il recente acquisto della prima da parte di Sony. Fruire i contenuti in streaming, con una sorta di Pay TV del videogioco, si scontra ancora con freni tecnologici di molte zone del globo, oltre che con quelli ideologici di molti tradizionalisti. Fra queste due vie principali: la tradizione della potenza e dei grossi budget,e piattaforme centraliste, di Sony Microsoft e, in parte, Nintendo e la distribuzione libera da spese di distribuzione fisica financo dell’hw, si pone OUYA.
La convergenza di molti fattori: la crescita delle piattaforme di crowd funding, i costi oramai abbattuti per hw di buon livello, assieme ad un sistema operativo open, ma pesantemente supportato, sia dagli sviluppatori che dal distributore, come Android, han reso possibile il lancio fattuale dell’ambiziosa idea.
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E’ questo, dunque, l’humus in cui Julie Uhrman e il designer Yves Béhar, han deciso di dar vita a questo interessantissimo progetto. Progetto che in scarsissimo tempo è diventato quasi il simbolo delle potenzialità del crowfunding, considerato che OUYA a 20 giorni dal termine delle donazioni ha già raggiunto la cifra record di 5 milioni di dollari.
Ma vediamo subito, nel dettaglio, le caratteristiche della macchina :
- Tegra3 quad-core
- 1GB RAM
- 8GB memoria flash interna
- HDMI con supporto ai 1080 HD
- WiFi 802.11 b/g/n
- Bluetooth LE 4.0
- USB 2.0 (una)
- Controller wireless (Due leve analogiche, d-pad, otto pulsanti funzione e un pulsante di sistema),touchpad
- Android 4.0
Le specifiche si posizionano su quelle di un buon tablet di fascia medio alta. Ci si potrebbe lamentare solamente della scarsa memoria flash, e di una connessione ethernet considerando che non si citano ingressi per memorie flash esterne e vi è una sola porta usb. La cosa straordinaria è che tutto questo ben di dio verrebbe distribuito all’irrisoria cifra di 99$.
Un hardware che già attualmente ci permette di giocare titoli che, se non arrivano certamente alla tripla A, come i titoli di punta delle controparti per console casalinghe, o per PC, sono giunti ai giorni nostri a confrontarsi con armi del tutto diverse che nel passato, quando erano associati a “giochi per cellulare”. Oltre alla marea di giochi “casual”, la cui punta di diamante è Angry Birds, software house come Gameloft, cresciuta enormemente nell’ultimo lustro, hanno dimostrato come titoli destinati a questi dispositivi possano, non solo fare il verso alle grosse produzioni, ma quasi rivaleggiarci. Un altro sintomo della maturità di queste piattaforme Android è l’interesse che anche le classiche Software House, che per lungo tempo hanno bistrattato questo mercato, stanno manifestando in tempi recenti, come ad esempio EA.
I tempi per trasportare queste produzioni, che han perso da tempo oramai la loro peculiarità mobile e da passeggio, nel salotto, pare arrivato. Ma la marcia in più di OUYA è Android. E’ il sistema aperto di Google che ha permesso a Uhrman l’avvio di tutto il progetto. L’esistenza di un sistema operativo conosciuto, oramai diffusissimo sia fra utenti che sviluppatori, e di libera implementazione.
E di questo le menti dietro il progetto paiono ben coscienti. OUYA, infatti, tramite la sua pagina Kickstarter da il benvenuto agli hacker; hacker, ben inteso, nel senso più originale, ed etimologico del termine, ovvero programmatori spinti a migliorare, e modificare, il sistema e le sue parti. La console sarà quindi, dichiaratamente, totalmente aperta, l’accesso a root, timidamente spesso impedito dai produttori di tablet e smartphone Android, non sarà quindi ostacolato. Uhrman si è recentemente difesa dagli attacchi di chi suggeriva che la console così sarebbe stata meno sicura, affermando semplicemente, come è noto, che qualsiasi dispositivo Android è di sua costituzione aperto, quindi OUYA non si distinguerà di molto dagli altri, se non ideologicamente.
D’altronde l’esperienza opensource ci dice che i codici aperti non offrono meno sicurezza, ma semmai maggiore, data dalla comunità stessa, e dall’interscambio in tempo reale sulle novità e modifiche. E comunque OUYA avrà il suo “market” e i prodotti certificati saranno passati al vaglio, al riguardo la Uhrman ha dichiarato che uno dei prerequisiti per essere presenti sulla loro piattaforma sarà l’offerta della prova del prodotto, come demo, o alla maniera di come avviene spessissimo sulle piattaforme mobili, in modalità free to play con pubblicità, con la possibilità di comprare successivamente la versione finale, libera da banner.
Svariati sviluppatori indipendenti fra cui Brian Fargo (Wasteland), Adam Saltsman (Canabalt) e Jordan Mechner (Prince of Persia) si son detti entusiasti di questa nuova console, e considerato l’afflusso di denaro arrivato tramite Kickstarter, pare lo sia anche il potenziale pubblico. Freddi ancora i grossi nomi, ma non potranno evitare il fenomeno, fosse anche solo per il semplice fatto che si interseca in gran parte con l’esplosione dei dispositivi mobili.
E’ evidente come OUYA non si proponga in concorrenza diretta con altre console casalinghe, non ne avrebbe le capacità, ma nemmeno le prerogative. Il suo posizionamento, sperando che veda la luce, sarà una nuova fetta di mercato, che andrà ad affiancare le classiche console. Questa, che in definitiva potrebbe essere la prima vera Android Box a larga diffusione, potrebbe divenire un’ economica risorsa multimediale (già ora esistono alcuni mediaplayer basati su Android, economici e funzionali) e un’alternativa free to play, a basso costo per tutti, (giocatori e sviluppatori). Di sicuro sarebbe una ventata di novità nell’ambito del gaming domestico.
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