Quando l’Agnello aprì il quarto sigillo, udii la voce del quarto essere vivente che diceva: «Vieni».
E vidi: ecco, un cavallo verde. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli inferi lo seguivano. Fu dato loro potere sopra un quarto della terra, per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra.
(Apocalisse – Capitolo 6 – versi 7 e 8)
Death Lives
Si dice che Morte non abbia amici, ma quando si parla di fratelli il discorso cambia ed anche in fretta. Guerra è sotto la custodia dell’Arso Consiglio, ma in casi come questi, tra custodia e prigionia il passo è breve. Molti si metteranno sulla sua strada, ma solo in pochi riusciranno a comprendere di aver commesso un grosso errore.
Lo ameranno: coloro che hanno adorato il primo e sono pronti ad alcune novità
Lo odieranno: coloro che non apprezzano la recente invasione degli elementi gdr in tutti i videogames
E’ simile a: Darksiders, Kingdoms of Amalur: Reckoning, Fable III
Titolo: Darksiders II
Piattaforma: Playstation 3, Xbox 360, Pc
Sviluppatore: Vigil Games
Publisher: THQ
Giocatori: 1
Online: N.D.
Lingua: Italiano (Testi/Parlato)
STORYBOARD
La situazione non era delle migliori, ed al momento poteva sembrare che tutti gli indizi fossero contro Guerra. Da solo aveva cavalcato sulla terra degli uomini dando inizio all’Apocalisse, e per questo gli Umani hanno pagato un prezzo troppo alto, ed inoltre l’equilibrio si è spezzato. Ma per Morte qualcosa non quadrava. Suo fratello non avrebbe mai fatto una cosa del genere, non di sua spontanea volontà o per un tornaconto personale, non lui, non Guerra. In passato troppi suoi fratelli erano caduti, e le legioni dei Nephilim adesso potevano contare solo su di lui ed i suoi tre consanguinei. Morte doveva fare qualcosa, doveva scagionare e salvare suo fratello. Ma come?
Ignaro che anche Guerra avesse intrapreso la propria missione per liberarsi dalle ingiuste catene dell’Arso Consiglio, Morte si reca da Padre Corvo per poter avere le preziose informazioni necessarie per la sua crociata fraterna. Ma ahimè, Padre Corvo, per colpa del peso delle anime cadute dei Nephilim contenute nella lanterna che porta sempre con sé, non sembra molto propenso a collaborare spontaneamente con il Cavaliere. Ma fortunatamente Morte ha dalla sua il savoir faire che impone il ruolo che egli ricopre, ed ha anche il suo je ne sais quoi che lo fa distinguere dal volgo; e se questo non bastasse, ha anche due grosse ed affilate falci che, senza indugio, risultano molto convincenti.
Il viaggio di Morte prosegue così nella terra dei Creatori, alla ricerca dell’Albero della Vita, che a quanto pare dovrebbe poter dare di nuovo vita alla razza umana, ponendo rimedio quindi alle disastrose conseguenze generate dalle azioni di Guerra. Qui però, dove risiede la forgia con cui sono stati creati i mondi, da tempo dilaga la Corruzione, una sorta di entità che assoggetta qualunque cosa gli passi a tiro; un cancro che sta divorando il mondo un passo alla volta. Così, il nostro eroe dalle ossute sembianze dovrà farsi strada con la forza e con le falci attraverso i corpi degli avversari corrotti che gli si pareranno dinanzi, avrà bisogno di farsi nuovi amici che lo accompagnino nella sua missione, e dovrà stare in guardia da alcuni vecchi nemici che sembra non si siano per nulla dimenticati di lui. Ma alla fine, l’Albero della Vita sarà realmente il punto di arrivo del suo viaggio? Oppure sarà solo il primo passo di una strada molto più lunga? Come si dice, chi vivrà vedrà, e come abbiamo avuto modo di vedere, Morte Vive.
Lo confesso, al primo impatto, il sentir parlare della Corruzione e del fatto che se ne va in giro ad assorbire, corrompere ed attecchire su gran parte dell’universo conosciuto, mi ha fatto pensare tantissimo al Nulla, il similare antagonista presente nella trama de “La Storia Infinita”. E con un po’ di immaginazione, anche il giovane Atreyu, debitamente cresciuto e prematuramente defunto, potrebbe avere una vaga somiglianza col nostro protagonista. Del resto, anche Ostegoth ne fa una vaga allusione, ed al primo incontro con Morte pone retoricamente una domanda: “Cos’è che tiene in piedi l’equilibrio? Il nulla o la corruzione?”. Ma queste probabilmente sono solo elucubrazioni di una mente malata (ndr: la mia) che cerca di arrampicarsi sugli specchi della propria fantasia. Di conseguenza, per la sanità mentale di tutti, conviene tornare alle cose importanti, puntando tutti i riflettori a nostra disposizione sul protagonista indiscusso della storia.
Morte é sicuramente un ottimo personaggio, non c’è che dire, ma quello che non convince, o per meglio dire che lascia vagamente perplessi, è la sua caratterizzazione pratica. Morte, come narra il libro dell’Apocalisse, è il quarto Cavaliere ad essere chiamato; viene principalmente dipinto come un essere scheletrico, in sella ad un cavallo verde o giallastro in linea con il suo aspetto, e che in qualsiasi modo lo si guardi non può che far provare paura, o perlomeno timore, a colui che lo osserva. Il Cavaliere che ci viene presentato in Darksiders II però, è tutta un’altra cosa, ed il suo aspetto si avvicina a quello del canonico Tristo Mietitore solo quando si passa alla forma chiamata appunto Mietitore (scusate il gioco di parole). Oltre all’aspetto fisico poi, invece che essere il tipo taciturno, o al massimo di pochissime ed essenziali parole, che possiede un atteggiamento volto alla calma estrema derivante dalla placida consapevolezza di non poter essere colpito dall’inevitabilità della sua professione, il Morte che ci viene mostrato si rivela impaziente, dall’atteggiamento quasi instabile che oscilla dall’arroganza alla compassione per il prossimo, che lascia trasparire talvolta un senso di solitudine che lo spinge al dialogo con gli improvvisati alleati, quasi cercandone a volte l’attenzione. Per l’amor di Dio comunque, il risultato è comunque “gradevole”, se si può accostare tale termine al Cavaliere Pallido, e la caratterizzazione non è propriamente sbagliata, ma solo inusuale. Di certo non pretendiamo che si rispetti nell’estetica quanto scritto nella Bibbia, essendo un personaggio ispirato, e d’altra parte avere un risvolto più umano in un essere soprannaturale potrebbe non guastaree, anzi.
GAMEPLAY
Se per questo secondo capitolo qualcuno si fosse aspettato una fotocopia di quello dedicato a Guerra, sarete un po’ delusi, perché nonostante il successo e la sorpresa che ha destato il primo Darksiders, il secondo cambia un po’ direzione.
In sostanza, il gioco vi chiede ugualmente di roteare le vostre armi e di fare a fettine quanti più nemici possibile, ma diverge dal titolo precedente introducendo alcune caratteristiche tipiche del gioco di ruolo, avvicinandosi quindi alle meccaniche di titoli come Kingdoms of Amalur: Reckoning o Fable III.
I dialoghi non vi permetteranno di avere piena libertà di parola, o non vi sarà concesso di fare scelte di vitale importanza nella trama, ma al pari dei titoli citati, avrete la possibilità di gestire il vostro equipaggiamento e le vostre armi. Durante i combattimenti infatti, non sarà insolito che alcuni dei vostri nemici, una volta passati a miglior vita, vi lascino come presente un pezzo di armatura, un’arma di vario genere o altri simili oggetti utili al build del vostro personaggio.
Chiaramente, questo non è l’unico modo per ottenere equipaggiamento, il mondo infatti è infestato di forzieri da aprire ed in cui tentare la fortuna, e se anche in questi non si riuscisse a trovare l’ultimo grido in campo di armature borchiate o la mazza da guerra con l’antifurto satellitare, troverete dei prodi commercianti sparsi per il mondo, che non disdegneranno di vendere la propria merce per oro sonante.
I combattimenti sono abbastanza tecnici, e da affrontare non senza un minimo di preparazione. Infatti, finché il numero di avversari resta esiguo ed il livello di difficoltà al minimo, premere gli attacchi a velocità smodata può ancora ancora dare dei risultati, ma se ci si trova di fronte ad un gruppo nutrito di nemici, tra cui fa capolino qualche elemento di èlite, ci si accorge che la strategia di premere pulsanti a caso non è propriamente perfetta, e che si dovrà ricorrere ad oculati attacchi magari sugli elementi più deboli, prima di sfogare i nostri impulsi repressi sul bestione di turno.
Nel lanciare attacchi mirati su un determinato avversario, viene in aiuto il sistema di lock dell’obiettivo, che si attiva sul bersaglio più vicino a Morte quando si tiene premuto il grilletto sinistro del pad. In questo frangente però sorge il problema della telecamera, che seguirà il vostro nemico prendendolo come riferimento per l’attenzione e la vista di Morte, rischiando quindi di nascondere così gli attacchi di altri nemici che si trovano fuori dallo spazio visivo tra voi ed il bersaglio selezionato.
Il livello di difficoltà inoltre non è propriamente banale, anche a livello Facile alcuni nemici, se affrontati con la build sbagliata o eccessivamente anzitempo, possono creare dei problemi; mentre a difficoltà Apocalittica ci si può trovare ad essere polverizzati da un singolo attacco di boss minore, che se ripetuto n volte diventa decisamente una cosa snervante.
Per la rubrica “Lo famo sgravo”, vi segnaliamo la particolare efficacia di una particolare categoria di armi secondarie, quelle delle lame o degli artigli agganciati alle braccia. Sono armi particolarmente veloci, ma che sfortunatamente infliggono un quantitativo esiguo di danni. Se si tiene premuto il relativo pulsante di attacco dell’arma secondaria però, Morte caricherà un colpo di energia particolarmente potente, che potrà farvi avere ragione anche degli avversari più coriacei (figuriamoci quindi cosa può fare a dei miseri scagnozzi di turno U_U).
Il sistema di crescita del personaggio di Darksiders II, come in ogni buon gioco di ruolo che si rispetti, fa guadagnare dei punti esperienza, che ad ogni soglia prestabilita faranno salire il livello di Morte. Ogni passaggio di livello, porterà in dono anche un punto abilità da spendere nei due alberi relativi, che poi saranno il cuore pulsante del vostro stile di combattimento. I due alberi sono chiamati Araldo e Necromante, e sono rispettivamente le abilità di Morte legate al corpo a corpo, e quelle legate alla magia, con una predilezione particolare per la branca dell’evocazione. Nulla chiaramente vieta di mixare abilmente le due strade, anzi, potrebbe essere un’ottima soluzione per creare una build per il personaggio talmente letale da fare onore al nome che porta.
E se armi e poteri non dovessero bastare, Morte, previo caricamento dell’apposita barra di energia, può accedere alla modalità Mietitore, dove assume il classico aspetto del Tristo Mietitore della cultura popolare e può per un breve periodo di tempo effettuare attacchi devastanti oltre che visivamente spettacolari.
E’ comprensibile che essere interrotti durante una cavalcata con Disperazione per un caricamento dello stage che stiamo per raggiungere può essere fastidioso, e che si sente un po’ la mancanza di una parata pura e semplice che ci aiuti a limitare i danni. Ma in compenso c’è anche da dire che tali caricamenti non durano più di pochi secondi, il cavallo di Morte è disponibile fin dall’inizio (contrariamente a Rovina, il cavallo di Guerra del primo titolo), e che il tasto della schivata se usato in maniera opportuna, ci permette spesso di trovarci in una posizione nettamente di vantaggio rispetto al nostro avversario.
GRAPHICS & SOUND
Il comparto grafico è decisamente curato, accattivante e gradevole da osservare ed ammirare nella sua vastità. Le locazioni sono estese, varie e molto spesso piene di sorprese, come gli splendidi enigmi che dovremo risolvere per proseguire nell’avventura. Rispetto al suo predecessore forse ci sono delle tonalità più basse, con dei colori meno brillanti, a tratti forse quasi sbiaditi rispetto a come li si potrebbe immaginare. Ma la nostra non è una critica, e tale scelta possiamo dire che è decisamente azzeccata, perché lascia percepire anche visivamente la sensazione di tristezza che il protagonista prova nel dover intraprendere questa greve missione per la salvezza del sangue del suo sangue.
Nel titolo non sono assenti piccoli difetti o imperfezioni, ed oltre ai classici problemi di collisione che affliggono quasi ogni titolo e che ormai ci siamo anche stancati di nominare, a volte ci si può imbattere per esempio in teletrasporti non autorizzati o a rotazioni della telecamera di gioco repentine durante le fasi di combattimento. Chiaramente, se la prima problematica è legata all’attivazione di determinati dialoghi con i personaggi non giocanti della trama (vedi in primis il dialogo con Thane precedente alla vostra prima missione fuori da Tri-Pietra), la seconda è invece prettamente randomica, ma nel suo verificarsi, a fare i permalosi, si nota un’ironica applicabilità della Legge di Murphy. Ricordate cosa dice la Legge di Murphy applicata alla realtà domestica sul fenomeno della fetta di pane imburrata? No? Ve lo rammentiamo. In pratica, è stato calcolato che la probabilità che una fetta di pane imburrata, cada su un tappeto nuovo dalla parte col burro verso il basso, è direttamente proporzionale al valore del tappeto. In maniera molto simile, durante i combattimenti, la probabilità che la telecamera vi inquadri da un angolo cieco della zona dove state combattendo, è inversamente proporzionale alla vicinanza di Morte e dei suoi avversari ad uno strapiombo, burrone, fiume lavico o qualsivoglia fine del terreno che in caso di caduta porteranno l’uno o gli altri ad una prematura dipartita.
L’audio è sicuramente all’altezza del resto della produzione, con una colonna sonora perfettamente in tema con la tipologia di gioco e con l’ambientazione del mondo in cui esso si svolge. Il doppiaggio poi, è da considerare quasi commovente. Nell’ultimo periodo, raramente riusciamo ad avere tra le mani titoli completamente localizzati in italiano non solo in testi e sottotitoli, e che vantino anche un doppiaggio in lingua che espressivamente non assomigli a quello di un film porno rumeno. Darksiders II invece, sotto questo punto di vista ci ha piacevolmente sorpresi, e ci permette di gustare un ottimo titolo senza perdere parti delle scene per stare dietro ai sottotitoli o per tradurre termini inglesi sconosciuti con il traduttore di Google.
IN CONCLUSIONE
Indubbiamente Darksiders II risulta essere diverso dal suo predecessore, ed a seguito delle scelte fatte nella creazione di questo nuovo capitolo, può essere considerato migliore o peggiore in base ai gusti di ogni singolo giocatore. Oggettivamente però non si può negare che il titolo raggiunga livelli molto alti in tutti gli aspetti tecnici, e se pur afflitto dai piccoli difetti che vi abbiamo citato, è da annoverare come una delle migliori produzioni dell’ultimo periodo. Inoltre, il titolo offre una tempistica ed una longevità di gioco adeguatamente alta, con un livello di sfida forse un po’ superiore alla media, ma che sarà la ragione principale dell’ossessione che attanaglierà i vostri cuori quando vorrete completare il gioco in ogni sua parte, difficoltà massima compresa.
Il brand, se così lo possiamo definire dopo solo due episodi, ha certamente del potenziale ancora da sfruttare, e del resto mancano ancora due Cavalieri che non hanno giocato il proprio ruolo nelle vicende a cui finora abbiamo potuto assistere e partecipare.
Chiudiamo con i dovuti ringraziamenti a Joe Madureira, il fumettista americano a cui dobbiamo parte di questo capolavoro digitale chiamato Darksiders II, e vi ricordiamo che a questo indirizzo potrete trovare il meraviglioso Cinematic Unboxing dell’Edizione per Collezioni del gioco (dove tra l’altro potrete ammirare anche due delle colonne portanti di Gamesoul ^_^).
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