News 02 Nov 2012

Assassin’s Creed III – La Recensione

Anvil Next e un nuovo eroe, per soddisfare i giocatori più esigenti…in un’ambientazione ricca di sorprese!

Lo scorso anno, abbiamo recensito sulle nostre pagine, Assassin’s Creed: Revelations, sottolineando che nonostante l’alto livello tipico del brand, la serie stava per entrare in una fase calante, dovuta ad un ristagno delle idee, oltre che ad alcuni evidenti limiti in termini squisitamente tecnici almeno per quanto riguardava le console. Fortunatamente, sin dal primo approccio con Assassin’s Creed III, sono stato felice di ricredermi, grazie alle poche ma significanti novità introdotte dal team di Ubisoft Montreal. Dopo il consueto “salto” per i dati di cartello, preparatevi ad affrontare con noi, l’ennesimo (ma decisamente piacevole) viaggio all’interno dell’Animus.

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Lo ameranno: I fans della serie, ma anche i neofiti

Lo odieranno: I Templari

È simile a: Assassin’s Creed II (per intensità) e al resto della serie, ma…

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Titolo: Assassin’s Creed III

Piattaforma: Xbox 360/PS3

Sviluppatore: Ubisoft Montreal

Publisher: Ubisoft

Giocatori: 1 (single player), 2-4 (Co-op – Branco), 2-8 (multiplayer)

Online: Classifiche, Contenuti scaricabili

Lingua: Italiano

Ciao, mi chiamo Connor per gli amici e voi non lo siete di certo!

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Vecchie facce, nuovi amici e un nuovo mondo…

La nostra avventura, partirà dal vecchio continente nel 1754, a dispetto di quanto rivelatoci nell’ultimo anno da Ubisoft. Scordatevi dunque di gettarvi nella Frontiera o per le strade di Boston controllando Connor: come scritto poc’anzi, partiremo dall’Inghilterra alla volta dell’America, dopo un brevissimo tutoria giocabile nei panni di Desmond. Il primo “protagonista” della lunga vicenda narrata da Ubisoft Montreal sarà dunque Haytham Kenway. Sin dalle prime battute è evidente lo sforzo del team di sviluppo nel creare dei nuovi personaggi all’altezza dei gloriosi antenati di Desmond: gli sceneggiatori del gioco hanno caratterizzato splendidamente il background della “famiglia” Kenway, partendo da Edward, donando una forza espressiva e caratteriale decisamente importante ai nuovi arrivati.

Dotato di uno charme tipicamente inglese e di un’aura oscura e misteriosa, Haytham aprirà la strada della narrazione verso elementi più maturi e distesi rispetto a quanto visto finora nei quattro titoli precedenti, permettendo al team di sviluppo di lanciarsi in una caratterizzazione profonda e soddisfacente che permette in pochi minuti, di conoscere il background alle spalle dei personaggi giocabili e tappando i consueti buchi narrativi della serie, solitamente riservati ai fumetti e ai cortometraggi ispirati al titolo per gli approfondimenti del caso. Di certo, non sarà però facile comprendere da subito la natura templare di Kenway, sin dalle prime battute del gioco.

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Op, Op, Op, Op, Op… Connor Style!

Passeremo le prime ore di gioco in compagnia di Haytham Kenway che pur dimostrando alcuni limiti nella velocità di esecuzione delle combo, (rispetto al ben più snodato e agile Connor) ci permetterà comunque di saggiare da subito l’approccio più “tattico” dei combattimenti. Infatti, non sarà più possibile lanciarci senza troppe remore contro i nostri avversari: le giubbe rosse sono decisamente toste da combattere e l’economia degli scontri sarà basata sulla rottura della guardia e al contrattacco e non sulla killing spree nuda e cruda. I soldati semplici, cadranno in maniera più o meno semplice sotto i nostri attacchi a base di lama celata, mentre i ranghi più alti dell’esercito inglese, ci daranno decisamente più filo da torcere sul campo di battaglia. Scordatevi dunque di esibirvi da subito nelle consuete combo mortali, belle da vedere ed altamente letali. Fortunatamente, a differenza di quanto visto in Revelations, avremo a che fare con un’IA decisamente più agguerrita e meno indecisa rispetto al passato, anche se i giocatori meno pazienti, faticheranno nel cercare di realizzare le sincronizzazioni delle sequenze al 100%, essendo costretti ad abbassare in maniera forzata il ritmo degli scontri, per farsi scudo con un cadavere per schivare i colpi delle armi da fuoco oppure per evitare del tutto l’uso della violenza, favorendo l’approccio stealth ed evitando i molti casi, di sporcare col sangue le lame celate.

L’altra grande novità del gioco, risiede nella semplificazione delle parti di puro parkour (o platform, se preferite). Senza troppi patemi d’animo, saremo in grado di scalare i palazzi o le pareti rocciose più imponenti, semplicemente tenendo premuto il taso RT. Questa semplificazione nasce dalle “passeggiate” sugli alberi ma risulta decisamente ben azzeccata, anche se mette in evidenza un grave problema: la Frontiera è assolutamente affascinante e bella da esplorare (vista l’enorme mappa che la costituisce), rendendo piacevole la nostra permanenza tra le fitte boscaglie della foresta americana; ma di certo non possiamo affermare lo stesso di Boston o di New York. Seppur vaste, la “caratterizzazione” delle due città non può reggere il paragone con Roma, Istanbul e Venezia. Ci troveremo a correre attraverso a delle città architettonicamente povere e in un certo senso prive di stimoli per quanto riguarda l’esplorazione e la conquista delle vette più importanti, attraversando molti meno vicoli ed evidenziando un level design lievemente più povero rispetto al passato, ma che riserva delle sorprese decisamente piacevoli nei suoi sotterranei. Avremo a che fare con le consuete scorciatoie, ma questa volta, dovremo risolvere gli enigmi dei Massoni per aprire tutte le porte che ci permetteranno di raggiungere indisturbati i punti d’interesse disseminati tra le mappe.

Fortunatamente la Frontiera rialza drasticamente il tiro: avremo a che fare con un’alternanza climatica simile a quella già vista in Red Dead Redemption di Rockstar e potremo ammirare dei paesaggi mozzafiato, ben costruiti e caratterizzati dalla presenza di una fauna piuttosto agguerrita, almeno al primo impatto. Con un po’ di pratica, non sarà difficile domare i bollenti spiriti della foresta, cogliendo di sorpresa un lupo (ed evitando i quick time event), oppure piazzando una trappola per catturare e scuoiare un cervo. Proprio nella Frontiera, avremo a che fare con la Corda a Dardo, che ci permetterà di compiere delle kill cruenti e particolarmente divertenti e sarà inoltre il nostro campo di addestramento, oltre che il centro della nostra vita da assassini. La Frontiera svolge dunque un ruolo assolutamente centrale nella vita di Connor, per quanto riguarda anche la sua sopravvivenza economica. Affrontando le quest secondarie disseminate per l’area della Tenuta, creeremo un piccolo villaggio composto da artigiani di vario genere. I frutti del lavoro della nostra piccola comunità, saranno rivendibili nei negozi delle città ed i proventi serviranno a sostenere Connor nel corso della nostra lunga avventura.

E se ciò non bastasse, potrete passare svariate ore in mare, scegliendo di accompagnare l’Aquila (un vascello che restaureremo nel porto di Davenport, poco lontano dalla Tenuta) all’interno di alcune missioni per preservarne la sua sopravvivenza, oltre a tutelare i nostri profitti. Diventeremo dunque dei novelli capitani, assumendo il controllo della nave, passando dal controllo del timone, fino alla coordinazione dei cannonieri. Le battaglie in mare, risultano decisamente ben riuscite e (fortunatamente) più stimolanti della piccola parentesi di tower defence di AC Revelations e costituisce una delle novità più importanti (e divertenti) del titolo. 

Avremo anche a che fare con alcune missioni dedicate alla storia contemporanea, vestendo i panni di Desmond. Chi vi scrive, non ha mai apprezzato particolarmente le interferenze del presente, all’interno della linea narrativa (e non ho mai apprezzato il carattere “flat” di Desmond NdDye) e fortunatamente questa volta avremo meno a che fare con Desmond anche se le sue brevi porzioni di gameplay, sono particolarmente apprezzabili vista l’assenza di un hub e dunque di alcuni punti di riferimento tangibili per il proseguimento delle sue scalate. Forse sarebbe stato meglio dedicare qualche momento in più a Desmond e alla chiusura della sua storyline ma comunque il finale del gioco, risulterà essere decisamente soddisfacente.

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Graphic & Sound

Mare, Frontiera e città: Assassin’s Creed III vanta innumerevoli attività da svolgere in giro per le sue location, strizzando l’occhio al già citato Red Dead Redemption, mostrando i muscoli con il motore Anvil Next, anche se è giusto sottolineare che dal punto di vista grafico è sempre più evidente che la Current Gen è arrivata alla frutta.

La gigantesca mappa della Frontiera, mette a dura prova l’hardware di Xbox 360. Pur mantenendo un frame-rate piuttosto stabile, ho riscotrato alcuni fastidiosi pop up, alcune texture non sono propriamente all’altezza di una produzione di tale livello e talvolta i volti di alcuni personaggi non risultano essere particolarmente espressivi. Abbiamo a che fare con una versione potenziata del motore lanciato da Ubisoft nel 2007 ed il team di Montreal, ha lavorato di anno in anno per rifinire le imperfezioni e migliorare le ambientazioni. Ad oggi è sempre più lecito sperare in un’avvento veloce, della fantomatica Next Gen, ricordandoci che la macchina regina del gaming, il PC, è sempre alla portata di tutti. A tal proposito sarà interessante aspettare il 23 Novembre, nella speranza di poter ammirare Connor sotto un’altra luce, ben più splendente. Fortunatamente, questa volta, l’audio risulta decisamete impeccabile: niente lipsynch fail, picchi delle basse frequenze durante le cutscenes e un master più omogeneo e piacevole all’ascolto.

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Online & Replay

Assassin’s Creed III è completabile in circa 18-20 ore (e spero che a differenza del sottoscritto, possiate avere il piacere di gustarlo con calma! NdDye), ma sarà un piacere tornare nelle strade di Boston, o tra le fratte della Frontiera per completare le side quests, oppure per ingannare il tempo nella meno aulica esplorazione del territorio, per apprezzarne con calma la bellezza. 

E se ciò non vi bastasse, potrete sicuramente passare qualche ora in modalità multiplayer, per provare la modalità Branco, ben lontana dall’esperienza finora offertaci dal brand. Finalmente, potremo cooperare con altri Assassini per abbattere i nemici controllati dalla CPU, giusto per presentare una gradita novità, anche per il comparto multigiocatore.

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Una doverosa “Rinascita”?!?

Grazie ad una storyline matura ed estemamente coinvolgente,  Assassin’s Creed III ci farà immergere completamente nel suo mondo, raggiungendo i fasti di Asassin’s Creed II, per intensità emotiva, oltre a presentare tante piccole novità che non lasceranno di certo indifferenti i fan della serie. Finalmente, la narrazione è meno confusa rispetto al passato e ci permette di restare incollati allo schermo fino al suo intenso finale.

Assassin’s Creed III vale l’acquisto? Decisamente sì, sia che siate dei fan di vecchia data, in cerca di nuovi stimoli da parte della vostra saga preferita, sia che siate dei neofiti (anche se essersi persi i precedenti capitoli della serie, equivale ad aver perso alcuni dei migliori titoli, proposti dell’attuale generazione). Coraggio Assassini, è tempo di tornare a combattere gli odiati Templari!

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Secondo Parere 

di Roberto “Demon_rp” Pasanisi

Timore. Questa è stata la parola che mi ha accompagnato nei momenti che precedevano la pressione del tasto Start che avrebbe fatto cominciare una nuova partita al nuovo Assassin’s Creed. Avevo paura che il gioco si rivelasse essere una fotocopia dei titoli precedenti, ma grazie al cielo mi sbagliavo.

Con somma sorpresa, il titolo comincia con un personaggio che non mi aspettavo di trovare, e con un sotterfugio narrativo che comunque sorprende un bel po’. Classico tutorial iniziale, e nonostante vi sia un po’ di lentezza all’inizio del gioco, proseguendo però tutto migliora esponenzialmente e diventa molto più intrigante di quanto ci si possa aspettare. Ma tralasciando le evoluzioni appartenenti alla trama di questo terzo (quinto?) capitolo, passerei a quello che più colpisce (almeno a mio modesto parere) di Assassin’s Creed III. L’aspetto grafico, è decisamente incidente nel giudizio globale del titolo, ed anche se come spesso accade ha momenti di calo nella qualità, si attesta a livelli prestazionali molto alti. Il sonoro è quasi perfetto, e la localizzazione completamente in italiano esalta e rende più comprensibili tutte le varie evoluzioni della storia principale.

Nelle fasi di combattimento, ulteriormente modificate, le azioni da compiere risultano essere spesso e volentieri troppo semplici.  Il sistema di parate e di contrattacchi, rende le scene sicuramente più spettacolari, ma vengono così tarate ad una difficoltà eccessivamente più bassa di quelle del primo capitolo (giusto per fare un esempio). Una cosa che forse attirerà più casual gamer al titolo, ma che potrebbe non essere benevolmente accettata dai giocatori un po’ più esperti ed esigenti. Allo stesso modo, ma in maniera inversamente proporzionale, troviamo la difficoltà di alcune missioni, che non hanno una curva ascendente ben delineata durante il gioco, bensì un livello altalenante fin dall’inizio, rendendo alcuni compiti (secondari o meno) molto più complessi del previsto oppure terribilmente facili.

I collezionabili di turno poi, solo letteralmente geniali. Non tanto per la loro consistenza, perché alla fine si tratta sempre di semplici pagine di un libro da recuperare, ma il fatto che volino via con il vento rendendosi non così semplici da prendere, è veramente una cosa carina. Molto meno gradevoli invece sono i difetti grafici che di tanto in tanto vengono fuori, come le eterne collisioni di oggetti piccoli (come i codini ed i nastri delle acconciature dei personaggi), o le fasi in cui un personaggio smette di muovere la bocca quando parla, trasformando la scena in uno spettacolo da ventriloqui. Si tratta comunque di cose di poco conto chiaramente, che non influiscono pesantemente sullo svolgimento naturale del gioco. Bellini anche i minigiochi da tavolo sparsi in giro, che spezzano un po’ la tensione del gioco principale e donano qualche momento di relax in maniera semplice e divertente. Non che siano giochetti stupidi eh, capiamoci, nel loro piccolo la strategia è importante, e se si vuole vincere qualche partita ad un livello alto di difficoltà c’è bisogno un minimo di impegno. Dulcis in fundo le battaglie navali… Una sola parola: EPICHE. Era dai tempi di Pirates di Sid Meyers che non mettevo i piedi su una nave per usarne i cannoni, quindi non potete farvele scappare.

Non c’è che dire quindi, Assassin’s Creed III non sarà forse il titolo migliore della gen, ma di certo ha le carte in regola per essere il migliore della saga. E ricordate: nulla è reale, tutto è lecito.

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