Croft VS Drake!
Cinque mesi dopo la nostra prima prova di Tomb Raider, siamo tornati negli uffici milanesi di Halifax per provare un extended code dell’ultima avventura dell’icona femminile per eccellenza dei videogame, la tanto amata Lara Croft! Questa volta, abbiamo avuto modo di testare a fondo il codice messoci a disposizione da Square Enix e Crystal Dynamics (rappresentati anche in questa occasione dalla Community Manager Meagan Marie), per ben due ore.
Partiamo subito con una doverosa precisazione: le impressioni positive derivanti dalla scorsa anteprima sono tutte confermate e questo nuovo test ha aggiunto tantissima carne… al fuoco! Non a caso abbiamo citato il fuoco, che rappresenta l’immortalità e la trasformazione: visto che stiamo parlando di un reboot, nessun altro elemento poteva essere più azzeccato. Questo elemento primordiale, assume un ruolo assolutamente centrale per la sopravvivenza di Lara, partendo dall’interazione ambientale (per abbattere tutti gli ostacoli che tenteranno di bloccare il nostro cammino), fino all’apertura ad alcuni momenti d’introspezione per Lara, visto che ci permetteranno di entrare in contatto con le emozioni della giovane Croft, dopo aver passato una notte, ad esempio, accampati in un crinale riparato.
Il nostro hands-on è ripartito dalla scena dell’ammaraggio (l’introduzione del gioco, per chi se la fosse persa), per poi ritrovarci catapultati su una spiaggia e successivamente rapiti da alcuni misteriosi nemici. Inspiegabilmente legati e sospesi al soffitto di una grotta, dovremo riuscire a liberarci oscillando in ogni direzione, spezzando la corda con il fuoco. Perché Lara è stata rapita dopo l’ammaraggio su una spiaggia della costa a Sud del Giappone? Le misteriose ricerche derivanti dagli studi di Lara, ci porteranno a ritrovarci nei guai su un’isola sperduta, (ma ben popolata da alcuni brutti ceffi), decisamente poco amichevoli (gli “altri” di Lost?) e l’intera trama girerà intorno agli intrecci tra i vari personaggi, alternando il presente ad alcuni flashback in uno stile che si rifà (volutamente?) a quello di J.J. Abrams.
Il lato umano, inesperto e sensibile della nostra protagonista, si manifesterà durante alcuni soliloqui, ribattezzati da Square con il nome di “Diari di Lara“: inizialmente avremo a che fare con una giovane donna impaurita per arrivare poi ad una donna consapevole delle sue abilità, senza però arrivare ai livelli della fredda (e anche un po’ saccente) Lara che abbiamo imparato a conoscere negli anni. “You can do it, Lara!” – avremo a che fare con questo mantra ogni volta che dovremo affrontare una nuova sfida di un certo spessore, come la fuga dalla prigionia (ricordate la chiacchierata scena del tentato stupro?) oppure quando dovremo arrampicarci sui rottami di un aereo, passando per un salto nel vuoto. Niente forme giunoniche e occhiali scuri, dunque. La nuova Lara è una ragazza alle prime armi che crescerà di giorno in giorno e il giocatore sarà coinvolto direttamente nella caratterizzazione del personaggio, che come ho già scritto sarà definita da una progressiva crescita emotiva e correlata in un certo senso alla crescita del personaggio in stile RPG.
Parlando di questo nuovo elemento all’interno del gameplay, ho potuto notare un miglior sistema di crescita, che si traduce in una migliore assegnazione dei punti esperienza più veloce rispetto alla scorsa build. Qualsiasi azione (ad esclusione delle parti platform) ci consentirà di guadagnare punti, partendo dalle battute di caccia, fino ad arrivare alla risoluzione dei puzzle ambientali. Fortunatamente, avremo a che fare con un sistema più snello ed immediato rispetto al passato, per quanto riguarda la risoluzione dei “misteri” dell’isola. Senza anticiparvi troppi elementi, i nostri redattori che si occupano delle guide, avranno vita facile grazie “all’istinto di sopravvivenza“, attivabile con il tasto LB, che ci mostrerà tutti gli elementi ambientali che saranno coinvolti all’interno dei puzzle per la loro risoluzione.
Un altro elemento che mi ha colpito positivamente è ritrovabile nel netto miglioramento dell’IA, anche se la strada è ancora lunga per Crystal Dynamics, prima di poterci proporre uno standard qualitativo, che possa essere all’altezza degli altri elementi proposti dal gioco. L’approccio stealth ai combattimenti è fortemente consigliato: l’arco giocherà un ruolo fondamentale per distogliere l’attenzione degli avversari (che viaggiano quasi sempre in coppia), scagliando su il muro più vicino una freccia a vuoto, per poi dedicarci alle loro teste, oppure utilizzandolo impropriamente come arma in mischia per soffocare gli avversari. La furtività e la rapidità d’esecuzione saranno premiate acquisendo più punti EXP, rispetto all’approccio diretto. Questa volta, ho anche avuto modo di testare con calma le armi da fuoco. Uncharted lo conosciamo tutti e anche i ragazzi di Crystal Dynamics hanno probabilmente giocato la saga di Nathan Drake, visto che questo nuovo Tomb Raider è direttamente influenzato dal titolo sviluppato da Naughty Dog. Avremo a che fare con molti combattimenti in quick time event, ma il vero punto di forza del titolo è appunto la parte legata alle armi da fuoco: iniziando una sparatoria potremo rifugiarci contro un muro di fortuna (in maniera completamente automatica), oppure contro ad una cassa di legno e sparare i nostri colpi con maggior calma.
Almeno nelle prime fasi di gioco, la mano di Lara sarà incerta e solo attivando l’abilità mano ferma, potremo iniziare a correggere un’iniziale indecisione nei gesti di Lara, una volta impugnata un’arma da fuoco. Altro elemento degno di nota è sicuramente l’introduzione delle mosse finali: dopo aver stordito un nemico, sarà possibile terminare un combattimento con una mossa brutale, scagliando ad esempio un sasso direttamente sulla mascella dell’avversario, da pochi centimetri di distanza. Alla faccia della ragazza insicura e spaurita, anche se arriveremo a questa “finish” soltanto dopo alcune ore di gioco e magari, dopo aver combattuto contro decine di avversari ed evitato il fuoco nemico. Un gesto sì brutale, ma stiamo parlando di una giovane donna che lascerà le sue remore iniziali per far posto allo spirito di sopravvivenza. Prendete dunque Uncharted, metteteci degli elementi RPG, enfatizzando il più possibile il lato cinematografico delle cutscene e otterrete il nuovo Tomb Raider. Fortunatamente, a differenza dell’iconico titolo di Naughty Dog, avremo una maggiore varietà di esplorazione all’interno dell’ambiente in cui viene narrata l’origine del mito di Lara. Ogni sezione di gioco è infatti ben divisa e articolata e pur non essendo contraddistinto dalla vastità dei sandbox, ogni livello di gioco contiene diversi elementi collezionabili e sbloccabili, oppure ci permetterà di accedere ad alcune aree segrete. Forse l’attivazione del già citato istinto potrebbe levare il gusto della scoperta ai giocatori più esigenti, ma potrebbe rendersi utile per i giocatori meno esperti. Sicuramente la scelta migliore sarà quella di utilizzare quest’abilità con moderazione per non appiattire l’esperienza offerta dal gioco, senza snaturare l’unico elemento in comune con i precedenti capitoli della serie.
Il comparto tecnico del gioco, appare ancora (per ovvi motivi), acerbo ma il livello delle cutscene, risulta già molto alto: qualche sporadico calo di framerate, unito ad un’illuminazione dell’ambiente non proprio esaltante, lascia un’ampia percentuale di miglioramento agli sviluppatori per quanto riguarda le parti di gameplay e le animazioni, mentre durante le fasi di esplorazione di grotte e tombe, si riesce a percepire una palpabile senso di claustrofobia, ben reso dal motore grafico del gioco e sostenuto dal contatto continuo con le emozioni provate da Lara.
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IN CONCLUSIONE…
Il 5 Marzo 2013 è ancora lontano, ma le premesse sono decisamente ottime. La moda dei reboot degli ultimi anni, ha coinvolto anche Tomb Raider ma in questo caso, stiamo parlando dell’unica scelta possibile per salvare Lara dal pensionamento. Fortunatamente, non stiamo parlando di un’esperimento di dubbio gusto (e da quanto emerso dopo questa seconda prova), stiamo per trovarci tra le mani un titolo profondamente rinnovato e pronto a stupire chi dava questo brand per morto, dopo 16 anni di attività. Se Crystal Dynamics riuscirà ad alternare in maniera intelligente gli elementi (evitando una boriosa alternanza tra flashback e il presente), potremo ritrovarci tra le mani uno dei migliori titoli di una serie, altrimenti predestinata a morire sotto il peso del suo glorioso passato. Se Nathan Drake ha rubato lo scettro a Lara, quando si parla di avventura e archeologia, state pur certi che l’icona femminile per eccellenza dei videogiochi sta tornando più agguerrita che mai sulla scena, per riprendersi ciò che le spetta, forte dei nuovi elementi RPG e TPS che caratterizzano questo (doveroso) reboot.
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