Cosa distingue un videogioco divertente da una vera e propria opera d’arte? Una trama in grado di far impallidire il miglior sceneggiatore hollywoodiano. Con il passare del tempo i nostri amati “giochetti” acquisiscono importanza e prestigio, con tanto di illustri collaborazioni proprio nell’ambito prettamente narrativo, una componente da molti sottovalutata (quando è solo il gameplay ad essere preso in considerazione) ma che spesso diventa quel quid extra in grado di decretare o meno il successo (sia di critica che di pubblico) di un gioco.
Le serie Assassin’s Creed e Mass Effect, giunte entrambe al terzo capitolo ufficiale (senza contare gli spin-off del titolo di Ubisoft), hanno saputo offrire un apparato narrativo degno delle più amate trilogie del cinema, con tanto di richiami, citazioni e intrecci degni del miglior Hitchcock, mentre Telltale con il suo Walking Dead, ha saputo arricchire il già splendido universo di Kirkman a suon di scelte pesantissime ed in grado di stravolgere l’intera avventura.
Due new entries di questi nostri Awards sono il folle Catherine, caratterizzato anch’esso da una trama a scelte multiple (in cui anche un semplice sms del protagonista riesce a trasformarvi in buoni o cattivi) e quel Max Payne 3 che ha diviso critica e pubblico. L’anti-eroe dei due primi capitoli perde un po’ di nero e prende qualche kg, pillola e cattiveria in più, lasciando i freddi vicoli della Grande Mela per svernare in quel di Rio de Janeiro, tra favelas, giovani viziati e fiumi di droga con una trama ancor più matura che in precedenza e un’atmosfera soffocante.
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And the Winner is…
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