Il termine “irony” guadagna un nuovo ed eclatante esempio da menzionare sui vocabolari.
I giochi gratuiti non si rifiutano mai, belli o brutti che siano. Quando i nostri sudati denari non sono in ballo, gli unici due problemi legati a dei titoli deludenti risultano essere:
- lo spazio occupato sulla nostra memoria sempre piena (soluzione: basta eliminarli)
- del tempo preziosissimo sprecato malamente (soluzione: sperare che producano ancora qualche Delorean).
Quando però è l‘NRA (National Rifle Association, il cui scopo principale è quello di promuovere l’utilizzo e la cultura delle armi in America) a pubblicare un videogioco, nello specifico NRA: Practice Range, quello che si sta per installare nel proprio device è un concentrato di ipocrisia ed incoerenza, che difficilmente verrà sradicato dai nostri iPhone/iPad, neanche dopo un sapiente “formattone riparatore“.
L’NRA, per chi non lo sapesse, è la stessa associazione che, dopo le recenti ed assurde stragi avutesi negli States (in particolare quella in Connecticut, con protagonista Adam Lanza e 26 innocenti vittime), per sviare dalle sacrosante critiche legate all’estrema facilità con cui è possibile procurarsi armi dalle loro parti, han subito puntato il dito contro i videogames, scaricando tutta la colpa alla passione del killer per i MMORPG, senza però menzionare l’arsenale che la madre possedeva in casa.
Sono anni che, a gran voce, numerosi cittadini chiedono provvedimenti riguardanti le armi che tanti, troppi “ferventi patrioti” hanno in casa, molti dei quali non sono neanche in grado di far funzionare un tostapane, figuriamoci un AK-47. Il Governo sa che può e deve intervenire, ma teme possibili reazioni (un po’ simili a quelle che verrebbero scatenate in Italia con la chiusura definitiva del campionato di Serie A), anche economiche, e l’NRA tira subito l’acqua al suo mulino “buttandola in caciara“.
All’ignoranza e al qualunquismo siamo abituati, data la facilità estrema con cui l’intrattenimento più interattivo che ci sia riesce a guadagnarsi lo status di “capro espiatorio“, ma una tale mancanza di tatto e buon senso è…disarmante. Com’è possibile che si critichino i videogiochi, appellandosi alla violenza che dovrebbero riuscire ad instillare nei giovani giocatori e alla possibilità che, a detta degli “angeli armati“, offrono, ovvero quella di “allenarsi” con armi virtuali, salvo poi pubblicare, prima ancora che il dolore di uno solo di quei lutti possa essere placato, un’app pensata esplicitamente per simulare in tutto e per tutto un poligono di tiro?
Ah, sì, oltre a dare accesso a news e info sull’associazione e sull’utilizzo delle armi, è piena di messaggi del tipo “Fai sempre attenzione a dove miri“…frasi simili a quel “Fumare danneggia gravemente la salute di te e di chi ti sta intorno”: un contributo alla società davvero valido, non c’è che dire.
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