Lo ameranno: chi cerca follia, creatività e anche un po’ di magia
Lo odieranno: chi a malapena ricorda il nome di qualche capitale europea
E’ simile a: LittleBigPlanet con annesse massicce dosi di grammatica
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Titolo: Scribblenauts Unlimited
Piattaforma: Wii U, Nintendo 3Ds, PC
Sviluppatore: 5th Cell
Publisher: Warner Bros Interactive Entertainment
Giocatori: 1 – 2 (Co-op Offline…più o meno)
Online: Condivisione dei contenuti creati tramite l’editor
Lingua : Italiano
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Sono il signor Maxwell, risolvo problemi.
Esistono tanti, tantissimi modi per ampliare ed arricchire il proprio personalissimo vocabolario: il più efficace è certamente quello di leggere una quantità sconfinata di libri (possibilmente opere di veri scrittori e non di scribacchini della Domenica), i più pigri potranno fare affidamento a qualche app creata appositamente…ma i più creativi possono e devono chiedere aiuto a Maxwell, al suo magico taccuino e a Scribblenauts. Il concept della serie, nata dalle fervide menti del team 5th Cell, è quanto di più semplice, e al contempo, geniale possiate mai immaginare: risolvere “situazioni”, a metà tra enigmi e missioni, invocando un determinato oggetto “pescabile” dal vostro parco-termini mentale. Niente di eclatante, apparentemente, se non che l’unico limite sembra davvero essere solo il cielo…e il copyright: gli elementi “summonabili” saranno infatti davvero un’infinità, fatta eccezione per nomi comuni (o brand noti) e “cose da grandi” (non c’è neanche la birra!), oltre ad alcuni sinonimi degli oggetti presenti, i quali potranno inoltre essere personalizzati grazie a due graditissime novità/migliorie introdotte in questo Unlimited, ovvero la possibilità di arricchire le invocazioni grazie a degli aggettivi ancor più vari e specifici (relativi al colore, alla dimensione, ma anche allo stato d’animo) e nel fantastico editor, ulteriore sintomo di crescita della serie mediata da influenze esterne (in particolare, a mio parere, dello splendido LittleBigPlanet). Gli alberi diventeranno gialli, le banane fucsia e gli zombie blu, i bazooka verdi, le ali nere e i jetpack ross, se solo voi lo vorrete, per non parlare dei cannoni spara computer, dei gorilla volanti a bordo di skateboard o dei sombreri giganti, tutti elementi estremamente personalizzabili in lungo e in largo con un colpo di pennino/dito.
La crescita della serie, però, si evince anche dalla nuova struttura, decisamente più organica ed appagante, dei livelli, oltre che dall’introduzione di una trama vera e propria, la quale ci offre una breve e per nulla trascendentale disamina sulle gesta dei genitori avventurieri di Maxwell, sul loro sfornare 44 pargoli (no, non sono apparsi digitando i loro nomi sul GamePad, ndr) e sui doni che il protagonista e sua sorella hanno ricevuto: il magico taccuino, che permette di invocare qualsiasi oggetto, ed una sfera che permette di esplorare il vasto mondo a disposizione del giocatore, doni che però, usati malamente, possono causare danni irreparabili. Una maledizione, frutto di una “bischerata”, metterà in pericolo Lily, e solo delle buone azioni e gli stariti da esse partoriti, permetteranno di interrompere il processo di pietrificazione. Per ottenere questi magici oggetti stellati dovremo portare a termine i numerosissimi compiti, importanti o meno, sparsi nel mondo di gioco, un mondo che spazza via i compartimenti stagni dei precedenti capitoli in favore di livelli ampi e variegati e zone tematiche (da quelle piratesche a quelle preistoriche), da esplorare in lungo e in largo alla ricerca di “situazioni” da risolvere, la cui soluzione più corretta, forse uno dei maggiori punti di forza di questo Scribblenauts Unlimited, è quella più noiosa.
Per quanto il livello di difficoltà non sia elevatissimo, con tanto di suggerimenti offerti ogni certo numero di secondi d’attesa e alcune richieste poco chiare che, in un modo o nell’altro, vi ritroverete comunque a portare a termine, il vero stimolo a proseguire viene offerto dalla costante ricerca di nuove occasioni in cui dar sfogo alla nostra creatività, affidandoci alle pagine più fantasiose del nostro vocabolario mentale o attingendo dal ricchissimo editor e sfornare folli modifiche di ogni tipo (che potranno essere condivise con gli altri utenti), agendo su forma, dimensione, colore, pezzi aggiuntivi e persino “scriptando” azioni e reazioni di ogni singolo oggetto/individuo presente nel database: per quanto il napalm possa spesso rivelarsi la soluzione a tutto, sarà divertente sconfiggere gli avversari parandogli contro una giraffa killer che, una volta sfiorata, emetta il suono di un clacson e deflagri in un titanico fungo nucleare, oppure sguinzagliargli contro un elefante con enormi ali nere e blu che ad ogni battito produca pioggia, fulmini, neve o fuoco, mentre per rallegrare un clown depresso, basterà invocare un buffo burattino o procurargli un’affettuosa fidanzata. Come se non bastasse, nessuno vi vieterà di porre in uno stesso ring virtuale Cthulhu e Bowser (sì, nella versione Wii U sono presenti un discreto numero di personaggi Nintendo, peccato però che, oltre a darsele di santa ragione, non sia possibile interagire del tutto con loro, né modificarli).
Le opportunità offerte sono davvero tante e le assurde situazioni partorite dal team, folli tanto quanto le nostre possibili soluzioni, non stancheranno mai, durante la ricerca dei 100 stariti necessari al completamento, tra missioni più articolate che ne offriranno uno completo e mini-quest risolvibili in pochi secondi che porteranno ad uno dei 10 fremmenti necessari a formare uno starite vero e proprio. La personalizzazione viene inoltre estesa anche al nostro avatar, tra i 42 fratelli sbloccabili e il piccolo Maxwell tutti totalmente customizzabili attraverso il succitato ed intuitivo editor grazie a qualche colpo di pennino sull’ampio monitor del GamePad di Wii U, il quale potrà essere comodamente usato come schermo di gioco e farvi tornare alla mente le interminabili ore passate con i primi capitoli della serie giocati su Nintendo DS, solo con una grafica HD pulitissima e pulsante, la quale animerà i vasti e variegati livelli messi a disposizione dal team. La nuova dimensione home-console, per quanto non rivoluzionaria ai fini puramente ludici, risulta un valore aggiunto da non sottovalutare principalmente dal punto di vista tecnico (che permette alla grafica “cartoonosa” di splendere ulteriormente), peccando però tanto nel comparto multiplayer, con una modalità davvero inutile (la quale permette al secondo giocatore, in locale, di interagire con gli oggetti creati dal Player 1) che avrebbe potuto offrire molto di più, quanto nelle features a disposizione del controller per nulla sfruttate. Le circa 10 ore di gioco necessarie al completamento verranno accompagnate da una splendida colonna sonora, per nulla infantile ed anzi, un toccasana durante le lunghe fasi di “laboratorio”, impegnati a costruire la vostra arma nucleare definitiva.
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In conclusione…
La preziosa avventura di 5th Cell continua a crescere e a percorrere il suo personalissimo sentiero fatto di creatività e magia, offrendoci ancora una volta i colorati panni di Maxwell e il suo magico taccuino. Il già ricco vocabolario dei precedenti capitoli sembra ancor più sconfinato e pieno zeppo di termini assurdi, riferimenti alla pop-culture e numerosissimi aggettivi, utili ad offrire nuove trovate videoludiche e fondamentali ai fini della personalizzazione, grazie alla loro influenza sugli oggetti invocabili. I vecchi livelli a compartimenti stagni vengono rimpiazzati da un mondo aperto, zone tematiche e location decisamente più ampie e varie che in passato, con quest e mini-quest sempre più pazze e fuori dal comune, in grado di non annoiare neanche un momento, mentre il comparto grafico sembra splendere ancor di più grazie alla potenza di Wii U: per quanto vengano poco sfruttate le nuove features, la dimensione home-console non fa assolutamente rimpiangere il passato portatile della serie, garantendo comandi touch e una sognante atmosfera cartoon viva e pulsante. Qualche sforzo in più poteva essere certamente profuso per quanto riguarda la componente multiplayer, del tutto superflua, così come in fase di compilazione del database, ricco di un gran numero di rari ed inutili termini, eppure privo di altri decisamente più comuni, per non parlare della scarsa rigiocabilità e di una longevità non esaltante, salvate in corner unicamente dallo splendido e visionario editor. L’influenza di produzioni più blasonate è evidente e l’assimilazione di elementi più canonici ha portato al rinvigorimento di un brand a rischio stagnazione, lasciando presagire un prossimo passo evolutivo assolutamente da tenere sott’occhio, a patto che 5th Cell abbia la forza e la volontà di osare ancora di più. Il gioco è comunque validissimo, in grado di offrire sano divertimento e sfogo creativo come non si vedeva da tempo.
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