Resident Evil Revelations è probabilmente il capitolo meglio riuscito della saga negli ultimi 5 anni, nonostante abbia visto la luce su una portatile. Cosa gli ha permesso di riscuotere tanto successo presso la critica? Un ritorno all’originaria atmosfera claustrofobica, il doppiaggio completamente in italiano, una grafica incredibile per la macchina su cui girava. Forte di questo successo, Capcom ha deciso di annunciare a gennaio la versione HD di questo piccolo capolavoro e, finalmente, è possibile giocarlo anche sulle console casalinghe. Scopriamo se gli sviluppatori sono riusciti a mantenere inalterati i pregi di questo Resident Evil.
Lo ameranno: i fan della serie ma soprattutto dei primi capitoli
Lo odieranno: i più esigenti
E’ simile a: Resident Evil 4, i primi Resident Evil
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Titolo: Resident Evil Revelations
Piattaforma: Xbox 360 / PS3 / PC / Wii U
Sviluppatore: Capcom
Publisher: Capcom
Giocatori: 1 (Locale), 1 – 2 (Coop)
Online: Modalità Raid
Lingua: Italiano (Testi e Parlato)
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C’ERA UNA VOLTA UNA NAVE ALLA DERIVA
La storia di Revelations, collocata tra il quarto e il quinto capitolo della saga, vede protagonisti Jill Valentine e Parker Luciani, membri della BSAA (un’agenzia americana che combatte il bioterrorismo), inviati in missione alla ricerca di Chris Redfield e Jessica Sherawat, misteriosamente spariti in mezzo al mar Mediterraneo. Seguendo le tracce lasciate dai compagni, si ritrovano a bordo di una lussuosa nave da crociera, la Queen Zenobia, dove dovranno presto fare i conti con un’organizzazione bioterroristica e un nuovo terrificante virus, il T-Abyss. La trama, principalmente focalizzata su Jill e Parker, porta il giocatore a controllare diverse altre coppie di personaggi, in ambientazioni che spaziano dagli ambienti chiusi e bui della nave ai palazzi tecnologici di Terragrigia, città distrutta un anno prima a seguito di un attacco biologico. Tutto questo grazie al sapiente uso di flashback brevi e quanto mai azzeccati, capaci di rispondere alle domande che sorgeranno nel corso dell’esplorazione della Queen Zenobia.
Non ci sono i classici zombi ad attenderci nelle cabine, ma ammassi di carne infetta, leggermente più veloci e poco diversificati e boss coriacei, per vincere i quali sarà necessario adottare la giusta strategia. Non mancano i colpi di scena, tipici della serie: la trama avvincente saprà tenervi incollati allo schermo! A tal proposito, molto si deve alla decisione di dare un taglio da telefilm alla storia, divisa in 12 episodi e corredata di video riassuntivi delle “puntate” precedenti.
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UN RESIDENT EVIL NUOVO… O VECCHIO?
Il dibattito se Resident Evil sia ancora una saga survival horror o no è ancora aperto. Capcom ha dimostrato a più riprese di voler assecondare i fan con un ritorno alle origini, ottenendo risultati altalenanti. Revelations ha certamente molto più in comune con i primi titoli della saga che il sesto capitolo. Prima di tutto i controlli: abbandonati completamente i tratti action del capitolo principale, è possibile scegliere dalle opzioni uno stile definito classico oppure shooter. Il primo è proprio il sistema delle origini, spostamenti legnosi e affidati alla sola levetta analogica sinistra, puntamento con il dorsale destro e fuoco con i tasti del pad. Un sistema davvero scomodo per i giochi di questa generazione. Lo stile shooter risulta sicuramente più fresco e intuitivo e si adatta molto bene agli angusti ambienti in cui si svolge gran parte del gioco. Non si tratta tuttavia di un vero e proprio gameplay shooter, perché mantiene quella legnosità e lentezza tipica dei vecchi Resident Evil: non ci sono coperture, non c’è la possibilità di fare scatti in corsa, i movimenti sono limitati se si mira con l’arma. Tutti elementi negativi per uno shooter, ma non per un Resident Evil: la sua fortuna risiede proprio nell’angoscia che trasmette un gameplay del genere al giocatore e nelle sue ambientazioni chiuse e buie. Tant’è vero che, nei rari momenti in cui l’ambiente di gioco si amplia e il gameplay si sposta sull’action, con numerosi nemici da tutte le direzioni, il sistema fa sentire tutti i suoi limiti. Inoltre, un puntamento non proprio preciso non facilita le cose. Gradita è invece l’introduzione della schivata, possibile grazie alla pressione della levetta sinistra, al momento giusto, in direzione del nemico che ci sta attaccando.
I nemici, per la maggior parte lenti e con poche varianti, non aumentano di molto il senso di apprensione. Cosa ben diversa al cospetto di alcuni boss, dove la tensione è sicuramente più alta e alcuni piccoli elementi di caratterizzazione sono davvero ben riusciti (anche se la serie ci ha abituati a ben altri livelli in questo senso).
L’arsenale a nostra disposizione varia dalla classica pistola d’ordinanza, al fucile a pompa, al mitragliatore fino alle granate, utili per infliggere ingenti danni ai nemici più coriacei. Sparito definitivamente il vecchio inventario, è possibile trasportare fino a tre armi contemporaneamente (tra cui scegliere comodamente con la sola pressione dei tasti direzionali) e fino a 5 erbe, ridotte a un semplice medikit utilizzabile con la sola pressione di un tasto, senza nessuna interruzione nel combattimento. Sparsi per il gioco sono presenti delle casse, dalle quali è possibile modificare le armi con kit di modifica raccolti durante l’esplorazione: questi kit possono aumentare la capienza dei caricatori, il danno inflitto, il rateo di fuoco, in combinazioni davvero interessanti e con grande influenza sull’efficacia delle armi. Da questo punto di vista, a modalità normale, questo capitolo è decisamente più facile di altri della serie, con erbe e munizioni sempre abbondanti, grazie anche all’introduzione del Genesis, un apparecchio capace di scansionare le zone visitate e di scoprire oggetti lì nascosti.
Poco felice appare la scelta di affiancare un compagno al nostro alter ego: la bassa intelligenza articiale e la quasi nulla efficacia delle sue bocche da fuoco, rendono la sua presenza inutile. E la pensano così anche i nemici, che puntalmente si scaglieranno contro il vostro alter ego superando incuranti il compagno, proprio come se non esistesse…
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UN RESTAURO A META’
Il fatto che Resident Evil Revelations sia una conversione da una console portatile si fa indubbiamente sentire. Un ottimo lavoro è stato fatto sui personaggi a schermo, davvero dettagliati e convincenti (peccato per una certa ripetitività di modelli dei nemici più comuni), e sugli ottimi filmati di gioco. Soltanto buona è invece la resa degli ambienti, con alcune texture poco definite, soprattutto in zone in cui sono presenti lunghi corridoi spogli. Sicuramente lodevole è il lavoro svolto sugli ambienti che compongono le cabine della Queen Zenobia, che ripropongono anche in HD la sensazione di angoscia che si respirava nella versione 3DS. Purtroppo sono piuttosto frequenti i caricamenti nel passaggio tra una zona e l’altra, con fastidiosi rallentamenti nei passaggi da un piano all’altro della nave.
Eccezionale è il comparto audio, come sempre nei Resident Evil, con effetti e colonna sonora che seguono adeguatamente l’azione e sottolineano il persistente pericolo. Ottimo anche il doppiaggio, completamente in italiano e con un tono coerente a seconda delle situazioni.
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TANTE OTTIME IDEE!
La campagna principale, fedele a quella della versione portatile, ha una durata di circa 9 ore. Una longevità davvero buona per il genere! Rispetto alla versione originale, gli sviluppatori hanno aggiunto una modalità denominata Inferno, che oltre ad aumentare il numero di nemici, modifica i luoghi della loro comparsa e la disposizione delle munizioni, non solo assicurando quindi un’esperienza di gioco più difficile, ma aumentandone anche la rigiocabilità.
E’ disponibile inoltre fin da subito la modalità Raid, cooperativa online strutturata a scenari dove è necessario vedersela con ondate di nemici, accumulando esperienza in un sistema di livelli davvero stimolante ed appagante. A differenza della solita modalità Mercenari, il giocatore ha un obiettivo specifico da raggiungere e non si tratta soltanto di sopravvivere fino allo scadere del timer. I punti guadagnati in modalità campagna potranno essere spesi per acquistare munizioni, armi e modifiche per i diversi personaggi giocabili.
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NE VALEVA DAVVERO LA PENA?
Solitamente i videogiochi percorrono un senso unico: da un capolavoro per le console casalinghe si decide di produrre seguiti, prequel e spin off sulle console portatili. E’ il caso di God of War, Metal Gear, Assassin’s Creed. Con Resident Evil Revelations, Capcom tenta invece la strada contraria e si lancia in una sfida che ha solo in parte vinto. Il titolo eredita inevitabilmente alcuni limiti tecnici del suo originale, pur vantando netti miglioramenti su alcuni elementi (personaggi e cut scene in primis). Riesce tuttavia a riproporre in HD un piccolo capolavoro mantenendone inalterata l’atmosfera e rifinendolo quanto basta per non sfigurare su un televisore. Non è certo sufficiente a spingere all’acquisto chi ha già giocato la versione 3DS (le aggiunte non sono particolarmente rilevanti), ma rappresenta sicuramente un Must per i fan e un ottimo titolo per chi cerca una trama avvincente, un gameplay solido a metà tra shooter e action e un’atmosfera cupa alla Resident Evil vecchio stile!
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