News 27 Ago 2013

Killer is Dead – La Recensione

killer is dead logo

Suda51 è un tipo strano, ormai lo sappiamo bene. Lui e il suo team non sono propriamente i più capaci sulla piazza quando si tratta di realizzare il proverbiale “pezzo da 90” in grado di mietere consensi universali, ma se c’è una cosa in cui sono bravi, quella è sicuramente prendere in contropiede i giocatori, travolgendoli con esperienze al limite della follia. Che poi il gameplay a volte faccia un po’ d’acqua, ormai ci siamo abituati. Dopo lo stravagante Lollipop Chainsaw, Grasshopper ritorna ad esplorare la vita di un killer a metà fra il visionario Killer7 e l’esuberante No More Heroes: Killer is Dead è un velocissimo action game in grado di mescolare belle donne, katane e braccia-cannoni cibernetici. Cosa desiderare di più?

Lo ameranno: gli appassionati dei titoli d’azione in terza persona, i fan delle opere targate Suda51
Lo odieranno: I giocatori poco avvezzi a uno stile estremamente orientale
È simile: No More Heroes, Lollipop Chainsaw

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killer is dead coverTitolo: Killer is Dead
Piattaforma: Xbox 360 / PS3
Sviluppatore: Grasshopper Manufacture
Publisher: Deep Silver
Giocatori: 1
Online: Classifiche Online 
Lingua : Italiano (Testi) / Inglese (Parlato)

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Storie di ordinaria follia

Una cosa che abbiamo sempre apprezzato di Suda51 è il suo modo particolare di narrare la storia all’interno dei suoi giochi, spesso caratterizzati dal largo uso di espedienti quali flashback, infrazione della quarta parete, scene animate non in CG, finali aperti e via discorrendo. Tutti elementi in grado di mettere a dura prova le capacità cognitive di più di un giocatore. Un gusto tutto unico che con i recenti Shadow of the Damned e Lollipop Chainsaw si era un po’ appianato ma che in passato ha reso unici i sopracitati Killer7 e No More Heroes, a oggi alcuni dei suoi migliori lavori.  Titoli ai quali Killer is Dead, oggi, mira pesantemente a rubare lo scettro del trono dei pazzi.

Come da tradizione Grasshopper, Killer is Dead si presenta al giocatore in tutto il suo ermetico fascino, impenetrabile sotto molti punti di vista ma carico di un carisma innegabile. Le vicende ruotano intorno al protagonista, Mondo Zappa (un nome, un programma) impegnato presso un’agenzia di esecuzioni capitali a giustiziare assassini in giro per il globo. Questo a grandi linee, perché se dopo una prima missione abbastanza regolare, impegnati a cercare la sorella cattiva e mutante di Alice nel Paese delle Meraviglie all’interno di una casa da incubo, le vicende ce la mettono tutta per farsi il più incomprensibili possibili. Chi è in realtà Mondo? Chi sono David e Moon River? Perché sono tutti fissati con la Luna? Quelle missioni in sogno che paiono allucinazioni sono vere? Ma soprattutto, perché i clienti al momento del pagamento riescono sempre trovare un modo per evadere i propri debiti? Tutte domande a cui il gioco forse prova a dare una risposta, o forse no, ma che nel frattempo riesce ad eludere con gran classe  e con soluzioni stilistiche davvero azzeccate. Per farsi un’idea, a oggi nessuno ancora conosce il perché dello scontro finale di No More Heroes o del perché delle personalità multiple in Killer7. Presi per buoni tali dogmi, comunque, Killer is Dead sarà sicuramente in grado di rapire i più anche solo per l’eleganza e lo stile con cui la storia viene portata avanti, una storia che, rispetto a quanto narrato in passato poggia le sue basi su un gameplay solido e ben strutturato, tale da poter essere apprezzato a tutto tondo e non esaltato come mero esercizio di stile.

Per quanto folle, la prima missione è forse la più comprensibile. Da li in poi una spirale discendente nella follia pura
Per quanto folle, la prima missione è forse la più comprensibile. Da li in poi una spirale discendente nel puro delirio

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Un lavoro come un altro

Un problema comune di molte delle precedenti produzioni Grasshopper era un gameplay che spesso e volentieri finiva per passare in secondo piano, sovrastato da svariati elementi di contorno decisamente interessanti ma poco incisivi ai fini del gioco vero e proprio. Anche qui una tendenza che col tempo è andata invertendosi, ma che solo in Killer is Dead pare aver trovato il giusto equilibrio, finalmente in egual misura bello da giocare e intrigante da vedere. La formula adottata è quella canonica dell’action game in terza persona, genere a cui Grasshopper pare particolarmente affezionata ma non in grado di sviluppare al meglio delle potenzialità. Per essere chiari, il nuovo DMC e il sempreverde Bayonetta continuano ad essere ancora parecchie spanne sopra in termini ludici puri e semplici, ma per lo meno rispetto a Lollipop Chainsaw e No More Heroes i passi avanti compiuti risultano essere parecchi e soprattutto ben riusciti. A rendere Killer is Dead un titolo divertente ci pensa innanzitutto il ritmo, spesso indiavolato, che scandisce i vari scontri fra veloci attacchi con la Katana (l’arma principale), colpi spezza-guardia con il braccio cibernetico, parate a impatto, eleganti schivate all’ultimo secondo, esecuzioni da istant kill e fuoco di copertura sempre a opera del multifunzionale braccio-mitragliatrice. Seconda nota di merito anche ai nemici, i cui ranghi più bassi risultano semplice carne da macello utili solo ad aumentare l’indicatore combo, ma che ne nelle versioni più avanzate scandiscono dei letali quanto spettacolari balletti di morte tra schivate e contrattacchi. Nulla che non si sia già visto altrove, sia chiaro, ma comunque sempre divertente, soprattutto se accompagnato al generale immaginifico Grasshopper.

killer is dead drillIl restante sono i classici elementi di contorno fatti da Boss Battle decisamente sopra le righe, upgrade da acquistare a suon di cristalli ottenuti dai nemici (che spaziano dalle classiche mosse aggiuntive e potenziamenti fino a più esotiche rigenerazioni della vita tramite tasto apposito) e soprattutto una vagonata di passatempi e missioni secondarie. Oltre al normale incedere della storia, infatti, Mondo è spesso chiamato ad arrotondare lo stipendio in giro per il globo attraverso il completamento di mini livelli che espandono o variano idee e situazioni precedentemente affrontate alla ricerca del miglior High Score. Poco incisive, anche se presentate in pompa magna durante le prime fasi di sviluppo, sono invece le fasi che potremo definire come “sim-dating” in cui troviamo un Mondo alle prese con qualche bellezza locale nel tentativo di sedurla per mettere le mani su qualche nuovo potenziamento. Un’idea intrigante solo sulla carta e che si trasforma presto in alcune azioni standardizzate da eseguire in successione (guarda la bella, distogli lo sguardo, guarda la bella, ripetere), simpatica variante prima di chiudere una sessione di gioco all’insegna del massacro indiscriminato. Che si tratti di ammazzare i cattivi, far colpo sulle belle o sedurre la bella Scarlett uccidendo i cattivi, Killer is Dead comunque è in grado di ammaliare e offrire parecchie ore di divertimento (circa 10 ore per la sola storia a modalità normale) e situazioni fuori dall’ordinario.

Gli occhiali a raggi X si rivelano un oggetto MOLTO importante qualora decideste di abbordare una delle belle presenti all'interno del gioco. Non per altro, almeno potereste sapere quali sono i suoi regali preferiti!
Gli occhiali a raggi X si rivelano un oggetto MOLTO importante qualora decideste di abbordare una delle belle presenti all’interno del gioco. Non per altro, almeno potereste sapere quali sono i suoi regali preferiti!

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Grasshopper Style

Per essere quello che molti azzarderebbero definire come un “gioco d’autore” Killer is Dead non è che si discosti più di tanto dalla massa dei giochi d’azione che recentemente hanno invaso il mercato. A renderlo unico tuttavia ci pensa il retaggio Grasshopper in grado di conferire al titolo una sua forte personale identità. D’altronde non capita tutti i giorni di fare discorsi esistenziali con una locomotiva pronta a schiantarsi su Mosca. Ciò però porta con sé anche tutta una serie di “ingenuità” tipiche delle produzioni di questo studio di sviluppo. Tanto per citare la più evidente, l’assenza di un tasto per il lock-on sui nemici si fa sentire pesantemente, e laddove altri sono riusciti ad arginare il problema con una telecamera dinamica facilmente gestibile (e parliamo sempre di DMC), Killer is Dead fallisce pesantemente con un’inquadratura virtuale perennemente incerta, da aggiustare continuamente e in grado di causare qualche magagna di troppo durante i combattimenti più esigenti. Meno disturbante, ma anche questo facilmente riscontrabile, soprattutto per i palati più fini, è la poca ispirazione dei livelli, abbastanza “ingessati” e spesso “fossilizzati” su idee ed elementi non propriamente al top, risultando spesso oltre che eccessivamente lineari, poco interattivi per disposizione degli elementi ed enigmi. Ciò è dovuto anche alla ben precisa scelta di non concedere a Mondo la possibilità di saltare, espediente che solitamente permette di espandere il level design e i combattimenti anche in verticale. Anche qui, insomma, nulla di nuovo sotto il sole, i dettami sono quelli classici tipici di No More Heroes e Lollipop Chainsaw.

killer is dead fight2La conferma più gradita, nonché la più palese, rimane comunque l’atteso ritorno alle soluzioni stilistiche viste e apprezzate in Killer7, la prima e vera propria “hit” (sicuramente non di vendite) di Suda51. Come suo fratello maggiore, Killer is Dead propone un cel-shading dall’incredibile impatto visivo, fatto di colori saturi, ombreggiature marcatissime ed effetti di luce psichedelici. Ogni personaggio, così come ogni nemico, appare identificabile sin da subito anche solo per la sua palette cromatica, andando a comporre, assieme scenario scenario, un’alternanza di immagini lisergiche che ai più potrebbe perfino dare fastidio. Un’incredibile cacofonia visiva che nel suo essere “brutta” riesce a trovare comunque una forte personalità e una sua particolare “bellezza”. Discorso analogo anche per quanto riguarda l’accompagnamento musicale, in grado di alternare motivi tipici della musica da sala e “lounge” ad altri più forsennati e sincopati tipici dell’acid jazz. Per rendervi conto, basti pensare all’antitesi dell’elegante abito nero di Mondo stile “Reservoir Dogs” dal quale spunta uno sgraziato e aberrante braccio cibernetico. Ma se siete arrivati fin qua ormai dovreste aver imparato ad apprezzare queste tipiche follie del visionario Suda.

E quando la barra si fa piena, ecco lo schermo virare al bianco e nero con il solo rosso sangue visibile. Inflazionao? sicuramente. D'impatto? Non di meno.
E quando la barra si fa piena, ecco lo schermo virare al bianco e nero con il solo rosso sangue visibile. Inflazionato? Sicuramente. D’impatto? Non di meno.

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Operation: Killer is Dead – In conclusione…

Dopo svariate produzioni non esattamente al top, Suda51 torna a calcare la scena con un titolo criptico ed enigmatico, dal sapore tipicamente folle come produzioni che lo hanno consacrato come il genio sregolato che tutti oggigiorno conosciamo (apprezziamo è un parolone). Killer is Dead, pur non essendo il top nel suo genere (oltre la Katana sarebbe stata gradita qualche arma extra, ad esempio), si presenta come un titolo appagante da giocare ed esuberante da guardare. Mondo e il suo universo convincono e le vicende riescono ad appassionare, anche se difficilmente riescono a farsi comprendere. Un gioco “Punk” con tanti difetti, alcuni anche piuttosto evidenti, ma che nonostante tutto può vantare un’intrinseca personalità difficilmente riscontrabili altrove nel panorama videoludico odierno.

E per tutti gli interessanti è disponibile anche con un piccolo sovraprezzo la Fan Edition comprensiva di contenuti extra niente male!
E per tutti gli interessanti è disponibile anche con un piccolo sovrapprezzo la Fan Edition comprensiva di contenuti extra niente male!

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Secondo Parere di Icilio “Kaltmond” Bellanima

redazione_img-icilioOk, Suda51 compare nella mia foto profilo. Lo reputo uno dei pochi visionari rimasti in circolazione, ed apprezzo la quasi totalità delle sue produzioni, nonostante sia innegabile che di limiti e difetti, nel suo vasto campionario ludico, ce ne siano un bel po’. Ma questa volta è diverso. Suda è cresciuto: ha sostituito la demenzialità con dell’acido sarcasmo, i colori sgargianti di Lollipop Chainsaw con intensi chiaro-scuri da impressionista, e ha reso la follia un qualcosa di normale e fruibile. Killer is Dead è un passo indietro rispetto ai soliti eccessi a cui siamo ormai abituati, è più “consono”, ludicamente parlando, ma anche più maturo, con la canonica (ed unica) spada in possesso del freddo protagonista, Mondo Zappa, l’altrettanto canonico braccio-mitra (non è di certo il primo), e offre commistione di hack’n’slash e un pizzico di TPS con poche combo, capriole ma niente salti, nulla di eclatante. I nemici sono caratterizzati come sempre in maniera splendida, sono agguerritissimi ed ognuno richiede una specifica sequenza di attacchi per morire, ma non sono molto vari.

Eppure ogni singolo scontro mi ha entusiasmato, con o senza i devastanti attacchi speciali/finisher che consumano sangue, mana-like alimentato da rose rosse, frenetici al punto giusto, e con contrattacchi che non richiedono lauree in ingegneria spaziale per essere attivati. Il preambolo non deve però far credere che il “Suda-touch” sia assente, anzi: la trama scorre egregiamente via a suon di personaggi ed avversari sopra le righe, location varie e confezionate a regola d’arte, ed extra talmente ben amalgamati da risultare imprescindibili, come sfide e fidanzate da corteggiare, non meri escamotage per allungare un brodo di per sé discretamente longevo, ma vere e proprie toccate e fuga verso peculiari gameplay e situazioni sapientemente posizionate lungo l’arco narrativo. Il tocco finale è un sistema di sviluppo scarno ma efficace, per espandere il proprio campionario di mosse e abilità passive grazie ai cristalli lunari, oppure il proprio inventario con regali per le amanti o eleganti abiti alternativi per il carismatico Mondo. Dal punto di vista tecnico, ho da segnalare solo del tearing lieve ma costante che affligge la versione PS3 da me testata. Killer is Dead è un perfetto sunto di gameplay asciutto, trama intrigante e art-design certosino, il tutto diluito nel calderone cerebrale di un Suda51 che sembra finalmente aver trovato il perfetto equilibrio tra serio e faceto, necessario alla definitiva consacrazione.

Come non innamorarsi?
Come non innamorarsi?

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