News 08 Set 2013

Total War: Rome II – La Recensione

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Amanti della strategia, della gestione di risorse, degli intrighi politici e dei sotterfugi più spietati, riunitevi: un nuovo capitolo della serie Total War sta per entrare prepotentemente nei vostri PC, armato di novità, potenza (tecnica) di fuoco ed un centinaio di civiltà da rispedire nei reconditi angoli di Wikipedia. Dopo il “remaster” di Shogun, tocca all’epoca dei gladiatori, di Cesare ed Augusto, della crudeltà e del vizio, tornare a splendere ad antica ed imperitura gloria, tra i bagliori delle lame e il fuoco delle DirectX 11. Il dado è tratto?

Lo ameranno: chi è pronto ad annichilire il suo tempo libero a suon di battaglie dal sapore antico
Lo odieranno: i nemici del beta-testing e gli starcraftiani
E’ simile a: un vortice di percentuali, sudore e lacrime; Civilization ma con molto più sangue

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total-war-rome-ii_PC_coverTitolo: Total War: Rome II
Piattaforma: PC
Sviluppatore: Creative Assembly
Publisher: SEGA
Giocatori: 1
Multiplayer: Fino ad 8 giocatori
Lingua: (Quasi) Completamente in Italiano

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Non mancheranno delle epiche cut-scenes...
Non mancheranno delle epiche cutscenes…

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Alea iacta est

Dopo averci ammaliato ancora una volta con le onorevoli lande del Sol Levante, Creative Assembly compie un salto mortale all’indietro di oltre un millennio, rifugiandosi nuovamente tra le calde sponde mediterranee, e le freddissime coste bagnate dal Mare del Nord. Katane, seppuku e draghi fanno posto a gladii, aquile e pranzi luculliani, sbornie e campagne leggendarie, ma nel caso in cui i “soliti” Figli della Lupa abbiano ormai saturato i vostri PC, ci saranno ben 9 fazioni tra cui scegliere (3 delle quali romane), con le quali incontrare un numero davvero mostruoso di civiltà (più di 100!) sulla vastissima mappa messa a nostra disposizione. Di trama vera e propria non vi è traccia, ma c’è in compenso un lungo prologo, che ci bagnerà la testa nelle acque delle quali è intrisa la causa di Roma, il quale fungerà da utile tutorial per le vecchie e le nuove meccaniche di gioco, numerose e complesse, coadiuvate, fortunatamente, da un’intuitiva interfaccia.

wallpaper_total_war_rome_2_02Nei panni del condottiero Gaio Fulvio Silano, verremo accompagnati per mano (ma tranquilli, ciò avverrà anche nel corso della campagna vera e propria) in alcune battaglie lungo tutta l’Italia centrale, per prendere confidenza con le novità ma anche un po’ per immergerci nell’oceano della storia, nel quale il team riesce a muoversi sempre con molta naturalezza. Prologo a parte, starà a noi scegliere con quale civiltà portar guerra (o pace) in tutta Europa, ma anche in zone di Asia e Africa, andando a riscrivere l’esito di battaglie, lasciando un’impronta sul territorio e stravolgere il corso eventi in base alle nostre decisioni, tattiche, scaltrezza, ma anche ingenuità. Alleanze, relazioni, dichiarazioni di guerra sconsiderate plasmeranno i confini dei regni, e permetteranno anche alle comparse minori di Europa e Medio-Oriente di diventare leggendari imperi, andando a rendere la nostra sfida di abili strateghi sempre più appagante (come vincere la Champions League con l’Aston Villa in un qualsiasi videogioco di calcio degli anni ’90, insomma, ndr).

Altra notte, altra cena all'inferno.
Altra notte, altra cena all’inferno.

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Si Vis Pacem, Para Bellum

Creative Assembly ci riporta a cavallo dell’Anno 0 (circa tre secoli prima), periodo che segnò la nascita di gloriosi imperi del futuro, e la caduta di potenti popolazioni del passato. La peculiarità della serie rimane prepotentemente: ok, sono state le battaglie a lasciare un segno indelebile nella storia di un popolo, in positivo e in negativo, ma Roma non fu costruita in un giorno, né da un solo individuo. Ci vollero secoli di delicati rapporti diplomatici e commerciali, di intrighi sapientemente architettati da donne e uomini senza scrupoli, dure scelte sociali da sedare con panem et circenses, dadi da trarre, Rubiconi da solcare e brutali giochi per i quali esultare. Eccoci quindi lo scettro, sotto duplice forma; in primis, le battaglie: il lato puramente RTS del titolo, da sempre croce e delizia, vi faranno dannare in più di un’occasione, ma decisamente meno che in passato. Non solo perché potrete nuovamente “skipparle”, affidandovi a calcoli automatici (che quasi sempre vi sfavoriranno, sappiatelo), ma anche perché sono decisamente più snelle e fruibili di prima, completabili in pochi minuti e più spettacolari, vuoi per i progressi del comparto video, vuoi per la modalità cinematografica che proporrà un punto di vista ancor più ravvicinato ed intenso, per non farci perdere neanche un secondo del sudore e delle lacrime profuso dai nostri condottieri.

total-war-rome-ii-prevendite-da-record-6-volt-L-c4Eq7bDopo aver deciso lo schieramento iniziale, potremo nuovamente mettere in pausa e pianificare ogni attacco, aumentare la velocità, e sfruttare le utile abilità dei generali (la cui disfatta annichilirà lo zelo sia delle nostre truppe che di quelle nemiche) e delle singole unità, dalla possibilità di scendere da cavallo fino a scoccare frecce infuocate. Complesse formazioni a portata di un solo click, macchine da assedio per portare morte e distruzione all’interno dei confini cittadini e la sempiterna (e a tratti sconfortante) I.A. ballerina sono ancora lì, ma sarà certamente il nuovo peso specifico del mondo nautico a lasciare di stucco i fan di vecchia data. In passato, i duelli marittimi erano totalmente lasciati al caso, e gestire una flotta era decisamente macchinoso. In questo nuovo capitolo invece basterà spostare la propria truppa sul mare per vederla “trasformare” in una potente nave e portar guerra in ogni dove, sia in qualità di rinforzi (vedendoli sbarcare in tempo reale mentre difenderemo le nostre mura) o direttamente in scontri in mare aperto, tra speronamenti, abbordaggi e scambi di frecce. Per quanto gradita come novità, l’ho trovata ancora un po’ confusionaria come implementazione, in quanto davvero poco è affidato all’abilità del giocatore, rimettendo tutto nelle mani di superiorità numerica e progresso tecnologico delle “bestie marine”.

700px-PaintedOnesAltra novità la noterete alla fine delle battaglie stesse: dopo aver deciso la sorte dei nemici catturati o dell’insediamento conquistato (saccheggio, schiavitù e quant’altro), generali, truppe ed agenti potranno, in un certo senso, salire di livello, acquisendo elementi come tratti (ad esempio l’ambizione, che potrebbe portare a ribellioni e dichiarazioni d’indipendenza poco gradite), aiutanti, miglioramenti di vario tipo e le tradizioni, quest’ultime riferite alle truppe, le quali godranno di vita propria (oltre che di nome ed emblema) grazie ad alcune “attitudini” conquistate in battaglia e selezionate dal giocatore stesso. Riguardo le succitate truppe, è stata di molto limitata la libertà: non potremo più gestirle a nostro piacimento, ma verranno tutte condotte da un generale, il quale andrà arruolato negli insediamenti (per un numero massimo che dipende dalle province conquistate) e al quale potremo associare orde di soldati. Se, da una parte, sarà un po’ più faticoso organizzarci con le invasioni, in quanto non avremo molti comandanti a disposizione (si parte con 3), dall’altra il team ha brillantemente evitato una qualsivoglia frustrazione con le guarnigioni, legate ad alcune tipologie di edificio, le quali offriranno difesa nel caso in cui non ci sia nessuno nei paraggi. Nel vecchio Rome bastava allontanarsi un secondo per ritrovarsi ribelli in ogni dove o nemici che occupavano le città senza neanche combattere, mentre ora ci si sentirà decisamente più sicuri e “coperti”.

Total-War-Rome-II-2Ma il nome “Total War” lascia intendere che c’è ben altro oltre alle mere battaglie, e tranquilli, anche in questo caso non rimarrete delusi. La peculiarità della serie, la maniacale gestione di ogni aspetto di una fazione, è ancora qui, ancor più precisa e a tratti asfissiate, esagerata in alcuni elementi che poco impatto avranno sull’esito della nostra campagna (come la scelta di introdurre cibi o usanze “esterne” nei propri insediamenti, o il decretare un matrimonio). Ciò che va assolutamente menzionata e premiata è comunque la meticolosità con la quale il team è riuscito a realizzare ogni cultura giocabile, con costruzioni, tecnologie (power-up extra e “gratuiti”, i quali richiederanno solo turni di attesa) ed abilità specifiche ed uniche, come le numerose tipologie di templi presenti in base ai culti, o il comportamento da “deus-ex-machina” di entità come il Senato per Roma, o i capi tribù delle popolazioni germaniche, i quali ci affideranno missioni per guadagnare autorità e denaro.  Tutto, del resto, ruoterà intorno a questi due elementi: il primo determinerà la nostra influenza, culturale e non, sui territori invasi o sui rapporti con le altre fazioni, mentre gli introiti, provenienti da tasse, saccheggi o accordi commerciali, saranno fondamentali per l’arruolamento e per l’espansione territoriale, ora meno burocratica e noiosa che in passato.

Un po’ come quanto accaduto con SimCity, anche in Rome II non potremo più gestire le singole città, ma ogni decisione verrà compiuta a livello provinciale: ciò significa che non dovremo stare dietro ad ogni insediamento, e che gruppi di città condivideranno editti, ma anche edifici e relativi bonus, lasciandovi quindi la possibilità di creare potenti truppe un po’ ovunque e non solo dove avrete investito la maggior quantità di denaro. Tanti altri elementi verranno invece affidati all’IA, con risultati davvero altalenanti: al tallone d’Achille della serie sono infatti affidate le azioni delle altre civiltà presenti sulla vasta mappa, davvero casuali e spesso scriteriate (molti reload vi salveranno da situazioni spinose, snaturando però l’atmosfera), così come la Diplomazia (comoda interfaccia per gestire i rapporti “esteri”) oppure l’esito delle missioni di agenti decisamente più appiattiti che in passato, costretti come sarete ad affidarvi a percentuali di realizzazione che cozzeranno con la realtà dei fatti. Tutto risolvibile con alcune patch, sia chiaro, ma l’appagamento che trarrete dalle lunghissime sessioni di gioco è spesso a rischio frustrazione.

Prima di dar battaglia a qualsiasi cosa si muova sulla mappa, meditate.
Prima di dar battaglia a qualsiasi cosa si muova sulla mappa, meditate.

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Cartoline dallo Stige

Graficamente il titolo è più maestoso ed epico che mai: a partire dalla rivisitata UI, più fruibile e piacevole alla vista che in passato, saranno le animazioni di ogni singola unità a sorprendervi. Zoomando, o tramite una visuale dai toni cinematografici inserita in questo capitolo, avrete davanti a voi un tripudio di esultanze, disperazione, furore bellico e terrore, oltre a truppe caratterizzate in maniera certosina, ricche di dettagli convincenti. Soldati sconvolti e speronati fuggiranno dalla nave come pulcini impauriti, gettandosi senza alcun ritegno in mare, o cavalieri annichiliti che andranno al galoppo in direzione opposta rispetto ai vostri avversari in maniera estremamente realistica , il tutto con una cura grafica di primissimo livello, a patto di centrare (o superare) i requisiti consigliati. I PC non molto performanti comunque faranno girare egregiamente il titolo (sacrificando textures e un pizzico di fluidità, soprattutto durante le battaglie), concedendo chicche come le onde, splendidamente realizzate, o la vegetazione della mappa generale, anch’essa maniacalmente realizzata, tra colline, foreste, fiumi e sentieri. Grande attenzione anche alle location dei singoli scontri, non più casuali, ma coerenti in base al luogo: il bosco o le coste ad est sulla mappa del mondo, appariranno anche durante la schermaglia.

rfewft_1358545435Le musiche sono splendide, davvero incalzanti quelle belliche, mentre rilassate ed atmosferiche quelle relative all’aspetto puramente gestionale del titolo; convincenti gli effetti sonori di urla, lance e spade. Ottimo il doppiaggio in italiano dei “consiglieri”, mentre è davvero assurdo che la localizzazione sia stata troncata di netto per quanto concerne il parlato di truppe e agenti, i quali mostreranno la loro fedeltà alla patria…in un perfetto inglese. Da segnalare inoltre alcuni problemi con la traduzione testuale, con singoli termini non tradotti in alcune schermate.

Salvo qualche scattosità e caricamento di troppo (in particolare tra un turno e l’altro), il comparto tecnico/artistico mi ha piacevolmente colpito, tranne, ad essere pignoli, le figure stilizzate attribuite alle singole truppe sulla U.I., che in più di una battaglia mi hanno fatto confondere, portandomi a cliccare sulla fanteria piuttosto che sugli arcieri e viceversa, facendomi perdere secondi preziosissimi.

La cavalleria è stata decisamente più equilibrata, rispetto al potere devastante del passato
La cavalleria è stata decisamente più equilibrata, rispetto al potere devastante del passato

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La guerra più totale!

Soliti problemini dell’IA a parte, sarà davvero dura staccarvi dal PC una volta fatto partire il gioco. Ogni piccola azione vi porterà anche decine di minuti di riflessione, di studio delle eventuali ripercussioni e di sperimentazioni a suon di salvataggi e caricamenti rapidi, e quel “Fine Turno” vi seguirà come un mantra fino alle più tarde ore della notte. Ogni singola campagna, che potrà essere giocata a proprio piacimento e con i propri ritmi, seppur scandita da obiettivi pantagruelici (come il conquistare più di cento insediamenti, la quasi totalità della mappa), avrà una durata pazzesca, in grado di tenervi incollati per ore, giorni, mesi e forse anni, nel tentativo di spolpare ogni civiltà, costruzione, tecnologia e relativi bonus a disposizione. Tra un mese di playthrough e l’altro, troverete al loro posto anche le Battaglie storiche, eventi scriptati e fedelmente riproposti che metteranno davvero a dura prova il vostro talento bellico, con tanto di cutscenes, handicap ambientali e sorprese varie, così come quelle personalizzate, mentre al comparto multiplayer sono affidate sia delle singole schermaglie che l’intera campagna, in modalità cooperativa oppure competitiva. Online oppure offline, insomma, ne avrete per un bel po’ di inverni.

Con qualche ritocco, le battaglie navali potrebbero diventare un piacevole standard all'interno della serie
Con qualche ritocco, le battaglie navali potrebbero diventare un piacevole standard all’interno della serie

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In conclusione…

Il sole torna a splendere sulle insegne di Creative Assembly: il sequel del capitolo ambientato in uno dei periodi più turbolenti ed intriganti della storia viene proposto con un comparto grafico di primo livello (seppur minato dagli immancabili bug che accompagnano ogni release), un gameplay arricchito da poche ma miratissime novità, in grado di renderlo più asciutto ed efficace (nonostante molti elementi gestionali finiscano col lasciare il tempo che trovano) ed una fedeltà come sempre maniacale. Il team inglese offre ancora una volta un lavoro certosino e curato fino allo sfinimento, dal punto di vista dell’accuratezza storica e del gran numero di fattori affidati al giocatore, coadiuvato in tutto e per tutto da un’I.A. mascherata da Fato e con numerose falle al seguito, le quali, per quanto inficianti in alcune occasioni, non riescono ad intaccare l’inevitabile magnetismo ed appagamento offerto dalle mastodontiche campagne a disposizione, che vi porteranno via un numero pazzesco di ore assolutamente noia-free. Il comparto online un po’ fine a se stesso e le poche (ma buone) Battaglie Storiche vanno ad arricchire il pacchetto, già di per sé validissimo e pregiato, grazie al quale potrete ancora una volta impugnare la penna della Storia, per riscriverla a vostro piacimento.

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