L’attesa è finita. Cinque lunghi anni, come quel numero romano nel logo, che sin dai primi minuti dell’annuncio mandò in visibilio milioni di giocatori in tutto il mondo. Qualcuno ha preso dei giorni di ferie, altri han richiesto direttamente la malattia, tanto non usciranno comunque di casa. Non accadeva da Skyrim: né che il mondo si fermasse per giocarlo, né che un titolo riuscisse a catalizzare così prepotentemente l’attenzione, tanto quella della stampa specializzata, in silenzio reverenziale, quanto quella della generalista, sempre pronta a puntare il dito contro un concentrato di pop-culture così strafottente e “pericoloso”, troppo impegnata a redarguirlo per coglierne le sfumature, le colte citazioni, la critica vestita da pugno in pieno stomaco, il grasso stomaco d’America, ricolmo di anti-depressivi, cibo avariato e sogni ormai divenuti incubi. Dopo averlo giocato ucciderete, oh, se ucciderete….il vostro tempo libero.
Lo ameranno: gli amanti dei free-roaming, della grafica spacca-mascella, della devastazione fine a se stessa
Lo odieranno: i bigotti, i perbenisti, i giornalisti della stampa generalizzata, chi non coglie tutte le battute dei Simpsons
È simile a: GTA: San Andreas mescolato ad American Psycho e a Breaking Bad, Saints Row, Sleeping Dogs
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Titolo: Grand Theft Auto V
Piattaforma: Xbox 360 / PS3
Sviluppatore: Rockstar North
Publisher: Rockstar Games
Giocatori: 1
Online: Dal 1° ottobre
Lingua : Inglese (Parlato) – Italiano (Testi)
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The Power of Three
Sarò sincero: il carismatico Niko Bellic del precedente atto, vuoi per il suo stile di vita “su binari”, vuoi per le attività legate al suo rango, non offriva chissà quale spunto di varietà. Portare a termine la sua (comunque) gloriosa epopea fu una marcia dal passo cadenzato e pesante, salvata da qualche colpo di scena e dal solito aftermath scatenabile. I ragazzi di Rockstar non sono però degli sprovveduti, e non sono di nuovo caduti nella trappola: senza perdere un filo di ambizione, condimento vincente di ogni loro produzione, il team spezza il patto con le classiche narrazioni e ci presenta sul piatto non uno, né due, ma ben tre protagonisti, tre stelle di una costellazione fatta di molti alti e qualche basso, complice le loro opposte personalità.
C’è Franklin, il thug del ghetto, il “wannabe-CJ“, desideroso di conquistare il quartiere senza il timore di sporcarsi le mani, e forse il più anonimo dei tre, a mio parere, spesso un po’ troppo accondiscendente nei confronti di Michael, il “capoccia“, che si barcamena tra bene e male, divorato com’è da una crisi di mezza età, dalla sua famiglia di viziati (il figlio sociopatico, la figlia “starlette” e una moglie troppo…espansiva), e da un esercito di scheletri nell’armadio guidati da Otto von Bismarck in persona. E infine Trevor, il mio preferito: di folli, in tutta la serie, ne abbiamo visti molti…moltissimi…ma lui li batte tutti. Il suo tatuaggio sul collo è sufficiente per comprendere il suo disordinato stile di vita, la sua misantropia auto-difensiva, i suoi disturbi socio-psico-sessuali, elementi che, con il suo arrivo in stile fulmine a ciel sereno, lo portano inevitabilmente a distruggere e stravolgere gli equilibri del trio, ma non solo.
La loro Odissea potrà essere vissuta attraverso gli occhi di ognuno dei tre, con la semplice pressione di un tasto, ma non vi aspettate chissà quale libertà: per quanto sia sorprendente vestire all’improvviso i panni di Michael intento a bere un drink o a discutere con Amanda, sua moglie, in maniera totalmente casuale, molti di questi eventi sono più che calcolati, donando però al tutto una naturalità piacevole. Nel corso delle missioni a quattro o sei mani il cambio sarà a discrezione del team e non vostro, con punti di vista differenti che frenano qualsiasi velleità di libertà, ma il tutto è talmente fluido da passare in secondo piano. Come se non bastasse, gli splendidi scambi di battute tra i nostri eroi, gli squinternati, o i semplici cittadini, donano al titolo quella massiccia dose di irriverenza che riesce ancora una volta a sorprendere, in positivo e in negativo, a scioccare, a rendere nuovamente la narrazione di un Grand Theft Auto un prodotto “per adulti” di altissimo livello, dai contenuti pesanti e scottanti, ma sempre in grado di suscitare una forte emozione, sia essa una risata, una scarica di adrenalina o un urlo di meraviglia.
Non mancherà ovviamente l’eterna critica agli Stati Uniti, trait d’union con l’intera serie (che verrà citata e tributata in più di un’occasione!), sempre più becera, ignorante, incarnata dall’anima dei tre protagonisti: il bullo in cerca di big money (F.), il riccone depresso e nostalgico dal losco passato (M.) e il redneck (T.) che passa il tempo sparando ai coyote che si ritrova sistematicamente in giardino o prendendo in giro i suoi amici “complottari”, più interessati ai rettiliani o alle scie chimiche che a farsi un buon bagno.
Stilemi classici targati Rockstar che, uniti alla “trinità malvagia” che potremo comandare, ci offriranno, com’era lecito attendersi, uno dei mix più esplosivi dell’ultima decade.
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BOOM, BABY!
Le novità non si fermano al trittico, pur essendo comunque strettamente legate a questa nuova struttura. Oltre ad avere forti personalità discordanti (e veicoli unici), i nostri eroi godranno di peculiari abilità e attitudini: per evitare di appiattire l’esperienza e di offrire solo tre character-skin differenti, il team ha introdotto un lieve quanto inedito (seppur già avuta qualche avvisaglia addirittura in San Andreas) sistema di crescita dei personaggi, che ci permetterà di migliorare (anche se non in maniera così evidente, tranne casi in cui ci serviranno per svolgere determinate missioni) valori come la resistenza (e poter correre di più), la mira (sparando come se non ci fosse un domani) o la guida (correndo “pedal to the metal“) e di sfruttare per alcuni secondi dei fantascientifici poteri, forse una delle influenze più esterne ed aliene mai viste nella serie, che snaturano lievemente, in favore però di sano divertimento, la pedissequa verosimiglianza da sempre ambita in ogni GTA.
Tutte e tre le “magiche abilità”, comunque, saranno improntate sullo slow-motion: Franklin rallenterà il tempo per poter controllare meglio le auto, Michael ricorderà prepotentemente il buon Max Payne con le sue sparatorie ai limiti dell’hard-boiled, mentre Trevor, complice il suo temperamento, andrà in modalità Berserker, sentendo meno dolore e causando danni ancor più ingenti. Non vi aspettate però risposte multiple e donzelle da salvare nei castelli: per quanto alcune scelte porteranno a dialoghi alternativi (accrescendo la verosimiglianza di cui sopra), sarà solo il modus operandi a cambiare, in particolare nelle rapine, una delle novità più eclatanti e, a mio parere, gradite.
Decisamente differenti dalle solite missioni “toccata e fuga“, dovremo effettuare sopralluoghi in lungo e in largo delle location da colpire, studiare il piano nei minimi dettagli (escogitato da Lester, amico di vecchia data di Michael) e compiere decisioni di non poco conto: in primis, l’approccio, se violento o più ragionato, e compiere missioni relative per il reperimento di armi, oppure di utili travestimenti e diversivi, ma starà a noi decidere anche chi portarci. Potremo scegliere tra vari individui proposti dal nostro compare, oppure affidarci a quelli conosciuti nel corso della nostra epopea, ognuno dei quali avrà una particolare abilità (legata al guidare o all’hacking di computer) e una percentuale di divisione della torta: Franklin non mancherà di giudicare la nostra avidità per esserci affidati ad un debole scagnozzo dalle richieste pecuniarie contenute, ma se tutto andrà liscio, aumenteremo l’esperienza del team e ci gusteremo al contempo un gran bel malloppo, da investire in borsa (con un vero e proprio sistema di vendita e acquisto di azioni!), o in edifici dai quali ricavare denaro e missioni, le quale saranno davvero numerosissime.
Oltre a quelle di stampo commerciale e quelle principali, ci saranno i “Folli“, (di nome e di fatto), ad affidarci dei compiti davvero atipici e fuori dal comune (anche se qualche quest sa di già visto), contrassegnati da un “?” sulla mappa (che ora ha le sembianze di un vero e proprio navigatore), ma a fare la differenza troverete tonnellate di quest casuali, da una chiamata improvvisa di un amico (sull’utilissimo telefono, col quale potremo farci degli autoscatti o controllare la posta) ad un borseggio da sventare, con la possibilità di tenerci il maltolto e guadagnare subito, o comportarsi civilmente e ottenere frutti del karma davvero inaspettati in seguito. Per impinguare il nostro conto in banca, o semplicemente tenerci impegnati, ci saranno poi il traffico di armi, la scuola di volo, o il poligono di tiro, per affinare le nostre abilità…ma GTA è pur sempre GTA, e basta strappar via le redini per gustarne la vera anima.
Fare un giro al molo, rubare la prima bicicletta incustodita (sì, sono tornate più scattanti che mai!) e lasciarsi avvolgere dal fetore di salsedine e scarichi illegali, darsi al jogging sulla spiaggia (magari provando il triathlon), oppure abbandonare le restrizioni imposte dagli abiti con un bel tuffo in mare, non più velenoso e letale come in passato, ma ora teatro di tesori subacquei da ammirare come pesci o coralli. Con la moto d’acqua fregata al riccone di turno potremo circumnavigare l’enorme isola di San Andreas, salutare le coste di Los Santos e raggiungere Blaine County, da esplorare rigorosamente in moto o in quad, per via delle sue montagne, boschi e deserti pullulanti di coyote. Tra vecchiardi sul caddy e bifolchi muniti di mega-jeep, potremo andare a dar fastidio ai motociclisti sfruttando il silenzio e le abilità furtive dei personaggi, accoppandone uno ad uno col favore della notte.
Qualcosa va storto, ed ecco arrivare gli sbirri, come da copione: nessuno però avrebbe potuto prevedere l’arrivo di piedipiatti così caparbi ed efficaci, i quali vi staneranno con ogni mezzo a disposizione, ma almeno questa volta, sarà la loro vista, e non i loro “magici radar” a scovarvi, e basterà rifugiarsi sotto un ponte per far calmare le acque…oppure in quel bell’hangar, nel quale trovare un biplano e sorvolare le splendide montagne e i laghi, fino ai palazzoni di L.S., sui quali gettarsi col paracadute. Le sparatorie, più precise ed avvincenti che mai, faranno certamente da contorno, ma in tutto questo ben di Tony Montana c’è persino spazio per colpi di classe come quello di offrire uno dei migliori sistemi di guida mai visti.
E poi ci sono il tennis e il golf, tanto per confermare ulteriormente la situazione di trovarci al cospetto di un vero e proprio decalogo di titoli, raccolti in un unico, perfetto e mostruosamente divertente sunto, un crocevia tra tutte le produzioni targate Rockstar Games di questa generazione (third person shooter alla Max Payne 3, racing alla Midnight Club, wastelands a perdita d’occhio da esplorare come in Red Dead Redemption, profondità alla L.A. Noire e massacri fini a sé stessi risalenti al precedente capitolo). È impossibile elencare tutto ciò che sarà possibile fare in Grand Theft Auto: sappiate solo che, al contrario del passato, la varietà delle missioni è stellare, e il pedale dell’irriverenza è stato premuto da Rockstar come mai prima d’ora.
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Downtown Los Santos
Il pedale premuto al massimo non riguarda però unicamente i dialoghi dissacranti, o le truculente gesta dei nostri eroi. GTA V è un ponte: è un ultimo grido di battaglia dalle console old-gen in rotta, il canto di un cigno che lotta ancora con le unghie e con i denti per non farsi sopraffare dalle giovani e rigogliose macchine che, da Novembre, invaderanno mezzo pianeta. È senza dubbio quanto di meglio abbiate visto finora sulle vostre Xbox 360 e PS3, e ancor più sorprendentemente, sarete voi a dover cercare i bug, e non viceversa. La perfezione non è stata centrata, ma difficilmente troverete un qualche titolo che l’abbia sfiorata così prepotentemente.
Partiamo con la città, protagonista numero 4, Los Santos: l’entità videoludica più vicina alla grandiosa Los Angeles dopo quella di Midnight Club, della quale la versione al nostro cospetto ne è un’evoluzione pompatissima e ancor più gloriosa. Non troverete “tutto”, ma moli vari, Vespucci Beach (clone della Venice Beach vista nei telefilm) o la simil-Rodeo Drive, con le case dei ricconi vicino l’iconica scritta Vinewood (ancora lei!) che sovrastano i quartieri poveri e malfamati, meno presenti rispetto alla realtà (posso assicurarvelo, ndK) ma non per questo meno desolanti. In piena tradizione Rockstar, il mondo di gioco è curato fino allo sfinimento, con palazzi maestosi, popolazione variegata e vividissima, negozi che scimmiottano quelli del mondo reale (con marchi già noti ai fan di vecchia data), e la casualità di comportamenti, eventi, ma anche missioni, che rende il tutto ancor più verosimile e convincente.
La pulsante Liberty City del quarto capitolo stupì un po’ tutti, un lustro fa, ma peccava di varietà, mentre qui, oltre all’ipocritamente scintillante zona urbana, avremo un vero e proprio continente a disposizione, fatto di fiumi, mari, montagne e foreste, tutti da esplorare in lungo in largo con il nostro mezzo preferito, sia esso a quattro ruote, a due ruote o due ali. I deserti pieni di roulotte di schizoidi e redneck, le fattorie circondate da paesaggi bucolici e rasserenanti, rumorosamente accompagnate dal rombo dei trattori (altro che Farming Simulator!), gli specchi d’acqua, davvero pazzeschi, che accoglieranno prontamente il riflesso del vostro aeroplano, tutti da ammirare, magari nel bel mezzo di un temporale scoppiato in maniera naturale, il quale andrà ad influire sulle strade e sulle piste sterrate con pozzanghere grazie al mostruoso lavoro svolto in fase di sviluppo, basato sullo spingere oltre ogni limite umano il già buonissimo engine Euphoria.
Dalle animazioni dei personaggi, prive finalmente di quell’effetto rag-doll esilarante ma fastidioso, e anch’esse curatissime, dai salti, alla ricarica delle armi, passando per il semplice rimettersi in piedi dopo una caduta, fino alla pazzesca fisica dei veicoli, in grado di far impallidire Polyphony Digital o Turn 10. I veicoli infatti, saranno talmente precisi da risultare inguidabili nei primi momenti, spingendovi a far pratica fin da subito (e cercare di migliorare, senza troppo stravolgimenti a conti fatti, l’abilità relativa alla guida), ma sarà la loro reazione ai cambiamenti di terreno o condizioni, sia climatiche, che del mezzo stesso, a stupirvi: sterzate incontrollabili per via della pioggia, sospensioni devastate da salti e buche, o automobili che finalmente non prenderanno fuoco dopo qualche colpo, ma semplicemente non si accenderanno più, non sterzeranno a dovere, correranno sbilenche o rallenteranno la vostra passeggiata al volante, il tutto in maniera davvero convincente e sorprendentemente reale.
Splendido comunque l’impatto grafico generale, davvero sorprendente anche sulla versione Xbox 360 testata, e salvo qualche texture non proprio pulita e lievi cali di frame-rate, la maggiore sorpresa sarà proprio la fluidità generale. Memori del quarto capitolo, devastato da bug per un bel po’ di tempo (in particolare la versione PS3), il periodo di lavorazione extra è stato impiegato da Rockstar per rifinire il tutto in maniera certosina, e se pensate che i bug o i glitch grafici li conterete sulle dita della mano, senza alcuna patch al day-one, il ritrovarsi una mappa così vasta e ricca di elementi, eppur così “pulita” tecnicamente, non può non farci lodare il lavoro svolto dal team, che ha imparato dai suoi stessi e gravi errori, non trattando i giocatori come beta-tester.Ottima come al solito anche la caratterizzazione di veicoli e personaggi, sia gli NPC che quelli principali, i quali avranno comportamenti e movimenti differenti e ben distinti, a braccetto con la loro attitudine, tant’è che nel corso di alcuni frangenti li vedrete persino cambiare autonomamente cambiare stazione radio, come Trevor, che si fionderà sulla prima stazione punk a disposizione.
A tal proposito, i brani sputati fuori dagli stereo sono forse i più deboli ascoltati finora: difficilmente troverete la perla nascosta che tanto vi aveva catalizzato in San Andreas o nel IV, trattandosi spesso (ma non sempre, assolutamente) di pezzi minori di grandi band già sentite nel corso della serie, e i classici si limiteranno a pezzi pop ultra-commerciali ed abusati, ma che fa sempre piacere ascoltare. Buonissimi invece i brani originali, meno ficcanti del passato, ma piacevoli da ascoltare, ai limiti della psichedelia, mentre sparatorie, rombi e chiacchiere fanno il paio con il divino parlato originale, che alterna sapientemente slang, inglese contaminato dalle varie provenienze di alcuni dei personaggi coinvolti e forme dialettali del profondo sud, carico di battute taglienti e giochi di parole (ben riportati, tra l’altro, dall’ottima traduzione italiana).
Rockstar si scrolla di dosso lo scheletro nell’armadio del precedente atto, rilasciando un prodotto quasi perfetto anche dal punto di vista tecnico, con una grafica che ha davvero il sapore della next-gen.
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Mass-Murder
Il comparto Online, lo sanno anche i muri, verrà rilasciato in forma di DLC gratuito dal 1° ottobre, complice, forse, la volontà di offrire un prodotto perfetto e server performanti. Le premesse sono pazzesche…ma dedicheremo un articolo apposito, per quello che a conti fatti si tratta di un “gioco nel gioco” e che prometterà di allungare all’infinito le già titaniche ore di permanenza che passerete a Los Santos. Dopo 10, 15 ore di gioco sentirete di aver scalfito solo la superficie, sotto la quale giacciono centinaia di missioni, luoghi da esplorare in lungo e in largo e segreti da scovare, ma il più delle volte passerete il vostro tempo a viaggiare, a bordo di uno dei tantissimi veicoli presenti, a godervi lo splendido panorama, o a sorvolare gli squallidi borghi di L.S., con la speranza di raggiungere quanto prima una bella montagna dalla quale dar sfogo alle vostre velleità di cecchino.
Oltre a ciò che accadrà in-game, ci sono anche alcune features legate ad elementi esterni o alla rete, come il mercato azionario online, influenzato dal comportamento dei giocatori connessi (più armi si comprano, più le azioni di Ammu-Nation saliranno, ad esempio), oppure l’App per iOs (e a breve Android) che vi permetterà di interagire con la vostra partita e soprattutto con Chop, il cane di Franklin, fedele amico che tornerà utile per scovare un certo tipo di collezionabili, e che via iPhone/iPad andrà curato e coccolato come un Tamagochi, offrendo anche dei mini-giochi spensierati ed esilaranti.
Insomma, in attesa del bestiale GTA Online, non temete: la sua nemesi single-player vi terrà impegnati per i prossimi mesi a venire.
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In conclusione…
Tutti lo attendevano, ma il successo di Rockstar non era così scontato. L’adagiarsi sugli allori è una minaccia costante nell’industry videoludica, così assetata di novità, di dead-line inumane e dimenticatoi spaziosi come hangar, ma non per Rockstar North (e consociate), un folto gruppo di scalmanati che ancora una volta, tra genio e follia, tirano fuori un capolavoro, IL capolavoro, l’opera in grado di chiudere il capitolo “Xbox 360/PS3 Generation” senza alcun rimpianto, con un ghigno degno del Jack Nicholson più in forma. Il terrore di trovarsi al cospetto di un noioso bug-fest è stato sventato dall’intrigante narrazione multipla, come sempre sopra le righe e portata avanti da tre personaggi carismatici (chi più, chi meno) in grado di rapire sin da subito il giocatore, assetato di conoscere ciò che il destino ha in serbo per loro, e da un comparto tecnico sopraffino, splendido da vedere e senza i fastidiosi problemi visti in passato.
Le numerosissime missioni che scandiranno le vostre gesta sono quasi sempre varie ed estremamente divertenti, le rapine daranno un insolito sapore tattico al tutto, e il sistema di guida, oltre alle numerose attività presenti, vi farà credere di aver acquistato non uno, ma due, cinque, dieci giochi insieme. Il Bollino Top di GameSoul se lo merita, nonostante la squadra vincente che non viene cambiata, le poche ma miratissime novità e la temporanea assenza di un comparto online, il quale però promette di stravolgere il concetto di multiplayer “as we know it“.
In attesa di sapere come sarà GTA Online, vi basti sapere che Grand Theft Auto V potrebbe mettere persino in secondo piano le console next-gen, annichilendo il vostro tempo libero, la vostra vita sociale, la vostra visione dell’America e del mondo intero.
Avevate forse dubbi?
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Nel caso in cui ve lo foste perso, ecco a voi il nostro Cinematic Unboxing dell’introvabile Collector’s Edition del gioco!
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