Uno dei giochi su cui Microsoft punta maggiormente per il lancio dell’Xbox One è sicuramente l’esclusiva di Crytek, Ryse: Son of Rome. Forte del CryEngine 3, il titolo può vantare una grafica degna di nota, mentre l’ambientazione storica ci permette di vedere il suddetto motore grafico alle prese con ambientazioni che non siano città futuristiche devastate da alieni. Alla GamesWeek abbiamo provato la demo presentata da Microsoft e l’impressione è stata positiva, per quel poco che si è visto.
Purtroppo infatti per questioni logistiche di tempo e spazio le postazioni erano impostate su una demo che mostra la componente multiplayer nelle arene dei gladiatori (praticamente era lo stesso codice disponibile a Colonia, NdDye). Questo in pratica si traduce in pochi minuti di furia omicida priva di contestualizzazione, al fine di mostrare la bontà grafica e il sistema di combattimento. Sul primo aspetto bisogna dire che è il titolo Crytek è quasi ineccepibile: la qualità delle texture e degli ambienti è eccelsa, lo stesso non si può dire per i vari soldati che ci hanno affrontato, ma siamo comunque su ottimi livelli. Quel che però sembra l’aspetto più riuscito è la concreta sensazione di fisicità (per intenderci, simile alla serie Arkham sul Cavaliere Oscuro) che restituisce l’insieme della grafica e dei controlli. Purtroppo una demo multiplayer affrontata solo contro personaggi gestiti dall’IA non ha molto senso, ma per lo meno si può familiarizzare col sistema di combattimento che è tanto semplice quanto efficace. Sapendo quindi dosare colpi di spada o scudo e schivate si possono tranquillamente affrontare le orde di barbari che ci vengono incontro. Al tutto poi si aggiungono le esecuzioni che danno quel tocco epico che non fa mai male.
E’ stato interessante inoltre notare come i nemici che ci hanno affrontato non hanno aspettato diligimentente il proprio turno come accade in altri giochi, ma cercano di affettarci come possono, costringendoci a pararci sempre il fondoschiena. Nell’area erano poi presenti varie trappole e altre zone mobili che cambiano funzione al termine di ogni round, arrivano anche a costituire l’obiettivo stesso della sotto-missione, come nel caso delle strutture di legno da abbattere, sempre tenendo a bada gli altri gladiatori.
Il tempo a disposizione col titolo è stato troppo esiguo per poterci sbilanciare. e del resto non bisognerà aspettare ancora molto: il 22 Novembre scopriremo se oltre all’aspetto grafico di prim’ordine e ai fiotti di sangue che scorrono copiosi, c’è anche una sostanza appetitosa, capace di soddisfarci sia sul fronte single-player che in multi.
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