News 06 Nov 2013

Batman: Arkham Origins – La Recensione

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Nell’arco di una manciata d’anni, le avventure dell’uomo pipistrello legate ad Arkham si sono confermate non solo come uno dei comics di maggior successo nel sempre fervente universo DC, ma – e soprattutto – come uno dei franchise videoludici maggiormente acclamati dell’ultimo ciclo di console. Un risultato difficilmente prevedibile per un tie-in, l’ennesimo figlio di una progenie maledetta di titoli che, se non in rarissime occasioni, finirono per perire sotto la scure impietosa di pubblico e critica.

Dopo i risultati sorprendenti raggiunti da Rocksteady con Arkham Asylum e Arkham City, Warner Bros affida le redini dello sviluppo di questa terza incarnazione allo studio interno di WB Montreal. Batman Arkham Origins, anello conclusivo della serie per l’attuale ciclo generazionale di console, è un titolo solido e robusto, un “more of the same” realizzato con rispetto e cura che, tuttavia, soffre di piccole imperfezioni che gli impediscono di raggiungere i livelli di magnificenza dei due citati predecessori. Parte di tutto questo è in parte imputabile al cambio dello sviluppatore, chiaramente in posizione di svantaggio dovendo portare avanti un franchise altrui già ben collaudato, in parte però allo stesso DNA della saga, incapace di aggiornare radicalmente la propria idea portante nel corso di tre distinte iterazioni. Sia chiaro che gli amanti dell’Uomo Pipistrello troveranno in questo capitolo ore di sfida e divertimento: non sarà la perfezione, ma resta comunque ben sopra la media.

Lo ameranno: gli amanti della DC ed in modo particolare dell’Uomo Pipistrello, gli estimatori dei due precedenti episodi
Lo odieranno: quelli “o FPS o nulla”, i detrattori dei comics americani, chiunque odi l’open world
È simile a: i precedenti episodi di Batman targati Rocksteady

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batmanTitolo: Batman Arkham Origins
Piattaforma: PS3Xbox 360 / PC / Wii U
Sviluppatore: Warner Bros Montreal
Publisher: Warner Bros
Giocatori: 1  (offline)
Online: Team Deathmatch 4 vs 4
Lingua : Completamente in Italiano

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Maschera Nera, il super cattivo di Gotham che ha messo una taglia milionaria sulla testa di Batman
Maschera Nera, il super cattivo di Gotham che ha messo una taglia milionaria sulla testa di Batman

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Buon Natale, Batman

Foste scampati per miracolo alle pirotecniche campagne marketing di Warner Bros e agli eccellenti spot promozionali, sappiate che Origins – cronologicamente parlando – è collocato prima dell’arrivo di Batman al manicomio di Arkham. Non è dunque un caso se il nostro beniamino mascherato, ritenuto ancora dai più come un becero vigilante, è più rude,  persino acerbo. Il Batman di Origins è completamente diverso dal Cavaliere Oscuro che tutti conosciamo, predilige la forza e l’attacco diretto al silenzio e all’ombra, agisce d’impulso e proprio per questo compie errori. Errori alle volte madornali. Warner Bros veicola questa idea alla perfezione sfruttando una narrazione ricca e ben articolata ma, soprattutto, un voice over sublime nella versione inglese, leggermente inferiore ma comunque eccellente in quella italiana.

Il combat system di Origins per il combattimento ad armi bianche è semplicemente perfetto. Come da tradizione Arkham.
Il combat system di Origins per il combattimento ad armi bianche è semplicemente perfetto. Come da tradizione Arkham.

Ma veniamo agli eventi. La notte della vigilia di Natale l’intera Gotham è scossa da un annuncio terribile, il perfido Maschera Nera ha messo una taglia da 50 milioni di dollari sulla testa di Batman. Per rendere il tutto ancor più entusiasmante, il poco simpatico criminale ha sguinzagliato otto spietati assassini per le strade di Gotham (Deadshot, Deathstroke, Copperhead, Firefly, Electrocutioner, Lady Shiva, Killer Croc e Bane) a caccia dell’odiato pipistrello, visto ancora da tutti – in primis dalla polizia – come un pericoloso criminale. Con sicari e agenti armati alle calcagna, braccato dai peggiori criminali di Blackgate e dintorni (Pinguino, Enigma, il Cappellaio Matto e altri ancora), l’ancora “semi-sconosciuto” paladino dovrà muoversi in una città soggiogata dal crimine, guardandosi le spalle poiché ogni passo potrebbe essere l’ultimo.

La città di Gotham trasuda corruzione e violenza. La trasposizione effettuata in questo Origins è semplicemente perfetta.
La città di Gotham trasuda corruzione e violenza. La trasposizione effettuata in questo Origins è semplicemente perfetta.

La sinossi termina qui, visto l’elevato rischio di spoiler di una trama che, specie nella seconda parte, riserva sorprese piacevoli e un buon climax. Sappiate che, come da tradizione Arkham, i colpi di scena non mancheranno certo e, seppur ad un occhio “allenato” possano apparire alquanto telefonati, nel complesso rendono il tessuto narrativo meno lineare e prevedibile di quanto si potesse aspettare da un prequel. Senza contare che assistere al primo scontro tra Batman e alcuni dei più famosi antieroi della saga rappresenta un’autentica gioia per gli amanti dell’eroe DC.

Certo, non è tutt’oro quello che luccica, e seppur il lavoro degli sceneggiatori di WB sia encomiabile, difficile non notare qualche piccola incongruenza. Vedere Batman equipaggiato con così tanti gadget non presenti in Asylum fa un po’ riflettere: dubito che nel tragitto al manicomio li abbia scordati alla Bat-caverna. Alcuni passaggi narrativi appaiono un po’ sottotono per gli standard della serie, così come alcuni personaggi soffrono di una caratterizzazione dark forse un po’ troppo esasperata (nonostante il contesto geografico sia quanto mai ideale) da apparire quasi patetici. Si tratta comunque del proverbiale pelo nell’uovo, che difficilmente schioda il giocatore dalla sedia. Al contrario, il rischio maggiore è ritrovarsi davanti allo schermo molto più del previsto, rosi dalla curiosità e dal desiderio di sapere chi (o cosa) manovri nell’ombra il male di Gotham.

Tra gli 8 sicari inviati da Maschera Nera, Deathstroke è senza dubbio il meglio riuscito.
Tra gli 8 sicari inviati da Maschera Nera, Deathstroke è senza dubbio il meglio riuscito.

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Pipistrello che vince

A parte il canovaccio narrativo, poche sono le cose davvero cambiate. Origins ricade nella categoria degli “Arkham Games”, con tutto ciò che di buono (molto) e di “meno buono” (poco) ne deriva. Si svolazza nuovamente tra i tetti della città, progredendo tutto sommato in modo lineare (stiamo chiaramente parlando della main story) e combattendo il crimine nelle più svariate forme. L’introduzione degli otto sicari è brillante tanto in ottica trama quanto in quella gameplay, anche se pad alla mano il suo brio tende ad evaporare alquanto rapidamente. Per capirci, nessuno sarà in grado di bissare l’ottimo ingresso in scena di Deathstroke e la frenesia del relativo combattimento; al contrario, un paio di villain saranno davvero “buttati” per far numero, rendendoli di fatto evanescenti e, fosse stato possibile, assolutamente evitabili.

Il Batman di Origins è più impulsivo, violento e incline agli errori di valutazione.
Il Batman di Origins è più impulsivo, violento e incline agli errori di valutazione.

Come sempre, a fianco della narrazione principale si snoda una pletora di side missions, rigorosamente facoltative, il cui svolgimento permette non solo di avere un maggiore insight sulla storia di Origins, ma anche – e soprattutto – di macinare punti XP da spendere nei potenziamenti WayneTech. Tornano le immancabili sfide dell’Enigmista, rappresentate non più da statuine verdi a punto interrogativo ma da vere e proprie radio torri che, una volta disattivate, permettono di raggiungere direttamente quell’area sfrecciando col Bat-Wing, quelle dei ribelli di Anarchy (si tratta di scovare tramite modalità detective i luoghi in cui i marrani hanno piazzato delle bombe) o quelle del Pinguino, le più sottotono a dirsela tutta, che obbligano il giovane Cavaliere Oscuro a disattivare elettronicamente dei container contenenti armi. Sia chiaro, il numero dei villain “laterali” è elevato, e molti di questi arriveranno con la propria specifica side quest: tra tutte, meritevole è quella del Cappellaio Matto che – come già in Arkham City – condurrà Batman all’interno di un paese delle meraviglie piuttosto diverso dal solito. Chiudono il cerchio gli immancabili “collectibles”, rappresentati da piccole antenne radio da fracassare a suon di Batarang, da pacchetti contenenti dati segreti (gentilmente offerti dall’Enigmista), e i crimini casuali, individuabili da un’apposita freccia rossa che compare quando saremo abbastanza prossimi alla zona del fattaccio e che si risolvono a suon di cazzotti. Sì insomma, anche in Origins di cose da fare ce ne sono davvero molte: peccato che gran parte di esse finisca per diventare un semplice tappabuchi tra uno spostamento e l’altro in quel di Gotham.

Maschera Nera, otto sicari e ora pure gli SWAT. Batman sta proprio simpatico a tutti !
Maschera Nera, otto sicari e ora pure gli SWAT. Batman sta proprio simpatico a tutti !

Poche le differenze anche per quanto riguarda le meccaniche offensive. Resta doveroso sottolineare come tirare pugni e calci sia un’esperienza fluida ed estremamente reattiva – non a caso, il fighting schemee di Arkham Asylum/City è stato “preso in prestito” da moltissime triple A a seguire, non solo legate all’Uomo Pipistrello – che permette di inanellare combo chilometriche e di affrontare gruppi di 10, 15 scagnozzi senza la minima remora. Volessimo proprio trovare un difetto di questo schema (A per attaccare, Y per contrattaccare, B per stordire col mantello) è l’assenza di un tutorial in-game sull’utilizzo delle tecniche avanzate – come usare il rampino o il gel esplosivo in mischia, ad esempio. Ovvio che basta entrare nell’apposito menù per ricordare la sequenza di tasti, ma un reminder iniziale non avrebbe fatto certo male. Per la terza volta, tuttavia, la serie di Arkham si conferma la migliore nel ricreare la fisicità dello scontro ad armi bianche: e inutile dire come il melee system di Origins sia calibrato alla perfezione.

Non potevano certo mancare le sezioni stealth, che seppur in numero più ridotto rispetto a quanto visto in passato (una scelta affine alla linea caratteriale dell’eroe, come dicevamo all’inizio), catapulteranno come da tradizione Batman all’interno di stanze oscure piene zeppe di ceffi rigorosamente armati da spedire al tappeto. Ancora un volta, questi brevi segmenti si dimostrano divertenti e intensi, anche se l’aggiunta di nuovi gadget e gingilli iper tecnologici rischia di limare sensibilmente il relativo coefficiente di difficoltà rendendoli di fatto meno memorabili. Considerando infatti che col giusto potenziamento (sfruttando il super rampino di Deathstroke) sarà possibile appendere i nemici ai gargoyles a distanza o disattivarne le relative armi da fuoco col disruptor, specie nelle sezioni più avanzate (posto di aver livellato Batman a dovere) queste stanze rischiano di essere più semplici del previsto. La presenza di alcuni sgherri dotati di jammer interferisce col visore avanzato di Batman, rendendogli di fatto la vita più difficile, ma basta eliminare questi per primi e il problema è risolto.

Denti al suolo e ossa fracassate in 3 ... 2 ... 1...
Denti al suolo e ossa fracassate in 3 … 2 … 1…

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CSI: Gotham City e non solo …

Un paragrafetto a parte lo merita la sempre ottima modalità Detective. Batman può analizzare scene del crimine “alla vecchia maniera” focalizzandosi sugli indizi, seguendo tracce organiche o elaborando enormi moli di dati grazie alla connessione fulminea al Bat-Computer. Novità di Origins, tuttavia, è la possibilità di ricostruire virtualmente la dinamica del crimine, permettendo al giocatore di spostarsi avanti e indietro nella ricostruzione in modo da identificare dettagli importanti per la soluzione del caso. Dettagli che, ad onor del vero, difficilmente faticherete a scorgere vista l’enorme freccia rossa che li evidenzia. Nel complesso però è una caratteristica interessante, contestualizzata alla perfezione nelle dinamiche narrative (il primo omicidio che analizzeremo, nella fattispecie, farebbe cadere le mascelle a Horatio Caine e soci) e che offre un diversivo inaspettato alla “monotonia” del perenne combattimento.

Uno dei combattimenti più avvincenti e divertenti dell'intero Origins: Batman contro Deathstroke.
Uno dei combattimenti più avvincenti e divertenti dell’intero Origins: Batman contro Deathstroke.

Numeri alla mano, l’escursione in compagnia di Arkham Origins dovrebbe impegnarvi per circa 13 ore (missioni secondarie escluse, il cui completamento massivo richiederà parecchio tempo ulteriore). Doveste essere particolarmente affezionati a Batman, una volta terminato il primo playthrough potrete cimentarvi con l’oramai onnipresente Nuova Partita + (livello di difficoltà maggiore, ma manterrete armi e potenziamenti della precedente partita), superata la quale – se sarete abbastanza sadici – troverete ad aspettarvi Io sono la notte. Che, giusto per dire, annulla il concetto di “caricamento dall’ultimo checkpoint” dando al giocatore una sola, semplicissima vita, sprecata la quale il game over è inevitabile.

I guanti elettrificati aiuteranno non poco il Cavaliere Oscuro nel corso delle frequenti mischie.
I guanti elettrificati aiuteranno non poco il Cavaliere Oscuro nel corso delle frequenti mischie.

In aggiunta a questa mastodontica campagna per giocatore singolo, Origins vanta una componente multigiocatore inedita e una serie di sfide ambientate in mappe di dimensioni più contenute, sbloccate man mano che il giocatore procede nella narrazione principale. Partendo proprio da queste, sono volte prevalentemente a testare le abilità di combattimento di chi gioca, permettendo contestualmente di apprendere nuove tecniche o a perfezionare quelle già note. Esistono quattro categorie differenti di sfida: Online, per competere con giocatori reali, Campagna, Personalizzate (offline, con una lunga serie di opzioni modificabili a propria discrezione) e Addestramento Lotta, anche queste offline e propedeutiche all’azione vera e propria per le strade di Gotham. Per ogni sfida dovranno essere superati tre obiettivi differenti, cha spaziano dall’uscirne vivi senza subire un graffio all’eliminazione di più avversari con un KO multiplo.

La modalità multiplayer vera e propria, sviluppata interamente dai ragazzi di Splah Damage, è un TPS curioso dal ritmo frenetico, una sorta di deathmatch a squadre – Eroi contro Criminali – capitanate da Batman (o Robin) e da Joker (o Bane). I personaggi prescelti potranno essere aggiornati con nuovi equipaggiamenti, abiti, armi e quant’altro ricorrendo alle scorte “gentilmente offerte” dal Pinguino nelle relative casse container o, in alternativa, investendo credito Arkham all’interno del fornitissimo Mercato Nero. Le regole del gioco sono personalizzabili a partire da un nutrito set di opzioni, e permettono di chiudere un match in maniera classica (eliminando tutti) o utilizzando una logica simile a quella del vecchio Dominio (mantenendo il maggior numero di zone possibile e/o disattivare quelle avversarie). Gadget, visori e skill di Batman restano chiaramente disponibili nella controparte online, che vanta al momento quattro mappe (le industrie Wayne Chemicals, la Casa dei Divertimenti di Joker, la Fabbrica di Wonder City e il Carcere di Blackgate) presumibilmente destinate a crescere via DLC.

Inutile presentarvi questo ceffo...
Inutile presentarvi questo ceffo…

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Così terribile, ma così bella…

Da un punto di vista tecnologico, gli squarci visivi di Origins ricordano molto il panorama mozzafiato dei due precedenti episodi. L’animo perverso e malato di Gotham viene ricreato davvero a modo, al punto che viene quasi da chiedersi chi mai potrebbe abitare in una città del genere o se l’intera Gotham in realtà altro non sia che un enorme campo di battaglia per Batman e i suoi antagonisti. Se dunque l’atmosfera tiene, un po’ meno perfetta è la realizzazione delle ombre, che soffre in modo più deciso nelle location interne. Allo stesso modo la gestione delle collisioni non è sempre esemplare (le compenetrazioni con porte o pareti, spiace dirlo, non sono così rare), così come un frame rate generalmente stabile ma che, tra una planata e l’altra, non manca di perdere qualche pezzo per strada.

Batman può usare rampino e gel esplosivo durante le mischie corpo a corpo.
Batman può usare rampino e gel esplosivo durante le mischie corpo a corpo.

Nettamente più fastidiosi sono stati alcuni bug che abbiamo riscontrato nel corso della nostra prova su Xbox 360, problemi dell’ordine di una porta che non si apriva, di interruttori “inutili” o, peggio, di un ascensore che una volta partito passava bellamente attraverso il nostro corpo impossibilitandoci a procedere. In alcuni casi questi impicci si sono risolti riavviando semplicemente l’ultimo checkpoint, altri (come ad esempio una porta nella sfida del Cappellaio Matto) hanno richiesto di riavviare il gioco. Speriamo in una correzione tempestiva da parte del team di sviluppo. Lato sonoro, invece, nulla da eccepire. Posto che il doppiaggio originale resta nettamente superiore rispetto al comunque ottimo voice over italiano, Origins vanta voci memorabili e fortemente caratteristiche, capaci di veicolare la follia omicida e la spietatezza di chi parla. Unite questo ad una colonna sonora eccellente e ad un sound design impeccabile, e capirete da soli come l’impianto sonoro si confermi per la terza volta semplicemente perfetto.

I ribelli di Anarchy hanno nascosto tre bombe a spasso per Gotham. Le staneremo per il bene della città o le lasceremo esplodere senza alcuna remore?
I ribelli di Anarchy hanno nascosto tre bombe a spasso per Gotham. Le staneremo per il bene della città o le lasceremo esplodere senza alcuna remore?

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Back to the origins…

Inutile girarci intorno, Arkham Origins non è affatto un brutto gioco, anzi: piacevole da vedere, entusiasmante da ascoltare, bello da giocare. Non fosse il terzo episodio di uno dei franchise più redditizi di questa generazione non perderemmo nemmeno il tempo per scrivere questo epitaffio, ma tant’è: e il problema principale di Arkham Origins è più subdolo, ben lontano dalle apparenze o dalla tecnologia. Nel lavoro di Warner Bors Montreal manca in sostanza quella luce che faceva brillare di vita propria i precedenti capitoli, manca il guizzo, la genialità che rendeva memorabile e avvincente ogni “passeggiata” all’interno del Manicomio o dell’isola di Arkham. Arkham Origins sembra dunque uno spin-off della saga principale piuttosto che il suo prequel: un “enorme compitino” fatto con ogni cura del caso, privo però della voglia di osare e di rischiare col conseguente sacrificio di una potenzialità enorme. Se saprete digerire questo, Arkham Origins resta comunque un titolo valido e ben confezionato, che non faticherà a far breccia nel cuore degli aficionados dell’Uomo Pipistrello.

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