Quando iniziai a giocare, un torrido pomeriggio estivo di grossomodo 26 anni fa, le cose erano molto diverse da oggi. Pesavo svariate decine di chili in meno, avevo una vita sociale tutto sommato attiva per gli standard di un bambino di sei anni e, cosa da non sottovalutare, avevo uno Spectrum Sinclair ZX sulla scrivania (ok, era di mia sorella, ma non importa). Già questo fa capire come, allora, di tempo da perdere ne avessi parecchio, visto che solo per caricare Fred da nastro magnetico servivano una decina di minuti. Ma valeva la pena attenderli dal primo all’ultimo, per osservare quello sconosciuto papà di Tomb Raider rivoltare piramidi come un calzino nella gloria accecante di uno schermo nove pollici in bianco e nero.
Da quei pixelloni ambulanti con vertical refresh frame by frame ai giorni d’oggi è vero, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Sono apparse macchine ancora capaci di solleticare desideri erotici inconfessabili di nerd paciocconi (come la Coleco o l’Intellivision, passando per Commodore o Atari in finta radica), seguite da console più o meno nipponiche che misero per la prima volta sulla bocca di tutti i non informatici una parola destinata a cambiare le sorti dell’umanità: bit. “Il futuro è il NES, con i suoi 8 bit!” – e il pubblico “oooooooh!!!“. “Macché NES, il Mega Drive ha 16 bit e una grafica della Madonna” – e tutti con un “oooooooh!!!” più intenso di prima. Partiva così l’escalation, generazioni di console che si susseguivano a ritmi forsennati insegnando al pubblico come, effettivamente, la tabellina del 2 a qualcosa servisse davvero. Un pubblico che, nella maggior parte dei casi, del legame tra bit e console non ha mai capito un beato cazzo, ma era abbastanza sgamato da dedurre come maggiore era il numero di bit, migliore era la grafica. E maggiore la quantità di denaro da estorcere ai genitori per portare a casa il feticcio di turno.
Tra un feticcio e l’altro anche il sottoscritto arrivò all’era GameCube e, soprattutto, PlayStation 2, mettendo a duro rischio i rapporti col parentado che, giustamente, avrebbe gradito un salotto come tutte le famiglie normali e non una caverna videoludica di un decerebrato che emetteva fastidiosi rumori muovendosi tra mille cavi nell’attesa di scegliere a cosa giocare. Ma si sa, c’è solo un televisore in salotto, “i figli so’ piezz’e core” e purché il disgraziato vada bene a scuola si sopporta ogni cosa: anche le richieste di un nuovo televisore, perché il nostro crt è obsoleto (penso di aver usato questa parola tre volte in vita mia, e ogni volta per rompere puntualmente le palle a qualcuno), non ha i “sedicinoni” che servono alla play e, soprattutto, ha la scart, l’RGB ma non ha la Component. E proprio da qui, cari signori, inizia il nostro dramma.
Negli ultimi due anni da ammiraglia di PS2, volevi fare il figo con gli amici bastava tirar fuori dal cassetto titoloni come God of War, Gran Turismo o Shadow of the Colossus. Qualche sano commento maschio, una pacca sulla spalla e il pomeriggio era andato. Avessi voluto davvero staccare la mandibola di quei poveretti, dando sfogo ad una display of power al limite del brutale, c’era solo una cosa da fare: sfoderare il cavo component. Sorriso beota sulle labbra, finta modestia che puzza di invidiatemi-maledetti lontano un miglio e “No beh, con questo gioco in HD!” oppure “Eh sapete, a 480p è tutto un altro gioco“. Delfino curioso: hai ignorato per anni cosa significasse HD e, peggio del peggio, non sapevi minimamente cosa diavolo significassero 480, p e pure i – che in cuor tuo sapevi essere meno figa della p ma, in mancanza d’altro, andava bene uguale. Eppure bisogna ammetterlo, il 480p ad alcuni titoli stava davvero bene: migliorava i colori, rendeva le immagini più nitide, riduceva fenomeni di trascinamento o, per dirla davvero ganza, rendeva il gioco sharp. Dannatamente sharp.
Poi un bel giorno qualcosa cambia, ti sveglia la mattina e scopri che il mondo è diverso, che PlayStation 2 è roba per collezionisti e/o matusa e che i televisori fighi devono essere spessi meno di 3 centimetri, avere lo schermo piattissimo con tempi di risposta dell’ordine del femto-secondo e, cosa più importante, devono avere una porta HDMI. E sia chiaro, si dice acca-di-emme-i oppure eich-di-em-ai se proprio vuoi fare il ganassa anglofono: acca-di-em-ai, invece, è la formula segreta per farsi dare del cretino. HDMI comunque, ossia il prodigio tecnologico della nuova generazione di console che permette al giocatore di sperimentare avventure alle risoluzioni pazzesche di 720p per i televisori HD Ready e 1080p per i full HD. Mille-e-ottanta-pi ragazzi, altro che quei fottuti 480p che cercavi di vendere come oro colato ai quattro sfigati dei tuoi amici. Cambiare televisore divenne dunque fisiologico, delineando così lo schieramento iniziale di “fortunati figli di papà col full HD in salotto” e “giovani dal contratto negriero” che, pur di giocare, si accontentavano della situazione mid-level (come chi vi scrive). Alcuni comprarono anche un Wii, nel frattempo, ma questa è un’altra storia: la battaglia per il predominio dell’alta definizione la combattevano Sony e Microsoft.
Fatta questa doverosa premessa che, per dare una collocazione cronologica, ridipinge la situazione all’alba del Novembre 2006 (data di nascita di PS3, prima console ad avere una porta HDMI integrata – Microsoft ci arrivò qualche tempo dopo con una nuova infornata di macchine), sarebbe più che lecito pensare a questi sette anni di videogames come quelli del 1080p, quelli della risoluzione ultrapompata da sfoggiare in televisori sempre più grandi e, complice l’abbassamento dei costi di produzione, più diffusi nei salotti dei giocatori. Poi una sera per puro sfizio vai a guardare l’elenco dei giochi PS3 (o Xbox 360, è indifferente) che supportano nativamente il tanto decantato full hd: apri il browser, fai la tua ricerca su Google et voilà, il rumore che senti è quello delle tue palle che rimbalzano al suolo per lo stupore. Lungi da me rovinarvi la sorpresa, ma sappiate che i “pezzi da 1080” su entrambe le console sono pochi. Molto pochi. In proporzione, tanti quanti i giocatori on line di Call of Duty che capiscono effettivamente di videogiochi (lo so, questa è cattiva). Da un certo punto di vista è un fenomeno molto strano, considerando che il primo gioco full hd di cui ho memoria è Ridge Racer 7, uno dei quattro titoli di lancio di PS3. Quindi sì, se ci son riusciti con un titolo da Day 1 perché non riuscirsi quasi più per il restante ciclo vitale dell’hardware?
Se la situazione nel panorama Sony non è delle più rosee, con nemmeno 50 titoli capaci di offrire esperienze full hd distribuiti prevalentemente su PSN e, in minor parte, sul canale retail boxato, in quel di Richmond le dirigenze Xbox farebbero bene a darsi alla macchia o ad usare quelle strategie anti-interrogazione che ciascuno di noi ha imparato ai tempi delle superiori, visto che – numeri alla mano – l’offerta è persino più esigua. Halo? Forza? Gears of War? Ve lo dico io, 720p. Un 720p con i proverbiali controcazzi (specie negli ultimi esponenti di ciascuna saga, dove il limite hardware della console è stato raggiunto con risultati incredibili), bellissimo da vedere e ottimo da giocare come quello di Killzone 3, ad esempio, o del meraviglioso The Last of Us. Ma poche storie: che fine hanno fatto i 1080p?
Ebbene, questa domanda finirà nella tomba della current gen senza una risposta ben precisa. I tanto decantati 1080p, la frontiera del successo che, a detta di alcuni, avrebbe reso migliore un buon gioco, l’hanno raggiunta davvero in pochi. Certo, va anche detto che realizzare un titolo in full hd con frame rate stabile almeno a 30 frame al secondo, con animazioni fluide e modellazione verosimile, aggiungendo anche un buon numero di particellari e volumetrici è un’impresa titanica, che pur fattibile richiederebbe uno sforzo non indifferente a PS3 e Xbox 360 (dopo 2 ore di gioco potreste usarle tranquillamente come barbecue). D’altro canto, però, la favoletta della risoluzione definitiva, della grafica più vera del vero che avrebbe legittimato il già evidente balzo generazionale di Sony e Microsoft non ce la siamo certo inventati noi giocatori. Giocatori che, fortunatamente, hanno capito rapidamente come questa bella storiella non fosse altro che la classica sparata di mezzanotte da PR e che, stringi stringi, un gioco di merda perpetua il suo status tanto con 720 pixel verticali quanto con 1080.
Poi ok, c’è ancora chi crede di poter usare il full hd come parametro selettivo per un big one, che è un po’ la versione moderna della secolar diatriba secondo la quale un grande gioco deve avere anche una grande grafica. Giusto? Sbagliato? Onestamente me ne frega ben poco, e se da un lato quando si tratta di valutare oggettivamente un gioco la sua componente tecnologica è sviscerata a dovere e contribuisce al giudizio finale, dall’altro affidarsi ciecamente a quest’ultima secondo il vecchio assioma “grafica figa uguale gioco figo” pare una scelta un po’ infantile. Per non dire una scelta da bimbi indaco: sappiate comunque che, nel caso, Lair e i suoi fiammanti 1080p vi aspettano.
Giunti a questo punto, più che lecito domandarsi dove ci porterà il futuro. Riusciranno PS4 e Xbox One a fare meglio dei rispettivi genitori e traghettare l’esperienza del videogiocatore verso la tanto agognata risoluzione? Premesso che la voce che sentite riecheggiare in lontananza sta ridendo grossolanamente a suon di “sticazzi“, la risposta non sembra così scontata nemmeno in questi primi giorni di next-generation. I gotha della videoludica sono infatti concentrati su un problema epocale, passato alla storia come ResolutionGate, divenuto a quanto pare l’argomento principe di ogni discussione videogame-related: Call of Duty Ghosts su Xbox One non va in Full HD… Su PS4 invece sì. Un dramma le cui potenziali implicazioni sono ancora sconosciute, a cui PR e Press-specialist hanno dato soluzione con affermazioni del tipo “No ma tranquilli, è bello lo stesso!“. Meno male, ora mi sento sollevato.
CoD a parte, pare che quello che finora era il mito dei 1080p sia destinato a diventare la routine in questo ciclo di console, che manderà presumibilmente in pensione il mai troppo lodato 720p – capace di regalare autentici miracoli, nonostante il ruolo da eterno secondo. Ma quando la FullHD sarà prevedibile e scontata, cosa dovranno inventarsi per prendere il giocatore per la gola? La leggendaria 4K? La realtà virtuale di Oculus Rift resa compatibile con le console? La realtà che si fonde col gioco e ci trasforma tutti in zombie senza cervello incapaci di distinguere se la TV che stiamo guardando provenga da un Mediaworld o sia semplicemente una rappresentazione digitale dentro un visore? Gli scenari possibili sono molti, ma così su due piedi quasi tutti mi ricordano l’imperdibile 3D sui televisori di recente generazione: una cagata pazzesca sulla bocca di tutti ma che nessuno, o quasi, ha usato per più di due volte. Quindi sì, insomma, se queste iperboli tecnologiche sono il vostro pane quotidiano godetevi questa nuova era dei 1080p e di tutto quello che ne consegue. Io, nel mio piccolo, ho ancora uno ScummVM installato sul portatile, e penso di poter sopravvivere tranquillamente alla prossima apocalisse zombie.
Rigorosamente in FullHD.
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