News 18 Gen 2014

Assassin’s Creed Liberation HD – La Recensione

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Quando Ubisoft presentò Assassin’s Creed III: Liberation per l’allor claudicante PlayStation Vita, in molti iniziarono ad intravedere un futuro migliore per l’handheld Sony. Un franchise altisonante sulle spalle, una realizzazione tecnica di caratura e un gameplay storicamente da divano in un’inedita veste, confacente ai dettami dell’universo della mobilità, sembravano incarnare l’equazione perfetta per trasformare un semplice spin-off portatile della saga degli Assassini in un successo autentico. E, con l’occasione, per far lievitare le vendite di una console sì potenzialmente vincente ma, sino a quel momento, un po’ troppo sotto tono. Non sempre però tutto fila per il verso giusto, e alla prova dei fatti – pur dimostrandosi un titolo valido sotto diversi punti di vista – Liberation convinse parzialmente la specialistica, che portò al banco degli imputati un impianto narrativo poco brillante e un gameplay, per quanto collaudato, incapace di offrire qualche acuto degno di nota.

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Il Comitato di Accoglienza delle Paludi saluta Aveline.

Capirete dunque da soli se il recente annuncio di una versione HD del titolo, disponibile nei formati PC, PS3 e Xbox 360, è stato incapace di replicare i cori entusiastici del predecessore. Visti i risultati “buoni ma non ottimi” raggiunti dai ragazzi di Ubisoft Sofia, infatti, è più che naturale domandarsi se una tale conversione in alta definizione fosse effettivamente necessaria o, al contrario, incarni una di quelle operazioni ad alto margine di rischio. Certo, offrire un titolo ad un pubblico più vasto di quello originale non rappresenta aprioristicamente un peccato mortale (Capcom fece lo stesso con RE: Revelations, ad esempio, ottenendo per giunta giudizi positivi), ma è necessario tenere bene a mente che, molto spesso, un semplice revamp grafico non placa la sete di un’utenza sempre più esigente. E seppur questo Liberation HD offra qualche novità interessante, la bella Aveline rischia di sdraiarsi nuovamente all’ombra, oscurata da quant’altro di buono ha regalato questo prolifico franchise.

Lo ameranno: i fedelissimi del credo, gli amanti dell’action open world
Lo odieranno: chi non ama la saga di Assassin’s Creed, chi cerca sfide impegnative
È simile a: Assassin’s Creed III: Liberation (PS Vita)

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Titolo: Assassin’s Creed Liberation HD
Piattaforma:  PS3 / Xbox 360 / PC
Sviluppatore: Ubisoft Sofia
Publisher: Ubisoft
Giocatori: 1
Online: Assente
Lingua: Completamente in italiano

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I poligoni dei personaggi principali sono stati sensibilmente aumentati.

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Questione di Guardaroba

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La maggior potenza di calcolo di PC, Xbox 360 e PS3 permette di riempire le strade della città.

I possessori di PS Vita che nel corso del 2012 abbiano indossato i (numerosi) panni della sola Assassina della Confraternita ad oggi conosciuta sapranno già benissimo che, narrativamente parlando, Liberation non è proprio un libro di Ken Follett. Aveline de Grandpré ci accompagna in una Louisiana del XVIII secolo fatta di contraddizioni, di ricchezze ostentate frapposte alla miseria più nera, in una battaglia quasi personale che contrappone la giovane eroina, dalle origini nobili e dagli hobby discutibili, alla piaga peggiore dell’umanità, la schiavitù. Tolto per un attimo il nobile fil rouge di questo capitolo, tuttavia, sono pochi i momenti epici che rimangono impressi nella mente di chi gioca. La narrazione scorre lenta, specie nelle fasi iniziali, e quasi dimessa, offrendo una serie di episodi poco collegati l’un l’altro che soltanto nelle battute finali mostrano un briciolo di mordente in più e, come da tradizione, riservano l’immancabile colpo di scena. Finale a parte, insomma, resta poco di memorabile.

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Uso così bene la frusta che manco Indiana Jones…

Ben più convincente, pur non essendo certo inedita, è la possibilità di modificare il modus operandi di Aveline, oltre che il suo livello di notorietà, con un semplice cambio d’abito. Ciascuna delle tre vesti disponibili all’interno delle cabine armadio determina univocamente uno specifico stile di gioco. Nelle vesti di Assassina Aveline potrà ricorrere a tutta la propria agilità, da sfoggiare nell’immancabile parkour urbano o nelle corse sugli alberi delle paludi della Louisiana, oltre che alle classiche (e letali) tecniche di omicidio. Questa potenza la rende però immediatamente individuabile da guardie e nemici, che la attaccheranno a testa bassa una volta riconosciuta. Meno appariscenti sono invece le vesti da schiava, che sacrificano la prestanza fisica dell’Assassina garantendole però l’accesso ad aree pattugliate e difficilmente raggiungibili. L’abito “da festa”, infine, compensa la totale non praticità con la possibilità di sedurre e circuire guardie, facendo l’immancabile leva sul fascino.

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Ai tempi di PS Vita, questa immagine racchiudeva le speranze di un futuro roseo per i possessori dell’handheld.

Questa scelta di design, indubbiamente intrigante sulla carta, si rivela all’atto pratico meno vincente di quanto auspicato. Difficilmente il giocatore opterà per l’abito da damigella, se non quando obbligato dalla particolare missione: il procedere a rilento, l’impossibilità di saltare piccoli ostacoli o staccionate e, parimenti, di uccidere come si confà, lo rendono rapidamente indigesto, confinandolo alla polvere dell’armadio. Complice una difficoltà di gioco nemmeno troppo elevata, il basso profilo della schiava viene pertanto surclassato dalla divisa da Assassina: la fila di guardie alla calcagna risulterà comunque meno frustrante del doversi muovere coi piedi ben ancorati al suolo.

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Nella transizione in HD, anche gli scenari sono stati arricchiti di particolari.

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Un killer in gonnella…

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Le animazioni facciali non sono assolutamente il forte di Liberation HD.

Parlando di missioni, Assassin’s Creed Liberation HD si comporta grossomodo come i capitoli maggiori della serie, mescolando la classica esplorazione delle location alla ricerca di collezionabili ad una pletora di missioni, che spaziano dall’omicidio al reperimento di informazioni, dal pedinamento al salvataggio di innocenti. Tali meccaniche funzionano ancora in maniera ineccepibile, veicolando una sana soddisfazione quando si tratta di sfrecciare sui tetti di New Orleans. Meno entusiasmanti le missioni, che seppur numerose non brillano affatto per durata – un aspetto positivo in un contesto portatile, ma in versione console domestica il rischio di spezzettare eccessivamente il ritmo non è affatto lontano – e, purtroppo, difficoltà. Complice una IA nemica non propriamente stellare, insomma, raggiungere l’epilogo non dovrebbe rappresentare un ostacolo insormontabile: fortunatamente la longevità è significativa, e si assesta intorno alla decina di ore.

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Paludi di nuova generazione: la tua casa di domani!

Nel tentativo di garantire maggior frenesia e continuità all’azione di gioco, gli sviluppatori hanno inserito una sorta di fast travel automatico che, una volta terminata una missione, condurrà Aveline nei pressi del trigger di quella successiva. L’eliminazione dei tempi morti legati al “vagabondare” per gli scenari, tutto sommato, non solo parrebbe più sensata nel micromondo delle handheld (dove anche solo una manciata di minuti può fare la differenza), ma finisce per evidenziare ulteriormente la disconnessione narrativa della produzione Ubisoft Sofia. Si va da qui a lì, ma troppe volte il motivo non è così chiaro. Le missioni HD specifiche di questa conversione, che estendono il playthrough di un buon paio d’ore, pur dimostrandosi meglio congegnate non sfuggono però da questa analisi: il level design è molto più curato (non solo in termini grafici, quanto e soprattutto di interazione) e la difficoltà è più appagante, ma rimangono troppo decontestualizzate.

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Non farà certo gridare al miracolo, ma il revamp grafico si nota già da queste immagini.

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HD ma non troppo …

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Con gli abiti da Assassina, Aveline sarà istantaneamente braccata dalle guardie avversarie.

Trattandosi di una conversione in alta definizione di un titolo con poco più di un anno sul groppone, più che lecito attendersi un lavoro degno di nota dal reparto grafico. Ma se da un lato la texturizzazione dei personaggi, la pulizia dell’immagine e l’aumento del numero di poligoni sono sicuramente evidenti, dall’altro il revamp visivo del team di sviluppo non è così sconvolgente da far gridare al miracolo. Liberation offre visuali ispirate e una buona modellazione dei primari, ma è lontano dal concetto di HD che PS3 e Xbox 360 hanno saputo regalare. Esclusion fatta per il frame rate, stabile come una roccia e capace di garantire una eccellente fluidità dall’inizio alla fine dell’avventura (senza i fastidiosi cali di fps che affliggevano l’episodio originale), spiace notare come i difetti tecnologici riscontrati su PS Vita permangano quasi inalterati – se non addirittura più evidenti.

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Le meccaniche base della serie rimangono inalterate in Liberation HD.

Le ombre, ad esempio, sono poco raffinate ed evidenziano la tipica seghettatura dei giochi di un tempo. Alcune texture appaiono nettamente più slavate di altre, specie negli scenari più complessi, fattore che rende ulteriormente più fastidioso l’evidente pop-up riscontrabile nel caricamento delle location. Nemmeno il comparto animazioni è esente da colpe, e se da un lato uccisioni, corse e acrobazie sono fluide e verosimili, dall’altro la quasi totale assenza di animazioni facciali (Aveline ne ha giusto un paio, ma sono ben poca cosa in un contesto così evoluto come quello di Assassin’s Creed) non aiuta affatto a svecchiare un titolo da cui, in questa nuova veste, ci si sarebbe aspettati qualcosina di più. Complessivamente valido l’impianto sonoro, che offre FX variegati e ben fatti, una colonna sonora evocativa e piacevole e, non ultimo, un voice over indubbiamente di qualità.

La transizione a PS3 e Xbox 360 ha ovviamente sacrificato la componente touch del gameplay, obbligando gli sviluppatori a rimappare il vasto set di azioni dell’Assassina in una classica configurazione da pad. Nettamente più ergonomica, questa soluzione “ottimizzata” permette dunque di muoversi, uccidere o rubare senza eccessivi patemi. Sparita anche la componente multiplayer di Liberation, a suo tempo progettata espressamente per abbracciare le specifiche tecniche dell’hardware di riferimento.

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Io questo qui l’ho già visto da qualche parte…

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Un salto (al buio) della fede…

Volendo trarre le somme, Assassin’s Creed Liberation HD porta a casa una sufficienza striminzita. L’evoluzione tecnologica di questa conversione legittima a fatica quell’HD che compare sul titolo, e i lavori di Ubisoft per adattarne il gameplay all’esperienza da salotto non bastano a nasconderne i natali prettamente “portatili”. L’avventura di Aveline è piacevole e divertente, ma priva di mordente tanto da un punto di vista narrativo quanto, e soprattutto, quando si estraggono spade o lame celate: non ci saremmo certo aspettati un Dark Soul ambientato nella Louisiana del 1756, ma una curva di difficoltà meglio calibrata non avrebbe certo infastidito il giocatore.

Indipendentemente dall’esborso (non certo irrisorio) di 19.99€ richiesto per portarsi a casa l’ultima fatica di Ubisoft, ci risulta difficile consigliarne l’acquisto a chi abbia già raggiunto i credits nel formato PS Vita: troppo poche sono le novità capaci di giustificarne un secondo playthrough. Al contrario, qualora voleste fare la conoscenza dell’unica Assassina della confraternita, Liberation HD resta un titolo interessante, ma costellato di difetti: il che significa che chiunque si aspetti un Assassin’s Creed IV in gonnella ne rimarrebbe alquanto deluso. Non diteci che non vi avevamo avvisati.

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