In un’intervista al Persona Magazine, ovviamente pubblicato nel solo Giappone, il creatore della serie Katsura Hashino ha parlato dell’approccio tematico che lui e il suo team hanno dato a Persona 5, il tanto atteso nuovo capitolo in arrivo quest’anno su Playstation 3.
Nonostante potesse passare in secondo piano agli occhi dei più distratti, il punto cardine della serie Atlus sono i legami tra le persone, e di come tali legami siano il vero potere verso cui un umano può fare affidamento. Questa volta il team ha deciso però di spingersi oltre, ed ha spiegato come questo titolo voglia essere uno sprono per chi è scontento della propria vita.
L’intervista inizia con Hashino che spiega il significato dell’immagine postata qualche mese fa, che ritrae una serie di sedie incatenate alle classiche palle carcerarie.
Per rispondere alla tua domanda in modo diretto, credo che nel mondo di oggi ci siano non poche persone che si trovano annoiate o scontente della propria vita. Sono ad un vicolo cieco, incatenate ad un mondo a cui non sentono di far parte. Persona 5, in questo senso, è un gioco sulla libertà, di quel tipo che queste persone non sono riuscite ad ottenere nella vita reale.
Voglio che riescano a provare questa sensazione giocando al mio titolo. Guardandola da questo punto di vista, direi che l’immagine ritrae perfettamente l’attesa che dev’essere sopportata per arrivare a quel momento di libertà.
Il director ha però rassicurato i fan di Persona 3 e Persona 4, che si troveranno perfettamente a loro agio con Persona 5. Ciò detto, Hashino spera che il titolo si riveli “tematicamente accessibile” rispetto ai suoi predecessori.
I protagonisti del gioco, attraverso pura e semplice forza di volontà, sono pronti a distruggere ciò che soffoca le persone nella società e, di nuovo, le tiene incatenate. Voglio che i giocatori si stacchino dal gioco e si sentano capaci di poter cambiare il mondo intorno a loro e di poter andare avanti nella vita.
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Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.
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