(The Raven, E.A.Poe, 1845)
Il 31 gennaio, in una Roma annichilita dal nubifragio, presso la sala proiezioni della Warner Bros. è stato presentato il cofanetto DVD/Blu-ray riguardante la prima stagione di The Following, la serie televisiva che sta spopolando negli USA e in Europa grazie alla trama ricca di suspence e colpi di scena. The Following segue il duello fra lo spietato serial killer Joe Carroll, ex professore di letteratura ossessionato dalla vita e dalle opere di Edgar Allan Poe e l’agente dell’FBI Ryan Hardy che lo aveva combattuto e arrestato nove anni prima dei fatti raccontati, rimanendo anche gravemente ferito.
L’evasione dal braccio della morte di Carroll porta alla luce la rete criminale che aveva creato attraverso internet: una setta di assassini forgiati dallo stesso serial killer e pronti a colpire nel nome della sua contorta realtà ispirata alla filosofia del grande scrittore. Ryan Hardy e il suo gruppo dovranno ostacolare i piani di Carroll e nello stesso tempo distruggere il gruppo di devoti followers.
La presentazione del prezioso cofanetto grondante thriller arriva a ridosso della candidatura per la puntata pilota di The Following ( Poetica di un Killer ), agli Edgar Allan Poe Awards premio assegnato ogni anno dall’organizzazione Mystery Writers of American che decretano le migliori opere narrative, saggistiche e televisive per il Giallo, Horror e Thriller.
Per sapere se questa serie si aggiudicherà l’ambito premio si dovrà aspettare il 15 di febbraio ma, la candidatura arrivata il 29 gennaio nella ricorrenza della prima pubblicazione della celebre poesia di Poe “Il Corvo” (avvenuta il 29 gennaio del 1845), apre sicuramente a cabalistici buoni auspici.
(The Tell-Tale Heart – Edgar Allan Poe Tales of Mystery and Imagination – Alan Parson’s Project, 1975)
Ciò che rende questa serie affascinante è il continuo rimando alle atmosfere “Romantiche” sapientemente piegate alle esigenze del moderno Thriller. Ryan Hardy, novello “Dupin”, insegue il mostro della Rou Morgue reincarnato nel gelido Carroll, a sua volta ossessionato dal pensiero di Poe per l’inevitabilità della Morte e in una sua piena trasfigurazione per elevare l’anima ottenendo pieno controllo sulla Bellezza e di conseguenza divenire egli stesso un Dio creatore e non solo un uomo che si limita ad immaginare poiché, come Poe scriveva:”L’immaginazione è, per quel che è possibile nell’uomo, di un grado inferiore al potere creativo di Dio. Quel che la Divinità immagina è, ma prima non era. Quel che l’uomo immagina è, ma era anche prima”.
Per realizzare se stesso e il suo cammino verso la divinità Carroll utilizza il pensiero di Poe per affascinare menti inquiete e insoddisfatte, legandole a lui, unico centro e dispensatore di verità/morte/bellezza, reclutandole in quel magma urlante e senza fine che è Internet. Una setta formata da adepti che lo sostengono, lo venerano, lo esaltano, si immolano sia nel suicidio che nell’omicidio, a volte assumendo anche le fattezze del “verbo” espresso da Carroll, quell’ Edgar Allan Poe resuscitato in una maschera di gomma/feticcio da indossare per estraniarsi e sentirsi più vicini agli insegnamenti distorti dell’ex professore.
Non saremo noi a rivelare se Hardy riuscirà a fermare l’assassino e la sua setta “romantica”, né il motivo per il quale Carroll colleziona gli occhi delle proprie vittime e si diletta ad estirparli lentamente o su quale onda distorta e delirante del pensiero di Poe egli si possa sublimare. Lasciamo il piacere di scoprirlo a chi acquisterà il cofanetto DVD e Blue Ray in uscita dal 13 di febbraio.
(William Graham e Hannibal Lecter in Manhunter, 1986)
Nell’ambito dell’incontro per la promozione di The Following in DVD/Blu-ray, Warner Bros. ci ha regalato un interessante intervento di Roberta Bruzzone, nota criminologa, che ha risposto ad alcune domande circa The Following e la figura dei serial killer, da qualche anno mostrati nella letteratura e al cinema come anti-eroi solitari, romantici e culturalmente elevati.
A queste domande la dott.ssa Bruzzone ha risposto con grande chiarezza: “L’elemento più inquietante di questa serie è che è tragicamente attuale. Internet e la possibilità che questo mezzo concede a questo psicopatico di raggiungere virtualmente chiunque e di alimentare le strategie di manipolazione anche a distanza senza particolari problemi, è l’aspetto più intrigante e interessante che questa serie ci offre”
(…)”I serial killer sullo stile di Hannibal Lecter o Joe Carroll non esistono, sono figure fittizie, letterali, affascinanti, ma assolutamente inesistenti. La stragrande maggioranza dei serial killer, anche quelli che hanno operato nel nostro paese, sono figure estremamente mediocri, banali,finanche noiosi.L’elemento omicidiario si scatena proprio per rispondere ad una visione di sé degradata; molti di loro hanno visioni di sé grandiose che non rispondono però alla vita reale proprio perché sono soggetti mediocri sotto il profilo cognitivo, con livello occupazionale medio basso…dei reietti della società“(…)”sono tutte persone che hanno un background terrificante, figli di famiglie disastrate che ne hanno viste di tutte durante il periodo infantile, laddove poi si svilupperà la loro personalità degradata”(…)”non hanno affatto quest’ aura mitica a cui cinema e letteratura ci hanno abituati…per fortuna!”
(Edgar Allan Poe in risposta a chi lo classificava come epigono del movimento tedesco Sturm und Drang)
Per noi di Gamesoul, era d’obbligo rivolgere una domanda all’autorevole criminologa, visto anche il tema legato ad Internet, circa l’attacco che i videogiochi subiscono ogni qualvolta si verificano fatti di sangue associati ad adolescenti o generalmente a persone giovani:
“C’è tutta una serie di reati commessi sopratutto da ragazzi molto giovani, mi riferisco sopratutto ad alcune stragi avvenute nelle scuole americane, disagi psicologici che sono comunque innescati dall’uso ossessivo, evidentemente esagerato di questi videogiochi. Bisogna considerare che una stimolazione di quel tipo, neuro cognitivo sistematico, in un soggetto fragile è in grado comunque di confondere i piani tra la realtà e quello che è il tipo di violenza che è concessa nel videogioco che è addirittura l’elemento attraverso cui vincere”(…)”sono assolutamente contraria a qualunque tipo di videogioco che abbia come elemento portante l’affermarsi attraverso la violenza!”
Questo giudizio non potrebbe tuttavia essere spostato, come in passato, verso altri media, come la letteratura o il cinema?:
“No, perché il libro una volta che lo hai letto, lo hai chiuso! Nei giochi si tratta di ore e ore che si passano ad associare un certo tipo di condotta a una risposta di soddisfazione nello sfogo della frustrazione” (…)”Nessun libro al mondo potrà mai fare questo effetto e nemmeno nessun film anche se visto e rivisto, perché non vi è interazione, si fruisce in modo passivo, mentre nei videogiochi le cose le fai e ne hai un ritorno di tipo gratificante!“
Non ci aspettavamo certo una sviolinata a favore dei videogiochi, ma nella risposta siamo rimasti perplessi poiché vengono assolti libri e cinema mezzi che, fino a qualche anno fa quando i videogames non si erano raffinati e rinnovati in una grafica vicino alla realtà, erano indicati insieme alla televisione e ai fumetti come principali killer makers.
Basta rivolgere il pensiero a Mark David Chapman, che l’8 dicembre del 1980 freddò con cinque colpi di pistola John Lennon per poi estrarre dalla tasca il libro Il giovane Holden mettendosi a sedere ad attendere l’arrivo della polizia. Chapman dichiarò di essere stato fortemente influenzato dal romanzo di Salinger al punto di decidere di seguire il modello antisociale rappresentato dal protagonista Holden Caulfield.
Nel massacro della Colombine High School in Colorado avvenuto il 20 aprile del 1999 ad opera di due giovani sociopatici, Erik Harris e Dylan Kelbold, è vero che uno di loro (Erik Harris) nel 1997 aveva aperto un server su AOL per Doom, ma è anche vero che mostrava già al tempo tare mentali e comportamentali assolutamente snobbate da chi di dovere, oltre a possedere due fucili a pompa e una carabina 9mm semi automatica senza controllo alcuno.
Come poi non ricordare John Hinckley, che il 30 marzo del 1981 attentò alla vita dell’allora presidente USA Ronald Reagan solo perché voleva attirare l’attenzione del suo idolo: l’attrice Jodie Foster? E ancora cosa pensare della televisione che ogni giorno illumina “le menti fragili” con morti accoltellati, morti bombardati, morti intossicati e tutto quasi sempre rigorosamente in fascia protetta? Non sarebbe forse più ragionevole e opportuno limitarsi a dire che nessun media stimola l’aggressività delle persone se usato in maniera equilibrata, ma anzi alle volte può contribuire ad arricchire la mente e l’anima?
Ci viene da affermare, parafrasando Edgar Allan Poe: i serial killer non provengono dalle fantastiche terre di Skyrim come alcuni dicono,ma dalle profonde oscurità del Mondo Reale
Gianluigi “Darkman” Fedeli
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