Editoriale 03 Mar 2014

Il teorema del Winner Taco, l’uccellino che amava i tubi e altre mirabolanti avventure…

Hideo Kojima, io ti odio. Ecco, l’ho detto, probabilmente non riuscirò a raggiungere la fine di questo pezzo ma, credetemi, dovevo farlo. Tra tutte le starlette del jet-set videoludico, ce ne sono davvero poche capaci di starmi nelle palle come Kojima-San. Un nanerottolo dalla faccia saccente che (almeno a me) ispira ceffoni, che non mastica mezza parola di inglese nonostante le vagonate di dollari in cui molto probabilmente nuota ogni mattina e che, sappiatelo, quando si tratta di fotografie se la mena in una maniera che manco Paris Hilton col ciclo… Sì Hideo, forse non ti ricorderai di me, ma sono quello che nelle ultime due edizioni dell’E3 si è parato davanti alla tua squadrona di rugbysti implorandoti con due occhioni da far invidia al gatto di Shrek per una foto e, Dio mi perdoni, per un tuo autografo da custodire sotto chiave. Ho pure esordito con un “Sumimasen, Kojima-San” (mi scusi, in giapponese perfetto) e tu, Hideo Kojima, ti sei girato dall’altra parte, lasciandomi lì di fronte alla South Hall come un palloncino legato ad una staccionata. No Hideo, non si fa così, non si tratta così uno che con Metal Gear ci è cresciuto.

Che poi, sia chiaro, io i Metal Gear li ho giocati tutti. Ma proprio tutti tutti, e mi sono anche piaciuti un casino. Personalmente ritengo Snake Eater il capitolo migliore dell’intera saga, una storia appassionante che culmina in un combattimento finale a dir poco epico (un aggettivo che ultimamente è usato alla gran ***** di cane ma che, in questo frangente, è quasi riduttivo) e maestoso. Ho giocato pure i capitoli “secondari” e annesse rimasterizzazioni HD, tutti dall’inizio alla fine. Quindi sì, immagino che da un fanboy ragionevolmente sfegatato delle vicende di Snake solidi o liquidi che siano e di Big Boss gnocche che lasciano il posto a fumatori dalla voce liscia come l’asfalto della Salerno-Reggio Calabria, un’affermazione come quella iniziale rischi di sembrare assurda. Ebbene, non lo è, e se vi mettete comodi ora vi spiego pure il perchè.

Se non lo riconoscete siete delle bruttissime persone...
Se non lo riconoscete siete delle bruttissime persone…

Premettiamo subito una cosa: il mio “dissapore” per Kojima iniziò ben prima dei terrificanti eventi dei due citati E3. Accendete il cronobinetto e tornate a PS3, Giugno 2008, Guns of the Patriot. L’omega presunta di una serie definitiva, uno Snake vecchio e affaticato pronto a sacrificarsi per l’ultima, estenuante battaglia. Con la salivazione già irrimediabilmente compromessa mesi prima dall’annuncio ufficiale del gioco ricordo che quasi sfondai la porta d’ingresso dell’immancabile negozietto di fiducia per reclamare quella Limited Extended Lup Mannar Salcazz Ediscion che era mia di diritto. Schiaffeggiato sonoramente il commesso col mio prepotente centone corsi a casa, spensi il cellulare e feci informare la mia (allora) ragazza che ero morto in una battuta di caccia alla volpe. Non esistevo per nessuno, se non per Kojima. E per rompere il culo a Liquid, quello era sottinteso.

Per essere vicino alla pensione c'ho na mira niente male...
Per essere vicino alla pensione c’ho na mira niente male…

Cinque giorni dopo avevo raggiunto i credits. Non che un gioco vada criticato esclusivamente per quanto duri (fosse la longevità una discriminante, gran parte degli ometti accoppiati sarebbe sotto la sufficienza), ma considerando che per finire il primo Metal Gear mi ci volle quasi un mese, un trapianto di fegato e un permesso di soggiorno per il girone degli eretici, iniziai a nutrire qualche dubbio. Bello, bellissimo Metal Gear 4: ma qualcuno mi può spiegare perchè i filmati devono occupare metà dell’intero playthrough? E ok che la storia è importante, ma se devo sedermi a guardare qualcosa beh, da qualche parte ho ancora il Commissario LoGatto. Ma non era solo quello: da che mondo era mondo, per completare un qualsiasi Metal Gear bisognava diventare invisibili, silenziosi, eterei. Il solo starnutire di fronte alla TV avrebbe avvertito della nostra presenza anche il governo nepalese, e via di allarme e game over scontato. Io Metal Gear 4, a difficoltà normale, l’ho finito vomitando piombo manco fossi Rambo. E lo ammetto, mi ha fatto davvero male.

Alla luce di tutto questo, l’annuncio di un possibile nuovo episodio della saga di Snake, per la prima volta, mi mise con le spalle al muro. Da un lato il desiderio e la curiosità erano forti, inutile mentire, ma dall’altra ero titubante. Del resto, fu lo stesso Kojima a dire “The End” dopo Guns of the Patriots e, nel bene o nel male, avremmo comunque avuto una conclusione ben più che dignitosa. Poi una mattina ti svegli, scopri che Kojima è stato colpito dallo stesso virus di Peter Molyneux e il tuo incubo peggiore è diventato realtà. Un po’ come sbattere il muso contro un Freddy Krueger dagli occhi a mandorla con mimetica iper-futuristica: sei fottuto a prescindere.

Trololololol !!!!
Trololololol !!!!

6 anni dopo, Febbraio 2014, qualsiasi essere vivente dotato di console e pollice opponibile è perfettamente conscio del fatto che di Metal Gear in arrivo ce ne sono ben due. Uno previsto per fine marzo, tale Ground Zeroes, e uno per il settordici ottembre di un non meglio precisato duemilaequalcosa, che risponde al nome di The Phantom Pain. Il primo, per certi versi, un prequel del secondo, un antipasto open world di un qualcosa che, almeno a naso, si prospetta totale. Ma siamo davvero convinti che Kojima stia per fare il nuovo centro perfetto? No, perchè personalmente io non ci scommetterei una proverbiale fava. Se in un ristorante prestigioso lo chef, dopo aver fatto servire l’antipasto, ci piscia allegramente sopra e pretende pure di farsi pagare, le palle iniziano a girarmi vorticosamente. E non so a voi, ma a me passa pure la fame.

Ground Zeroes è stato recentemente provato dai ragazzi di Game Informer, che hanno raggiunto i titoli di coda in nemmeno quattro ore. Ma attenzione: trattandosi di un titolo open world, nel computo totale è stato conteggiato pure il tempo per districarsi in parte delle missioni secondarie, facoltative per definizione e in genere utili ad avere una maggior completeness del tessuto narrativo. Al netto dell’extra Ground Zeroes, che verrà venduto al prezzo consigliato (mi chiedo consigliato da chi) di circa 40€ in versione scatolata e di circa 30€ in formato digitale, vanta una campagna single player stimabile intorno alle due ore. DUE ORE. No, forse non ci siamo capiti: due cazzo di ore. Alcuni amici miei (ehm) hanno visto film scollacciati molto più lunghi di questo. Considerando la mania di Kojima di inserire filmati a destra e a manca, se da questa incredibile longevità andiamo a sottrarre pure il tempo che trascorreremo come spettatori, ci sarà qualcos’altro da fare oltre a premere il pulsante Start?

Traducetevelo da soli, che a me solo a rileggerlo sale l'incazzatura ...
Traducetevelo da soli, che a me solo a rileggerlo sale l’incazzatura …

Fermi tutti, se ne esce il prode designer del Sol Levante: “Ground Zeroes è un open world, ha molte missioni secondarie che ne raddoppiano la longevità“. A parte che ad un’osservazione del genere mi verrebbe da rispondere “grazie al *****“, visto che anche un qualsiasi GTA è un open world con missioni secondarie e dopo 4 ore di gioco hai a malapena rubato una Vespa, ammazzato la moglie zoccola dello spacciatore di turno e boh, forse mangiato un hot dog mentre giocavi a freccette col rompipalle di tuo cugino. Ma sono forse l’unico che si sente pesantemente preso per il culo da Kojima e soci? Posto che sono una creatura fondamentalmente stupida e prenderò Ground Zeroes al Day 1 (anche solo per i motivi affettivi di cui sopra) come molti altri giocatori miei simili, impossibile non dubitare almeno un secondo della lucidità del suo creatore. Che, ripeto, o s’è rincoglionito di brutto e dopo anni di successo vuole veder morta la propria creatura principale oppure è un fottuto genio e si è inventato il business del futuro: la vendita del DLC prim’ancora dell’uscita del gioco vero e proprio. Cazzarola Kojima, ora ho capito tutto!

Snake, su Ground Zeroes …

Che poi, parlando per un attimo di The Phantom Pain, “sarà un gioco così grande da dover essere necessariamente diviso in episodi. Questo per favorire l’esperienza videoludica degli utenti“. A Kojì, che per caso i 50 mila dollari al giorno di Dong Nguyen t’hanno fatto salire l’invidia e le stai pensando tutte per portare la pagnotta a casa? No perchè, non bastasse un Metal Gear di due ore, il solo immaginarmene uno ad episodi mi fa venire la pelle d’oca. Per caso nell’ultimo, fantomatico episodio (se e quando arriverà) dovremo far saltare Snake premendo oculatamente un tasto, evitando Ocelot, Liquid e chi per loro che escono minacciosi da dei futuristici tubi? Alla fine scopriremo che siamo degli Zombie inconsapevoli e ci ritroveremo tutti nel set di The Walking Dead? Ti prego, illuminami, spiegami perchè con due soli annunci vergognevoli ti sei trasformato nello Sbirulino del design orientale. E spiegami perchè, nonostante i tuoi fan storici stiano contorcendosi al suolo in preda agli spasmi intestinali, tu non capisca che questo è esattamente quello che NON vogliono. Questo non è Metal Gear. Ficcatelo nella tua testolina scarsamente fotogenica.

Voglio ricordarti così...
Voglio ricordarti così…

Il teorema di Winner Taco, sconosciuto postulato che trova ampia dimostrazione nel ricco e variegato bestiario degli abitanti di Facebook, afferma una cosa molto semplice: non importa che tu 15 anni fa fossi ancora nelle palle di tuo nonno, fossi intollerante al lattosio o che nel bar del tuo paese l’unico gelato disponibile fosse il Calippo Fizz. Non importa che tu l’abbia mai mangiato davvero o ne sentissi parlare da tuo fratello più grande, che con la scusa di uscire a prendere il gelato si pigliava pure un pacchetto di sigarette per fare il maranza con la tipa di turno. Quello che conta è che, ora che è tornato, il Winner Taco è la cosa più buona mai creata dall’uomo in n-mila anni di storia, e tutti devono sapere quanto ti piace: perchè nel carro dei vincitori non si mangia altro, e possa io morire se non grido al mondo quant’è fantastico.

Ebbene, dopo sei anni di silenzio Metal Gear Solid è l’atteso Winner Taco firmato Hideo Kojima. E io amerò anche i gelati (non a caso sono felicemente sopra i 90 chili), ma per quanto lo lodiate dalla mattina a sera, io Kojima non lo riesco più a digerire.

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