A circa due mesi di distanza dal ringiovanito e pur sempre tradizionalista Yoshi’s New Island, Nintendo sforna l’ennesimo titolo first party dell’infinita ludoteca del 3DS, Kirby: Triple Deluxe. Dopo tre anni di assenza, il batuffolo rosa torna alla carica, per la prima volta sulla portatile tridimensionale e senza mettere da parte le sue origini, anzi. Sembra proprio che l’azienda di Kyoto ci stia prendendo gusto nel proporre rivisitazioni o, ancora meglio, delle riproposizioni di formule collaudate e consolidate negli anni. Ve lo dicevo anche parlandovi del nuovo appuntamento con il draghetto nintendoso: nessuno sa sfornare platform (in questo caso bidimensionale) con un ritmo così serrato senza perdere lo smalto e la caratura tipici della software house di Super Mario. E questo nuovo lavoro dei ragazzi giapponesi di HAL Laboratory, tra fresche trovate e un’esperienza di gioco duttile e adatta a tutti, non è certo da meno. Procediamo quindi verso la stesura di un verdetto che, come da programma, soddisferà i nostalgici e stuzzicherà i novizi e i più giovani videogiocatori.
In seguito ad un filmato in computer grafica che non brilla certo per ispirazione ed espedienti narrativi d’autore (non che ci sia qualcosa di sostanzioso e importante da raccontare, intendiamoci), verremo catapultati nel pacioccoso e zuccheroso mondo dei cieli di Dream Land per destreggiarsi tra calme battaglie a suon di trasformazioni e le ben più impegnative boss battle di fine quadro. L’esperienza generale di Kirby: Triple Deluxe si discosta dagli altri esponenti del genere grazie a un gameplay più lento, che si sposa egregiamente con i toni paffutelli del protagonista, dei suoi nemici e dell’ambientazione. Mettete un attimo da parte la precisione d’esecuzione richiesta dai salti di un Super Mario o la velocità d’azione di un Sonic e abbracciate un sistema di gioco calmo, oserei dire ragionato, che gira tutto intorno alla particolare caratteristica di Kirby: il poter ingurgitare qualsiasi cosa gli si ponga dinanzi, compresi i nemici che, nella stragrande maggioranza dei casi, vi regaleranno simpatiche trasformazioni. Ed è qui che questa serie esprime il suo meglio, fornendo al giocatore decine di power-up, tutti diversi tra loro e sempre più sfiziosi da usare, senza sottrarre il fatto che, a conti fatti, ogni sembianza assunta dalla pallina rosa corrisponda a un approccio totalmente differente da quella precedente.
L’avventura scorre senza troppi problemi, morendo una manciata di volte durante tutta la durata del gioco e lasciandosi cullare dai colori e i temi musicali tipici della serie. Seppur in modo diverso, per stile e meccaniche, rispetto al già citato Yoshi’s New Island, la difficoltà strizza l’occhio a delle partite rilassate, che ancora una volta soddisferanno più palati. Dei palati che, alla peggio, saranno accompagnati verso gli end credit nelle circa 7 ore necessarie per il completamento superficiale della produzione. Ma sarebbe un vero e proprio peccato fermarsi lì, perché tra collezionabili più (le “pietre solari” presenti in ogni livello) o meno (i pucciosissimi portachiavi pixellosi che ripercorrono i fasti della serie) tradizionali e la seconda run nei panni di King Dedede (con tanto di boss finale bonus!), c’è tanta di quella roba da tenervi occupati per lo meno il doppio del tempo. E non ho nemmeno accennato alle deliziose modalità extra che campeggiano orgogliose nel menu iniziale a fianco della campagna. Una di queste è una vera e propria fighting mode in stile Smash Bros da affrontare con i vari potenziamenti, mentre l’altra è un gioco musicale zompettante in compagnia di un venale King Dedede. Insomma, il solito pacchetto firmato Nintendo ricco di contenuti che si sdebiterà con voi fino all’ultimo centesimo.
Come ho già detto, le trasformazioni sono il fulcro principale del gioco. Ne sono 26, di cui 6 totalmente nuove. Kirby diventerà uno spadaccino (con tanto di cappello a la Link!), uno sparafuoco o tante altre cose, e il bello è che i pregi e i difetti sono differenti per ogni power-up. Qui entrano in gioco delle scelte dettate principalmente dal gusto del giocatore, che influenzano completamente l’andamento dei livelli e le difficoltà in alcune situazioni: affrontare il boss di turno con il potere dell’arciere può facilitare lo scontro rispetto a quando lo si fa con quello del coleottero, e così via. Lo stesso si può dire del Kirby neutro che si appoggia su delle basi di gameplay diverse, quasi difensive e che tendono a valorizzare le schivate. Ma il bello è che, anche grazie al super-potenziamento Hypernova (che una volta assimilato fa sparire quello precedente una volta finito il livello) e le miriadi di nemici in costante cambiamento in base alla location, il titolo di HAL Laboratory tende a invogliare il giocatore verso un utilizzo dinamico delle trasformazioni, scongiurando quindi un piatto avanzamento in compagnia delle stesse sembianze per la gran parte della durata. Uno dei pochi rimpianti che posso avere in termini giocosi riguarda la forse eccessiva lentezza nel controllo del personaggio: un pizzico di velocità in più non avrebbe guastato e sono convinto che una maggiore fluidità dei movimenti avrebbe giovato all’esperienza generale. Altra “pecca” su cui voglio porre per un attimo l’attenzione, solo perché è la seconda volta che mi succede con un videogame Nintendo nel giro di sessanta giorni, è la sbilanciatissima e quasi proibitiva difficoltà del boss finale: perché proporre un picco così alto solo nella battuta ultima dell’avventura e non scegliere di aumentare gradualmente la sfida con l’avvicinarsi della fine? Mistero. A conti fatti siamo però di fronte all’ennesimo e stellare gioco di piattaforme con i controfiochi, un prodotto che si distingue e diverte con carattere esattamente come tutti gli altri titolissimi di Nintendo.
Toccando il tasto novità/introduzioni possibili solo grazie all’hardware del Nintendo 3DS, mi sembra doveroso sottolineare il fatto che il level design è stato fortemente influenzato dall’effetto 3D della console portatile. Infatti, la struttura dei livelli si sposta continuamente in profondità, proponendo il più delle volte delle interazioni a cavallo tra lo sfondo e lo spazio in primo piano. Anche la classica assegnazione dei punti extra finali si è spostata dall’esecuzione in verticale a un lancio verso l’interno dello schermo, proprio a sottolineare ancora una volta quanto siano state importanti le caratteristiche della macchina in fase di ideazione e realizzazione del progetto. Questo vuol dire che all’attivazione del 3D l’utente non solo guadagnerà dal punto di vista visivo, ma che riuscirà a immergersi ancora di più nei salti in profondità presenti di livello in livello. Meno importanti e più essenziali sono invece i controlli via giroscopio, un vero e proprio gimmick che differenzierà alcune sezioni, tra l’altro altamente evitabile perché i suoi movimenti vanno in pieno contrasto con l’utilizzo dell’effettistica stereoscopica che, come vi dicevo, è un plus da non sottovalutare.
Concludendo sul lato tecnico, va assolutamente evidenziato come gli sviluppatori siano riusciti a fornire una continuità estetica rispettando i canoni della serie, senza quindi perdersi nel passaggio dal sicuramente più apprezzato stile disegnato a quello poligonale di questa iterazione. Non vorrei calcare troppo la mano sul confronto con il più recente Yoshi, ma è proprio grazie a quest’ultimo aspetto che Kirby: Triple Deluxe riesce a compiere quel passo in più rispetto quest’ultimo. Anche se entrambi sono more of the same di una formula iper convincente, nel caso di Triple Deluxe la realizzazione artistica dà quel tocco in più che mancava al successore di quello che fu Super Mario World 2 completando un cerchio quasi perfetto a cavallo tra malinconici ricordi e nuove trovate in parallasse.
In conclusione…
Kirby: Triple Deluxe è l’ennesima prova della potenza e delle capacità ludiche di Nintendo. Un platform solido, ancorato al passato, ma che riesce comunque a rinfrescarsi con una veste grafica in linea con i toni degli episodi precedenti e delle trovate di level design che sfruttano egregiamente la feature chiave della console su cui gira. La cura nei dettagli, la caratterizzazione dei personaggi, la ricchezza e la varietà di contenuti riescono poi a creare una sorta di stato di grazia invidiabile dalla quasi totalità delle software house attuali. E se l’estrema facilità delle situazioni e delle sfide proposte potrebbe minimamente scoraggiare la vostra volontà d’acquisto, pensate a tutte le chicche e la soddisfazione che troverete completandolo fino all’ultimo dei particolari. Insomma, un gioco di piattaforme che nessun nintendaro, possessore di un 3DS o amante del genere (e non solo!) dovrebbe farsi sfuggire. Inghiottimi ancora, Kirby!
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