News 02 Giu 2014

E.T. ritorna a casa (nei nostri Atari)

Terra, 1982. Dopo l’uscita del capolavoro di Steven Spielberg esplode una “ET-mania” di proporzioni colossali e nell’impeto di voler sfruttare il successo della pellicola fino all’ultima goccia l’allora amministratore delegato di Warner Communications Steve Ross ottiene da Spielberg e Universal la licenza di produrre un videogioco di E.T. con un budget di circa 20 milioni di dollari. Fino a questo punto sembra tutto normale.

La cosa interessante? Il gioco doveva essere sviluppato in 5 settimane, in modo da farlo uscire entro Natale di quell’anno.

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Il prodotto finale ne risenti moltissimo e passò alla storia come il peggior videogioco di tutti i tempi. Nonostante un incipit di vendite considerevole (circa 1.5 milioni di copie) il vero fallimento si sentì nel lungo termine: i giocatori che avevano comprato il titolo Atari si accorsero della scarsissima qualità del prodotto, richiesero il rimborso completo dei 40$ e lo ottennero. Questo, insieme alla spese astronomiche affrontate tra pubblicità e marketing, fu qualcosa di talmente catastrofico da poter essere considerato il fattore scatenante del fallimento dell’ Atari (forse dell’intera crisi dei videogiochi del 1983), che perse 536 milioni di dollari. Le milioni di cartucce invendute furono sotterrate nella discarica di Alamogordo, Nuovo Messico.

Da allora la storia diventò leggenda.

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Il 28 aprile 2014, grazie ad alcuni scavi organizzati da Fuel EntertainmentXbox Entertainment Studios e Lightbox, più di 1300 cartucce sono state recuperate: ora una parte di queste sarà certificata e messa in vendita da una Commissione della città di Alamogordo. Il sindaco Susie Galea ha spiegato che la conservazione delle cartucce è stata curata dal New Mexico Museum of Space History e che, dopo aver consegnato 100 cartucce a Lightbox e Fuel Entertainment per la produzione di documentari, possono ora mettere in vendita ben 700 cartucce. Galea spiega però che il processo di vendita deve ancora essere delineato e che le cartucce rimanenti saranno distribuite a musei locali.

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I giochi saranno prima valutati poi preparati dal museo e successivamente registrati e venduti con un proprio Certificato di Garanzia. Per quanto riguarda le oltre 700.000 cartucce rimaste sotterrate, Galea confessa che rimarranno lì: la fossa è più profonda di quanto stimato e le difficoltà nel recupero aumentano di metro in metro.

Devo confessarvi che mi piacerebbe accaparrarmi una copia del gioco che ha involontariamente definito la storia dei videogiochi. E voi? Per tutto ciò che riguarda l’universo del gaming e per tutti gli aggiornamenti sulla “Vicenda E.T.” rimanete sintonizzati su GameSoul.

Vi ricordo inoltre di seguire l’hashtag #GameSoulVsE3 per essere sempre aggiornati su tutto ciò che l’E3 del prossimo 9 giugno ci saprà regalare.

Stay tuned.

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