News 11 Giu 2014

E3 2014 – FarCry 4 – hands On

Los Angeles – Si dice che il tre sia il numero perfetto. E ammettiamolo, in casa Ubisoft quel “tre” nel titolo ha portato particolarmente bene nel caso di FarCry: dopo un primo episodio graficamente all’avanguardia e dall’ottima giocabilità e una seconda iterazione di dimensioni mastodontiche ma incapace di bissare quanto di buono raggiunto dal proprio predecessore, la consacrazione del franchise capitalizzata dalla terza declinazione fu un qualcosa non solo di imprevisto, ma quasi di inarrestabile. Più che naturale dunque attendersi grandi cose dal nuovo FarCry 4: il torrido sole tropicale lascia spazio al gelo pungente dell’Himalaya, a quell’aria rarefatta tipica delle vette più alte del globo resa ancora meno respirabile dalla minaccia che le abita.

Si, perché anche in FarCry 4 il denominatore comune della follia torna a farsi sentire, manifestandosi in un gruppo di trafficanti di schiavi capeggiati da una figura che, almeno in apparenza, difficilmente riuscirà a farci sentire la mancanza di Vaas. Ma bando alle ciance, e vediamo dunque cosa ci ha riservato Ubisoft in questo hands on esclusivo per l‘E3 2014.

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La nostra prova odierna si è focalizzata totalmente sul comparto single player di FarCry 4, nella fattispecie la classica missione di “eliminazione” nemica dall’avamposto avversario. Vuoi per la tenacia avversaria, vuoi per la presenza di più allarmi all’interno della base (con annesso rischio di arrivo dei rinforzi), la missione è ribattezzata The Fortress, la fortezza. A 3700 metri di altitudine nella regione del Kyrat ci siamo dunque avventurati in questo breve estratto del gioco, affrontabile per l’occasione in tre diverse modalità. La prima, Sneak, incarna i dettami più stealth del titolo: armati di balestra e coltello dobbiamo muoverci silenziosamente nell’avamposto, disattivando preventivamente gli allarmi e, solo a quel punto, facendo piazza pulita della resistenza. Una sfida difficile, che ci è costata una manciata di retry prima di essere portata a termine. Importante, se non vitale, è sfruttare a proprio vantaggio le coperture offerte dalla conformazione geografica del luogo, muovendosi accucciati e silenziosi solo quando non osservati e pazientando il momento opportuno nell’ombra prima di muoverci o freddare la guardia armata.

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Superato questo primo scoglio ci siamo cimentati nella modalità Ride della fortezza, probabilmente la più semplice delle tre visto l’approccio brutalmente frontale ma, allo stesso tempo, quella più memorabile. Questo perché è possibile salire a bordo di un elefante e, dal suo comodo groppone, muoversi all’interno dell’avamposto eliminando ogni minaccia a suon di doppietta. Pur essendo più abbordabile della precedente (basti pensare che l’entrata in scena, coincidente in precedenza con un’arrampicata silenziosa su una parete laterale alla base, ci permette ora di abbattere la porta di ingresso a suon di fucilate con tanto di barrito elefantesco), vale la pena tenere a mente ogniqualvolta un nemico raggiunga il nostro possente mezzo ci scaraventerà al suolo, rendendoci temporaneamente vulnerabili al fuoco nemico. Poi decideremo noi se tornare a bordo dell’elefante o, a quel punto, correre e sparare. Tenete a mente che, in questo caso, l’arrivo dei rinforzi è praticamente un dato di fatto: di tanto in tanto, dunque, ricorrere alla cura (previa pressione del tasto triangolo) è caldamente consigliato.

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A chiudere il terzetto ci pensa Fly, ultima variante della missione odierna affrontabile questa volta a bordo di un elicottero guidato da un NPC. Se avete assistito alla conferenza di ieri, saprete già che tale personaggio collaterale rappresenta un valido backup qualora lo scoglio da affrontare fosse particolarmente ostico. Basta “chiamarlo” e in men che non si dica avremo un elicottero di fortuna a portata di mano, da cui sparare da posizione privilegiata. Ancora una volta si tratta di un approccio tutto tranne che silenzioso, senza contare che il volo a rilento del velivolo ci rende dei bersagli ideali per il nutrito corpo di soldati (armati di tutto punto, lo ricordiamo) che non faticherà affatto a riversarci contro svariati quintali di piombo. Fly rappresenta senza dubbio la più difficile delle modalità presentate oggi – non è infatti un caso se siamo usciti vincitori dalle due appena descritte ma non abbiamo saputo resistere per più di 5 minuti in questa. Anche perché, una volta scesi dall’elicottero, montarci nuovamente è molto complicato.

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L’aggiornamento alle meccaniche di gameplay appare già evidente anche da questa prima prova. Oltre alla scalata, manovra che ci permette di raggiungere sporgenze sopraelevate o zone poco abbordabili da cui pianificare con maggior cura un attacco, fa piacere osservare come la location non si rappresenti un semplice teatro di gioco passivo ma al contrario offra un ventaglio di scelte (tanto offensive quanto difensive) da sfruttare a proprio vantaggio nel corso dell’avventura. Posare una carica di C4 su un bidone, scagliarlo contro un terzetto di nemici e farlo esplodere con un colpo di fucile, ad esempio, rappresenta una delle possibili fasi iniziali del nostro attacco, che si contrappone in toto alla filosofia stealth di FarCry 4, un’opzione facoltativa ma non certo meno efficace. Senza contare che, in un’ottica prettamente estetica, l’Himalaya di Ubisoft è un ecosistema vivo e vegeto, impreziosito da una vegetazione che si piega alle sferzate del vento e reso ancor più vero dalla presenza di predatori volatili, che di tanto in tanto si scagliano in picchiata sulla sfortunata preda di turno, da elefanti o da altri animali che pascolano placidamente. Il colpo d’occhio di FarCry 4 è piacevole oltre che convincente, forte di un impianto di effetti volumetrici e particellari realizzato come si deve (e tranquilli, di esplosioni non ne mancano di certo) e di una modellazione dei personaggi complessivamente soddisfacente. Indossate una tuta alare e gettatevi dalle sommità di quelle vette gelate per accorgervi della cura con cui il team di sviluppo ha centellinato ogni singolo dettaglio. E da qui alla release del titolo, disponibile esclusivamente per PC, PS4 e Xbox One, le cose possono soltanto migliorare.

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Magari ce l’aspettavamo un po’ tutti, ma FarCry 4 si conferma davvero uno dei titoli più interessanti della line-up next gen del Publisher francese. La battaglia silenziosa contro un villain folle e ancora una volta carismatico, unite ad un comparto grafico di prim’ordine e ad una giocabilità che eredita i tratti migliori dell’episodio precedente, lasciano presagire un bis di successo già dopo questa nostra fugace prima sessione di gioco. Confermare quanto di buono raggiunto dagli sviluppatori nella precedente declinazione della serie rappresenta una sfida non certo banale anche per un team di sviluppo rodato come quello francese, ma le premesse di questo FarCry 4 fanno propendere positivamente l’ago della bilancia verso questa direzione. Di sicuro, nei prossimi mesi ne sentiremo parlare parecchio: e noi saremo pronti per raccontarvi ogni dettaglio.

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