News 11 Giu 2014

E3 2014 – The Division – Anteprima

Los Angeles – La penna di Tom Clancy ha da sempre esercitato un potere magnetico nell’universo dei videogiochi. Che siate lettori affezionati di uno dei migliori narratori di spy stories della storia o che abbiate scoperto solo ora a chi si riferisce che quel nome che campeggia in una miriade di titoli Ubisoft, lo scrittore di Baltimora tra i suoi innumerevoli meriti ha quello di aver creato un binomio indissolubile tra narrativa e videogioco. Un binomio che nel corso degli anni si è manifestato in franchise di enorme successo quali Rainbow Six, Ghost Recon o Splinter Cell solo per citarne alcuni. Ad un anno di distanza dalla sua scomparsa, il booth E3 del publisher francese rende omaggio ad una delle personalità più amate ed importanti dell’Industry con due triple A che si preannunciano estremamente interessanti. La prima, Rainbow Six: Siege, di cui parleremo a breve, e la seconda, The Division, che abbiamo provato qualche minuto fa. E di cui ora vi raccontiamo un paio di cosette.

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La premessa narrativa di The Division, pur non essendo delle più originali, è molto interessante: nella giornata del Black Friday un gruppo di bioterroristi ha liberato un virus letale tra la popolazione di New York, dando il via ad un’epidemia di massa che decima rapidamente gran parte della popolazione della Grande Mela. La situazione tuttavia sfugge di mano rapidamente, e in men che non si dica la più celebre città degli Stati Uniti si trasforma in un enorme villaggio fantasma, dove sfacelo, ruggine e desolazione fanno da assoluti padroni. I pochi superstiti si dividono in due categorie: sciacalli e criminali, che approfittano della situazione con la violenza per ottenere quanto necessario alla propria sopravvivenza, e la povera gente, vittima invisibile e predestinata di un Calvario da sui sembra impossibile uscire. Prima che l’epidemia assuma dei connotati pandemici e si estenda oltre gli attuali confini, il governo americano decide di inviare una squadra di agenti super addestrati, al fine di immagazzinare quante più informazioni possibili sulla cellula responsabile del disastro e, cosa fondamentale, per trovare un rimedio prima che sia troppo tardi. Questa squadra è la Division, ed è proprio qui che entriamo in gioco.

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Stando alla definizione data nel corso della presentazione hands off presso lo stand di Ubisoft, The Division è un Online Open Wolrd RPG, un gioco di ruolo online su base persistente al cui interno è il giocatore a decidere dove andare. Questo grazie ad una mappa olografica particolarmente accattivante, che proietta ai piedi del nostro alter ego digitale una ricostruzione tridimensionale di New York permettendo di “taggare” destinazioni o punti di interesse. La componente verticale della Grande Mela trova riscontro nelle mappe di The Division, di dimensioni estremamente generose ma percorribili anche lungo l’asse verticale (grattacieli, tetti, attici non sfuggiranno ai nostri eroi, insomma). Altro aspetto estremamente importante in un RPG online è la possibilità di esplorare in modo differente la stessa area di gioco: condizioni climatiche avverse, ad esempio, rischiano di rendere molti più ostica una specifica missione. Per imbarcarsi in un’operazione a basso profilo, allo stesso modo, sarebbe più opportuno attendere i favori della notte piuttosto che la luce del giorno.  Le condizioni al contorno di ciascuna missione rappresentano dunque una discriminante fondamentale, tanto che anche una minima variazione di queste può comportare una ripianificazione sensibile delle nostre strategie. Particolarmente utile in questi frangenti è l’ECHO, un evoluto sistema (in perfetto stile WatchDogs) che permette di recuperare informazioni vecchie anche di settimane collegandosi direttamente alle telecamere di sorveglianza sparse per la città. Ancora una volta, le informazioni saranno proiettate con un sistema di ologrammi tridimensionali, con l’aggiunta di ulteriori dati testuali a corredo. Non si è agenti speciali mica per niente.

Nonostante sia stata omessa nella definizione di cui sopra, la componente action di The Division non è affatto trascurabile: nel titolo Ubisoft si spara parecchio, con armi che spaziano dai classici fucili di precisione o mitragliatori a gingilli iper tecnologici per disturbare le comunicazioni avversarie, armi elettriche, granate a ricerca, rilevatori a impulsi e torrette automatiche. Taggare la posizione dei nemici è fondamentale, specie in un contesto cooperativo dove cooperazione e tempismo sono le chiavi per non finire freddati anzitempo. Allo stesso modo, The Division presenta un sistema di coperture dinamico (il personaggio si accovaccia automaticamente in corrispondenza di una copertura) non certo innovativo nel panorama dello shooting, ma particolarmente utile per prendere tempo qualora il primo approccio si rivelasse fallimentare. Per ogni nemico eliminato saremo ricompensati con un quantitativo variabile di punti esperienza, da spendere come tradizione insegna in un apposito skill tree.

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Una delle caratteristiche più interessanti di The Division è l’assenza di classi specifiche di personaggio, in favore di un sistema a “open skills” che permette al giocatore di sviluppare le abilità preferite, senza alcuna limitazione intrinseca. La ruota dei potenziamenti è particolarmente elaborata, e contiene specializzazioni disparate che spaziano dall’healing alle armi, passando per la gestione – ad esempio – del rilevatore ad impulsi (per determinare a distanza la posizione dei nemici) e della torretta automatica, utile per creare un diversivo difensivo qualora volessimo curare uno dei nostri soldati ferito sotto il piombo nemico. Elencare tutte le opzioni disponibile in questo menu sarebbe autentica follia, alla luce di una possibilità di customizzazione del personaggio al limite della perfezione. La cosa fondamentale è dunque agire, portare a termine missioni su missioni ed eliminare quante più minacce possibili: questa rappresenta l’unica strada per ottenere exp. E fidatevi, ne avrete bisogno. Al completamento di ogni missione verremo premiati con oggetti di varia natura, quali ad esempio armi esclusive o maschere antigas potenziate (utili per affrontare le zone dove la densità virale è maggiore): tutti questi item verranno depositati nello zaino tattico, da cui potremo accedere in ogni momento per equipaggiare l’oggetto più adatto alla particolare contingenza.

Chiudiamo questa nostra prima prova con un ultimo appunto sull’impianto grafico, a dir poco strepitoso pur trattandosi di un codice non ancora ottimizzato. La modellazione dei personaggi e dei nemici è esemplare, tanto quanto la gestione degli effetti particellari/volumetrici e il sistema di illuminazione dinamica.L’alternanza giorno/notte esalta nel migliore dei modi la cura maniacale per ogni singolo dettaglio (ogni scorcio racconta una storia, ha affermato la stessa Ubisoft), e la presenza di situazioni climatiche variabili – oltre che a modificare sensibilmente la strategia della missione – regala scorci memorabili della Grande Mela. La potenza di PS4 e Xbox One, finalmente, fa capolino come deve.

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Se già nella scorsa edizione dell’E3 il titolo made in Ubisoft aveva stupito positivamente pubblico e critica, la nostra prova odierna al booth del Publisher d’oltralpe ha finito per rafforzare ulteriormente la nostra convinzione. The Division è un progetto ambizioso e profondo, capace di mescolare un gameplay action raffinato in un contesto letterario che, per l’ennesima volta, catapulta chi gioca in un turbinio di emozioni da cui è difficile uscire. Una New York dilaniata dall’epidemia, il dramma del sopravvissuto invisibile destinato ad essere sopraffatto dalla viltà degli sciacalli, il coraggio di una squadra di eroi dal cui operato dipende la salvezza non solo dell’America, ma del mondo intero: il fanta-thriller di Clancy ha le carte giuste al posto giusto, e vuoi per una giocabilità dalle meccaniche estremamente accessibili, vuoi per un comparto grafico davvero impressionante, colpisce al cuore già dalle prime sessioni. Il neo più grande, se proprio lo vogliamo cercare, è la sua data d’uscita: un laconico 2015, per PC, PS4 e Xbox One. Ma non servirà certo dirvi che, viste queste premesse, la lunga attesa ci verrà ripagata.


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