Los Angeles – A me gli zombie sono sempre piaciuti, poco da fare. Ecco perché quando Deep Silver annunciò Dead Island una manciata di anni or sono mi ritrovai eccitato come una ragazzina al concerto degli One Direction, in attesa di un titolo dove carne morta e reminiscenze di Romero facevano da padrone. Tra alti e bassi, intuizioni brillanti e bug imbarazzanti, il primo episodio complessivamente mi era piaciuto: certo, il trailer era senza ombra di dubbio la cosa più riuscita della produzione Deep Silver (ancora oggi vi sfido a trovarne uno migliore, The Phantom Pain escluso), ma non posso nascondere d’essermi divertito parecchio. Lo stesso non vale per Riptide, ancora una volta presentato con una sequenza strappalacrime ed estremamente forte ma, vuoi per una longevità risicata, vuoi per la totale assenza di innovazione, incapace di “colpire” come il predecessore. Questa pomposa intro serve a sottolineare una cosa: cara Deep Silver, se vuoi davvero impressionarmi con Dead Island 2 faresti meglio a mettere in gioco delle novità interessanti. Che i trailer saranno anche belli, ma un minimo di giocabilità in più non guasterebbe.
E posto che il trailer di Dead Island 2 è una delle cose più esilaranti a cui abbiamo assistito a questo E3, l’impatto iniziale con questo “terzo” RPG Action zombesco pare essere positivo. Novità nello sviluppo, affidato ai ragazzi di Yager (creatori di Spec Ops: The Line) alle prese per la prima volta con l’orrore della morte che cammina, e novità nel setting. Tecnicamente Dead Island 2 non è manco ambientato in un’isola, volendo fare i pignoli, bensì nella famigerata e sfavillante costa della California. Avreste mai pensato di vedere mostriciattoli affamati di cervello sul Golden Gate di San Francisco, nella Walk of Fame di Hollywood o nelle spiagge di Santa Monica? Bene, ora è possibile: e stando a quanto detto dallo stesso sviluppatore, ci saranno così tanti zombie da farvi uscire il cervello di testa. Per la loro gioia, a quanto pare.
Ma non si tratta solo di quantità, ci confessa il producer di Dead Island 2. L’hardware prestante di PS4, Xbox One e dei recenti PC permetterà di dare vita (hahahaha! dare vita ad un non morto! bella questa!) a zombie dalle fattezze uniche e peculiari: l’obiettivo, fare in modo che non ci siano due soli zombie uguali in tutta la California, è uno di quelli che non lascia scampo – e la demo a cui abbiamo assistito, risalente agli ultimi mesi del 2013, è ancora parecchio lontana dal raggiungerlo. Che poi ok, quanti di voi perderanno giornate intere ad osservare i volti e i vestiti di migliaia di mostri nell’impresa di bacchettare Deep Silver per la promessa non mantenuta? Ok che amo gli zombie, ma io non ci penso nemmeno. Senza dubbio lo sforzo del team di sviluppo è encomiabile, e il fugace assaggio del motore di gioco aggiornato che abbiamo avuto al termine della presentazione lascia presagire un risultato finale apprezzabile.
Dead Island 2 ruota attorno alla figura di due personaggi non giocanti, Max e il suo (terrificante) gatto Rick Furry. Il buon Max è impegnato in una missione epica, raccattare quanti più umani immuni al virus zombie per dare vita ad una task force speciale con la quale debellare la minaccia non morta. Coraggio? Senso del dovere? No, semplicemente Max non è immune al contagio e necessita di qualche braccia in più per ripulire la California, senza dover necessariamente dare in pasto le proprie agli zombie. Su Rick Furry, un micione dallo sguardo truce, poco si sa: probabilmente giocherà un ruolo cruciale nel finale della storia, o forse si limiterà ad essere una spalla comica a quattro zampe. Zampe che sono state “portate” su Dead Island 2 grazie ad un inedito motion capture felino – uno dei vanti maggiori raccontati alla stampa in sede di presentazione. Già da questo si capisce come il mood di Dead Island 2 è nettamente più rilassato e scanzonato rispetto a quello delle precedenti installazioni: una virata già evidente da uno dei trailer più esilaranti di sempre, presentato – tra le risate del pubblico – in occasione della press conference di Sony.
Il nostro hands off di Dead Island 2 ci ha condotto in una zona residenziale periferica di San Francisco, a bordo del pulmino di Max con un altro paio di componenti di questo “esercito di fortuna”. Sceso dal veicolo, il nostro alter ego si è fatto strada sino a raggiungere la prima meta di questa missione, la Clubhouse locale, per aiutare uno sventurato superstite a respingere un’orda di famelici zombie intenti a sfondare le difese della dimora. Questo particolare passaggio ci ha permesso di osservare un po’ più da vicino le nuove meccaniche di combattimento. Come già osservato in Riptide, gran parte del focus nelle sezioni combat è dedicato alla lotte melee, con armi da fuoco non solo scarse in proiettili, ma tanto rumorose da richiamare un gran numero di non morti dopo aver sparato anche solo un proiettile. Spazio dunque al machete, all’accetta e, in un paio di casi, persino alle bottiglie di vino (se l’alcool fa male ai vivi, figuriamoci ai non morti) fracassate sonoramente nei crani zombeschi. In alcuni casi è possibile effettuare una instanti kill con un colpo alla testa o con la “backstab“, novità di questa iterazione, che permette di eliminare nemici a mo’ di esecuzione con un colpo ben assestato alle spalle.
Saranno inoltre presenti nuove armi motorizzate devastanti, nonostante non siano state ufficialmente mostrate nel corso di questa sessione. Inutile sottolineare che, come pistole e fucili, anche queste ultime genereranno un casino pazzesco notificando istantaneamente la nostra posizione alle orde nemiche. Dead Island 2 permetterà inoltre di modificare e potenziare le armi in qualsiasi istante, senza dover impazzire alla ricerca di un tavolo specifico da crafting; non mancheranno infine armi gigantesche e potenti (come l’immancabile sledgehammer), rigorosamente a due mani e capaci di compensare la lentezza dell’attacco con un bonus di danni elevatissimo. Da quanto si è visto, il titolo Deep Silver pare più “gore” e sanguinario dei precedenti: persino gli zombie non sono dei manichini goffi che si limitano a inseguire il giocatore, ma si fiondano verso il suo collo cercando di renderlo un lauto banchetto.
Tra le introduzioni più interessanti di Dead Island 2 compare sicuramente la possibilità di preparare trappole per gli zombie. Sarà possibile usare barili infuocati ed altri elementi di scena per eliminare interi gruppi di mostriciattoli in un sol colpo, oppure attrarli in uno specifico punto della mappa e dare il via alla carneficina. Con la balestra a frecce elettriche, ad esempio, potremo attivare l’antifurto di un qualsiasi veicolo parcheggiato nei dintorni. Attratti dal rumore, gli zombie si dirigeranno come mosche verso l’auto in esame: sfruttando questo trick potremo farli arrivare in prossimità del barile di benzina di turno e via, si dia inizio allo spettacolo pirotecnico.
Ma i non morti non esauriscono il parco dei nostri avversari. Max e soci dovranno infatti combattere contro altri gruppetti armati che bazzicano tra le strade della California, compresa la cattivissima LAPD (Los Angeles Police Department). Chiaramente, i giocatori più astuti potranno sfruttare le forze nemiche a proprio vantaggio, usando magari gli umani per distrarre gli zombie o, in circostanze opportune, mettendoli di fronte uno all’altro, permettendo così di passare in tranquillità nel mezzo della Golconda che si genera. In definitiva, pur non avendo assistito a meccaniche drasticamente evolute rispetto a quelle precedenti, la vastità del playground ove muoversi e il numero di ostacoli che la popolano sembrano decisamente interessanti. Senza contare che, vale la pena sottolinearlo, stiamo parlando di una build il tutto tranne che aggiornata. Un fattore che si nota anche dal comparto tecnologico della demo, piacevole allo sguardo (gli scorci assolati della California, le tinte calde e vibranti e il colpo d’occhio sulle promenade oceaniche sono indubbiamente accattivanti) ma ancora lontano dal livello di pulizia e dettaglio di cui potremo godere nel prodotto finito.
Ma proprio la California, con questo suo mood perennemente festaiolo e frenetico, rappresenta la carta in più che può decretare il successo di Dead Island 2. Con un parco giochi enorme e identificabile (difficile non riconoscere le vedute più iconiche di San Francisco e Los Angeles), che abbandona la desolazione di un’isola persa in mezzo a chissà quale oceano per incarnarsi in una metropoli magari non troppo “viva” ma sicuramente più popolosa, il titolo di Deep Silver e Yager appare convincente già in questa prima uscita ufficiale. Certo, il lavoro che attende gli sviluppatori è ancora ingente: ottimizzazione tecnologica, modellazione più varia dei personaggi e magari una narrativa più profonda di quella presentata. Le potenzialità però ci sono tutte, e le possibilità di portare sul mercato un episodio che segni un solco netto col passato tormentato della serie non sono affatto trascurabili. Ci potete scommettere la vostra carcassa.
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