Los Angeles – Della puntualità della serie Call of Duty ne abbiamo già parlato nell’anteprima di Advanced Warfare, prossimo capitolo della saga bellica targata Activision, ma del suo diretto concorrente, o meglio, dell’azienda, EA, che tenta ogni anno di strappargli l’agognato scettro, si sapeva ancora poco, almeno fino a qualche settimana fa. La costante è sempre rimasta Battlefield, giunto al quarto capitolo lo scorso anno, che ha portato con sé guerra su scala mondiale, epici scontri in multiplayer e le solite polemiche (ma non vi stancate di beccarvele ogni santa volta? – ndr), ma l’altro concorrente della staffetta “videoludica” è sempre stato in forse, soprattutto dopo il maldestro recupero dall’oblio di una serie storica come quella di Medal of Honor, riproposta in salsa moderna, patriottica fino allo sfinimento e più vuota di un proiettile appena sparato. Titanfall sarebbe stato perfetto per il ruolo (e si è rivelato tale, possiamo confermarvelo), ma un po’ per il timore di fare un buco nell’acqua, un po’ perché su queste console next-gen qualcosa bisognava pur farlo girare, si è preferito lanciarlo in un periodo un po’ morto. E ad ottobre cosa esce?
La risposta è arrivata ufficialmente all’E3, spifferata qualche giorno prima tramite i soliti leak che chissà come mai, escono sempre prima del previsto e rovinano la sorpresa: signori, torna Battlefield ancora una volta. Ma in regia ci sono i ragazzi di Visceral “Prezzemolo” Games (sono OVUNQUE ormai), e pur mantenendo l’ossatura tipica della serie, han ben pensato di stravolgerne la filosofia di base, quasi a voler dire: “Need For Speed quest’anno non lo facciamo uscire, ma eccovi la vostra dose annuale di guardie e ladri“. E il patriottismo passa quindi nelle mani degli sbirri in borghese che si sporcano le mani da infiltrati, mentre i talebani di turno verranno interpretati da ladruncoli ben organizzati, il cui unico scopo, almeno dalle prime modalità multiplayer mostrate, sembra essere quello di sgraffignare quanta più grana possibile. Come da tradizione, mentre Activision inizia ad incuriosire la fanbase tramite teaser e info sul comparto single player, EA sceglie ancora una volta l’approccio diretto, un approccio corroborato persino da una (semi-closed) Beta del gioco lanciata in tempo reale durante l’annuncio, per non lasciare agli utenti il beneficio del dubbio e intrappolarli sin da subito nella gabbia dell’hype: poco si sa insomma della componente narrativa nuda e cruda, ma non nego che una campagna vissuta da entrambi i punti di vista, con tanto di pianificazione di una mega rapina (e tentativo di sventarla) e perché no, finale multiplo legato allo schieramento per il quale si fa il tifo, il tutto confezionato con il classico taglio cinematografico dei DICE (che prendono comunque parte allo sviluppo), mi manderebbe al manicomio.
Nerdiche elucubrazioni a parte, torniamo sulla porzione di gioco testata, la modalità Blood Money, che i fortunati partecipanti alla Beta potranno assaggiare insieme a Heist (mostrata durante la pre-conferenza), basata su un presupposto molto semplice: 32 criminali, divisi in due macrosquadre, formate a loro volta da quattro mini-team (composti da quattro giocatori), dovranno raggiungere un punto in comune, stracarico di succosi dollari, dove fare incetta di grana da portare indenni presso il proprio portavalori che, come se non bastasse, andrà protetto dai raid nemici. La squadra vittoriosa sarà infatti quella che avrà accumulato la maggior quantità di denaro, ma il maltolto resterà alla mercé degli avversari, ed è qui che entra il ballo la divisione in mini-team, possibilmente affiatati, che pianifichino al meglio le proprie incursioni al malloppo. In primis, morendo lascerete il bottino che avete momentaneamente “in tasca”, facile preda del vostro assassino, motivo che vi porterà a sudare sette camicie per raggiungere i soldi, e quattordici per tornare sani e salvi al “quartier generale”, dove depositarli e far guadagnare punti alla squadra. Fondamentale quindi che da una parte ci sia qualcuno pronto a correre come il vento, magari sfruttando i numerosi veicoli che il team ha introdotto (decisamente più vari che in passato) in uno degli angoli della vasta mappa (High Tension), tra veloci moto, possenti ma lenti SUV e comode vie di mezzo, e dall’altra uno squadrone pronto a difendere con le unghie e con i denti i “corrieri”, mentre i restanti membri possono e devono difendere il portavalori di squadra, o perché no, tentare un assalto a quello avversario.
Il risultato, non così difficile da immaginare, è un vero e proprio concentrato di adrenalina, tra lo spirito del deathmatch che traspare dalle classiche meccaniche di gioco, il sapore frenetico del “Cattura la bandiera – revisited” e le novità che il setting “criminalesco” comporta, a partire da dei preziosi gadget, uno su tutti il rampino, grazie al quale sarà possibile aggrapparsi su punti predeterminati (contrassegnati in azzurro), magari per cercare una comoda posizione dalla quale darsi al cecchinaggio sfrenato o semplicemente per imboscarsi e salvarsi repentinamente da un assalto nemico, tenendo il bottino al sicuro, sfruttando una morfologia delle mappe ancor più verticale, complessa e arzigogolata che mai. In Heist in particolare, traspare già da subito uno sviluppo delle missioni lungo l’intera architettura della mappa, con fughe sulle scale, salti col paracadute, inseguimenti in elicottero e rapide discese tramite funi e cavi, piccole trovate che, si spera, andranno a rendere i match ancor più imprevedibili e schizofrenici che mai. Una bella boccata d’aria, insomma, che prende vecchi mezzi ed idee e li rielabora in un qualcosa di fresco, già visto, ma tremendamente accattivante. E a donare imprevedibilità ai match ci pensa anche la possibilità di customizzare il proprio vasto arsenale grazie ai punti (soldi) guadagnati con le uccisioni e con gli assist, andando a personalizzare numerosissimi elementi di qualsiasi arma, veicolo o gadget equipaggiabile, adattandolo al proprio stile di gioco e stravolgendo le sorti di una partita apparentemente già segnata.
Per ora a non convincere ci pensano un comparto grafico ancora arretrato, che non riesce a trasmettere l’impatto degli episodi ufficiali (abbiamo visto pre-alpha decisamente più in forma), così come un fattore distruttibilità ancora una volta approssimativo, che se ci ha emozionato durante il trailer ufficiale con quel tripudio di macerie e script ben confezionati, durante la prova ha fatto storcere ben più di un naso, soprattutto dopo il tripudio di mura in brandelli e porte spezzate offerto da un vecchio concorrente gettato nuovamente nella mischia, quel Rainbow Six: Siege che promette anch’esso di reinventare un genere giunto ormai alla saturazione. Non limitarsi alle vie di fuga prestabilite, ma crearle ad ogni incontro, è un valore certamente aggiunto, che però non può e non deve mancare all’interno rinnovata visione dello shooting online attuata da Visceral e da DICE. Il poco che ho potuto provare mi ha convinto, ed un plauso va certamente alla spiazzante scelta di schierarsi in battaglia contro il proprio illustre avversario in vesti ed armi del tutto nuove, affilate e pronte a far danni. La scelta non convincerà già da ora la fedele fanbase, ma almeno per il momento, Battlefield: Hardline sembra essere in grado di proporre quel fattore novità che gli amanti degli shooter online aspettavano da tempo.
ARVE Error: id and provider shortcodes attributes are mandatory for old shortcodes. It is recommended to switch to new shortcodes that need only url
Commenti