Nessun regista – al momento attuale – incarna il trend cinematografico contemporaneo fatto di estetica e “muscoli” quanto l’amato/odiato Michael Bay.
Scrivere di un personaggio simile può risultare un’impresa molto complessa, il suo Cinema tamarro e fragoroso è riuscito – dai tempi di Pearl Harbor o Armageddon – ad imporsi in un’industria già affollatissima e far parlare di sé. Ogni fenomeno di tale portata – che piaccia o meno – merita attenzione e va compreso senza lasciarsi influenzare dalla lente distorta del pregiudizio. Andiamo direttamente a “dare un’occhiata” all’ultima, imponente fatica (165 minuti di pellicola) del director a stelle e strisce: Transformers 4 – L’Era dell’Estinzione.
Potrei liquidare la recensione in due righe scrivendo qualcosa sul genere “un’accozzaglia di lamiere, macchinoni e 
battute imbarazzanti”, ma come dicevo non è tutto qui.
La difficoltà nell’imbastire un’opera di queste proporzioni è non trascurare i dettagli, cucire una trama solida e regalare emozioni sincere, genuine che sovrastino il boato di motori ed esplosioni. Bay cerca sempre di comunicare qualcosa, nella fattispecie il demerito della razza umana che – in fondo – non riesce a condannare del tutto di fronte alla prova che del buono, del saggio e del giusto c’è sempre, in ognuno di noi. Mi viene in mente uno dei suoi ultimi film, Pain & Gain, altro lavoro ultra-pompato come i protagonisti stessi (culturisti con più steroidi che neuroni nel cervello), due ore di spacconeria color-corretta ma – e qui viene il bello – non solo: c’è la visione distorta del sogno americano, la denuncia di un’ideologia, di uno stile di vita autodistruttivo e basato sul nulla cosmico.
In questo senso Transformers 4 non fa eccezione, è un frastornante “cinepanettone” made in USA – col botto – ma potete leggere tra le righe. Interpreti più che discreti, capitanati dall’immancabile Mark Wahlberg. Consigliato se amate la saga e siete disposti a perdonare l’esagerazione in nome di un’idea che era giusto portare avanti.
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A noi ricorda…
Transformers: The Dark Spark: non potrei non accostare al kolossal di Bay un titolo più adatto dell’ultima incarnazione della saga robotica da poco sbarcata sulle nostre amate piattaforme da gioco (PC compreso). Gli ingredienti li conoscete, e nel caso abbiate imparato ad apprezzarli con i precedenti capitoli vi sentirete subito “a casa” anche con questo!
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Ci si rivede settimana prossima con la recensione di un horror che aspetto con grandi, grandissime speranze… Anarchia – La Notte del Giudizio (titolo originale The Purge: Anarchy )
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