Colonia – Hotline Miami è uno di quei giochi che, senza mezze misure, o si ama o si odia. Stile dannatamente old school al limite della pixel art, violenza che colpisce come un diretto dall’inizio alla fine, colonna sonora strepitosa e, cosa più importante, un coefficiente di difficoltà tendente l’infinito hanno rappresentato le carte vincenti della creatura di Dennaton e Devolver, che dopo una partenza in sordina (sfuggita quasi a chiunque non seguisse almeno in parte il mercato indipendente) su personal computer è approdata su PS Vita, siglando forse uno dei porting migliori di sempre, e tra una manciata di giorni persino su PS4.
Il plot di Hotline Miami, oggettivamente, è un qualcosa di piuttosto criptico: un sicario mascherato assoldato da spietati assassini mascherati a loro volta, un passato tormentato che ritorna portando con sé conseguenze inaspettate, vendetta brutale e, nelle battute finali, un colpo di scena difficilmente prevedibile. Ok, magari non si trattava della narrazione più lineare di sempre, ma il modo con cui veniva dipanata e le “cut scene” sempre più assurde e visionarie hanno finito per trasformare rapidamente il titolo in un piccolo cult. Tanto che, in questi tre giorni di fiera, Wrong Number è uno dei sorvegliati speciali più illustri.
Non potevamo dunque lasciarci sfuggire la possibilità di imbracciare una seconda volta uzi, mazze da baseball, fucili a pompa e motoseghe, e in questo ultimo giorno di kermesse, non senza un minimo di attesa, abbiamo finalmente potuto saggiare un intero livello di Wrong Number. Le novità di questo capitolo, a livello di meccaniche di gameplay, non sono poi molte: la struttura base della versione PC da noi testata resta pressoché immutata, arricchita dalla possibilità di effettuare una capriola laterale per eludere gli shotgun avversari e dall’introduzione di una manciata di nuove armi, quali ad esempio le catene.
Il sistema di comandi del titolo originale viene dunque riconfermato: W, A, S, D per muoversi sui quattro assi, il mouse per ruotare il movimento (e chiaramente mirare), tasto sinistro per sparare e tasto destro per equipaggiare/abbandonare l’arma. Un click sulla rotella del mouse permette di lockare il mirino sul bersaglio prescelto, mentre tenendo premuto il tasto Shift e muovendo il mouse potremmo muovere la telecamera aerea in una zona più ampia di quella visibile, cercando di studiare il piazzamento dei nemici.
Ma tranquilli, le novità ci sono, e non si limitano al nuovissimo furgoncino Hippy in sostituzione della DeLorean. Proprio come nel primo titolo Devolver, a far la differenza in Wrong Number sono le maschere: peccato che, questa volta, le diversificazioni del gameplay che derivano dalla scelta effettuata sono drammatiche a dir poco. La demo disponibile permetteva di scegliere tra quattro maschere distinte: la zebra Corey, un pennuto simile ad un’oca chiamato Alex G. Ash, un orso di nome Mark e, dulcis in fundo, l’immancabile leopardo Tony.
Corey incarna il personaggio agile e resistente, analogo a quello del primo capitolo e ideale per chiunque si approcci al titolo per la prima volta. Silenzioso e veloce negli spostamenti, gode di una resistenza maggiore della norma che gli permette anche di sopravvivere ad un colpo di arma da fuoco. E credetemi, volano così tanti proiettili in ciascuna location che una seconda possibilità non guasta di certo. Agli antipodi troviamo invece Tony, un bestione lento ma dalla forza bruta, capace di stendere praticamente chiunque a suon di cazzotti. Non fosse che il simpatico leopardo impedisce al giocatore di usare armi da fuoco, ma soltanto pugni o armi melee (coltelli, mazze da baseball, sbarre di ferro e via dicendo), Tony rappresenterebbe probabilmente la scelta migliore da fare. Peccato che già nel livello che abbiamo testato, collocato all’incirca a metà della storia principale, rinunciare alla potenza di fuoco era una scelta molto rischiosa.
Mark è il primo personaggio davvero innovativo della serie. All’inizio di ciascun livello è equipaggiato con una coppia di uzi, boost che garantisce un vantaggio non indifferente se si vuole entrare in scena di prepotenza. Mantenendo premuto il tasto del fuoco Mark inizierà a sparare “a ventaglio” con entrambe le armi (una manovra che chiunque sia cresciuto con Max Payne conoscerà molto bene), eliminando rapidamente ogni eventuale resistenza nemica collocata alla sua destra e sinistra in un’area non certo trascurabile. Esaurite le munizioni, gli uzi verranno rimessi nella relativa fondina e il comportamento offensivo del personaggio torna alla normalità.
Non è da meno il buon Alex G. Ash, che introduce per la prima volta un aiutante (mosso chiaramente da CPU) per facilitare l’operazione di epurazione nemica. Piano ad esultare, però: il nostro alter ego potrà infatti utilizzare esclusivamente una motosega, estremamente letale ma vincolata ad un attacco ravvicinato. Qualora il socio dovesse esaurire le munizioni, inoltre, sarà nostro compito fornirgliene di nuove raccogliendo dal suolo le armi abbandonate dai cadaveri nemici. Se state pensando ad una sfida particolarmente ostica state tranquilli, è addirittura peggiore.
Lato grafico, il nuovo livello mostrato in fiera non tradisce minimamente le origini della saga, offrendo uno stile “a pixel” immediatamente riconoscibile e dal carisma unico a dir poco. Wrong Number punta alla sostanza, al gamelay nudo e crudo, e pur presentando un approccio al’azione pesantemente trial & error (morirete tante, tante, tante volte prima si chiudere la prima sezione di un livello) non induce minimamente frustrazione nel giocatore, che anzi grazie ad una colonna sonora nuovamente sopra le righe finisce per galvanizzarsi e rigettarsi nella mischia più agguerrito di prima.
Hotline Miami: Wrong Number non ha ancora una data ufficiale di uscita, pur essendo confermato entro la fine di quest’anno per PC e PS4. Violento, scorretto, cattivissimo e privo di alcuna pietà, il titolo di Devolver/Dennaton promette nuovamente di condannare il giocatore ad un inferno brutale di omicidi e vendette, dove il sangue scorre a pixel copiosi e, qualsiasi arma abbiate a braccetto, i proiettili sono sempre troppo pochi. E considerando che abbiamo visto soltanto quattro maschere, mai come ora il bello (o il cattivo) deve ancora venire.
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