News 17 Ago 2014

The Division – Anteprima – gamescom 2014

Colonia – In occasione della gamescom 2014, la nostra redazione ha potuto posare nuovamente gli occhi su The Division, l’online open world RPG di Ubisoft che ci trasporterà in una New York post-apocalittica dal dettaglio spaventoso. Ma cosa rende speciale questo titolo così atteso dalla critica internazionale? A nostro parere, la solida componente narrativa offerta dalla mano di Tom Clancy ha giocato un ruolo fondamentale nel costruire un background che sia come minimo interessante e maturo, nonché potenzialmente apprezzabile da un pubblico esteso. Il romanziere americano, già famigerato per le sue opere del calibro di La Grande Fuga dellOttobre Rosso, Patriot Games e Rainbow Six, nonostante la sua morte ha lasciato un’eredità importante che un’azienda come Ubisoft ha quasi il dovere morale di trasformare in uno strepitoso successo videoludico. Ebbene, solo a primo impatto, The Division lascia davvero a bocca aperta e ciò fa ben sperare sull’impegno che la casa di sviluppo sta infondendo in questo progetto. Andiamo insieme a vedere in cosa consiste la presentazione a cui abbiamo assistito.

The Division Cera HQ

Non appena entrati nella stanza di presentazione, ci è stato spiegato un po’ il preambolo narrativo che fa da colonna portante all’intera storia. In pratica, in occasione del Black Friday, un gruppo di bioterroristi ha liberato volontariamente un virus letale a New York che ha causato una pandemia irrefrenabile la quale ha posto gli esseri umani di fronte alla peggiore delle loro paure: lo sgretolamento della società. E come risultante della caduta di ciò che comunemente viene identificato come “civiltà”, il caos ha iniziato a dilagare per le strade della Grande Mela, ponendo i newyorkesi in una situazione di maggior pericolo data sia dalla presenza effettiva del virus che dalla malvagità etica insita in ogni essere umano alle prese con la propria sopravvivenza. Il setting pandemico e apocalittico, di certo, non offre alcuno spunto per attestare l’originalità dell’opera, in quanto una simile premessa è comune a numerosi videogiochi e libri, tuttavia è la raffinatezza nel modo in cui la storia viene connotata che rende The Division un gioco capace di distinguersi dalla massa. I giocatori, infatti, vengono calati nei panni di un agente della Divisione, un’unità speciale incaricata di riportare l’ordine in una New York ormai selvaggia e per farlo dovranno eliminare tutti quei criminali che imperversano tra le rovine di quella che fu la città fiore all’occhiello degli Stati Uniti d’America. Ne deriva così che il giocatore stesso viene investito di una grossa responsabilità, la quale lo può far sentire davvero partecipe di ogni missione ed ogni successo o insuccesso raggiunto. Almeno da quel che abbiamo potuto vedere, lo scenario quantomeno verosimile non dona quasi mai la sensazione di puro irrealismo e ci cala in una situazione che effettivamente potrebbe realizzarsi nel mondo reale. Il genio di Clancy risiede proprio nel cogliere le paure dell’immaginario collettivo per poi trasformarle in una storia fittizia che non sa mai troppo di impossibile. A metà tra il vero e il fantastico, The Division prende per mano le nostre angosce del mondo moderno e ci pone di fronte a quell’umanità che, in queste situazioni, segue fedelmente la sua condizione di homo homini lupus.

The Division Bridge

Ad ogni modo, a prescindere dalla diesamina filosofica della trama sottostante a The Division e venendo al gameplay a cui abbiamo assistito, la sessione era retta da tre giocatori: due erano effettivamente presenti sul campo nel ruolo di agenti della Divisione, mentre il terzo ha assunto il controllo di un drone capace di offrire agli altri una visione tattica dall’alto oltre ad ulteriori svariati aiuti per superare indenni il campo di battaglia. La struttura open world consentiva ai tre di scegliere liberamente il loro percorso ottimale per giungere a destinazione sia negli ambienti interni che in quelli esterni e qualora fosse difficile orientarsi, l’uso della mappa è stato fondamentale. Questo strumento visualizza su schermo una cartina olografica dettagliata il cui centro è rappresentato dalla posizione del giocatore ed appare chiaramente visibile l’enormità del mondo esplorabile. Non solo il sandbox si estende in modo orizzontale, ma si sviluppa anche in modo verticale vista la presenza massiccia di grattacieli e palazzi che costellano la famosa città statunitense. Dal basso all’alto, da un estremo all’altro, il livello di dettaglio è assolutamente superlativo ed ogni frame visualizzato è un trionfo di spettacolarità al pari di un qualsiasi blockbuster cinematografico.

Al giocatore viene data la possibilità di interagire col mondo circostante e l’interfaccia non risulta mai invadente, quasi a voler far immedesimare l’utente al massimo livello possibile. I vari dati vengono visualizzati come se fossero degli ologrammi tridimensionali, analogamente a quanto accade in Watch Dogs con cui Ubisoft ha approfondito la sua esperienza, e così avremo costantemente sotto controllo il nostro personaggio senza avere elementi fissi alle sue spalle: sarà come se quelle informazioni su armi, waypoint e munizioni fossero proiettate direttamente avanti agli occhi del nostro agente speciale, poiché quell’agente siamo noi, lì, in quell’universo ed in quel dato momento.

The Division Interface

Stesso discorso anche per i menù le cui sezioni richiamano l’inventario, le opzioni di gioco e le skill del nostro personaggio. La libertà di scelta di The Division viene ulteriormente sfruttata nel meccanismo di progressione del protagonista. Aprendo l’albero delle abilità ci troveremo avanti ad un sistema aperto in cui non esistono classi vere e proprie, perciò si potranno migliorare le capacità preferite senza alcun vincolo. Spetta quindi al giocatore trovare il giusto bilanciamento tra le varie competenze necessarie per sopravvivere nel mondo di gioco e ci sarà davvero l’imbarazzo della scelta nel decidere cosa potrà fare o non fare il proprio avatar. Potremo pertanto specializzarci nella cura o nel sabotaggio, nelle armi di precisione o nei fucili d’assalto, senza che una scelta ne precluda un’altra.

The Division è un trionfo di spettacolarità al pari di un qualsiasi blockbuster cinematografico.

Per migliorare le nostre skill sarà necessario guadagnare esperienza svolgendo le missioni che ci verranno affidate. Nella presentazione abbiamo assistito ad un incarico in cui i giocatori dovevano liberare una specifica zona al fine di poter stabilire la base delle proprie operazioni.  Con l’aiuto del drone è stato possibile identificare preventivamente le minacce sul campo, così da poter adattare la strategia alla disposizione dei nemici. Un buon sistema di coperture dinamiche ha consentito dapprima un approccio stealth che poi è sfociato in un combattimento corpo a corpo a causa di un errore di tempismo da parte di uno dei due agenti. Ne deriva la considerazione che è davvero importante lo studio del campo prima di agire, poiché The Division non pare essere un gioco semplice in cui ci si può buttare nella mischia senza un’adeguata preparazione.

Andando avanti in un’altra missione abbiamo avuto a che fare con i Cleaners, spietati individui che hanno il compito di bruciare i corpi degli infetti con i loro lanciafiamme. Generalmente, questi nemici si trovano accanto a zone di quarantena in cui è indispensabile indossare delle maschere antigas onde evitare di contrarre il virus. A seconda del livello di pericolosità delle zone ci sarà bisogno di maschere via via più sofisticate e queste le si potranno ottenere affrontando e portando a compimento le proprie missioni. Al termine delle quest otterremo sempre delle ricompense che generalmente consisteranno in kit per rendere il “soggiorno” più confortevole, come ad esempio uno zaino tattico o delle armi speciali.

The_division_2

Possiamo dire, in conclusione, che The Division trasuda profondità da ogni suo poro, partendo dalla trama di fondo per finire alla minuziosa elaborazione della personalizzazione del protagonista. Anche se si trattava solo di una presentazione e quindi di una versione non definitiva del gioco, la cura grafica è risultata essere davvero straordinaria e ci permette di affermare che finalmente la potenza current-gen può trovare terreno fertile in cui esprimersi.

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The Division è il nuovo progetto ambizioso della casa francese che ha tradotto l’essenza dei personaggi iconici di Tom Clancy in un videogioco apparentemente completo ed entusiasmante. Dalla qualità grafica a quella del gameplay, il titolo denota una cura del dettaglio quasi maniacale che si trasforma in un’esperienza godibile da chiunque voglia vivere un’esperienza nel puro stile techno-thriller dell’autore americano. Il titolo uscirà per PC, Xbox One e PS4, ma per poterci mettere mano dovremo ancora aspettare un non precisato 2015.

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