News 21 Ago 2014

Prodigy – Anteprima – gamescom 2014

Colonia – Passeggiando tra gli stand della Business Area era quasi difficile notare il piccolo spazio riservato ai ragazzi di Hanakai-Studio, giovane team francese salito qualche mese fa alla ribalta dei riflettori dopo che il progetto d’esordio, il misterioso Prodigy, era riuscito a raggiungere e superare in largo anticipo l’obiettivo su Kickstarter. Incuriositi dal successo iniziale di questo prototipo, pur senza avere in mente un’idea ben definita su cosa doverci attendere, abbiamo raggiunto il team di sviluppo per una prova sul campo di questo insolito “gioco di ruolo” uno contro uno: e inutile dire che, dopo un paio di partite, l’impressione che ne abbiamo avuto è stata davvero positiva.

Volendo dare un contesto a Prodigy, si tratta di RPG tattico a turni basato sull’utilizzo di specifiche action figures (simili a quelle di Skylanders o Disney Inifnity), dedicato all’utenza PC. Le sue meccaniche di gioco ricordano da vicino quelle di Magic, fermo restante che l’azione di gioco si svolgerà su una specifica scacchiera “quattro per tre” basata su tecnologia NFC ove poggiare le citate statuine e una o più carte speciali, con cui effettuare attacchi, curare i compagni di squadra o elaborare attacchi magici composti. Niente mouse, pad o tastiera insomma. Il gameplay di Prodigy è dichiaratamente orientato al combattimento a squadre, dove ciascuno dei due giocatori ha un numero variabile di personaggi (tre nella nostra demo, ma si parlava di un massimo di sei o sette nel prodotto finale) e, sfruttando ad ogni turno il riposizionamento dell’eroe, un attacco speciale o una difesa potenziata per annullare progressivamente l’armata avversaria. Un enorme mix tra la classica dama, lo Skylanders di Activision, Magic e i personaggi di Dragon Age.

Prodigy (7)

Il principio di funzionamento è estremamente semplice: ogni personaggio di questo universo fantasy è rappresentato da una statuina di circa sei centimetri, da piazzare in una delle dodici celle della scacchiera. Essa è composta da tre linee di quattro celle ciascuna: quella più arretrata è maggiormente indicata ai personaggi difensivi, caratterizzati da maggior resistenza ai colpi nemici e da attacchi non sempre critici. La seconda linea, di norma, è riservata a personaggi più equilibrati, ugualmente capaci di colpire e assorbire il danno mentre la prima, ovviamente la più aggressiva, vede solitamente il posizionamento delle creature più agguerrite e letali. Questa collocazione, teniamo a sottolinearlo, è quella indicata dai ragazzi di Hanakai per chi si avvicina al gioco la prima volta: è altrettanto chiaro che esperienza, intuito e un minimo di strategia permetteranno al giocatore di sperimentare soluzioni differenti, in base al proprio stile di gioco.

Ciascuna figure, come da tradizione, memorizza al proprio interno statistiche, skill ed evoluzioni del personaggio che rappresenta. L’idea alla base di Prodigy è dunque ottenere un set di personaggi estremamente unici per giocatore, in modo che quest’ultimo possa sfruttare i progressi del proprio eroe in qualsiasi occasione, sia essa la sfida a casa di un amico, sia un probabile torneo (un’evenienza nemmeno troppo remota, per la natura stessa del titolo). La “scacchiera”, dal canto proprio, è equipaggiata con specifiche antenne per ogni cella, in modo da tracciare costantemente il posizionamento delle varie statue. Qualora uno dei nostri personaggi dovesse essere “raggiungibile” dall’attacco avversario, la cella si colorerà di rosso; in altri casi invece, come ad esempio le funzionalità di healing dei guardiani (che presenteremo a breve), le celle contenenti il mana rilasciato saranno evidenziate dal colore verde.

Prodigy (1)

Una volta collocata l’action figure nella cella prescelta, il giocatore dovrà posare nel “tavolo” una carta specifica, che determina l’azione da eseguire: la carta più comune è quella dell’Attacco, ma a seconda delle skill del personaggio e della presenza o meno di mana sulla cella essa può essere combinata con altre carte, quali Volontà, Concentrazione o Forza per amplificare gli effetti del colpo o magari estenderlo a più personaggi avversari. Allo stesso modo, sarà possibile giocare una carta Salute per ripristinare gli HP del personaggio in turno. A differenza delle statuine, tali carte non memorizzano ulteriori informazioni sullo stato del nostro set di eroi – il che ha perfettamente senso, trattandosi fondamentalmente di trigger per l’azione vera e propria. L’ultimo “pezzo” di questo set è il Simbolo del Potere, un piccolo stemma che permette di attivare la scacchiera con un semplice sfioramento e che memorizza tutte le informazioni del giocatore e le sue statistiche dei match effettuati.

Parlando del background narrativo, l’ispirazione fantasy di Hanaki è a dir poco evidente. Nell’universo di Thasys, la sopravvivenza delle numerose razze esistenti è legata alla presenza del Mana. Questa magica fonte di energia tuttavia sta iniziando a scarseggiare, e le guerre per impossessarsene e garantire così vita alla propria stirpe stanno progressivamente devastando l’intero regno e decimando il suo popolo. Un gruppetto di pochi eletti, figli di umani deboli e privi di potere, sorge dal nulla per salvare Thasys: questi prodigi rispondono al nome di Osservatori (Watchers). Nelle loro vene scorre il sangue e la potenza dei Draghi, le creature onnipotenti per eccellenza, e condividono un legame armonico con i Guardiani, enormi creature magiche dai poteri (quasi) illimitati. I Guardiani rappresentano di fatto lo specchio delle anime degli Osservatori: potenza pura e volontà ferrea fatte carne; essi, inoltre, sono gli unici ancora in grado di creare il famigerato Mana. La loro importanza nel regno di Thasys è dunque fuori discussione.

Prodigy (5)

La demo che abbiamo provato ci ha introdotto le due Compagnie belligeranti che movimentano il regno di Prodigy, la Company of the Storm e la Company of Thorns. La prima, quella dei “buoni” (anche se la distinzione tra buoni e cattivi non è così ovvia, ci racconta lo sviluppatore), ha giurato fedeltà ai Popoli Liberi ed è guidata da Elon, un Osservatore tanto indisciplinato quanto talentuoso nel combattimento e con innate doti di comando. Al suo fianco Rota, un Guardiano di carne fusa a metallo capace di muoversi come il vento e che, per certi versi, rappresenta una visione di ciò che Elon potrebbe essere se fosse in grado di tenere a bada il proprio temperamento focoso. Ad assistere i due eroi c’è Illis, arciere provetta capace di trafiggere anche tre avversari in linea con una sola freccia.

Dall’altro lato della scacchiera troviamo una compagine che ha giurato fedeltà al Re Stregone, una società di vagabondi temibili riuniti dalla comune sete di sangue. Un terzetto capitanato da Orin, leader pragmatico, minaccioso e sicuro di sé, che racchiude una forza grande quanto la rabbia che reprime. Al suo fianco Toboro il Guardiano, una bestia dai poteri inumani priva di passato, che incarna il male e la violenza che Orin cerca faticosamente di nascondere. Siren, infine, è una strega bellissima eletale, dotata di poteri ipnotici e di un cuore gelido e privo di alcuna pietà che la porta ad utilizzare il sangue delle vittime per alimentare la sua magia oscura.

Da qui ai prossimi mesi, ne sentiremo parlare ancora.

Questi i personaggi al momento annunciati da Hanakai, che nella versione finale di Prodigy saliranno ad un totale di quattordici (sette per compagine) con tanto di speciali boss giganteschi capaci di occupare anche quattro celle della scacchiera. Al momento, parte del lavoro dello sviluppatore è riservato al bilanciamento effettivo della sfida, visto che uno degli obiettivi annunciati è quello di permettere sfide “impari” tra giocatori (aventi un numero differente di personaggi per squadra) purché la “risultante” dei singoli sia ragionevolmente comparabile tra una fazione e l’altra. L’impressione iniziale di questo Prodigy, comunque, è assolutamente positiva: trattandosi ancora di un prototipo in aperta fase di sviluppo è ancora presto per trarre delle conclusioni definitive, ma la narrazione interessante, la cura che caratterizza la realizzazione delle action figures e la giocabilità di un RPG tattico uno contro uno che, dopo un fisiologico periodo di rodaggio, si dimostra da subito coinvolgente e spudoratamente competitivo, rappresentano un biglietto da visita non certo trascurabile. Prodigy, insomma, ci ha colpito davvero parecchio: e siamo più che sicuri che, da qui ai prossimi mesi, ne sentiremo parlare ancora.

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