Colonia – Negli ultimi anni la piattaforma PC ha vissuto una nuova giovinezza, vuoi per il ristagno delle console old-gen affossate da una tecnologia non più all’avanguardia, vuoi per un parco titoli nutrito e diversificato, in grado di soddisfare ogni gusto. Ed è per questo che molte delle aziende videoludiche più quotate hanno investito somme importanti per progetti “mouse e tastiera”, tra cui figura Rise Of Incarnates, free-to-play di casa Namco-Bandai previsto per il tardo 2015.
Rise Of Incarnates riprende la formula del combattimento 2vs2, già visto in titoli come Anarchy Reigns, e sfrutta la conoscenza degli sviluppatori (precedentemente al lavoro su franchise come Soul Calibur e Tekken) per portare il combattimento tra le due squadre ad un nuovo esaltante livello.
Siamo in un imprecisato anno del futuro quando gli esseri noti come Incarnati si svegliano da un lungo letargo e sfruttano la possessione degli esseri umani più dotati del pianeta per compiere la loro ascesa. Inevitabile è quindi contro tra le diverse fazioni generate per perseguire i propri scopi. Questo non significa che in base alla squadra si potranno scegliere solo determinati personaggi; il roster sarà numeroso e ogni combinazione di eroi possibile. Ognuno di questi combattenti possiede abilità e poteri unici che lo caratterizzano secondo un nome specifico: Terence Blake ad esempio è un Summoner, ossia un evocatore in grado di richiamare forze sopite per scatenare un’energia inimmaginabile; Reinhold Kruger è un Assault Tank che sfrutta la potenza fisica del suo esoscheletro e gli attacchi a corto raggio per avere la meglio sui propri avversari, mentre Miriea Valentin ruba la vitalità altrui per cambiare aspetto e forma. Questo fa di lei una pericolosissima Trasformer.
La presentazione a cui assistiamo ci mostra come la cooperazione tra i due giocatori della stessa squadra sia necessaria per portare a termine gli attacchi più potenti: tra i due dovrà esserci molta affinità, una profonda conoscenza del parco mosse altrui e una certa dimestichezza con lo stile di gioco del proprio compagno. Per questo gli sviluppatori hanno optato per il 2vs2 invece portare sul campo di battaglia un numero di giocatori più elevato. Ogni ambientazione selezionabile sarà molto estesa e basata su luoghi realmente esistenti, come Parigi o New York, che per il momento sono gli unici due stage completi.
Nonostante però le fedeli riproduzioni, modificate quel tanto per renderle coerenti con il plot narrativo, le ambientazioni appaiono leggermente spoglie ed in alcun modo distruttibili dalle azioni dei giocatori, cosa piuttosto strana in picchiaduro di nuova generazione. L’embrionale sviluppo del titolo può essere in parte una giustificazione per scelte di questo genere, ma è comunque auspicabile che nell’immediato futuro si creino dei solidi presupposti per rendere il campo di battaglia realistico e soprattutto coinvolgente, onde penalizzare la spettacolarità di certi scontri.
Il numero di personaggi finora resi pubblici arriva solo a 6 (incluso un settimo, nientedimeno che il presidente degli Stati Uniti d’America), ma veniamo in qualche rassicurati sulla generosità finale del roster: Rise Of Incarnates è un gioco che basa lo stesso gameplay sulla varietà dei personaggi e sulle loro abilità. Ognuno di essi avrà un background che in qualche modo si riallaccerà alle vicende degli altri protagonisti, in modo da formare una gigantesca ragnatela in cui tutti sono collegati. Tanto che Namco-Bandai ha stretto un accordo con la Marvel America per produrre un fumetto ispirato alle gesta degli Incarnati. Se avrà successo, il progetto editoriale racconterà l’evoluzione degli eroi virtuali, raccontandone al contempo le gesta prima che si risvegliassero come Incarnati.
L’investimento sembra cospicuo, nonostante Rise Of Incarnates sia comunque un free-to-play e sia sviluppato solo sulla piattaforma Steam (al momento non è prevista una versione console); ma i programmatori sono certi che una formula di gioco così ricercata possa avere un certo successo tra i possessori PC. Gli introiti deriveranno tutti dalla possibilità di personalizzare i propri beniamini attraverso l’acquisto in-game delle varie skin per le armi, tatuaggi o nuovi costumi. I dubbi però ci sono eccome: innanzitutto il genere picchiaduro è da sempre il tallone d’Achille di chi è abituato a mouse e tastiera, obbligando di fatto l’utilizzo di un joystick o quantomeno una periferica dedicata (è la stessa software house ad un certo punto a ribadirlo).
E comunque il gameplay, dai pochi frammenti video resi pubblici, non ci è sembrato così innovativo; stiamo comunque parlando di una versione alpha e di sicuro i miglioramenti che verranno implementati nel corso dei prossimi mesi saranno parecchi, ma per il momento l’entusiasmo nei confronti di Rise Of Incarnates è piuttosto contenuto, a causa di una trama poco convincente, di personaggi stereotipati e di una gamma di abilità e mosse ancora molto ristretto. Combattere in due è sicuramente diverso dai match 1vs1 dei classici picchiaduro, ma può allo stesso tempo risultare snervante, soprattutto se non si crea quella famosa alchimia che gli stessi sviluppatori reputano così necessaria affinché si goda appieno delle potenzialità del titolo.
Attendiamo quindi di provare personalmente Rise Of Incarnates, magari proprio grazie alla beta che verrà resa pubblica entro la fine dell’anno, per potervi offrire un giudizio più approfondito, con la speranza che le problematiche evidenziate possano essere presto risolte.
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