Sappiamo tutti bene che la cosiddetta nuova generazione videoludica è partita a rilento e tuttora, a circa un anno di distanza dal suo debutto, fatica a trovare una propria identità. Non si contano le esclusive scomparse, i progetti rimandati e i tanti –forse troppi- titoli della scorsa generazione riproposti al pubblico, agghindati per l’occasione con textures ridefinite e pixel in HD. Alcuni di questi, ammettiamolo, splendidamente riusciti, come The Last Of Us Remastered o l’ottimo Tomb Raider Definitive Edition: ghiotte occasioni per i publisher che in questo modo riescono a guadagnare due volte per lo stesso prodotto, e per i giocatori, in grado di godersi (magari per la prima volta) autentici capolavori.
Ma la spregiudicata moda dei videogiochi remastered è lungi dall’essere terminata e prima del consueto boom videoludico autunnale, Deep Silver porta sugli scaffali Metro Redux, invitante edizione che comprende in un unico disco Metro 2033 e Metro Last Light, sviluppati dai talentuosi ragazzi di 4A Games. Ad un prezzo decisamente competitivo, potrete quindi portarvi a casa due survival-FPS dalle tinte oscure, che raccontano le vicende di Artyom, uno dei pochi reduci russi dell’inverno nucleare che inghiotte Mosca ormai da 20 anni.
Vicino ai dogmi classici di uno shooter, ma altrettanto fedele alle dinamiche di un horror, la serie Metro rientra di diritto tra i videogiochi più apprezzati degli ultimi anni. Basterà questo a giustificare l’acquisto della versione rimasterizzata?
Nel 2033 Mosca è completamente diversa da come la conosciamo. Una grigia coltre di neve e polvere ricopre ogni cosa a causa di una guerra nucleare devastante, che ha finito per annientare la vita nella capitale, costringendo i pochi superstiti a trovare rifugio nel sottosuolo, più precisamente nella fitta rete metropolitana che un tempo collegava i punti nevralgici della città. Alla democrazia, solida base di ogni civiltà, è ben presto subentrata la legge del più forte; ai rubli si sono sostituite munizioni di ogni tipo come moneta di scambio, scorta fondamentale per esplorare in tranquillità i districati tunnel scavati nella roccia ed assicurarsi una difesa in caso di aggressione.
Tratto dall’omonimo romanzo di successo di Dmitry Glukhovsky, Metro 2033 vi permette di vestire i panni dell’intrepido Artyom, il giovane protagonista. Artyom è un ragazzo arruolatosi volontariamente per partecipare alla difesa degli avamposti sotterranei, dopo che il suo mentore Hunter gli ha svelato della rapida ascesa di alcune creature mutanti che minacciano seriamente i pochi sopravvissuti umani rimasti. Ben presto Artyom scoprirà di possedere un qualche legame con questi esseri –chiamati i Tetri– che si rivelerà ben più profondo e importante di quanto sospettato fin dall’inizio.
Ciò che rende la serie Metro così apprezzata è proprio il dipanarsi della trama, resa particolarmente vivida e appassionante dal modo in cui viene svelata, ossia attraverso un racconto già vissuto in prima persona, dove è lo stesso Artyom a rivelare, livello dopo livello, le sue sensazioni, le sue paure e le sue speranze. Nell’edizione Redux, il giocatore può scegliere per entrambi i giochi il tipo di avventura che preferisce affrontare: selezionando Sopravvivenza, il numero di munizioni e materie prime sarà molto ridotto per permettere un’immersione pressoché totale nel mondo virtuale di Metro, obbligandovi talvolta ad optare per un approccio stealth, onde incappare in pericoli al di là della vostra portata, mentre Spartano è una modalità pensata per chi ama l’azione diretta e preferisce lo scontro a fuoco classico senza preoccuparsi troppo dello sperpero di cartucce e medikit, presenti qui in misura più che abbondante.
Questa scelta non compromette la difficoltà insita del titolo, che può comunque essere valutata in seguito. La differenza tra le due opzioni è lampante e questa intelligente possibilità di scelta –precedentemente inclusa solo in Metro Last Light- permette ad ogni giocatore di decidere come affrontare il gioco, anche se i programmatori suggeriscono apertamente di selezionare la modalità Sopravvivenza, per godere appieno dello spaventoso mondo sotterraneo di Mosca, in modo da vivere in prima persona le conseguenze di un olocausto nucleare.
4A Games ha intenzionalmente optato per un alto livello di realismo, da ricercare nelle più piccole cose, come l’erosione dell’equipaggiamento. Le armi infatti, dopo un utilizzo sostenuto, incominceranno a cedere in uno o più punti, costringendovi a cercare ricambi adatti prima che sia troppo tardi. Così anche la torcia in dotazione, che necessita di una ricarica costante della batteria, o i filtri della maschera antigas, fondamentali per superare indenni le zone con un’alta concentrazione di radioattività.
Il mondo di Metro è un mondo ostile, dove niente si fa per niente e la fiducia è merce piuttosto rara, che la maggior parte delle volte si guadagna col sangue. I pochi avamposti disseminati per i freddi cunicoli metropolitani sono oasi sperdute in un mondo freddo e senza vita, dove il genere umano cerca con forza di andare avanti, lottando giorno dopo giorno per un tozzo di pane rancido o un ciotola piena d’acqua, molto probabilmente contaminata. Una volta messo piede fuori da questi agglomerati urbani, tutte le sicurezze vengono meno e ci si ritrova immersi in un silenzio assoluto, guardando con occhi sbigottiti alla devastazione, figlia dell’incommensurabile stupidità umana.
Nonostante i continui scontri con le feroci bestie mutanti che popolano il mondo in superficie, Artyom si ritroverà spesso ad affrontare nemici umani, come efferati assassini o banditi senza scrupoli in cerca di qualche utile cianfrusaglia. Qui si scorgono gli evidenti limiti di un’intelligenza artificiale non al passo coi tempi; gli avversari reagiscono lentamente agli attacchi, sparando alla cieca e allo stesso tempo esponendosi stupidamente al fuoco del vostro fucile. Fortunatamente la continua e forzata ricerca di munizioni e attrezzatura cambia il modo di agire del giocatore, che si ritrova ad affrontare ogni scontro, anche quello apparentemente più innocuo, con la massima prudenza, e con un po’ di pratica si può cogliere i nemici di sorpresa eliminandoli silenziosamente con un notevole risparmio di proiettili.
Nonostante in Metro: Last Light si notino dei cauti miglioramenti sotto questo punto di vista, il livello complessivo dell’IA (nemica e amica) di Metro Redux non è purtroppo all’altezza degli standard di nuova generazione, tranne in alcuni rari casi. In particolar modo, in Metro 2033 si ha la fastidiosa sensazione che i combattimenti siano programmati solo ed esclusivamente in specifici punti di specifiche missioni, concentrando tutta l’azione in pochi minuti di forsennate sparatorie. Sotto questo punto di vista Metro: Last Light è molto più bilanciato e riesce a regalare momenti di pura esplorazione miscelata ad occasionali ma serrati scontri. Non ci stupisce che i programmatori abbiano voluto inserire alcuni dei miglioramenti sviluppati per Last Light anche in Metro 2033 (come specifiche armi), rendendo Redux un’esperienza quasi unitaria più che una semplice raccolta. D’altro canto gli sviluppatori di 4A Games hanno voluto concentrarsi totalmente sulla profondità dell’esperienza single-player sin dal primo istante, in quanto in nessuno dei due capitoli della serie è presente una qualsivoglia modalità multigiocatore.
La rimasterizzazione di Metro 2033 è sicuramente quella più evidente. Il gioco, uscito ormai più di 4 anni fa, gode di una nuova giovinezza grazie ad una ridefinizione minuziosa di tutti i modelli poligonali, per non parlare del frame rate, sempre stabile sui 60 fps. Il sistema di illuminazione dinamica, che dà il suo meglio con l’utilizzo di fonti di luce mobili come la torcia sull’elmetto del protagonista, è stato totalmente rivisitato, rendendo l’ambiente circostante molto più nitido e realistico. Avventurarsi nell’oscurità della metropolitana moscovita o esplorare le rovine del mondo in superficie acquisisce così tutto un altro sapore, donando al giocatore una resa visiva molto più suggestiva e d’impatto.
Stesso discorso per i modelli poligonali degli NPC, che in Metro Redux si muovono con naturalezza e fluidità, evitando quegli spasmi macchinosi che prima facevano storcere il naso; soprattutto durante le cutscene, girate con lo stesso motore grafico del gioco, si possono apprezzare in modo distinto queste migliorie.
Ovviamente non è tutto oro quel che luccica e purtroppo neanche l’alta definizione o la potenza delle nuove console riescono a supplire ad espressioni facciali ancora troppo anonime, che durante i dialoghi non riescono a regalare quell’immedesimazione così imponente durante il resto dell’avventura. Anche i caricamenti tra una zona e l’altra risultano molto lunghi, talvolta estenuanti, intervallati fortunatamente dalle memorie del protagonista, che racconta l’evolversi della storia in base ai progressi del giocatore.
Le conversazioni in entrambi i giochi sono doppiate completamente in italiano, cosa di sicuro molto gradita a chi non mastica troppo l’inglese. La qualità del doppiaggio è altissima: tutti i personaggi, a partire dai collaboratori più stretti del protagonista, fino ad arrivare ai venditori ambulanti in giro per gli avamposti, dialogano con Artyom, raccontano le proprie esperienze, litigano o scherzano tra di loro, facendo però sempre trasparire quella nota di onnipresente disperazione e di vacuo futuro, propria di un popolo cosciente della propria miserabile situazione. Le musiche, vero fiore all’occhiello della produzione, accompagnano il giocatore spesso con singole ma possenti note, che nel silenzio generale sono sempre di forte impatto.
In conclusione…
Metro Redux è l’occasione definitiva per provare due dei più suggestivi first- person shooter della scorsa generazione, ad un prezzo imbattibile.
4A Games non si è semplicemente limitata ad implementare textures ad alta definizione (processo che comunque è stato eseguito ai limiti della perfezione), ma ha ricalibrato totalmente l’avventura, studiando attentamente i punti deboli di ogni gioco e correggendo il possibile, per offrire al giocatore la migliore esperienza concepibile. Metro Redux vi catapulterà in mondo da incubo, dove la superbia dell’uomo comune ha distrutto l’intero pianeta e con esso i sogni e le speranze di ogni essere senziente; la caduta dell’uomo ha permesso l’ascesa di creature oscure, mostri senz’anima che vessano e consumano ogni risorsa necessaria per la sopravvivenza.
Il viaggio di Artyom diventa ben presto una pericolosa e appassionante ricerca per garantire la sopravvivenza del proprio popolo e allo stesso tempo per squarciare il velo di bugie e silenzi che circonda il popolo dei Tetri, la cui storia si svilupperà attraverso inimmaginabili risvolti, in Last Light.
Permangono alcuni dei difetti già evidenziati durante l’analisi delle versioni originali, ma si tratta per la maggior parte di inezie su cui si può tranquillamente passar sopra, se si pensa che i due titoli insieme garantiscono non meno di 30 ore di assoluto divertimento.
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