News 18 Set 2014

Bayonetta Wii U – Recensione

Sono già passati oltre quattro anni e mezzo da quando il geniaccio di Hideki Kamiya e i suoi Platinum Games tirarono fuori dal cilindro uno dei personaggi più ambigui, istrionici e memorabili del panorama videoludico multipiattaforma. L’universo frenetico di Bayonetta, conturbante strega dalle movenze ammiccanti, dalle gambe chilometriche e dal … vabbè, avete capito, non faticò minimamente a far breccia nei cuori dei possessori (maschi) di Xbox 360 e PlayStation 3. Un gameplay dove ritmo era la parola d’ordine e esagerazione rappresentava la norma, un sistema di combo congegnato alla perfezione, una trama avvincente e, non certo ultima, una tonnellata di siparietti deliziosamente maliziosi rappresentavano uno dei biglietti da visita più appetibili per un titolo la cui protagonista, oltre a divenire in tempi record l’icona videoludica più odiata dalle fidanzate dei giocatori, riuscì ancor più velocemente a scrollarsi di dosso l’etichetta di “Dante in gonnella” (Kamiya, lo ricorderete, è pur sempre il babbo di Devil May Cry) precipitosamente affibbiatale all’annuncio del gioco.

Che le similitudini col citato action game fossero parecchie, per carità, era un dato di fatto. Ma il perfezionamento del combat system e l’incredibile lavoro di charachter design svolto dagli sviluppatori, tanto per la bella Bayonetta quanto per i suoi comprimari, finirono per convincere appieno pubblico e specializzata, soddisfatta non solo dal carisma e dall’identità della nuova IP ma anche (almeno nella versione Xbox 360) da un comparto tecnologico complessivamente affidabile. Da gennaio 2010 ad oggi, di cose ne sono cambiate parecchie: una in particolare, l’appropriazione da parte di Nintendo del franchise di Bayonetta come esclusiva. La sexy-strega, non certo l’archetipo del personaggio di Mamma N, passava dunque dall’altro lato della barricata, con tanto di annuncio di un secondo attesissimo episodio in esclusiva per Wii U. E perché, direte voi, non riproporre sull’ammiraglia Nintendo anche il primo capitolo, precluso per ovvi motivi dalla line-up di Wii? Evidentemente il colosso del Sol Levante doveva aspettarsi questa domanda, visto che il capitolo originale della saga sarà disponibile col “fratello maggiore” a partire dal prossimo 24 ottobre. E allora tremate, che le streghe son tornate.

Prima di addentrarci nell’analisi delle novità introdotte dalla transizione su Wii U di Bayonetta, facciamo un rapido riassunto di quello che i possessori della neo ammiraglia Nintendo andranno a trovare, qualora questo fosse il loro primo incontro con la fatale strega. Bayonetta è un action game in terza persona nudo e crudo, diretto come un pugno allo stomaco e privo di inutili complicazioni che possano distrarre da quello che è il centro focale del gameplay: il combattimento. Il titolo di Platinum Games ruota attorno ad un combo-system complesso e dannatamente profondo, che permette di inanellare sequenze offensive chilometriche con la pressione alternata dei tre tasti di attacco  (braccia, gambe e arma da fuoco) e l’immancabile tasto per il salto. Gran parte delle combo sono disponibili dall’inizio del gioco, laddove quelle più evolute e complesse (a fianco degli immancabili power up, dei lecca lecca curativi e altri gingilli demoniaci per aumentare la potenza d’attacco) possono essere acquistate alla taverna di Rodin – “collega” di Bayonetta e frequentatore assiduo dell’Inferno – investendo parte dei crediti guadagnati eliminando le forze nemiche del Paradiso.

La nostra protagonista presenta due stili di combattimento (alternabili mantenendo premuto, nel caso di Wii U, il dorsale posteriore sinistro): per ciascuno stile – A e B – sarà possibile equipaggiare un’arma melee (svariati set di spade, artigli o fruste, ad esempio) e un’arma da fuoco, che verrà collocata negli appositi “slot” presenti sulle poco appariscenti scarpe di Bayonetta e richiamati all’occorrenza mantenendo premuto il tasto del calcio. Equipaggiare con astuzia le armi più indicate a seconda dei nemici presenti e alternare di volta in volta il proprio stile offensivo fa parte del proverbiale gioco: inutile dire che non sarà così raro muoversi nell’apposita sezione dell’inventario per ottimizzare il nostro arsenale, fattore che di fatto rende le meccaniche combat più profonde, pur senza gravare sull’immediatezza generale.

Da un punto di vista narrativo, il titolo Platinum Games narra le gesta della strega Bayonetta, ultima discendente dell’antico clan delle Streghe di Umbra, vent’anni dopo il suo risveglio da una bara in cui era stata rinchiusa secoli addietro. Perseguitata dalle forze del Paradiso, che vorrebbero mondarla per la sua affiliazione al Demonio, Bayonetta inizia una ricerca disperata della propria memoria inseguendo l’Occhio Destro, una gemma facente parte di un Talismano (gli Occhi del Mondo) di cui lei possiede solo la seconda metà. La caccia al passato si sposta a Vigrid, cittadina del centro Europa legata alla dinastia dei Saggi di Lumen dove il tempo pare essersi fermato. Spalleggiata e allo stesso tempo ostacolata da Luka (un giovane che 20 anni prima ha assistito alla morte del padre per mano della strega), tallonata dall’Umbra Jeanne e, non bastasse, con una bambina tra i piedi (Cereza) convinta di essere sua figlia, l’avvenente eroina scoprirà di essere la figura chiave di una storia le cui origini si perdono nei millenni. E che, alle volte, Paradiso e Inferno non sono così diversi.

Fatta questa doverosa premessa, veniamo a quelli che sono gli aspetti più significativi della versione Wii U. L’introduzione del GamePad nelle meccaniche di gioco rappresenta indubbiamente la novità più di sostanza dell’intero pacchetto, visto e considerato che va ad aggiungere al control schema “classico” (a leve e pulsanti, per intenderci) una seconda variante complessivamente più casual, che ritroveremo anche in Bayonetta 2. La nuova interfaccia di gioco sfrutta interamente le potenzialità touch dello schermo del GamePad, riuscendo virtualmente ad eliminare il ricorso alla precedente pulsanteria – esclusion fatta per i menu selector associati ai tasti + e – e al classico Start. Per muovere Bayonetta, dunque, basterà semplicemente toccare il punto di destinazione prescelto, effettuando un doppio tap qualora sia necessario effettuare un salto. La stessa dinamica facilitata si applica ai combattimenti: un primo tap in corrispondenza di un nemico ci permetterà di selezionarlo, mentre toccandolo in rapida successione daremo il là alle varie combo. Un tap prolungato, infine, farà partire un colpo d’arma da fuoco in corrispondenza del bersaglio.

Non possiamo certo dimenticarci della schivata, che se eseguita col giusto tempismo in concomitanza di un attacco avversario andrà ad attivare il Witch Mode (per un breve lasso di tempo il movimento nemico è quasi congelato, permettendoci così di mettere a segno più attacchi devastanti in minor tempo). Per evitare la minaccia angelica sarà necessario effettuare uno swipe orizzontale (da destra a sinistra o viceversa) in base alla direzione prescelta. Concettualmente siamo di fronte ad un control schema intuibile e, in un’era dove il touch rappresenta la norma, nemmeno troppo faticoso da digerire. Peccato che il risultato finale non sia dei migliori.

Per quanto la curiosità possa spingervi a provare la nuova feature introdotta dai ragazzi di Platinum Games, due sono le ragioni che vi spingeranno ad abbandonarla prima del previsto. La prima, per quanto sia ragionevolmente facile memorizzare la sequenza di istruzioni touch da compiere per muovere Bayonetta, attaccare o difendersi, non ci si sente mai perfettamente a proprio agio con questo sistema: muoversi da un punto all’altro con uno stick analogico, cambiare bersaglio premendo il trigger anteriore destro o saltare da una parete all’altra in corsa premendo il tasto dedicato danno al giocatore una sicurezza maggiore, oltre che garantire un tempo di risposta inferiore rispetto alla procedura touch – nettamente più passibile di errori. A meno di non fissare costantemente lo schermo del GamePad, dove – per onore di cronaca – il gioco rende alla perfezione, il rischio di toccare la “porzione” sbagliata e quindi invalidare una combo, sbagliare un salto o muoversi in una direzione sbagliata è tutto tranne che trascurabile. Posto che comunque basta un po’ di allenamento per muoversi con relativa naturalezza, il difetto principale è l’eccessiva banalizzazione del sistema di combo, che in questo frangente viene resto del tutto automatico. Agendo con un semplice tap su un nemico, non sarà più il giocatore a decidere se colpirlo con un calcio, una serie di proiettili o un attacco melee: tutto verrà deciso in autonomia, valutando la distanza dal bersaglio e il posizionamento di Bayonetta rispetto a quest’ultimo. Il che, ammettiamolo, rende le dinamiche combat non solo meno estemporanee, ma priva l’utente di gran parte del controllo.

La seconda novità è decisamente più leggera, e permette alla procace protagonista di scegliere tra un set di quattro abiti ispirati all’universo Nintendo. Potrete pertanto mettere nell’armadio il tanto amato abitino nero aderente e scollacciato per indossare le vesti delle Principesse Peach e Daisy di Super Mario, la tuta spaziale di Samus Aran (Metroid) e, dulcis in fundo, gli abiti di Link (Zelda). Posto che nessuna delle quattro varianti – le due principesse in pole position – vi salverà da pose procaci, stacchetti arditi e inquadrature non certo alla Walt Disney, la valenza dei nuovi abiti si limita alla sfera estetica, visto che l’impronta combat non risente di alcuna variazione. Tuttavia è interessante osservare come l’universo di gioco cambi in base alla scelta effettuata. Nei panni di Peach/Daisy le aureole e gli altri collectibles vengono sostituiti dalle classiche monete di Super Mario con tanto di effetto sonoro una volta raccolte, mentre in luogo dell’enorme pugno o dello scarpone demoniaco (le classiche finisher) spunterà dal nulla un braccio o una zampa di BowserZelda-Bayonetta potrà invece fare affidamento sulla Master Sword di Link (in luogo della Katana Shuraba); gli oggetti collezionabili vengono trasformati in Rupie e, per ogni scrigno aperto, partirà il classico jingle tanto caro a Miyamoto. La versione futuristica della Strega potrà vantare un’attillatissima tuta spaziale fedele alla Varia Suit di Samus con tanto di cannoni innestati, che vanno a sostituire le classiche armi da fuoco della protagonista.

Restando sul versante tecnologico, vale la pena sottolineare che Bayonetta su Wii U sfreccia a 1080p e 60 fps. Se da un punto di vista grafico possiamo ritenere soddisfacente il lavoro di polishing dello sviluppatore, che svecchia in modo evidente texture e modelli delle precedenti versioni approdando ad un risultato di elevata caratura, un po’ meno affidabile si è dimostrato il frame rate, complessivamente fadele alla parola data ma in qualche occasione vittima di cali vistosi, specie nelle situazioni più affollate. Nulla che ricordi anche solo vagamente i crolli drammatici della versione PS3, per nostra fortuna: tutto rimane abbondantemente nella soglia della tolleranza. Alta definizione e ritexturizzazione a parte, non ha molto senso parlare nuovamente di level e character design, visto che vengono ripresi pedissequamente dalla previous gen e, già allora avevano convinto appieno. Idem dicasi per la colonna sonora, a dir poco incantevole, e un doppiaggio in lingua inglese rasente la perfezione. Tutti dettagli che, oggettivamente, ci aspettavamo di trovare al proprio posto.

In conclusione …

Passa il tempo e cambiano le generazioni di console, ma che ci volete fare, il fascino della strega di Platinum Games non ne risente affatto. A differenza della sua incantevole protagonista, “condannata” ad un eterna giovinezza fatta di lotte e di Angeli da ridurre in brandelli, Bayonetta invecchia in modo ottimale, confermandosi ancora una volta un action game solido ed interessante non solo nel panorama Nintendo, ancora sprovvisto di un big one del genere, ma anche in quello videoludico generale. Il porting di Platinum Games per l’ammiraglia di Mamma N non fa rimpiangere l’ottima versione per Xbox 360 del titolo, offrendo al giocatore un comparto tecnologico interessante e un frame rate tutto sommato stabile, lontano anni luce dagli orrori di PS3. Gli elementi che hanno decretato il successo dell’IP (combo system e charachter design in primis) rimangono al proprio posto, il ritmo di gioco raggiunge ancora livelli vertiginosi e il playthrough, stimabile in circa 10 ore a livello normale (immancabili segreti esclusi), riesce ancora a regalare enormi soddisfazioni.

L’unica nota amara in questa conversione coincide forse con l’assenza di novità davvero rilevanti, auspicabili a quasi un lustro dalla prima apparizione dell’IP. Il nuovo control schema rischia di snaturare l’ottimo meccanismo di combo di Bayonetta, levando quasi in toto il controllo al giocatore che vedrà assegnati automaticamente i colpi più indicati in base al contesto offensivo. L’introduzione della galleria d’abiti, dal canto proprio, rappresenta un add on esclusivamente estetico, impreziosito da una lunga serie di easter egg che non mancherà di strappare qualche risata ma il cui effetto sorpresa, come lecito aspettarsi, si estingue rapidamente. Al netto di tutto questo, difficile non consigliare questo Bayonetta a chi, per una ragione o per l’altra, abbia perso l’appuntamento nel lontano gennaio 2010. Ripercorrere i primi passi di questo gran bel pezzo di strega non solo sarà propedeutico in vista del secondo episodio, ma vi farà riflettere su tutte le bugie che, da bambini, avete sentito sulle streghe, sui loro capelli unti e sui nasi bitorzoluti. E non so voi, ma io credo a Platinum Games.

Voto: 8/10

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