News 22 Set 2014

La Terra di Mezzo: L’Ombra di Mordor – Anteprima

Milano – Abbiamo provato La Terra di Mezzo: L’ Ombra di Mordor nella location suggestiva del Castello Sforzesco. Dopo averci già dato un’occhiata durante l’E3 e successivamente alla gamescom 2014, questa volta la location scelta per l’appuntamento organizzato dalla Warner Bros. Interactive Entertainment era niente di meno che il Castello Sforzesco. Cogliendo l’opportunità, abbiamo potuto osservare nuovamente da vicino le prodezze svolte dai ragazzi di Monolith alle prese con un universo narrativo tanto complesso quanto meraviglioso.

Parliamo di Tolkien e del suo Signore degli Anelli, uno scritto rimasto nella storia della narrativa anche grazie alla trasposizione cinematografica che lo ha fatto conoscere al pubblico mainstream. Ebbene, La Terra di Mezzo: L’ Ombra di Mordor ha l’audacia di entrare in punta di piedi nel dettagliato mondo descritto dall’autore britannico e prende il suo spazio in un arco temporale non ancora approfondito né dai libri, né tanto meno da Hollywood.

La vicenda videoludica prende corpo tra i fatti trattati in Lo Hobbit e quelle toccati da Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello ed in essa ci caleremo nei panni di un inedito Talion, un ranger di Gondor a guardia della Terra Nera di Mordor, il quale si troverà suo malgrado immischiato in una storia di vendetta e dolore, il tutto mentre Sauron si sta ridestando per organizzare e scagliare il suo esercito contro il mondo degli uomini. Tuttavia, Talion non sarà solo, poiché a dargli una mano ci sarà lo spirito di Celebrimbor, il noto principe Noldorin che ha dato vita agli anelli della leggenda. A causa di un tranello ordito da Sauron, Celebrimbor è divenuto uno spettro immortale, ma è proprio grazie a questo potere che riuscirà ad entrare nel corpo di Talion per condurre con lui una crociata contro il malvagio Signore della Terra Nera.

Che vi piaccia o meno, La Terra di Mezzo: L’ Ombra di Mordor è il frutto di una fusione tra elementi canonici ed elementi originali creati ad-hoc per il videogioco e se siete dei fan accaniti del mondo tolkeniano, potrebbe essere difficile non voler dare una chance al titolo, anche solo per comprendere quanto esso completi od ampli l’intera produzione letteraria.

Ombra di Mordor 2

Partendo da questo punto di vista, l’IP si presenta già con un comparto narrativo apprezzabile e solido – ricordiamo che è frutto di Christian Cantamessa, lo sceneggiatore di Red Dead Redemption – da cui partire, ma il gameplay riesce ad essere altrettanto corposo ed innovativo? Oltre ad assistere alla presentazione, in effetti, abbiamo potuto metterci le mani sopra per un po’, al fine di mettere alla prova il titolo e comprendere quali fossero i suoi limiti ed i suoi pregi.

Innanzitutto, da quanto ci è stato spiegato, lo scopo de La Terra di Mezzo: L’ Ombra di Mordor sarà quello di infiltrarci all’interno dell’armata di Sauron e, grazie ad una sorta di controllo mentale esercitato dallo spirito elfico, rendere nostri servi gli ignari orchi, così da poter destabilizzare la linea gerarchica di Mordor e indebolire gli intenti dell’Oscuro Sire. In questo modo metteremo in pratica la strategia militare denominata “Quinta Colonna”, in cui una fazione riesce a inserire le proprie spie in posizioni chiave di comando del nemico. Attraverso il menù, potremo fare accesso ad una sezione apposita dove controllare i nostri progressi nelle schiere avversarie: avanti ai nostri occhi compariranno tutti i Warchiefs ed i capitani presenti nel mondo di gioco, anche se molti di loro saranno oscurati fino a quando non li incontreremo sul campo di battaglia o non interrogheremo qualche povero orco per ottenere informazioni. Grazie al Nemesis System, gli antagonisti saranno sempre unici e generati casualmente: non avremo mai un orchetto uguale ad un altro, sia nell’aspetto che nella somma delle sue abilità. Ogni ufficiale di Sauron, inoltre, avrà un suo livello di Potere, nonché una serie di punti di forza e debolezza che aumenteranno o diminuiranno a seconda delle loro esperienze. Ebbene, l’Esercito di Sauron è estremamente dinamico e col passare del tempo gli orchetti si sfideranno tra loro per aumentare il loro grado nelle grazie del loro signore. Combattendo tra loro o con noi, ogni capitano ed ogni Warchief avrà la possibilità di migliorare o, in alternativa, morire e nel caso riuscissimo a controllare mentalmente un orco non particolarmente forte e quest’ultimo viene poi sfidato da un altro orco emergente con maggior Potere, potremmo rischiare effettivamente di vedere andare in fumo tutte le fatiche fatte fino a quel momento. Ad ogni nostra morte o addirittura quando la nostra console è spenta, l’esercito si assesterà autonomamente, perciò dovremo perennemente tenere sotto controllo la situazione ed essere rapidi, strategici e talvolta fortunati.

Col Nemesis System non avremo mai un orchetto uguale ad un altro, sia nell’aspetto che nella somma delle sue abilità.

In effetti, ciò che abbiamo compreso di La Terra di Mezzo: L’ Ombra di Mordor è che non si tratta di un gioco troppo semplice. Sia l’aspetto strategico che quello dei combattimenti su terreno di gioco rappresentano costantemente una sfida che richiede una programmazione minuziosa delle nostre azioni. Nonostante Talion sia letale con pugnale, arco e spada, le sue abilità conteranno poco se intorno a noi avremo decine e decine di orchi in assetto da guerra. Ne deriva che certe volte è meglio scegliere un approccio furtivo nelle nostre imprese: ad esempio, se vorremo prendere possesso della coscienza di un determinato orco che come punto debole ha il terrore degli insetti, non ha senso espugnare un forte facendoci largo tra centinaia di nemici, poiché in alternativa potremo arrampicarci silenziosamente sulle merlate del forte, attendere che il capitano nemico passi sotto un favo, scoccare una freccia sull’alveare e vedere come l’ufficiale nemico fuggirà da solo in preda al panico, consentendoci così di colpirlo lontano da occhi indiscreti. Se, invece, proprio non potete fare a meno dal trattenervi dalla mischia, gli scontri – ed anche la successione delle combo – ci hanno ricordato tanto la serie di Batman: Arkham in cui con un tasto si esegue un attacco, mentre con un altro pulsante effettueremo una controffensiva specifica per il nemico che ci troveremo dinanzi.

Fortunatamente per noi, Talion progredirà nelle sue abilità e queste si distinguono in due rami rispettivamente appartenenti alle skill di combattimento corpo-a-corpo e quelle da spettro più incentrate su magia e uso dell’arco. E lo skill tree non sarà l’unico ad essere influenzato dai nostri progressi, perché anche le armi potranno migliorare raccogliendo in giro particolari oggetti nascosti in caverne o zone ben difese. Come accennato, le armi di Talion sono solo 3 – pugnale, spada, arco – e rimarranno le stesse fino alla fine del gioco, ma questo non è un difetto, proprio perché l’importanza attribuita alle armi è un segno distintivo dell’universo tolkeniano. Negli scritti di Tolkien, ogni arma possiede una sua storia ed un suo nome ed in La Terra di Mezzo: L’ Ombra di Mordor questa regola non fa eccezione, poiché le armi di Talion appartengono indissolubilmente al ranger. Compiendo missioni secondarie o uccidendo alcuni nemici, Talion otterrà delle rune con cui migliorare i propri strumenti di morte per renderli ancora più letali di prima.

Ombra di Mordor

Perciò sul versante dei combattimenti, il gioco stupisce ed ogni azione o combo è sempre molto spettacolare e pare realizzata per meravigliare il giocatore. Tuttavia, se proprio vogliamo trovare un difetto in La Terra di Mezzo: L’ Ombra di Mordor, lo abbiamo notato nel level design, o per meglio dire, nella caratterizzazione degli ambienti della Terra Nera. Al fine di facilitare le capacità da parkourer di Talion e di consentire al giocatore di riconoscere i punti su cui potersi arrampicare, le aree sono state concepite come enormi arene squadrate ricolme di collinette sparse e dirupi fin troppo ad angolo retto. Pur sapendo che Mordor non è armoniosa ed essendo una terra vulcanica potrebbe avere una morfologia analoga a quella ricreata dai Monolith Productions, l’impatto grafico che ne deriva ci fa pensare al prodotto di una realizzazione volta solo a facilitare l’esperienza già particolarmente complessa.

Ad ogni modo, ancora per una volta La Terra di Mezzo: L’ Ombra di Mordor ci è parso pieno di possibilità e potenziale e ci ha mostrato un gameplay solido e scorrevole che ci ha fatto correre via le ore senza che ce ne accorgessimo. In definitiva, possiamo dire che l’ennesima prova con questo gioco ci ha aumentato la voglia di giocarne la versione finale, ma per farlo dovremo ancora attendere il 3 ottobre per quella PS4, Xbox One e PC ed il 18 novembre per quelle PS3 e Xbox 360.

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