Editoriale 23 Ott 2014

La Digital Bros. Game Academy si racconta a GameSoul – Intervista

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Geoffrey Davis – Responsabile Progetto DB. Game Academy

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Geoffrey Davis, responsabile del progetto Digital Bros.Game Academy, la nuova scuola per inserirsi nel mondo del gaming italiano.
Geoffrey ha alle spalle un’esperienza più che ventennale nell’ambito dello sviluppo delle aziende, Quando di tratta di start up, dello studio di nuovi prodotti o nuovi modelli di business Geoffrey è l’uomo che fa per voi. Da tempo nell’ambito del gaming, la sua costante curiosità l’ha portato a studiare molto il videogioco e le culture europee con sempre l’obiettivo di riuscire a plasmare lo stesso prodotto adatto al target e al periodo.

Ma Geoffrey è soprattutto un appassionato di videogame, nonché uno studioso del gaming sia come strumento che come aspetto socio-culturale della vita quotidiana delle persone, dando più spazio al medium nel contesto dello stile di vita, piuttosto che da un punto di vista storico.

La necessità di una Game Academy

Con Digital Bros nasce il progetto della Game Academy che vuole valorizzare i talenti nascosti, per creare sbocchi concreti nel settore e per rinforzare l’industria in Italia, che (come in tanti altri ambiti) ha forti valenze e può avere un ruolo da protagonista nel panorama internazionale. Ma per far sì che questo accada c’è bisogno di nuove forme di investimento, come il crowdfunding, di distrbuzione e di publishing. Digital Bros., esperta in questi settori, ha voluto aprire la Game Academy perché “ora tocca ai talenti farsi avanti”.

L’italia nel panorama del gaming sta crescendo, ma ha bisogno di una spinta.
A livello globale il settore muoverà (si prevede) 86 miliardi nel 2016, ma è solo la punta dell’iceberg: bisogna infatti considerarte tutto l’indotto. Altri dati parlano chiaramente di una crescita esponenziale, come ad esempio un aumento del 70% di download su iOS. Nascono così nuove società di sviluppo, nuove società di accessori, nuovi hardware, nuovi ruoli di formatori per i nuovi sviluppatori per finire poi menzionando quell’enorme fenomeno di gamification che porta le meccaniche dei videogiochi in ambiti esterni al gaming stesso come nella scuola e nell’educazione.

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Un settore in espansione costante

Non è più solo un gioco quindi: in Italia per esempio i videogiochi hanno superato come fatturato musica e cinema, ma siamo indietro dal punto di vista dello sviluppo, come accade in altri settori (la telefonia, ad esempio) dove siamo ottimi consumatori, ma poco propensi alla produzione.
Digital Bros. lancia la Game Academy proprio per colmare questo vuoto: non ci dice nulla di nuovo Geoffrey quando nomina i numerosi talenti creativi italiani che lavorano all’estero e che non trovano spazio qui. Molti ragazzi si contraddistinguono per un’intelligenza spiccata nell’ideazione del gameplay, ma sono costretti ad andare all’estero perché in Italia non c’è niente per loro: è un copione che abbiamo visto molte volte .
L’obiettivo è quindi quello di formare nuovi talenti che trovino spazio in Italia per alimentare così un ecosistema che si rigeneri da solo.

Dopo quindi una panoramica sul mondo del gaming internazionale e nostrano, Geoffrey ci presenta i corsi della Game Academy, iniziando dai requisiti necessari per partecipare.
Sembrerà banale, ma il primo requisito è ovviamente la passione per i videogame: sono chiamati all’appello tutti gli “smanettoni”, le persone interessate al settore, che hanno giocato molto e che ora hanno voglia di cimentarsi. Considerando il numero di richieste ricevute dall’apertura delle iscrizioni, l’idea è di quelle potenzialmente vincenti: c’è stato un buon feedback ed è quasi come se fosse il settore a richiedere un’iniziativa come la Digital Bros. Game Academy.
Oltre alla passione l’altro requisito “tecnico” necessario è un diploma di qualsiasi tipo. Per il resto non è necessario aver mai sviluppato qualcosa o aver mai usato Photoshop. I corsi sono infatti strutturati per sviluppare tutte le conoscenze necessarie, per inserire i ragazzi nel settore.

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Tre corsi, un obiettivo: ottenere una professione

Entrando sempre più nello specifico, i corsi dureranno 12 mesi (45 settimane) dal 12 gennaio al 10 dicembre. Le lezioni si terranno tre volte a settimana, indicativamente dalle 8.30 alle 12.30. Nel pomeriggio l’Academy resta aperta per permettere ai ragazzi di accedere al laboratorio dove possono lavorare ai propri progetti e farli “smanettare”. Nei due giorni in cui non c’è lezione l’Academy è comunque aperta sempre come laboratorio, ma con un obiettivo in più, ovvero favorire la collaborazione tra gli studenti dei diversi corsi.

Pur essendo molto ben strutturati, ci sono infatti delle skills che i ragazzi devono imparare interagendo tra loro. Un game designer per esempio deve avere delle caratteristiche che non sono consigliate, ma sono dei veri e propri requisiti reali che l’industria richiede, come ad esempio la capacità di lavorare in team. Spesso nei corsi manca un focus sul lavoro di gruppo: la collaborazione creativa spesso non è innata, ma va anzi stimolata. Può succedere ad esempio che un game developer e un designer possono essere bravissimi, ma se non collaborano… nei due giorni senza lezioni si creeranno situazioni di collaborazione creativa. L’interazione cross-corso sarà al centro di queste giornate affinché si possa lavorare insieme.

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Tutti e tre i corsi inizieranno con nozioni base, ma con obiettivi ovviamente diversi.
I game developer ad esempio dovranno arrivare alla realizzazione autonoma di coding di un gioco in 2D e 3D e impareranno a programmare per tutti i dispositivi, tutta la Game Academy è infatti orientata verso una prospettiva cross-platform.

I designer invece dovranno presentare un documento e un concept per un nuovo prodotto (un nuovo gioco) e arrivare alla creazione di un prototipo. Verranno pertanto forniti anche alcuni elementi di programmazione per la creazione dei prototipi, ma non mancheranno anche nozioni sul product management, su come un game designer interagisce con il delevolper, e nozioni sui modelli di distribuzione.

L’artist animator dovrà essere invece in grado di realizzare entro la fine del corso oggetti ed ambienti in 3D e 2D, utilizzando gli stumenti adatti, come ZBrush. Entrando nello specifico dell’artist animator, scopriamo che tutto il percorso è struttrato da una prospettiva hihg poly verso il low poly in modo che la macchina possa gestire meglio i poly, ma senza rinunciare alla qualità, ingannando il sistema con qualcosa di molto dettagliato però in low poly. I programmi utilizzati saranno il sopracitato Zbrush e 3ds max.

Tra le richieste ricevuto ovviamente spopola la figura del game designer, ma in questo caso bisogna dire che molti vedono in questo ruolo una figura da star, ma c’è un reale interesse in questo ruolo? La realtà è diversa: l’Academy farà calare i ragazzi all’interno del settore e gli farà capire che la passione è importante, ma che è anche un lavoro e va preso come tale.
Un designer deve rendersi conto che ha un mercato, un target. Qualcuno deve giocare a quel gioco e per questo ci saranno anche delle lezioni sul Game Driven Designing, ovvero a creazione di un gioco partendo dal pubblico a cui ci si vuole rivolgere. Inoltre nel corso è specificato che una parte sarà dedicata allo studio di fattibilità su come realizzare un gioco.

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L’importanza della docenza giusta

Una parte importantissima la giocheranno i docenti, che verranno presto presentati. La docenza sarà divisa in due: ci sarà un core trainer per ogni corso (che, per esempio, nel caso del corso per game designer, non sarà un insegnate qualunque, ma una persona che fa di professione questo mestiere) e dei guest trainer che lavorano per altre società importanti in Europa e in Italia e che verranno a fare lezioni mirate. Ad esempio si terrano seminari, game talk e panel per aggiungere alcuni argomenti collaterali come la gestione dei rapporti con la stampa, come si gestisce una società o come prepararsi socialmente a questo mestiere.

Il corpo insegnanti può inoltre aiutare i ragazzi a creare un network, un aspetto fondamentale nella prosecuzione di questo percorso.
I corsi sono stati elaborati con Train2Game, una scuola di formazione del settore, molto affermata nel Regno Unito, presente sul mercato da cinque anni con centinaia di studenti che hanno trovato collocazione nel mondo del gaming nelle società più prestigio.se

L’obiettivo dell’Academy è dunque quello di evitare che le aziende debbano formare le persone quando si affacciano nel settore. Avere persone che entrino nel mercato del lavoro con una competenza concreta di quel che devono fare, potrebbe dare all’industria del gaming italiano quell’impulso di cui necessità per fare il salto di qualità.

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Inserimento diretto nel settore

La SIAM (Società d’incoraggiamento di Arti e Mestieri), con cui la Game Academy collabora, vede la tecnologia (e quindi anche i videogiochi) come “il nuovo parabrezza attraverso il quale guardare il mondo” e proprio per questo c’è una forte richiesta. Il ruolo della SIAM sarà quindi quello di aiutare i ragazzi ad affacciarsi sul mondo del lavoro e fare alcune cose, considerate magari banali, come compilare un curriculum, saper affrontare un colloquio e prendere contatti.
Spesso infatti i ragazzi potrebbero avere poco tempo per presentare il loro progetto e ottenere l’effetto “WOW!” e l’Academy e la SIAM insegneranno ai ragazzi anche come valorizzarsi per ottenere il suddetto risultato.

Uno dei punti di forza di questa Game Academy è quello di avere alle spalle la Digital Bros. che può creare importanti parternship, costantemente in crescita, con aziende di sviluppo in Italia. Queste collaborazione si concretizzeranno in diversi modi: ci saranno infatti guest trainer, ma anche la possibilità a fine corso di fare degli stage in queste aziende.

Al termine dei corsi infatti ci sarà un evento in cui i ragazzi, dopo aver ricevuto il certificato di profitto, potranno presentare il proprio portfolio di progetti e affrontare un datore di lavoro per presentarsi. L’incontro si svolgerà come una sorta di speed dating per dare la possibilità di presentarsi e alcuni fortunati verranno selezionati per lo stage. Ma prima di questo ci sarà ovviamente un esame finale: non mancheranno inoltre verifiche costanti per verificare che tutto sia stato appreso, prima del momento di gloria finale. Ma anche per questo i ragazzi saranno pronti.

La Digital Bros. Game Academy ha pensato a tutto!

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