Milano – GamesWeek 2014
Oltre ad Assassin’s Creed: Unity, portabandiera della next-gen in casa Ubisoft, ci è stato possibile provare anche l’iterazione old-gen di questo franchise: Assassin’s Creed: Rogue.
Per questo (quinto?) capitolo ufficiale, episodio che andrà a chiudere la trilogia nord-americana iniziata con Assassin’s Creed III, ci è stata data la possibilità di provare due distinte sessioni, ciascuna corrispondente ad una delle due tipologie di gameplay presenti in questo ennesimo capitolo: battaglie navali e playthrough “standard”.
La prova delle sessioni navali, molto simili a quelle viste in Black Flag, ci catapulta al comando di una nave armata di tutto punto, alle prese con ben cinque vascelli nemici di media caratura: la struttura del combattimento, esattamente analoga a quelle del precedente episodio, vede l’introduzione di un mortaio a 5 colpi ed il potenziamento del cannone frontale in virtù di una maggiore fluidità di movimento dell’imbarcazione stessa. Altra novità, introdotta in questa nuova iterazione della saga, è la possibilità di abbordare direttamente (o di essere abbordati) dopo un urto laterale “con spinta” (presente alla fine di Black Flag dopo aver completato il potenziamento della Jackdaw) e la possibilità di lanciare olio bollente alle proprie spalle per non essere inseguiti dalle navi nemiche: per il resto questa sessione non presenta sostanziali novità di gameplay. Interessante invece l’interazione con il “mondo di gioco”: nello stage da noi testato il mare ghiacciato rallentava la nave esponendola, per un tempo maggiore, agli assalti della flotta nemica.
La sessione “a piedi”, marchio epistemiologico di Assassin’s Creed sin dalle prime iterazioni, è praticamente identica a quella vista in Black Flag: ad una dettagliata ritexturizzazione dei modelli poligonali, sintomatologica di un avvenuto raggiungimento dei limiti hardware delle console di vecchia generazione, non corrisponde una pari differenziazione del gameplay. Ubisoft, per l’episodio “minore”, ha preferito puntare su una squadra vincente (a livello di gameplay) per non spiazzare i milioni di aficionados sparsi per tutto il mondo: speriamo solamente che la trama, per ora solamente accennata nella breve prova su strada effettuata, diverga sostanzialmente da quella, appena presentabile e raffazzonata, del quarto episodio ufficiale. Unico vero lavoro fatto da Ubisoft, maestra in questo genere di attività, è stata una debita attualizzazione storica che va a concretizzarsi in una radicale riprogettazione dell’arsenale a disposizione del templare (si, perché in Rogue interpreteremo il ruolo di un assassino che ha abbandonato il credo…) per far piazza pulita di chiunque gli si porrà davanti: Shay potra infatti utilizzare fucili ad aria compressa, spade ed altre armi a distanza che permetteranno di variare, seppur leggermente le dinamiche di approccio agli scontri armati.
Anche per Rogue vale il discorso fatto per Unity: a questo giudizio, incompleto a causa del poco tempo a nostra disposizione per la prova, sopperirà a breve, vista l’imminente release date, la nostra recensione.
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