Se nel precedente confronto post gamescom l’attesissimo derby videoludico si era concluso con un meritato pareggio, ora che entrambi i contendenti hanno raggiunto lo spogliatoio e abbiamo potuto analizzare a fondo i valori espressi in campo possiamo finalmente dare un giudizio definitivo sull’annuale match. E senza nemmeno troppi dubbi dichiariamo vincitore di quest’anno Pro Evolution Soccer 2015. Il debutto next gen della serie targata Konami e Pes Productions vince e convince grazie ad un gameplay delle grandissime occasioni, senza dubbio quanto di meglio apparso sinora nel mondo della simulazione videoludica calcistica. Masuda e soci sono gli artefici di un lavoro immane, autentici maestri nel traghettare un set di meccaniche disastrose e superficiali come quelle della passata edizione in un sinfonia armoniosa e coinvolgente, una dichiarazione d’amore al calcio che (almeno dal fronte nipponico) mancava ormai da troppi anni.
Giocabilità di prim’ordine, dunque, corroborata da un impianto tecnologico sensazionale – almeno per quanto concerne la partita vera e propria. Il FOX Engine dona un valore aggiunto tutto tranne che significativo al titolo Konami, rivestendolo di una patina fotorealistica che nelle console next gen rischia di lasciare a bocca aperta e, parimenti, permettendo di implementare una fisica della palla estremamente veritiera, una gestione degli scontri esemplare e, non ultimo, un set di animazioni quantitativamente e qualitativamente superbo. Certo, potremmo obiettare giustamente che la vita al di fuori del match avrebbe potuto essere realizzata in modo migliore – spalti in primis: tuttavia riteniamo sensato, per questa iterazione, concentrarci principalmente sul feedback e sulle emozioni ottenute dall’incontro vero e proprio, da quel gioco ragionato che strizza l’occhio al dribbling e alla strategia senza però tralasciare dettagli marginali, come la realizzazione delle uniformi degli atleti.
FIFA 15, dal canto proprio, paga dazio non tanto per l’assenza di qualità, indiscutibile anche in questo nuovo tassello del franchise, quanto piuttosto per l’assenza di novità vere e proprie nella componente di gameplay, forse troppo derivativa da quella del capitolo precedente a meno di aggiustamenti e rifiniture non certo marginali, ma di difficile lettura dall’utenza meno fedele. Restano tuttavia alcuni difetti da tempo segnalati ad EA Sports, come l’evidente divario tecnico tra giocatori quotati e non (tanto che i primi possono solcare il campo quasi indisturbati), e un’intelligenza artificiale dei portieri sicuramente migliorata, ma ancora un po’ incline all’errore. Poi sia chiaro, FIFA 15 è letteralmente strepitoso nelle sue doti di ricreare il feel della competizione vera e propria, con quel taglio televisivo accattivante e quella risposta dallo stadio viva e pulsante, tipica delle partite più importanti.
Tuttavia, il cuore di una simulazione calcistica rimane la partita in sé e per sé: e nel vasto tappeto erboso di questo autunno 2014, i ventidue scimmioni che fanno girare meglio il pallone sono quelli di PES 2015. Poco ma sicuro, almeno sino al prossimo derby.
Se volete approfondire quanto brevemente espresso in questo confronto, vi invitiamo a leggere le Recensioni Complete dei due giochi:
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