News 19 Gen 2015

Destiny: The Dark Below (DLC) – Recensione

Alcuni lo chiamano “droga venduta come videogame”, altri lo definiscono come la massima somma di ciò che l’industria videoludica è diventata. Le cifre però parlano da sole: più di 3.200.000 giocatori ogni giorno e un monte ore mondiale che supera i 1000 anni. Lo sparatutto MMO nato dalla collaborazione di Bungie e Activision ha cambiato il mondo dei videogiochi e, come promesso, vuole portare nuovi contenuti nella nostra esperienza “destiniana” in modo continuativo.

Lo scorso 9 Dicembre è arrivata l’ora di “The Dark Below”, primo DLC per l’MMOFPS che ha ormai invaso le console di tutto il mondo. Potranno qualche missione, 1-2 Assalti e un Raid nuovo di pacca risollevare i morali dei giocatori ormai stanchi e annoiati dal continuo grind all’eterna ricerca di un’arma o armatura migliore? Oppure sarà un “More of the Same”?

Destiny: The Dark Below (DLC)

Piattaforma: PS4, PS3, Xbox One, Xbox 360

Genere: MMOFPS

Sviluppatore: Bungie

Publisher: Activision

Giocatori: 1

Online: 2-6

Lingua: Completamente in italiano

Versione Testata: PS4

 

Destiny è un gioco che fa parlare di sé giorno dopo giorno e, positive o negative che siano, le opinioni di milioni di giocatori invadono minuto dopo minuto il web. Molti sono i difetti che possiamo attribuirgli, altrettanti i meriti, ma nessuno potrà mai negare l’impatto astronomico che Destiny ha avuto sul pubblico di giocatori che ci hanno messo su mano, chi all’uscita, chi ora proprio in occasione dell’arrivo del suo primo DLC, “The Dark Below“.

Voglio iniziare con una piccola nota di demerito: se per un colpo di amnesia improvviso mi fossi dimenticato della sua uscita, mi ci sarebbe voluto del tempo per capire che Destiny aveva ricevuto il suo primo DLC. Eris Morn, voce e protagonista di alcuni dei trailer rilasciati per l’arrivo di “The Dark Below”, si presenta in torre senza spiegazioni, se non in risposta all’incombente minaccia di Crota, antica divinità dell’Alveare il cui risveglio rappresenterebbe una minaccia per i guardiani di tutta la Galassia. Questa “bella figliola” dal volto coperto ci attribuirà qualche missione sulla Terra e sulla Luna, all’inseguimento degli adepti più pericolosi del divino Crota. Le aree di missione sono zone quasi totalmente già viste, semplicemente ritoccate o rese speculari.

In mezzo a missioni che sanno un po’ di minestra riscaldata, sarà proprio l’assalto ad Omnigul il più originale ed entusiasmante

Particolare plauso va alla missione “The Warmind”, che ci vedrà alle prese (nella sua fase finale) con ondate di nemici progressivamente più difficili da abbattere, il tutto sotto gli occhi vigili di Omnigul, una maliarda davvero ostinata e che ci aspetterà alla fine di uno dei nuovi assalti forniti da “The Dark Below”. In mezzo a missioni che sanno un po’ da minestra riscaldata, sarà proprio l’assalto ad Omnigul il più originale ed entusiasmante: pur localizzato in un area vista e stravista (vi è ambientata la missione “The Last Array”, quella in cui attiviamo la parabola satellitare gigante e scopriamo Rasputin), questo Strike cambia un po’ le carte in tavola, spingendo il team di 3 guardiani a creare nuove strategie ed affinarle a suon di botte, ricevute e date.

Omnigul potrà sembrare una maliarda come tante altre, ma abbatterla richiederà pazienza e organizzazione, anche in forza del caos assoluto che regna nelle ultime fasi dell’assalto. Rimanendo in tema di assalti, “The Undying Mind” ci riporta tra gli edifici decadenti del Giardino Nero, ma non offre nulla di nuovo: il senso di déjà-vu ritorna, complice la sensazione di stare affrontando nuovamente il Nexus, solo con uno scudo diverso e in una mappa differente. Ma veniamo alla crème de la crème offerta da “The Dark Below”, la nuova incursione.

Ne “La Fine di Crota” dovremmo essere pronti a guardare nell’abisso e a lasciare che l’abisso guardi dentro di noi: senza andare troppo nelle specifiche, la prima fase di gioco è fra le più adrenaliniche mai offerte da Destiny, e se vi piace ritrovarvi al buio, senza la minima idea di dove andare e circondati da schiavi esplosivi, allora sono sicuro che questo nuovo Raid toccherà le corde giuste.

In questo, “The Dark Below” colpisce davvero in pieno, andando a colmare quel vuoto lasciato dalla Volta di Vetroche, ora nota e conosciuta in ogni sua molecola, non offre più l’esperienza mistica delle prime volte ma è ormai ridotta ad un “facciamo una Volta veloce al 30 che mi servono i frammenti?”. Nell’andare a compensare le mancanze di Atheon e compagnia bella però, “The Dark Below” finisce per rendere la Volta completamente inutile: perdere tempo all’inseguimento di armamenti della Volta ci porterà al massimo al livello 30, ma basterà andare in torre e scambiare due chiacchiere con il rivenditore dell’avanguardia per comprare un bell’armamento a livello di luce 33.

Bungie ha promesso una patch con la quale la Volta sarà affrontabile a livello 30 (che diventerà la difficoltà minore) e a livello 33, ma nel frattempo è saggio concentrare tutte le nostre attenzioni su Crota.

Per chi sperava che nel nuovo Raid potessero fioccare meno glitch o bug, mi spiace deludervi: un buon giocatore potrà affrontare il 70% dell’incursione da solo, accaparrandosi ricompense e armamentari senza faticare molto. Nonostante Bungie abbia rilasciato una patch anche per questa Incursione, per ora i problemi sono solo arginati e si sa che, soprattutto nella comunità gamer, fatta la regola svelato l’inganno. Anche nella migliore delle ipotesi, è un lag ad ucciderti.

Volta e Crota sono i picchi di una produzione che avrebbe potuto essere acclamata fra i videoludici Dei dell’Olimpo, ma che per il resto delude e lascia un po’ a bocca asciutta

Mi sembra giusto poi dover spezzare una lancia a favore delle 3 mappe multiplayer che questo primo DLC destiniano aggiunge: Pantheon e Calderone sono semplicemente perfette per le modalità più aggressive, con spazi ristretti e angusti alternati ad aree a più ampio respiro, mentre Shyshock lascia massima libertà all’utilizzo di veicoli, anche grazie a dimensioni di mappa più generose. Nulla da dire sui nuovi armamenti, originali e vivaci al punto giusto da rimanere impressi, ma mai così sconvolgenti da diventare realmente memorabili, almeno non tanto come le armi che ci hanno accompagnato (e che non abbiamo mai smesso di inseguire) dalle origini.

Nel trarre le dovute conclusioni c’è un profondo problema che “The Dark Below” sembra involontariamente portare a galla: il primo DLC di Destiny assume i contorni di un contenuto aggiuntivo quasi obbligatorio per godersi il prosieguo di questa avventura iniziata ormai molto tempo fa, e non è ciò che un DLC dovrebbe fare. Non fraintendetemi, l’incursione di Crota è, insieme alla Volta di Vetro, la miglior esperienza che Destiny potrà mai offrirvi, ma è proprio nella straordinarietà di questo Raid la chiave di volta di tutto l’opus di Bungie e Activision: Volta e Crota sono i picchi di una produzione che avrebbe potuto essere acclamata fra i videoludici Dei dell’Olimpo, ma che per il resto delude e lascia un po’ a bocca asciutta.

In conclusione…

Destiny, a una manciata di mesi dall’uscita, torna a catturare l’attenzione di “nabbi” e veterani con un DLC che nuovamente mostra limiti e aspirazioni di quello che doveva essere uno dei giochi più rivoluzionari di questa generazione. Bungie ha avuto una seconda possibilità per approfondire e migliorare le cose che più hanno deluso e infastidito i giocatori, magari riuscendo una volta tanto a raccontare una vera storia senza il bisogno di leggersi centinaia di carte grimorio, o introducendo meglio le nostre missioni per Eris.

Bungie non coglie la palla al balzo ma sforna quello che non posso che definire “more of the same”. Aspettatevi tutto ciò che già Destiny vi ha offerto, dai picchi di divertimento più elevati, alla più tediosa delle missioni ripetute ad oltranza: Rimane un titolo con una schiera di accaniti fan e di videogiocatori incalliti che giorno dopo giorno ne esplorano centimetri e anni luce, ma questo non nasconde né giustifica le mancanze di un titolo che aveva di per sé posto mille aspettative, per lo più deluse. The Dark Below colpisce solo per la nuova Incursione e per i nuovi materiali, ma per il resto ricade nella solita “minestra destinata”, ormai riscaldata già troppe volte.

Voto: 6/10

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