News 24 Feb 2015

Dragon Ball XenoVerse – Recensione

Quando alla fine del 1984, il maestro Toriyama raggiungeva il traguardo di veder pubblicato l’inizio di quella che sarebbe stata la sua più grande opera, di certo non immaginava minimamente quanto sarebbe stato prodotto in seguito su Goku e compagni. La saga di Dragon Ball infatti continua ancora adesso a sfornare in continuazione nuove edizioni di ristampa del manga, nuovi film, ma soprattutto nuovi videogiochi, riuscendo a farci tornare ogni volta a combattere al fianco dei nostri eroi preferiti. Ed infatti, a poco più di un anno di distanza dall’ultima fatica videoludica di Dimps, Dragon Ball: Battle of Z, tornano le grandi avventure dei Saiyan, che sbarcano tra l’altro per la prima volta anche sulle console di nuova generazione. Grosse novità ci aspettano in questa nuova avventura, perciò carichiamo subito la nostra forza, e tuffiamoci tutti insieme nelle battaglie di Dragon Ball Xenoverse. L’universo è di nuovo in pericolo, ed il compito di salvarlo ancora una volta, è saldamente nelle nostre mani.

Come è già successo una volta, il pericolo viene dal futuro. Trunks, o meglio, il Trunks di un futuro alternativo, ha scoperto che qualcuno sta trafficando con gli eventi del passato, modificandone il corso, e di conseguenza cambiando tutta la storia successiva. Egli sa perfettamente di non essere in grado di riportare tutto alla normalità da solo, e quindi decide di chiedere aiuto al drago Shenron. Raccolte le sette Sfere del Drago, esprime il desiderio di avere al proprio fianco un combattente che possa aiutarlo nell’impresa, e l’onnipotente drago non può che esaudire all’istante la richiesta. Proveniente da chissà quale luogo della galassia, una figura misteriosa fa così la sua comparsa al cospetto di Trunks, che fiducioso di poter riporre in lui tutte le sue speranze dell’umanità, lo mette al corrente della situazione. A quanto pare, due oscuri individui stanno saltando da un punto all’altro del passato per modificarne gli eventi, e raccogliere l’energia che ne deriva. Non se ne conoscono le effettive intenzioni, ma di sicuro non sono buone. L’unica cosa che resta da fare ai due eroi ed alla pattuglia del tempo è quindi porre rimedio alle anomalie appena si presentano in una delle pergamene del tempo, e nel frattempo, sperare di riuscire a mettere nel sacco questi nuovi nemici.

Ci troviamo quindi di fronte ad un plot diverso rispetto a quello dei titoli passati, che riesce ad essere sia una storia originale, che un qualcosa legato comunque alla trama classica che tutti conosciamo dal manga, dagli anime, e perché no, anche dai videogiochi precedenti.

Il personaggio misterioso che viene in aiuto di Trunks, altri non è in effetti che il combattente che guideremo nel corso di questa nuova avventura. Sarà possibile crearlo attraverso un editor che ci propone alcune delle razze di esseri viventi viste nell’opera di Toriyama, e ne consente la personalizzazione per sesso, corporatura e tratti facciali. Non aspettatevi chiaramente un editor del personaggio al piano di Skyrim o di Dragon Age: Inquisition, siamo a livelli decisamente molto più bassi, ma nonostante questo ci saranno abbastanza opzioni per creare dei combattenti al pari di Goku, Freezer o Majin Bu. Appena ne prenderete ufficialmente il controllo, vi ritroverete a Toki Toki City, un piccolo centro che funge da hub generale per il gioco, e da cui potrete far partire tutte le attività che sono a vostra disposizione, ivi compresi i capitoli della trama principale, le battaglie multiplayer e le missioni parallele.

Parlando di combattenti, e conoscendo comunque il tema principale della serie manga/anime, crediamo sia quasi inutile specificare che il “succo del discorso” di Dragon Ball Xenoverse sia alla fine un picchiaduro ad incontri. Lo stile dei combattimenti è molto simile (leggasi quasi identico) a quello dei capitoli precedenti, che tra l’altro fa pendant anche con quello dei giochi dedicati ad un’altra saga di successo, di cui attendiamo con ansia l’episodio successivo, Naruto.

Come è facilmente intuibile, il titolo fa uso di un piccola componente gidierristica. Il vostro guerriero infatti, guadagnerà esperienza a seguito di tutti gli incontri disputati, in quantità più o meno ingente in base al numero di sfide o traguardi raggiunti durante la battaglia. Guadagnando la quantità richiesta di punti esperienza, il personaggio salirà di livello, ricevendo in “omaggio” dei punti da usare per migliorare i propri attributi. Da ciò si deduce quindi anche un’altra cosa, e cioé che fino a che non raggiungerete un livello di potenza sufficiente, proseguire nelle varie attività contro l’IA del sistema potrebbe risultare talvolta ostico. A questo dobbiamo anche aggiungere che in alcune missioni, i vostri momentanei compagni di lotta potrebbero essere troppo avventati, e se la loro sopravvivenza dovesse essere inclusa nei criteri di vittoria dell’incontro, potreste ritrovarvi con una bella gatta da pelare… Per tale ragione (ndr: e forse anche perché sono un po’ pi**a io…), dobbiamo ammettere quindi che la difficoltà generale della trama principale è abbastanza elevata.

Molto più accessibili invece sono le Missioni Parallele, ovvero piccole anomalie, separate dalla trama principale, in cui si dovrà semplicemente affrontare e sconfiggere determinati nemici, o raccogliere alcuni oggetti. Queste missioni possono essere affrontate con una squadra composta da tre combattenti, e sono accessibili sia offline con personaggi guidati dal sistema, che online in compagnia di altri giocatori umani. Oltre alle due modalità citate, non mancano poi le normali battaglie, il mitico torneo mondiale e le altre modalità satellite, che sapranno ben occupare il tempo che passerete nella città del Kaiohshin del Tempo.

Come già accennato in precedenza, le meccaniche di gioco riprendono quasi in toto quelle dei titoli passati, ma per certi versi, il problema è proprio quel quasi. Una delle cose “utili” introdotte in Dragon Ball: Battle of Z, erano i colpi Synchro, che entravano in azione quando due o più combattenti indirizzavano i propri colpi verso lo stesso avversario. In Dragon Ball Xenoverse, sfortunatamente, questi particolari colpi non ci sono più, ed infatti ci si ritrova a far rimbalzare il bersaglio da un colpo all’altro, rubandoselo tra alleati nel tentativo di assestargli una combo o una serie di colpi dell’aura. Da segnalare invece le battaglie contro le scimmie giganti, evoluzione degli enormi nemici visti negli episodi precedenti, ma leggermente rivisti e resi decisamente meno stressanti.

Per quello che concerne il comparto online, c’è da dire che l’intero gioco può essere affrontato alternativamente online o offline. Spieghiamo meglio: una volta selezionato il vostro personaggio dall’elenco di quelli che avete creato, il sistema vi fa scegliere se entrare a Toki Toki City in modalità multiplayer (MG), cioè insieme ad altri giocatori effettivamente online con cui poter condividere missioni e battaglie, oppure entrare in modalità single player (GS), in cui incontrerete solo i “fantasmi” di alcuni giocatori, che dietro compenso potrete assoldare come compagni di squadra.

Graficamente il titolo non è il massimo che si possa chiedere alle console di ultima generazione, ma perlomeno non ci sono gravi problematiche grafiche che lo affliggono pesantemente. Come negli episodi precedenti, anche Dragon Ball Xenoverse fa uso del cel-shading, ovvero della tecnica grafica che dona un aspetto in stile cartoon agli oggetti e ad i personaggi su cui viene applicata, e che va praticamente a nozze con titoli tratti da manga ed anime. Certo, alcuni problemini di collisione sono presenti, ma nel complesso il risultato finale è buono ed è quasi un piacere assistere alle scene di intermezzo.

Premesso che siamo estremamente felici che l’onnipresente “Cha-La Head-Cha-La” sia stata usata come tema principale nel filmato introduttivo, possiamo affermare che il comparto audio è come sempre ottimo, sia come effetti che per quello che riguarda la colonna sonora. Certo, la seconda rischia di passare un po’ in secondo piano durante gli scontri, ma è normale visto il livello di attenzione necessario per il combattimento.
Nessuna nuova infine sul fronte della localizzazione, che se da un lato ci concede la traduzione completa dei testi in italiano, ci nega come sempre un doppiaggio nel nostro idioma. Ma se siete del mio stesso parere, in questo caso va benissimo così, che di sentir “onda energetica” invece di “kamehameha” non abbiam molta voglia, nevvero?!

Sfortunatamente, nemmeno questo nuovo capitolo della saga è esente da bug e problemi, tra cui spiccano soprattutto quelli legati ai freeze ed alla telecamera in combattimento. I primi, non consistono in veri e propri freeze del gioco inteso come applicazione, ma la totale esclusione dei controlli da pad sul personaggio (di solito all’interno di Toki Toki City), cosa che non farà più muovere il vostro combattente. La gestione della telecamera invece, è stata ed è tuttora il tallone di Achille di queste produzioni. La problematica dà il “peggio” di sé soprattutto in due situazioni: quando si è troppo vicini a delle grandi strutture, come muri, montagne o alberi, e quando il nemico agganciato come bersaglio sfugge troppo velocemente passandoci vicino.

Lì la gestione della visuale viene presa dal panico, ed assumendo un comportamento non propriamente corretto, limita la nostra visibilità con inquadrature sbagliate. Soprattutto nel secondo caso poi, si può andare incontro anche ad un’altra problematica, che porta il nostro personaggio a sferrare i colpi in una direzione che non corrisponde a quella del bersaglio che stiamo inquadrando, lasciandoci scoperti di conseguenza agli attacchi nemici.
Anche per la modalità online infine c’è da segnalare qualche passetto falso. In città alcuni avatar dei giocatori per esempio potrebbero non essere visibili, e si riscontrano saltuari problemi di connessione ai server Xenoverse proprio all’ingresso nel gioco.

In conclusione…

Giungendo al termine dell’avventura, l’incarnazione next-gen delle Sette Sfere del Drago si presenta con una produzione che, sfortunatamente, nemmeno questa volta soddisfa a pieno le aspettative di tutti. Il comparto grafico potrebbe sfruttare maggiormente la potenza delle nuove console, e le meccaniche interne potrebbero essere ridimensionate a favore dei combattimenti, che diverrebbero così meno macchinosi di quelli attuali. L’idea principale della trama è buonissima, l’abbiamo apprezzata molto, ma ne abbiamo sofferto un po’ troppo la curva di difficoltà, alla quale non farebbe male un bilanciamento, in maniera da evitare anche il grind matto e disperatissimo a cui sono costretti i giocatori per avanzare di livello e riuscire finalmente a superare la missione su cui erano rimasti impantanati per secoli.

La modalità multiplayer online interfacciata nell’hub di gioco, poi, è un’arma a doppio taglio, perché facilità sì la formazione di squadre di combattenti, ma al tempo stesso crea caos e sovraffollamento di utenti nelle locazioni principali della città. Un po’ di problemi da risolvere ci sono, e questo ci può anche stare, ma quello relativo alla gestione della telecamera deve essere necessariamente debellato dalla faccia dell’universo: persiste da troppo tempo ed in troppi titoli della serie. In compenso però, è stato molto sfizioso accorgersi che il titolo sfrutta (almeno un pochino) le funzionalità del nuovo Dual Shock Sony (lo speaker integrato, nello specifico).

Se state meditando l’acquisto, e siete fan della saga, Dragon Ball Xenoverse è sicuramente un titolo da avere nella vostra collezione, ma se il mondo di Toriyama non vi è familiare, valutate meglio l’eventuale spesa.

Dal pianeta del Kaiohshin del Tempo è tutto, Fainaru Furasshu!!

Voto: 7,5/10

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