News 05 Giu 2015

Game of Thrones – Episode 4: Sons of Winter – Recensione

Si dice che il Trono di Spade sia fatto effettivamente di spade, e che molte di queste siano ancora affilate, capaci di tagliare e ferire il sovrano che ci siede sopra. Esse sono in fin dei conti un monito, che dovrebbero ricordare al Re che ci sono innumerevoli pericoli che lo attendono, e che a versare del sangue ci vuole poco se no si fa un po’ di attenzione…

Attendere il quarto episodio della serie Game of Thrones di Telltale, è stato praticamente come sedersi su quel trono, o magari come restare seduti su un groviglio di rovi, lunghi, appuntiti ed affilati come rasoi, che non aspettano altro di strappare la nostra carne al più piccolo movimento. Fortunatamente però quell’attesa è ormai finita, e possiamo finalmente proseguire nella scoperta della storia dei Forrester e di tutti i personaggi che gli sono vicini.
E voi? Siete pronti per ciò che hanno in serbo gli Antichi Dei per questa incrollabile famiglia del Nord?

Nell’ultimo episodio che vi abbiamo presentato, il terzo ovviamente, avevamo lasciato praticamente tutti i protagonisti della storia alle prese con un importante bivio della propria esistenza. Ognuno di loro è stato obbligato a prendere una decisione improvvisa, vitale, che avrebbe messo di certo in pericolo l’intera famiglia. Siamo rimasti con il fiato sospeso per più di un mese e mezzo, ma ora finalmente possiamo scoprire quali sono state le conseguenze delle nostre azioni.

A fare da incipit all’episodio, questa volta è il turno di Gared, che avevamo lasciato intento, suo malgrado, con la vendetta sull’assassino di suo padre, che da poco tempo lo aveva raggiunto nelle fila dei Guardiani della Notte. Poco consola il fatto che egli non abbia avuto molta scelta in quella situazione, perché alla fine dovrà ugualmente pagare per quanto ha fatto. Condannato infatti per la morte di un proprio fratello, scoprirà di avere amicizie molto più solide di quel che pensava, che lo aiuteranno a seguire la pista del North Grove, che potrebbe rivelarsi come la salvezza dell’intero casato. Per farlo però, lui ed i suoi compagni dovranno venire meno al giuramento ed ai principi del loro ordine, ed affrontare i bruti e tutto quello che troveranno oltre la Barriera.

Asher invece, è ancora al cospetto della regina dei draghi, Daenerys Targaryen, sperando di ottenere un piccolo esercito in cambio di informazioni su Drogon. La sua richiesta però non viene accolta in tutta tranquillità.

In molti si sono presentati prima di lui millantando di avere informazioni sicure sul drago scomparso, e tutti avevano mentito sperando in una ricompensa dalla Madre dei Draghi. La situazione per il secondogenito della famiglia Forrester si prospetta più complicata del previsto, perché per avere quello di cui ha bisogno, sarà costretto ad aiutare Daenerys ad entrare a Meereen senza che nessuna delle guardie lanci l’allarme…

Lontano dalla Baia degli Schiavisti, per qualcun altro la situazione sembra invece essersi fortunatamente tranquillizzata… all’incirca… La giovane Mira infatti, si ritrova a non essere più nelle grazie della regina Margaery Tyrell, ma la cosa potrebbe anche non essere prettamente un male, perché le lascia la possibilità di concentrarsi sulle proprie indagini, utili a scoprire chi degli astanti sta intrattenendo affari con i Whitehill. Oscuri segreti si celano dietro uomini importanti, e Mira ha compreso perfettamente che essere a conoscenza di questi segreti, significa avere un grande potere su questi uomini.

Nel frattempo, ad Ironrath, Rodrik è alle prese con Gryff, uno dei figli dei Whitehill, che era giunto nella dimora dei Forrester con tutte le intenzioni di spadroneggiare e mettere in ginocchio il Lord in carica. Le cose, molto probabilmente, non sono andate come pensava, ed il suo ruolo nella partita a braccio di ferro tra le due famiglie dell’Ironwood, si è nettamente capovolto: da futuro nuovo Lord, a merce di scambio per un trattato di pace.

Fatto il punto della situazione, possiamo dire che ci troviamo quindi di fronte ad un episodio che definiremo interessante, ma al tempo stesso anche inferiore rispetto a quello passato, soprattutto se dobbiamo compararne a caldo le emozioni. Qui vedremo ognuno dei protagonisti alle prese con il ritrovare in parte quanto hanno perso nella precedente puntata, rimediando con un disperato tentativo alle scelte fatte nei momenti cruciali della storia vissuta fino ad ora.

Anche se col contagocce, scopriremo altri piccoli sprazzi dei segreti e dei ricordi di alcuni dei personaggi in gioco, e ci lasceremo sorprendere invece dalla forza di volontà incrollabile che spinge gli altri ad andare avanti a tutti i costi pur di salvare la propria famiglia ed il proprio casato. La situazione generale quindi non è migliorata per tutti quanti, ma perlomeno non è sprofondata fino ad un limite invalicabile.

È palese che i ragazzi di Telltale, ormai esperti nel ricreare le atmosfere del Westeros fino ad ogni più piccola sfaccettatura, stanno preparando il terreno per “qualcosa di grosso”, che vedrà ovviamente il suo zenith nell’episodio finale (o almeno ci speriamo). Si sa che, come nelle migliori serie televisive, le cose dovranno comunque peggiorare prima di raggiungere il meritato lieto fine, o nel caso delle storie di Martin, il disastro finale o il mozzafiato cliffhanger, ma per sapere di più ci toccherà attendere ancora qualche settimana.

A livello tecnico, non si riscontrano modifiche o cambiamenti di nessun genere, ed ovviamente tutte le meccaniche di gioco continuano a basarsi su Quick Time Events (QTE) e su delle scelte multiple, che principalmente durante i dialoghi definiranno lo svolgersi della storia e degli eventi legati al personaggio di turno.

La cosa “brutta”, è che non cambiando effettivamente nulla, ci ritroviamo a questo punto ad essere costretti a ripetere di continuo la trita e ritrita cantilena legata sempre agli stessi bug ed alle solite problematiche tecniche, che come la gramigna sembrano non voler abbandonare le lunghe distese erbose dei Sette Regni. Come ogni volta infatti, ci si accorge che alcune delle nostre scelte saranno praticamente irrilevanti, e che anche intraprendendo una strada piuttosto che un’altra, alla fine raggiungeremo comunque lo stesso identico punto.

A livello grafico, siamo ancora dell’avviso che il risultato finale della produzione stia passando un periodo piuttosto altalenante, con scene che hanno ricevuto la degna attenzione, ed altre che invece hanno visto terminare il proprio completamento con una dose eccessiva di superficialità. Oltre a questo, non bisogna scordare gli onnipresenti ed intramontabili problemi di compenetrazione dei corpi, su cui ormai pensiamo di poter definitivamente perdere ogni speranza di risoluzione. Per ultimo, ma non per minore gravità, notiamo in questo episodio più che in qualunque altro, problemi di rallentamento e/o di freeze eccessivamente invasivi, soprattutto nel passaggio dalla scena di un personaggio a quella di un altro.

In conclusione…

Dobbiamo ammettere che il precedente episodio ci aveva galvanizzato un po’ troppo, e non siamo ancora totalmente lucidi da poter accettare il calo che giustamente ci saremmo dovuti aspettare dalla successiva puntata della serie. Una partenza di episodio lenta, senza troppi sbalzi e con poche interazioni, tutte tra l’altro concentrate nella seconda parte delle due ore e qualcosa in cui si sviluppa la porzione di trama trattata. Siamo arrivati alla fine dell’episodio ovviamente non totalmente delusi, è pur sempre Game of Thrones, ma neanche pienamente soddisfatti…

La speranza resta quella che questa sia stata tutta una preparazione per il pezzo forte della storia, che magari vedremo esplodere senza tanti convenevoli nelle ultime due puntate rimaste, ma la continua presenza di problemi tecnici vecchi e nuovi non fa che smorzare (almeno in parte) il nostro entusiasmo.

Tra qualche settimana quindi, sarà il turno del penultimo episodio, A Nest of Vipers, in cui confideremo tutte le nostre speranze per poi prepararci alla season finale. Ognuno dei protagonisti ha ormai intrapreso la propria strada, da cui è chiaramente impossibile tornare indietro. Ormai, resta solo il dover proseguire fino alla fine, tenendo fede ai propri principi e difendendo i propri cari (or die trying…). Valar Dohaeris.

Voto 7/10

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