Editoriale 16 Giu 2015

Conferenza Sony – E3 2015

Los AngelesChiudete l’internet, direbbe qualcuno. Chiudetelo per bene a chiave, nascondete quest’ultima in un baule bello pesante e lasciatelo sprofondare dritto dritto nella fossa delle Marianne, in modo che nessuno possa mai provare a riaprirlo e a replicare l’impresa di Sony, perché d’accordo che a noi giocatori le sorprese piacciono, ma qui le coronarie rischiano di esplodere come fuochi d’artificio durante il Capodanno cinese. Del resto, sono poche le conferenze pre-E3 che possono concedersi il lusso di aprire le danze con un annuncio, L’ANNUNCIO che tutti aspettavano: nessuno aveva più un briciolo di speranza dopo le cancellazioni, i trademark rinnovati forse solo per illudere ancora un po’ i fan prima dell’oblio, e gli abbandoni illustri.

Ma la leggerezza di quella piuma che scende, ma che allo stesso tempo trafigge il nome di Fumito Ueda con una forza debilitante, ben rappresenta lo spettro di sensazioni provato dai presenti, col il cuore talmente leggero da volare sino in gola dalla gioia, e una lama spirituale che spacca in due lo spirito: The Last Guardian è realtà, e la leggerezza, sempre lei, con la quale Sony lo tira fuori dal cilindro all’inizio, e non alla fine, come chiunque avrebbe fatto per rendere memorabile una conferenza di tale portata, lascia intendere che quello è solo l’inizio di un qualcosa che resterà negli annali.

Per l’opera di Ueda, ora ufficialmente su PS4 e prevista per il prossimo anno, c’è poco da dire: tecnicamente gli anni e i problemi sul groppone si sentono tutti, ma il rapporto tra i due insospettabili amici promette di sprigionare una magia e una poesia di cui, forse, solo i suoi predecessori spirituali riuscirono a fregiarsi, o almeno questo è quel che ogni amante di produzioni così uniche ed originali si aspetta.

Lasciamo parlare il trailer, perché ogni parola sarebbe davvero superflua:

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Tutti a casa, grazie, e tante care cose, io posso anche tornarmene in Italia.

E invece no: neanche un secondo di respiro, e dal simpatico Yoshida-san, visibilmente emozionato di trovarsi su quel palco dopo QUELL‘annuncio così atteso, la palla passa a Hermen Hulst di Guerrilla Games, anche lui pronto a trasformare il L.A. Memorial Sports Arena in uno stadio, il cui tifo è monopolizzato da una sola squadra in campo grazie ad una nuova, interessantissima IP. Horizon: Zero Dawn, nome già in parte trapelato tempo fa per colpa dei soliti leak guastafeste, è il Monster Hunter di Sony, sviluppato da un team abituato a lavorare su ben altro, ma la cui esperienza viene fuori ad ogni sapiente utilizzo delle futuristiche armi della protagonista. Il concept di base è semplice (e a tratti scontato) ma intrigante, con la solita umanità cattiva che, a causa del suo pessimo comportamento, manda alle ortiche il mondo intero e sparisce dalla faccia della Terra, con un nuovo ciclo vitale in cui gli umani, raccolti in tribù, vivono una preistoria alternativa e fortemente influenzata dai progressi tecnologici degli “Antichi”, l’umanità del presente, che ha lasciato tracce del proprio progresso sotto forma di armi rudimentali dal sapore decisamente futuristico e letali ibridi tra dinosauri e robot.

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Non contenti di aver appena sparato fuori una nuova esclusiva First-Party, eccone una Third-Party che era nell’aria da un po’, ma che è stata finalmente annunciata proprio durante questa conferenza già nella leggenda: il nuovo Hitman di Io-Interactive, il debutto next-gen di Agente 47, porterà i giocatori in location esotiche, e punta ad essere il più ambizioso, con un mondo vivo in continua evoluzione. Una struttura meno rigida e che flirta con l’open world, la nuova parola d’ordine dell’industry di nuova generazione? Gli utenti PlayStation, a proposito, potranno giocare in anteprima la Beta (stessa cosa per Street Fighter V, per il quale sono stati confermati i vociferati Birdie e Cammy), oltre ad accaparrarsi 6 contratti unici.

Restando in ambito di unicità, uno Sean Murray di Hello Games sempre più umile e, al contempo, sicuro di sé, sale sul palco per una sessione breve, brevissima, di No Man’s Sky, puntando tutto sull’effetto sorpresa e la meraviglia suscitata dalle suggestioni spaziali del suo piccolo ma immenso progetto, strapieno di sistemi solari, ognuno dotato di un proprio ecosistema. Ed è proprio sfogliando le “pagine spaziali”, ovvero la mappa dell’universo, che il gene della follia, lo stesso che lo ha portato ad imbarcarsi in una simile impresa, lo spinge ad improvvisare, e a fiondarsi su un pianeta inesplorato, l’incubo di ogni sviluppatore in procinto di mostrare davanti a milioni di persone la demo del proprio gioco, il suo pargolo, la sua idea, destinato a crollare e a fallire sotto i colpi di mille bug imprevedibili.

Tranquilli, tutto andrà per il meglio, ma il genuino stupore dello stesso Murray, spiazzato nel trovarsi in un pianeta a lui sconosciuto, rende il tutto ancor più unico. L’occasione è comunque perfetta per mostrare l’utilizzo di appositi segnalatori, tramite i quali inviare le scoperte fatte sul pianeta, la scansione del pianeta stesso (sia a bordo della propria astronave che a terra, una volta scesi), ma anche la distruttibilità di qualsiasi suo elemento, con lo scopo di raccogliere le tantissime risorse presenti, o anche solo per plasmarlo per puro diletto. Ancora nessuna data, purtroppo, ma Sony rivendica ancor più orgogliosa l’esclusività del debutto.

Non si è ancora arrivati alla metà che l’annuncio di novità (o di nuove sequenze video) non sembra volersi esaurire: c’è il Dreams di Media Molecule, ennesimo visionario esperimento dei creatori di LittleBigPlanet che permetterà agli utenti di creare dei viaggi onirici da condividere con il mondo intero (si passa con scioltezza da mamma orsa e figlio al seguito che giocano nella neve, ad un inseguimento in una città del futuro e a un orsetto di pezza che si difende da un’orda di buffi zombie). C’è Firewatch, che porterà il suo peculiare stile artistico, le sue meccaniche da survival in prima persona e i suoi misteri prima su PS4, e con tutte queste emozioni, passa quasi in sordina la conferma delle voci su Destiny: tornerà a settembre, il 15, con The Taken King, nuova, corposissima espansione di cui vi parleremo in maniera più approfondita non appena metteremo su le nostre mani. Idem per il un nuovo trailer di Assassin’s Creed Syndicate, focalizzato maggiormente sulla sorella del protagonista, Evie Frye, appartenente al gentil sesso, ma dallo stile di combattimento decisamente brutale ed intenso, almeno dal video montato per l’occasione (in attesa di provarlo con mano nei prossimi giorni).

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Il momento surreale e speciale ha però inizio verso la metà: un punto di non ritorno verso un’estasi mistica che rimarrà negli annali, il sogno bagnato di tanti giocatori che da anni reclamano a gran voce due capolavori del passato universalmente riconosciuti come tali,  ma che allo stesso tempo erano convinti, almeno fino a qualche ora fa, di morire ben prima di simili annunci: nella stessa serata di The Last Guardian, il dubbio di trovarsi in un sogno e non nel mondo reale diventa sempre più concreto quando il nome di Final Fantasy viene fuori, affiancato dalla parola Remake: un’aura color verde Materia e una città, Midgard, estremamente familiari agli amanti dei J-RPG, una mitragliatrice, quella del burbero Barrett, che porta su di sé le cicatrici metalliche di mille battaglie, e una spada, l’iconica Buster Sword di Cloud, che splende di luce propria. Una nuova veste grafica, la concretizzazione di quella leggendaria tech-demo risalente a 10 anni fa, il ritorno di uno dei giochi più amati di tutti tempi, un annuncio accolto da urla, lacrime ed applausi… quasi quanto un certo Shenmue 3, un altro colpo al cuore, il definitivo colpo di grazia per i giocatori vecchia scuola, orfani di tanti, troppi anni. La risposta alle loro preghiere, ancora una volta, ce l’ha Kickstarter, dove ha, nel giro di qualche ora, già superato abbondantemente il milione: dal palco della conferenza Sony, lo storico Game Designer Yu Suzuki, il papà di Ryo Hazuki, lancia ufficialmente il progetto, al momento previsto per dicembre 2017, quasi supplicando quegli stessi giocatori che lo hanno invece supplicato per anni, con l’umiltà che si confà solo ai cuori e agli spiriti più grandi.

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La cosa più incredibile è che i colpacci non sono assolutamente finiti: da Call of Duty: Black Ops III, che tradisce Microsoft dopo anni di fedeltà e si mostra ufficialmente al mondo sul palco PlayStation (spezzoni in co-op a 4 giocatori e dal frenetico multiplayer la fanno da padrone), assicurandogli le mappe in esclusiva temporale, all’atteso e atmosferico Until Dawn, che fa capolino con un breve trailer da brivido, a Disney Infinity 3.0, che ancora una volta uscirà in versione limitata sulla sola PS4 con contenuti esclusivi in anticipo (Boba Fett su tutti), per chiudere in bellezza con un nuovo video gameplay di Star Wars Battlefront e, rullo di tamburi, il gioco che ha monopolizzato la facciata della West Hall del Convention Center.

Tutti aspettavano di vederlo in apertura, a dar da subito battaglia a Microsoft e alla sua possente line-up, per uno scontro che prometteva di restare nei limiti del “combattuto”, del “quasi-pareggio”, comunque dei comuni canoni di politically correctness. E invece Sony ha preso il guanto della sfida e l’ha riempito di pietre per spaventare il suo avversario, gli ha sparato contro delle cartucce impossibili da schivare, e ha posto l’ultimo chiodo sulla bara con una demo di Uncharted 4 da antologia, una sequenza lunga e strabordante, ambientata in una città viva e brulicante, il cui mercato prima, e le sue strade dopo, fungono da teatro delle scorribande di Nathan e Sully. Quella jeep che distrugge tutto quel che le capita a tiro, quel fango che ne sporca ogni centimetro quadrato, e subisce inerme e in maniera realistica il suo veloce passaggio, quei fili del bucato che si staccano e restano attaccati alla sua carrozzeria quasi strenuamente, come a non voler sporcare i panni ormai da buttare, sono tutti dettagli di un affresco che già da ora si dimostra sontuoso ed esagerato per una sola PS4, ma a ben pensarci, è davvero il minimo, visto il suo nuovo compito: da alfiere di Sony nella guerra contro l’avversario di Redmond, Uncharted 4 dovrà vedersela con degli imponenti fantasmi del passato, e dimostrare che per quanto la nostalgia sia canaglia e tremenda amica, sono novità, evoluzione e progresso a dover scandire l’industria videoludica, l’astro nascente e ormai ben assodato della macchina dell’intrattenimento.

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Una conferenza, come detto, da incorniciare, con annunci che meritano un posto di riguardo nella storia del gaming. Inutile però nascondersi dietro un dito: PS Vita è ormai morta e sepolta, salvo qualche titolo mostrato di sfuggita, e tutto questo ben di Dio non lo vedremo prima di uno, se non due anni. Basteranno a Sony esclusive temporali o console (da spartirsi quindi col PC) per tutto il 2015? Basterà Project Morpheus, protagonista per qualche minuto e ancora sprovvisto di informazioni cruciali (data e prezzo), ad offrire agli utenti Sony quel coefficiente di novità ed innovazione che Microsoft ha saputo dimostrare di possedere nel suo DNA?


In sintesi, ecco i titoli che sono stati presentati durante la conferenza:

The Last Guardian

Star Wars Battlefront

Horizon: Zero Dawn

Disney Infinity

Hitman

Shenmue III

Firewatch

Final Fantasy VII Remake

Uncharted 4: A Thief’s End

Assassin’s Creed: Syndicate

Call of Duty: Black Ops 3


Potete riguardare l’intera conferenza qui:


Tutto-E3-2015

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