Los Angeles – Che in redazione PES 2015 fosse piaciuto parecchio non è certo un segreto. La filosofia calcistica del Sol Levante, dopo anni bui e tentativi fisiologici di evoluzione culminati in insuccessi più o meno clamorosi, è finalmente riuscita nel difficile compito di reinventarsi e trovare nuova identità, sfilando sotto i riflettori con un’edizione (la 2015 appunto) non certo esente da difetti, ma forte di un gameplay profondo e divertente dal sapore nemmeno troppo celato dei successi del passato. Certo, di strada da fare ce n’era ancora parecchia: il pubblico sugli spalti non certo next gen e l’evidente assenza di emotività dei giocatori nelle azioni più concitate, unite ad una mancata gestione delle condizioni climatiche nel corso delle partite hanno finito per rappresentare il principale capo d’accusa degli estimatori della concezione calcistica contrapposta. Tuttavia, inutile negarlo, un cofano ancora da rifinire nascondeva un motore (grafico e fisico) non certo trascurabile e, lo ribadiamo, una rinata giocabilità. In poche parole, la migliore delle basi di partenza per l’evoluzione di nuova generazione della serie.
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In questi primi giorni di E3 abbiamo potuto provare una build iniziale del gioco, un 60% circa del prodotto finito che regala ottimi auspici ai fedeli di PES. Una demo dichiaratamente progettata per mettere in mostra le caratteristiche del gameplay dell’edizione 2016, che manco a farlo apposta celebra il ventesimo compleanno della serie e che, senza falsa modestia, ambisce a creare un feeling tutto nuovo nel controllare le superstar del pallone. E sotto questa luce, l’evidente miglioramento grafico è soltanto la ciliegina su una torta che promette di essere particolarmente invitante: la potenza del FOX Engine, ad un anno di distanza dall’introduzione nel franchise, è quasi disarmante per il livello di fotorealismo raggiunto nei volti dei giocatori.
La rimodelizzazione di gran parte degli elementi di gioco (calciatori, erba, stadi e spalti) è sotto gli occhi di tutti, e riesce già da ora a svecchiare quella patina un po’ old che in moti lamentavano nella passata edizione. Unite a tutto questo l’introduzione del meteo variabile all’interno di una stessa partita (con tanto di gocce d’acqua che si alzano dall’erba, opportunamente ritexturizzata, nei match piovosi), un sistema di telecamere intelligente che zooma automaticamente quando ci si avvicina all’area di rigore e una pulizia visiva all’altezza delle aspettative e sì, capirete il motivo del nostro stupore.
Ma veniamo al punto più interessante di PES 2016: le animazioni. Stando a quanto riferito, il set di animazioni si arricchisce in dodici mesi di oltre un migliaio di nuove “mosse”, sia che si tratti di passaggi da funambolo con la punta dello scarpino, sia di recuperi al limite della linea sia, e soprattutto, di componenti più emotive. In PES 2016 i giocatori reagiscono alle azioni della partita, si lamentano con l’arbitro dopo un fallo duro o si mostrano alla curva con volti contratti dal dispiacere in occasione di una segnatura mancata. Le animazioni sono fluide e precise, e vanno ad eliminare quell’effetto di “stop&go” che caratterizzava le giocate più complesse. Tutto scorre in modo più fluido e naturale, per merito del già citato FOX Engine e di un motore fisico realizzato con tutte le cure del caso. Novità nella novità, da quest’anno il giocatore avrà un controllo parziale delle esultanze del marcatore, selezionando la preferita con apposite combinazioni di tasti. La creatura di PES Productions vanta oltre 122 celebrazioni, con un paio di esultanze esclusive per i campionati internazionali più prestigiosi. E sì, Totti fa la selfie.
Nuove animazioni significa chiaramente nuove finte, introdotte nella serie in quantità massiva, ma anche nuovi modi di gestire la palla a seconda della giocata: giocatori che prendono posizione nelle palle alte spostando di peso l’avversario sino a farlo cadere, tackle differenziati (semplici o doppi) che sfruttano il nuovo sistema di collisione. Il fisico si fa sentire, e ogni azione trasmette quella senso di fisicità che normalmente vediamo in TV o allo stadio nelle situazioni uno contro uno. Il feedback pad alla mano è convincente, e tutto è reso ancora più immersivo da un’intelligenza artificiale rinnovata, che ci mette a disposizione compagni di squadra intelligenti che cercano lo spazio, si muovono rapidamente e chiamano la palla alzando il braccio.
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