News 17 Giu 2015

Battleborn – Anteprima E3 2015


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Los Angeles: Si entra in casa 2K per scoprire e provare l’ultima creatura Gearbox: Battleborn.

In difesa dell’ultima stella dell’universo dalle forze del male vengono reclutati 25 combattenti  (un Cyborg, un vampiro samurai, un gentleman inglese, un camionista armato di minigun e molti altri), ognuno con il suo personale stile di attacco, con l’unico compito di rispedire al mittente i tentativi di attacco e proteggere dunque l’universo dall’attacco degli invasori.

Che si giochi in solitaria, in coop con altri 4 giocatori, o in split screen locale, il compito dei giocatori sarà di far arrivare quanto prima i loro alter-ego, mediante il sistema di crescita rapida, al livello 10 (e di assegnare a ciascun giocatore determinati potenziamenti atti ad indirizzare il gameplay nella direzione più rispondente al proprio stile di attacco) al fine di poter fronteggiare debitamente quasivoglia minaccia ci venga incontro.

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Battleborn risulta essere duttile nella sua semplicità grazie ad un novero di modalità di gioco che tenderanno a soddisfare qualsiasi tipologia di giocatore, che si parli degli amanti della campagna single-player o dei giocatori multiplayer-addicted.

La modalità storia infatti ci permetterà di giocare le missioni a nostra disposizione in solitaria, in coop split-screen o connettendosi ad internet per creare un party di massimo 5 persone con le quali terminare la main quest messa a nostra disposizione da Gearbox: sarà inoltre possibile affrontare la modalità storia in ordine prettamente “personale”. Non ci saranno infatti restrizioni inerenti l’ordine delle missioni da eseguire: potremo scegliere a nostra discrezione quale fare prima o quale affrontare dopo.

Il multiplayer competitivo coinvolgerà fino ad un massimo di 10 persone in incontri 5 vs 5 regolati da diverse modalità:

  • Incursione – Squadre di cinque giocatori, aiutati da una pletora di creaturine a loro disposizione dovranno difendere la base dalle ondate di attacchi dell’altra squadra, avendo contestualmente il compito di conquistare la base avversaria
  • Devastazione – I due team, di cinque giocatori ciascuno, si affronteranno in un match all’ultimo sangue con l’obiettivo di uccidere gli avversari e conquistare (e mantenere fino a fine match) degli obiettivi sparsi sulla mappa.
  • Fusione: Ciascuno dei due team deve proteggere dagli attacchi del team avversario la squadra di minion a loro disposizione, scortandoli fino al centro della mappa, dove gli stessi si butteranno in un gigantesco inceneritore.

Che si decida di dedicarsi al single-player o alla carriera multiplayer la dinamica del gioco è la stessa: grazie al sistema di progressione Helix basterà una singola partita per portare il proprio alter ego digitale al level-cap (fissato a 10) definendo un’albero evolutivo a doppia scelta che plasmerà il personaggio sulle esigenze (e sulle skill) del giocatore che lo controlla. Ciò per evitare palesi iniquità in fase di matchmaking: ambo i giocatori inizeranno allo stesso livello e sarà solo la bravura dell’uno o dell’altro a far si che i personaggi raggiungano prima il levelcap per ottenere un sostanziale vantaggio nel match. Gearbox colpisce ancora regalandoci una perla di giocabilità e leggerezza unica in questo settore!

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Ciascuno dei 25 personaggi (solo 10 erano presenti nella demo messa a nostra disposizione da Gearbox) si distingue per uno stile di combattimento strettamente personale, stile che garantirà una ampia differenziazione di gameplay e una attitudine maggiore o minore alle capacità/preferenze del giocatore di turno. La caratterizzazione grafica dei personaggi rispecchia ciò cui i vari episodi di Borderlands ci hanno abituato: personaggi caricaturali ed ultra-stereotipati ci offrono un roster differente sia esteticamente che in termini di giocabilità, caratteristiche che andranno a vivacizzare e diversificare, all’arrivo di tutti e 25 i protagonisti, ogni singolo match mettendo sempre in discussione l’esito dello stesso.

Le dinamiche di gioco rendono Battleborn un ibrido tra Borderlands e Destiny, paragone da prendere con le dovute proporzioni, fornendo un esperienza di gioco affine a quella del power-seller Bungie ma con una freschezza ed una leggerezza tipica della serie griffata Garbox Software.

Con Battleborn ci troviamo dunque davanti ad uno sparatutto in prima persona dal ritmo frenetico e dall’impatto visivo “cartoonoso”, caricaturale e di sicuro impatto. Fulcro del gameplay sarà il teamwork. Per quanto possibile infatti giocare da soli, sarà praticamente inumano tirar giù tutti i nemici avventurandosi in solitaria, senza contare che il vero punto di forza di Battleborn sta nel divertimento derivante dalla cooperazione: senza considerare il fatto che, in caso di morte, per non perdere tutta l’esperienza accumulata fino a quel momento, dovremo avvalerci dell’aiuto di uno dei nostri compagni di squadra. Per aver ragione della moltitudine di creature che ci si pareranno davanti avremo a disposizione un attacco primario, un attacco secondario ed una mossa speciale, diversa da personaggio a personaggio (basati per alcuni su agilità e tecniche di attacco hit and run, per altri sul “brute display of power”).

Gearbox colpisce ancora! 

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I trenta minuti scarsi dell’hands-on hanno permesso una prima valutazione ma non sono stati utili a fugare tutti i dubbi riguardo una possibile ripetitività del titolo in oggetto: toccherà a prove più approfondite, in fasi di sviluppo più avanzate, chiarire ulteriormente la resa sul lungo periodo di Battleborn per comprendere cosa aspettarci veramente dal titolo griffato Gearbox.

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