Los Angeles – Durante questo E3 abbiamo pianto spesso, naturalmente di gioia. The Last Guardian è realtà, così come Shenmue 3 e il remake mai abbastanza sperato e atteso di Final Fantasy 7. Per i nostalgici dei viaggi intergalattici, Mass Effect sta per tornare e potremmo andare avanti molto a lungo con tanti altri annunci che hanno fatto sobbalzare i cuori di milioni di giocatori. Ma è ancora possibile suscitare emozioni così forti con dei titoli nuovi?
La risposta è sì e la prova è Unravel, il nuovo titolo pubblicato da Electronic Arts e presentato durante la press conference. L’annuncio di Unravel probabilmente rimarrà nella storia, già soltanto per il coraggio di un uomo che col cuore in mano sale sul palco stringendo una bambola di pezza. Sì, qualcuno potrà ridere di lui forse, ma soltanto finché le immagini di Unravel non scorrono sullo schermo.
Unravel è sviluppato da Coldwood Interactive, un team svedese precedentemente sconosciuto, il che non è necessariamente un’offesa. Durante la presentazione del titolo allo stand EA, il team stesso ha ammesso di non essere molto celebre e il perché è presto detto: Unravel è il primo gioco a cui lavorano mettendoci veramente loro stessi, nonché il primo ad essere così estremamente originale e i risultati sono evidenti. L’interesse suscitato è immenso e la demo provata non ha fatto che confermare quanto visto durante la conferenza. A sottolineare ancora di più la sua peculiarità ci pensano inoltre le foto che han fatto da artwork: il game designer che ha presentato il gioco ha infatti utilizzato come prototipi delle foto vere e proprie, scattate in giro per la Svezia con la famiglia e utilizzando un vero Yarny di lana come protagonista degli scatti.
Unravel è stato costruito basadosi su poche e semplici idee: ad esempio l’esigenza di creare un gioco che non cerchi di essere un film, che non dimentichi quindi di mettere sempre una componente interattiva al centro di ogni singolo momento. Ma soprattutto Unravel si sviluppa intorno al concetto di collegamento emotivo, rappresentato piuttosto esplicitamente dal filo stesso del tenerissimo protagonista. L’obiettivo del gioco è infatti proseguire lungo i vari livelli attraverso sezioni a metà tra il platform e il puzzle game per recuperare dei frammenti di ricordi che verrano collegati e raccolti da Yarny, diventando così memoria e amore allo stato solido.
In un continuum emotivo senza interruzione, Yarny si presenta all’inizio di ogni livello legato ad un qualche elemento e da lì si snoda, letteralmente, lungo tutto il percorso che deve affrontare. I comandi sono molto semplici: un tasto per saltare, uno per creare dei nodi, un dorsale per lanciare il lazo e uno per risalirlo. Questi semplici input sono più che sufficienti per creare un gameplay intuitivo e largamente basato sulla fisica. Nelle due sezioni che abbiamo provato abbiamo avuto modo di imparare prima i comandi e applicarli poi per vari scopi: ad esempio facendo due nodi si può creare un cordone teso di lana sul quale Yarny può saltare e raggiungere altezze altrimenti impensabili. Oppure, come un piccolo Donkey Kong in erba, Yarny può dondolarsi su delle liane e proseguire nella sua avventura.
Un elemento importante di cui dovrete sempre tener conto è la lana di cui Yarny è fatto e dispone: essa infatti si esaurisce man mano che proseguite nel gioco e per evitare di ritrovarvi con un eroe rinsecchito dovrete trovare delle matasse di lana sparse per i livelli che rimpiguino il tenero compagno di gioco. Anche perché sarebbe un peccato vedere appassire un personaggio datato di un candore così abbagliante come Yarny: i suoi occhi curiosi esplorano l’ambiente circostante, così immensamente più grande di lui, ma al tempo stesso così familiare. Yarny infatti non è molto più alto di una mela, ma non per questo si scoraggia e prosegue nella sua ricerca, sfruttando il più possibile ogni elemento dell’ambiente: ad esempio per attraversa una pozzanghera, Yarny crea un ponte di mele trascinandole in acqua (la lana inzuppata d’acqua porta sul fondo, conducendoci ad un game over).
Unravel è un progetto molto particolare: è un titolo che non ci saremmo mai aspettati ad una conferenza Electronic Arts e di sicuro questo ha contribuito alla creazione di un hype insolito. Avremmo lo stesso provato Unravel al primo giorno di fiera se fosse stato un titolo indie qualsiasi? Probabilmente no, ma bisogna comunque per una volta ringraziare un publisher come EA per aver portato all’attenzione di tutti un titolo che non vediamo assolutamente l’ora di giocare.
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