News 18 Giu 2015

Ark: Survival Evolved – Anteprima E3 2015


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Los Angeles: Lo studio Wildcard si prepara a presentare al grande pubblico, dopo il debutto avvenuto (seppure parzialmente in sordina) il 2 Giugno in Early Access su Steam, la sua ultima creatura, rispondente al nome di Ark: Survival Evolved.

Trattasi, come si può facilmente desumere dal nome, di un survival game che ci vedrà, nei panni di un naufrago appena approdato su un’isola apparentemente deserta, protagonisti di una gara contro la natura ai fini della sopravvivenza ultima, in un mondo popolato da dinosauri, draghi, rettili giganti ed altri bestioni di stazza similare alle belve di cui poco fa.

Questo simulatore di sopravvivenza selvaggia, realizzato mediante l’Unreal Engine 4, uscirà per Xbox One, Ps4 e, ovviamente, Pc. Vediamo dunque come è andato il primo contatto con queste lande selvagge.

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Dalla serie tv “Lost” abbiamo imparato che, una volta naufragati su di un’isola deserta, nulla è come sembra e che anche le situazioni più ovvie possono essere frutto di ben altro che semplici coincidenze o eventi naturali. Capita dunque di vedere, in Ark: Survival Evolved, gigantesche costruzioni futuristiche in un’isola popolata da dinosauri e di notare un inedito impianto cibernetico, di forma uguale a quella impressa sulla facciata del sopraccitato edificio, sul proprio polso sinistro trovandoci, di fatto, dentro un Lost in salsa next-gen!

Non indugiando sulla storia, che il creative director non ha voluto rivelarci, ci troviamo davanti ad un survival game duro e puro, dove dovremo far ricorso a qualsiasi nostra abilità per trovare le materie prime necessarie a craftare armi, vestiti, pareti, tetti e qualsivoglia oggetto utile a garantirci un primitivo, ma vitale, sostentamento. Abbattere alberi, raccogliere foglie, pietre e conchiglie, uccidere animali per ricavarne carne da cucinare, trovare un tetto sotto il quale ripararsi per non andare in ipodermia, mangiare ad intervalli regolari, adempiere alle proprie funzioni fisiologiche sono solo alcune delle attività che saremo tenuti a fare per garantirci la sopravvivenza in un’isola selvaggia che nasconde misteri insondabili e a noi sconosciuti.

Tutto ciò si traduce in un ibrido volente il gameplay come un mix tra stile visivo ed operativo di un FPS e il ritmo esecutivo di un Minecraft: sarà infatti impossibile pensare di lanciarsi a mani nude, o armati di una semplice ascia realizzata mediante la giustapposizione di tre materiali trovati nella spiaggia dell’approdo, contro uno dei dinosauri o dei draghi presenti in loco, a meno che di non essere aspiranti kamikaze. L’esperienza survival di Ark: Survival Evolved si traduce in ore di paziente vagabondaggio nel setting edenico in cui ci si trova catapultati, con lo scopo di scoprire quali elementi rilascino, previa demolizione, i preziosi materiali, vitali per la costruzione degli strumenti base e, a medio termine, per l’edificazione di strutture atte a preservarci dalle intemperie, occorrenti in modo completamente casuale, andando così ad evitare stati di ipodermia che ci condurrebbero a malattie ed a conseguente morte.

Diventare predatore tra i predatori, dotato più di scaltrezza che di forza bruta, è pre-condizione necessaria per la sopravvivenza: tendere agguati ad animali alla nostra “portata” oltre a fornirci alimenti sotto forma di carne cruda, che andrà cotta per non rischiare di incorrere in problemi intestinali o ad infezioni più o meno gravi, ci fornirà anche punti necessari per incrementare le nostre statistiche di sopravvivenza.

ark-survival-evolved-engramsFar ciò comporterà inoltre il rilascio di punti engramma utili a sbloccare nuovi oggetti nella modalità di crafting e poter così metterci alla ricerca delle materie prime (o semplicemente dei sottocomponenti) per agevolare la nostra permanenza nell’isola e continuare la scoperta delle nozioni alla base del mistero che ci lega a doppio filo alla stessa e alla torre ivi presente.

Mentre però la raccolta di materie prime e la procacciagione di alimenti, implicitamente legati ad un sistema di crafting tutto sommato accessibile e ragionevolmente ottimizzato, rappresentano un fiore all’occhiello di questa produzione, capace di tenere incollati i giocatori allo schermo per ore ed ore, lo stesso non può esser detto del combat system: efficace con animali di piccola stazza, lo stesso mostra tutta la sua fallacità nelle sezioni di attacco ai grandi predatori. Per aver ragione degli stessi infatti si dovrà orientare il combattimento verso un Hit & Run teso ad abbassare le difese di grandi dinosauri, saggia decisione che va però a scontrarsi con la cattiva ottimizzazione del motore di gioco che ci vedrà, a causa di una legnosità nella gestione dei movimenti non all’altezza di un FPS, per quanto di matrice strategica e quindi non improntato all’azione più pura, scontrarci con i limiti di un combat system acerbo e tutt’ora incompleto. A giustificazione di Ark: Survival Evolved il titolo, essendo ancora in una fase alpha dell’early access, verrà sicuramente migliorato: per ora si intravede un gioco con grande potenziale, espresso però solo parzialmente per via dei suoi endemici limiti di sviluppo.

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L’hands on effettuato ci lascia con qualche certezza, qualche perplessità e con molte domande: cosa sarà quella torre futuristica che si erge nell’esatto centro dell’isola? Perché l’isola tutta è popolata da draghi e dinosauri? Perchè il centro della stessa è dotato di una tecnologia al di fuori di ogni umana comprensione e il resto dell’isola è rimasto indietro all’età della pietra? Tolti gli interrogativi inerenti una trama che parrebbe essere interessante, rimangono quelli relativi alla migliorabilità del gioco in se: l’early access è una scommessa non sempre vincente; starà allo studio di sviluppo dimostrare quanto ancora si potrà ottimizzare un motore di gioco spesso soggetto a rallentamenti ed a qualche crash e un combat system tutt’altro che user-friendly.

Lost in salsa next-gen! 

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A tutte queste domande non possiamo dare una risposta, e non potremo darla per almeno un altro anno, periodo in cui il gioco uscirà (finalmente) dalla fase di early access su Steam (e in cui arriverà anche sulle nostre amate console next-gen): l’unica impressione che ricaviamo da questo breve hands on ci lascia un gioco che, seppure in stato embrionale e ampiamente perfezionabile, riesce a catturare l’attenzione ritagliandosi un posto tutto suo nel cuore e nella mente degli aficionados, non solo appassionati di survival game, per via di una trama e di una profondità fuori dal comune.

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