News 22 Giu 2015

Yoshi’s Woolly World – Recensione

Dopo un Super Mario 2D in forma come non mai e un redivivo Donkey Kong come non si vedeva dai tempi della grande Rare, Yoshi’s Woolly World è l’ultimo grande esponente dei platform 2D vecchia scuola ad approdare su Wii U. Chiudendo in bellezza il trittico proprio come ai tempi del Super Nintendo, la nuova avventura di Yoshi si appresta a giungere nei negozi con una forte carica di personalità e voglia di contraddistinguersi, con il duplice compito di rilanciare una saga ormai da tempo adagiata sugli allori e di consacrare il Wii U come Re indiscusso giochi di piattaforme. Un compito che, lo diciamo subito, è già un successo sotto ogni suo punto di vista.

Yoshi’s Woolly WorldYoshi's Woolly World Cover

Piattaforma: Wii U

Genere: Platform

Sviluppatore: Good-Feel

Publisher: Nintendo

Giocatori: 1 – 2

Online: Assente

Lingua: Testi in italiano

In pieno rispetto della tradizione e forse in maniera un po’ troppo ingenua per gli standard attuali, non si fa in tempo a mettersi comodi in poltrona che l’avventura è già iniziata: “Oh no, Kamek ha trasformato tutti gli Yoshi dell’Isola Gomitolo in matasse di lana ed è scappato, inseguiamolo!”. Riprendendo in tutto e per tutto la struttura dell’originale Yoshi’s Island, la storia non è sicuramente il punto focale di Yoshi’s Woolly World per cui inutile aspettarsi chissà quali plot twist o artifici narrativi a partita inoltrata. Ma diciamoci la verità, a chi serve una trama quando cammini in un mondo dove l’unica “trama” che conta è quella della lana che calpesti?

Lo dice il nome stesso ma è sempre giusto ricordarlo, in Yoshi’s Woolly World ogni elemento di gioco è fatto di lana. E non stiamo parlando di chissà quale maleficio come quello di Yoshi’s Story che ha trasformato l’isola degli Yoshi in un libro pop-up. Nossignore. Dato per buono che in questo universo alternativo fatto di coccole e morbidezza la lana è il principio cardine sul quale si basa la vita, ogni cosa all’interno del gioco è composta di spago e filo, dagli Yoshi stessi ai nemici, dal mare alle nuvole. Una trovata che affonda le sue origini nel mai troppo lodato Kirby’s Epic Yarn (Wii, 2010) ma che solo ora trova sicuramente tutta la sua massima espressione.

Lungi dall’essere un mero vezzo estetico, la lana e le sue applicazioni sono interamente alla base di tutte le nuove meccaniche che Good-Feel ha “imbastito” per l’occasione e sapientemente “rammendato” all’interno di quelle tipiche della serie Yoshi. Questa volta fortunatamente non ci saranno bambini da scortare fino al traguardo, ma per quanto riguarda la formula di gioco generale, dalla progressione dei livelli ai giganteschi boss di fine livello, tutto sembra tornato indietro nel tempo fino al 1995. Potrebbe sembrare una banalità visto comunque il buon numero di seguiti che Yoshi’s Island ha prodotto nel tempo, ma la verità è che nessuno di essi in realtà è mai riuscito a replicare la magia dell’originale, limitandosi semplicemente a scimmiottare situazioni già viste e vissute senza mai effettivamente osare nulla di nuovo. Una situazione destinata a cambiare con Yoshi’s Woolly World e il suo intento di rinnovare la saga partendo dalle basi.

Lo sviluppo dei livelli, come da tradizione, è ancora una volta legato alle classiche abilità che da sempre caratterizzano la serie, tanto che chiunque abbia avuto modo di giocare ai precedenti non tarderà a trovarsi a proprio agio coi comandi. Ritornano dunque i salti fluttuanti, le poderose sederate al suolo, il lancio delle uova e tutto quanto decretò il successo di Yoshi Island all’epoca. Ovviamente tutto opportunamente modificato per dare il meglio di sé in un ecosistema fatto interamente di stoffa. Le tanto amate uova, ad esempio, sono ora dei veri e propri gomitoli che è possibile creare sfilacciando nemici e riutilizzare per farsi strada attraverso mondi irti di ostacoli ed elementi con cui interagire. Non di rado capiterà infatti di imbattersi in tubi o piattaforme tratteggiati da ricomporre semplicemente lanciandoci contro un gomitolo, passare attraverso superfici apparentemente invalicabili oppure ritrovarsi a sciogliere nodi celati nei luoghi più impensabili e alle cui spalle si nascondono nuovi percorsi alternativi.

Rispetto a un canonico Super Mario, Yoshi’s Woolly World pone un’enfasi maggior sull’esplorazione dello scenario che, per quanto generalmente lineare, nasconde sempre al suo interno decine di passaggi segreti ed elementi collezionabili da raccogliere aguzzando la vista nei passaggi più sospetti. Non bastassero i nodi da sbrogliare, infatti, i vari livelli sono caratterizzati da numerosi elementi invisibili come le storiche nuvolette “?” che si manifestano soltanto una volta entrati in contatto con esse. Queste ultime quando colpite con i gomitoli possono celare al loro interno dei semplici cuori, porte verso nuove sezioni del livello, percorsi bonus nel quale mettersi al comando di uno Yoshi motocicletta (ma anche aeroplano, scavatrice, sirena e persino un Giga Yoshi) o addirittura modificare la conformazione stessa del percorso, per un incentivo sempre costante a ripercorrere i propri passi e non dare mai niente per scontato.

Proprio come l’originale per Super Nintendo, infatti, la vera difficoltà di Yoshi’s Woolly World non sta tanto nell’arrivare alla fine del livello quanto arrivarci a punteggio pieno con tutti e 5 i fiori, le 5 matasse di lana, le 20 gemme timbro e tutti e 20 i cuori. E nel far ciò preparatevi a sudare le proverbiali sette camicie, soprattutto negli schemi avanzati di gioco. Le ricompense tuttavia non mancheranno e fra nuovi Yoshi dai motivi cromatici adorabili, livelli extra e timbrini da utilizzare per i propri post sul Miiverse, di ragioni per continuare a esplorare ogni anfratto ne troverete a bizzeffe.

Questo non vuol dire ovviamente che l’elemento platform venga qui bistrattato in favore di quello esplorativo, anzi! C’è sempre una tematica di fondo a caratterizzare ogni nuovo mondo, all’interno del quale viene poi declinata in maniera differente per ogni singolo livello. In quest’ottica, i funambolici salti sul vuoto di nemico in nemico non mancheranno di certo, ma essendo Yoshi in grado di fluttuare anche per grandi distanze, non è certamente questo il focus dell’avventura. Detto questo, Yoshi’s Woolly World possiede sicuramente alcune delle più divertenti e suggestive sessioni mai viste all’interno del genere negli ultimi anni, tra balzi su biscotti, passeggiate fra le nuvole create lanciando pulcini e rocambolesche corse su getti d’acqua sospesi nel vuoto.

A prescindere dal vostro obbiettivo e dalle abilità tecniche, comunque, Nintendo ha pensato di rendere l’esperienza di gioco accessibile a chiunque introducendo l’ormai immancabile modalità “super guida” (qui denominata “Relax”), che permette a chiunque di completare i vari livelli svolazzando allegramente dall’inizio alla fine, e la possibilità di ricorrere ad alcune “spille del potere” in grado di donare a Yoshi particolari abilità speciali. Abbastanza autoesplicativa la prima novità, le seconde permettono invece di godere di determinati bonus come gomitoli più grandi, la possibilità di giocare un livello in compagnia del fido cane Poochy o l’abilità di vedere le infami nuvolette invisibili. Tutto questo ovviamente previo l’investimento di una certa quantità di gemme recuperate in precedenza. Lungi dallo snaturare troppo la formula di gioco come invece fa la modalità Relax, l’uso delle spille è una simpatica introduzione a cui però consigliamo di ricorrere soltanto una volta portato a termine un livello la prima volta.

Ma veniamo ora alla spinosa questione della difficoltà già introdotta in fase di anteprima. Fra spille, modalità relax e persino la modalità cooperativa per due giocatori, ormai si sarà capito che Yoshi’s Woolly World non è sicuramente un titolo difficile in senso stretto e, sotto questo punto di vista, abbastanza distante dal suo diretto ispiratore. Tuttavia non siamo neanche ai livelli di estrema facilità visti in Yoshi’s Story. Piuttosto ci troviamo davanti a un caso in cui è il giocatore, con le proprie doti, a costruire i suoi specifici obbiettivi e livello di difficoltà. Certo, la bellezza di certi schemi è tale che spesso se ne vorrebbero giocare di altri e più difficili, ma almeno a livello contenutistico siamo dalle parti di Yoshi’s Island con 6 mondi di difficoltà sempre crescente, caratterizzati a loro volta da 8 schemi e presidiati da 2 boss ciascuno (anche se questi ultimi spesso tendono a ripetersi in più di un’occasione).

Novità assoluta per la serie è invece la presenza della sopracitata modalità cooperativa. Limitato a soli due giocatori e, ancora una volta, soltanto in locale, il multiplayer di Yoshi’s Woolly World è un’aggiunta che per quanto gradita è strutturata per essere un elemento di contorno piuttosto che non una vera e propria esperienza a se. Strizzando l’occhio a quella comunque ottima di Donkey Kong Country: Tropical Freeze, Good-Feel propone un’esperienza più pacata e votata alla cooperazione che non la competizione, atta a rendere ancora più facile l’avventura grazie soprattutto grazie alla possibilità di poter trasformare il proprio partner in un gomitolo e lanciarlo in posti altrimenti difficili da raggiungere. Detto ciò, visto comunque il tono mai troppo teso che permea l’intero gioco, si tratta di un’interessante alternativa per lo meno da provare. E se proprio non possedete nessuno con cui giocare, è sempre possibile ricorrere allo speciale amiibo di Yoshi di lana per affidare il secondo giocatore all’intelligenza artificiale.

Dal tratto pastelloso di Yoshi’s Island a quello cartaceo di Yoshi’s Story, Yoshi cambia ancora una volta il proprio look e trasporta la serie nella tridimensionalità (apparente) della stoffa con uno stile grafico inconfondibile anche all’osservatore più disattento. Grazie a una componente artistica di prim’ordine, Yoshi’s Woolly World può vantare una personalità quasi unica nell’attuale panorama videoludico, paragonabile solo all’appunto già citato Kirby’s Epic Yarn e poco altro. Una scelta perfetta per una serie che sin dalle origini ha sempre fatto dell’individualità il proprio punto di forza.

Pur nella sua apparente semplicità, ogni singolo aspetto, dai movimenti di Yoshi che quando corre muta le gambe in ruote fino alla trama che compone gli elementi dello scenario, è studiato minuziosamente per suscitare lo stupore a ogni nuovo livello, con lampi di genio legati all’utilizzo della lana sempre deliziosi e una cura per i dettagli inarrivabile tipica solo delle produzioni Nintendo più curate.

Della medesima qualità anche l’accompagnamento sonoro, merito soprattutto di una scaletta musicale fatta di tanti brevi e semplici motivetti in grado di imprimersi in testa in maniera indelebile. Proprio come il suo diretto ispiratore, con i suoi livelli allo stato dell’arte e le sue canzoncine perfettamente calibrate, Yoshi’s Woolly World è un piccolo gioiello perfetto anche solo da ammirare e ascoltare.

In conclusione…

Rispettoso delle tradizioni ma non per questo meno innovativo, Yoshi’s Woolly World è il degno erede di Yoshi’s Island così come a suo tempo New Super Mario Bros U fu definito il miglior capitolo 2D dai tempi di Super Mario World. Nintendo riconferma ancora una volta che quando ci si mette nessuno è in grado di batterla nella rielaborazione delle sue più grandi serie, riconfermando quel trend ascendente fatto di ottimi seguiti di tutti i più importanti platform dell’epoca 16 bit.

Non fatevi trarre in inganno dall’aspetto grafico tutto coccole e zucchero, Yoshi’s Woolly World è un titolo di indubbio spessore artistico ma soprattutto ludico, perfettamente caratterizzato in ogni sua sfaccettatura e in grado di fare la felicità di tutta la vasta schiera di fans di vecchia data e di tanti nuovi adepti che si avvicinano alla serie per la prima volta. Qualcuno potrebbe giustamente obbiettare che giocare coi gomitoli di lana possa essere un’attività infantile e probabilmente così è. Ma se è pur vero che il divertimento non ha età, allora Yoshi’s Woolly World è forse la miglior macchina del tempo per ricordarsi perché i giochi di un tempo erano perfetti pur nella loro semplicità.

Voto: 8,5/10

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