Los Angeles – Nell’affollato mondo della tecnologia NFC dominata da Skylanders e Disney Infinity, c’è un nuovo contendente, forse il più atteso di tutti. Del resto, LEGO e le sue leggendarie costruzioni non hanno età. Il fatto, poi, che non sia così raro vedere degli over 40 non provare alcuna vergogna nell’uscire da un negozio di giocattoli armati di scatoloni e scatolette di ogni genere e dimensione, la dice davvero lunga.
LEGO Dimensions vede l’azienda danese debuttare nel campo dei “video-giocattoli“, potendo contare sul legame affettivo e nostalgico, ma anche e soprattutto su un parco licenze bestiale ed esclusivo, che gli ha permesso di sperimentare in modi davvero unici ed intriganti. Lo Starter Pack la dice già lunga di per sé, comprendendo l’amatissimo (anche tra i fan dei giochi LEGO) Batman, l’intraprendente Wyldstyle, tratta da LEGO Movie, e un altro personaggio noto ai più, il barbuto e potente Gandalf, armato del suo magico bastone. Nei primi 15 minuti iniziali della nostra prova, ci siamo però trovati al cospetto di tante altre influenze, le più disparate ed assurde: c’era la DeLorean di Ritorno al Futuro, Scooby Doo e l’iconico van col quale la sua squinternata gang va a caccia di misteri, ma anche Chell e GlaDOS, contrastanti protagonisti di Portal, e persino un Homer Simpson apparso di sfuggita, non troppo misteriosamente appiccicato ad una palla demolitrice. Insomma, aspettatevi una badilata di comprimari presi dagli universi coinvolti (Legolas, Gimli, Wonder Woman e robo-stramboidi di ogni tipo, muniti di mecha con i quali smembrare i mondi di gioco).
Quando poi nell’introduzione viene citato il Mago di Oz, con tanto di strega/boss da sconfiggere, ma dopo qualche minuto dall’inizio bisognerà calpestare con la Batmobile le piante avvelenate strategicamente posizionate da Poison Ivy, è facile intuire quanta libertà si siano presi gli sviluppatori, e quanto folle sarà l’avventura completa. Ogni mondo (ne abbiamo provati 3: Oz, Portal e quello di Scooby Doo) offrirà quasi sempre uno stile grafico e un’atmosfera ad hoc, come l’ambiente asettico del gioco di Valve, quello coloratissimo ispirato alla versione cinematografica originale di Fleming (a sua volta tratto dal libro di Baum), oppure il cel-shading che ben si presta alle lugubri suggestioni delle avventure del cane accalappiamostri più imbranato di sempre. Ci saranno inoltre veri e propri elementi di gameplay a distinguerli, influenzati tanto dalle peculiarità dell’universo dal quale è tratto (ad esempio, i portali di Portal) quanto dal Toy Pad, il “portale” (fisico) che trasferirà le vostre statuine del gioco.
Gli sviluppatori hanno subito sottolineato un concetto a tal proposito: il loro non si limita a trasferire passivamente in-game veicoli (upgradabili nel gioco ma anche fisicamente) e personaggi (che andranno “montati” sull’apposito piedistallo, in piena tradizione del brand), ma è parte integrante dell’esperienza, e fidatevi, c’è bastato davvero poco per confermare la bontà e la correttezza delle loro parole.
Diviso in tre parti (due sezioni laterali e una centrale pensata per un singolo personaggio), presenta dei led e dei sensori interni da usare attivamente col gioco, in modi del tutto originali: abbiamo rotto un incantesimo trasferendo le vittime da una sezione all’altra; abbiamo sfruttato dei portali speciali di diversi colori per completare puzzle con il personaggio più adatto per quel compito specifico (Gandalf con i suoi poteri telecinetici, Batman con il suo rampino, perfetto inoltre per i combattimenti con i boss); abbiamo persino scovato un oggetto invisibile senza il bisogno di visualizzare lo schermo, ma ponendo lo sguardo (come richiesto) sul portale stesso e orientandoci con il cambiamento di colore.
Sono però le, letteralmente, “chiavi di volta“, degli speciali modificatori delle proprietà del portale, a rivoluzionare il tutto, in quanto vanno ad offrire brillanti trovate di gameplay segnalando di volta in volta al giocatore quali usare per proseguire nell’avventura, o stimolarlo ad usarle di sua iniziativa per superare determinate sezioni. In un particolare frangente abbiamo rimpicciolito il personaggio sul lato colorato di rosso, per poi aumentarne le dimensioni sul lato verde e poter così sbloccare un passaggio, mentre in un puzzle ambientale ci siamo divertiti a colorare alcuni punti, passaggio fondamentale per poter andare avanti. Segnaliamo inoltre che tutto quel che avete letto sinora, potrete farlo anche in compagnia di un amico, grazie all’immancabile coop.
LEGO Dimensions è una vera sorpresa: nonostante il gameplay resti a grandi linee quello della serie originale (a base di pezzi da recuperare, cose da distruggere e ricostruire, e quant’altro), e le tante licenze a disposizione avrebbero potuto permettere al team di campare di rendita senza l’effettivo bisogno di particolari guizzi creativi, promette di invadere senza troppi convenevoli il territorio di Skylanders e co., col serio rischio di rubargli lo scettro in scioltezza.
Non solo può contare sulle costruzioni più amate dai nerd di ogni età e su una struttura di gioco già collaudata e, nella sua semplicità, apprezzata, ma le novità introdotte dal suo potente portale non fanno altro far che apparire più sbiaditi gli statici (ma nonostante tutto agguerritissimi) concorrenti.
In attesa di capire se questo nuovo contendente del trono dei “video-giocattoli” verrà distribuito anche in Italia (purtroppo non è ancora confermato) in versione Xbox One, Xbox 360, PS3, PS4 e Wii U, Activision e Disney farebbero bene ad affilare le loro armi da qui al 27 settembre.
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