Quando God of War III apparve su PlayStation 3 cinque anni or sono, difficilmente avremmo potuto auspicare una “conclusione” migliore per il ciclo delle avventure di Kratos. Un climax narrativo pressoché inedito nell’industria del videogioco, corroborato da un impianto tecnologico semplicemente sopra le righe: questa la ricetta del terzo attesissimo capitolo della saga, giunto in un periodo ancora lontano dal tramonto di PS3 (quando, normalmente, la confidenza degli sviluppatori con l’hardware è tale da garantire risultati ben al di sopra della media) ma tuttavia capace di candidarsi a metro di paragone per parecchie produzioni che l’avrebbero seguito.
God of War III fu un titolo titanico sotto ogni punto di vista: dal gameplay accessibile e foriero di enormi soddisfazioni alla narrativa epica e coinvolgente, dai panorami mozzafiato che si perdono all’orizzonte alla violenza incontenibile di un eroe carismatico, simbolo della vendetta e del tormento interiore. Ad un lustro di distanza, l’ultimo atto dell’epico scontro tra lo Spartano e le Divinità superiori torna col vestito delle grandi occasioni su PlayStation 4, con un’inattesa Remastered che, chissà, potrebbe rappresentare la conferma implicita di un ingresso dell’icona dei Santa Monica Studios nei fasti della next generation. L’occasione perfetta per i non possessori di PS3 di provare uno dei suoi titoli più memorabili e invidiati: peccato che, a battaglia conclusa, qualche piccolo rimpianto offuschi la sempiterna gloria della vittoria.
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Pochi giochi iniziano come God of War III. Può sembrare un’affermazione banale, ma la realtà dei fatti è ben diversa: e la si nota nell’arco di pochi secondi, quando terminato il video introduttivo ci si ritrova sulle spalle di Gaia in una maestosa arrampicata alle pendici del Monte Olimpo. Dei che combattono enormi Titani, mostri che scendono sulle spalle di queste gigantesche divinità antiche come l’universo mandati da Zeus per interrompere la pericolosa ascesa del suo figlio più letale. Tutto è frenetico, veloce, fulmineo: Kratos combatte e semina morte in uno scenario che gira su sé stesso, attraversato da esplosioni e corpi che volano a destra e a manca. Non c’è un solo elemento che sia fermo o una porzione di schermo che rimanga immobile ad osservare l’ouverture di questa vendetta. Poi arriva Poseidone e .. ok, non l’aveste già affrontato tempo addietro, meglio non rovinarvi la sorpresa.
Con tutto questo vogliamo sottolineare una semplice verità: God of War III è invecchiato dannatamente bene. Ritmo, frenesia e un combo-system ragionevolmente profondo garantiscono alle numerose fasi combat, oggi come allora, un sapore appagante ed estremamente divertente, che gli action siano il vostro pane quotidiano o meno. Poi certo, i tempi passano per tutti: e anche un bell’imbusto come Kratos, per certe cose, avrebbe bisogno di una leggera svecchiata. L’assenza di una telecamera gestibile dall’utente tramite stick destro (utilizzato per eludere gli attacchi nemici con una capriola, coadiuvato dalla leva sinistra), nell’era della next-gen, potrebbe sembrare un peccato capitale. Certo, il taglio cinematografico delle camere statiche di GoW III non è affatto male, e in taluni casi rappresentano la soluzione migliore per apprezzare i fondali mozzafiato di Olimpia o del Regno dei Morti: ma un minimo di libertà in più, specie in una Remastered, non guasta mai.
Dove questa riedizione non delude, come facilmente prevedibile, è nella componente tecnologica. L’elevatissima qualità del materiale originale, da un certo punto di vista, rappresenta una pericolosa arma a doppio taglio: migliorare visibilmente qualcosa di già significativo è cosa più facile a dirsi che a farsi, e i palati sempre più esigenti dei giocatori potrebbero criticare un margine di miglioramento sin troppo esiguo in questa transizione next gen. Fortunatamente, il risultato finale è ben al di sopra di questi dubbi. God of War III Remastered vanta un comparto grafico di tutto rispetto, magari non propriamente in linea con gli standard recenti raggiunti da titoli nati e progettati su PS4 ma, ammettiamolo, ben lontano dallo sfigurare in modo impietoso.
La maggior pulizia visiva del titolo va a braccetto con i 1080p nativi, che donano al tutto un livello di dettaglio nettamente più evidente, a fianco di una palette cromatica più sgargiante e vibrante rispetto alla controparte originale. Ben più “utili”, tuttavia, sono i 60 frame al secondo di questa Remastered, che stoicamente non danno segno di cedimenti dall’inizio alla fine del playthrough. I 30 fps del titolo originale, al netto di alcuni cali di frame rate alle volte evidenti, sono ora un brutto ricordo: e con un combat-schema al fulmicotone come quello di GoW, capirete da soli quanto questa feature giovi in termini di fluidità e di precisione. Ecco che dunque le animazioni di Kratos hanno una seconda giovinezza, dimostrandosi ben più “naturali” (per quanto possa essere naturale sgozzare un Minotauro di due metri) rispetto a PS3. Aggiungete un livello di dettaglio abbondantemente sopra la sufficienza (i riflessi sulle pavimentazioni lucide, ad esempio levano ancora il fiato) e una maggior cura dei particolari tanto dei personaggi quanto delle architetture su video, e capirete da soli perché, tecnologicamente parlando, non c’è molto di cui lamentarsi.
Lo stesso discorso, purtroppo, non vale se andiamo ad analizzare la mission alla base di una Remastered. Nessuno vuole banalizzare la possibilità di permettere a nuovi giocatori di rivivere un tassello imperdibile della storia del marchio PlayStation, ma è bene non incappare nell’errore di non nascondersi dietro ad un facile alibi. Se consideriamo una versione rimasterizzata come una sorta di celebrazione del titolo originale, più che lecito aspettarsi qualche contenuto aggiuntivo, sia essa una modalità di gioco extra od una galleria inedita di collezionabili, assente alla prima apparizione del titolo. Questo non succede in God of War III Remastered, che al netto di un Photo Mode di sicuro impatto, anche se non certo impressionante per le possibilità di scatto offerte, non offre nulla di più di quanto già mostrato dalla versione PS3. Il che, sia chiaro, non mina affatto il valore intrinseco di un titolo: è solo che, vista l’occasione, appare come un’occasione persa per eccesso di indolenza.
Allo stesso modo, volendo dare momentaneamente per buona la missione “Amarcord” di questa Remastered rivolta ai non possessori della precedente ammiraglia Sony, non è facilmente comprensibile la scelta di aggiornare esclusivamente il terzo capitolo della saga, narrativamente legato a doppia mandata alle iterazioni precedenti. Certo, esistono le versioni HD per PS3 e PS Vita: ma nell’ottica di rendere il franchise disponibile ai nuovi giocatori, implementare una versione PS4 del primo e del secondo capitolo (anche solo un porting della precedente HD Edition) non avrebbe certo dato fastidio a nessuno. Anche perché i 39,90€ richiesti per portarsi a casa questa Remastered sono sì ben al di sotto del costo medio di un videogioco per PS4, ma il cosiddetto “buon mercato” è altra cosa.
In Conclusione …
Non è mai facile giudicare una Remastered, specie quando il materiale originale appartiene di diritto alla cerchia dell’eccellenza. Difficile trovare, anche cinque anni dopo, difetti evidenti di gameplay, laddove l’adozione della full HD e dei 60 frame al secondo riesce magistralmente a svecchiare gran parte dell’azione di gioco, donando al tutto una seconda giovinezza. E a conti fatti è vero, God of War III è uno di quei titoli che, nonostante alcuni difetti secolari, invecchia alla perfezione, regalando una dozzina d’ore di azione intensa e squisitamente violenta, arricchite da una cornice narrativa ancora una volta sopra le righe.
Tuttavia, pur trovandoci di fronte alla magnificenza di uno dei blockbuster più celebri di PlayStation 3, non possiamo chiudere ambo gli occhi sul valore aggiunto di una tale Remastered. E se dal punto di vista tecnologico i ragazzi di Santa Monica Studios possono dirsi ampiamente soddisfatti dal risultato finale, è nella palese assenza di materiale aggiuntivo che trovano spazio le nostre critiche. Non bastano un oramai immancabile photo mode e lo stesso making of presente cinque anni fa nel titolo originale a “celebrare” God of War III come si deve: specie quando l’esborso richiesto, pur ben al di sotto della fascia standard, non è certo dei più accessibili. Un errore un po’ troppo umano per un mortale divenuto dio…
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